Felicità è…. non solo il Festival finito ieri sera

Daniela Bezzi

Rapida carrellata di immagini che mi passano nel retro-schermo della mente dopo che sono tornata da questa settima edizione del Festival dell’Alta Felicità appena conclusa in quel di Venaus e che secondo Vox Populi è stata oltre ogni possibile aspettativa straordinaria.

Non ho assistito alle prima edizioni, il mio primo ricordo risale all’ultima in epoca pre-Covid, immediatamente successiva all’exploit delle madamine di Torino, con gli elicotteri che ci tuonavano sopra la testa. E poi l’edizione dell’anno scorso, la prima possibile dopo tutti gli stop causa-Covid – ed entrambe le esperienze sono state di bella e palpabile condivisione, di bellissime energie in azione, soprattutto l’anno scorso in perfetta continuità tematica (e non solo) con il Climat Social Camp di Torino e relativi focus tematici e relatori.

Ma anche senza essere una veterana, non posso che essere d’accordo con Vox Populi: è stata un’edizione straordinaria, com’è possibile percepire dalla carrellata di foto scattate da Marioluca Bariona. Nonostante le snervanti incertezze iniziali, nonostante il via libera della prefettura arrivato in extremis il giorno prima dell’inaugurazione, nonostante tutto ciò che avevamo provato a riepilogare a poche ore dall’inaugurazione – è andata benissimo, è stato bello esserci, è stato difficile smontare le tende e lasciare queste belle montagne stamattina.

Foto Marioluca Bariona

Ci sarà abbastanza tempo nei prossimi giorni per ragionare su quando accaduto, quantificare le presenze, valutare insomma l’innegabile peso anche dei numeri: la quantità di tende installate pressoché ovunque già da sabato mattina, il via vai delle navette che non hanno mai smesso di svuotarsi e riempirsi a ciclo continuo dalla stazione di Susa, piene zeppe di giovani e giovanissim* vibranti di entusiasmo e voglia di esserci… E il tutto-tutto pieno del tendone centrale e dei gazebo per i tanti incontri e dibattiti in programma, tutti interessantissimi e seguitissimi… E l’impressionante-ondeggiante marea di corpi in danza, al ritmo dei concerti in area-Arena, e gioiosamente in danza persino sotto la pioggia della prima sera…

Foto Marioluca Bariona

E poi la marcia, che verso la mezza di domenica si mette in moto sotto il sole verso Susa e in men che non si dica è già fiumana, e arrivata in stazione riempie ogni possibile spazio libero del treno per Bruzolo, dove naturalmente è accolta dagli sbirri in assetto anti-sommossa, per cui sbarazziamoci subito di questo prevedibile intermezzo-scontri all’interno di una tre-giorni che non sapremmo immaginare più riuscita, con il commento rilasciato da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International che al FAF di Venaus era presente con un team di osservatori.

Foto Marioluca Bariona

Riferendosi agli standard del diritto internazionale (che “parlano chiaro: una protesta pacifica, seppur attraversata da circoscritti atti di violenza, resta pacifica e le forze di polizia devono garantire che possa proseguire, tutelando tutte le persone che vi stanno partecipando”), Noury ha definito “l’estensione della zona rossa, decisa pochi giorni prima della manifestazione, frutto del pregiudizio che l’intera protesta potesse essere violenta” e ha denunciato durante la protesta “un uso massiccio, indiscriminato e non necessario di gas lacrimogeni, anche ad altezza umana, i cui effetti si sono propagati anche a una certa distanza dagli scontri. (…)”, e ai fini della cronaca ci bastino le parole di Noury, perché è intollerabile, è contro qualsiasi logica persistere nell’imposizione di un’infrastruttura così provatamente dannosa oltre che inutile qual è il TAV, ed è prevedibile che il territorio non si rassegni a questa imposizione.

“E’ proprio vero che le intimidazioni di chi ci vorrebbe sopprimere, attaccandoci con i più assurdi pretesti, servono solo a rinforzarci nella determinazione a resistere! Ed è sempre stato vero anche per le edizioni passate ed è particolarmente vero questa volta ” erano state le parola di Nicoletta Dosio durante uno degli incontri iniziali, sabato mattina, in tema di carcere che è solo un modo per contenere il disagio sociale, e che senz’altro andrebbe abolito, insieme a quell’obbrobrio che è il 41bis. “E’ proprio vero che ciò che è destinato naturalmente a rispuntare, non potrà mai essere soffocato” aveva concluso, con uno degli slogan coniati dal movimento dei Soulevements de la Terre, che sono ormai un punto di riferimento per la galassia dei movimenti in Italia non meno che per le varie ZAD in Francia, nonostante il ‘decreto di dissoluzione’ recentemente emesso dal Governo Francese (ne abbiamo riferito qui).

Così è stato: lungi dal lasciarsi intimidire dal balletto delle dichiarazioni che fino all’ultimo hanno messo in dubbio la regolarità procedurale di un Evento che tra l’altro rappresenta un’enorme boccata di ossigeno per il territorio, il Movimento NoTav ha lavorato al meglio perché tutto filasse nel migliore dei modi, aggregando centinaia di volontari in più rispetto alle precedenti edizioni: da Bologna, da Ravenna, dalla Sicilia, da Matera, mai vista una ‘ciurma’ più diversificata ed affiatata!

“Mettiamo al primo posto il sogno di ogni essere vivente: quello di essere felice. E un territorio che viene stuprato da opere inutili e dannose non può considerarsi felice” aveva dichiarato Andrea Bonadonna, direttore artistico del FAF a Fabrizio Maffioletti che lo ha intervistato per Pressenza nell’imminenza del Festival. E la fiumuna, la marea, la vera e propria cittadella di giovani, giovanissimi e diversamente giovani che negli scorsi tre giorni hanno condiviso ogni possibile spazio della Borgata 8 Dicembre a Venaus, è stata la miglior testimonianza possibile.

Non mancheremo di riparlarne nei prossimi giorni, con le voci che non mancheremo di raccogliere direttamente dalla Val di Susa, da coloro che sono stati protagonisti e artefici, in tanti modi diversi, di questa straordinaria FAF 2023.

E però è sotto gli occhi di tutti e non possiamo far finta di non vedere, l’indecente militarizzazione che questo territorio transalpino è costretto a subire da decenni – e da tempo è guerra dichiarata. Nelle stesse ore in cui si conclude in alta Val Susa il Festival dell’Alta Felicità ecco pervenire dal fronte francese della Grande Opera la notizia di alcuni macchinari che sarebbero stati incendiati (dicono le nostre cronache) ieri notte nei cantieri di Modane. Notizia che per la verità riguarda un episodio (oggetto d’indagini ancora in corso) che secondo l’Amministrazione locale citata da fonti-stampa francesi sarebbe successo sabato notte – ma di cui la nostra stampa non si era ancora accorta per cui la notizia (guarda caso!) esce oggi, per aggiungere ulteriori argomenti a chi vorrebbe criminalizzare qualsiasi dissenso alla Grande Opera.

Foto Marioluca Bariona

E perciò ancor più convintamente Grazie! a coloro che hanno reso possibile la tre-giorni che si sta smantellando in queste ore – e a tutti i campisti il nostro più caloroso augurio di Buona Estate, che non solo per il meteo sarà calda assai, per le tante mobilitazioni in calendario.

Prossima tappa: Sicilia, al fondo dello stivale, per il NO al Muos, per il NO al Ponte, per il NO alla crescente militarizzazione nelle scuole, come ha ennesimamente denunciata anche al FAF l’insegnante-attivista Antonio Mazzeo.

A’ suivre!


 

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