Con il genocidio a Gaza, la parola “mai” è stata cancellata da “mai più”.

Arundhati Roy

Con il genocidio a Gaza, i palestinesi, affrontando i Paesi più potenti del mondo, lasciati praticamente soli anche dai loro alleati, hanno sofferto immensamente. Ma hanno vinto questa guerra.

Quella che segue è una dichiarazione scritta da Arundhati Roy e pronunciata a suo nome in occasione della riunione del Working People Against Apartheid and Genocide in Gaza, presso il Press Club di Nuova Delhi, giovedì 7 marzo 2024. Le osservazioni sono state pubblicate per la prima volta da Scroll, un media indipendente indiano.

I Paesi più ricchi e potenti del mondo occidentale, quelli che si credono i custodi della fiamma dell’impegno del mondo moderno per la democrazia e i diritti umani, finanziano e applaudono apertamente il genocidio di Israele a Gaza. La Striscia di Gaza è stata trasformata in un campo di concentramento. Coloro che non sono ancora stati uccisi vengono fatti morire di fame. Quasi tutta la popolazione di Gaza è stata sfollata. Le loro case, gli ospedali, le università, i musei e le infrastrutture di ogni tipo sono stati ridotti in macerie. I loro bambini sono stati uccisi. Il loro passato è stato vaporizzato. Il loro futuro è difficile da vedere.

Anche se la più alta corte del mondo ritiene che quasi ogni indicatore sembra soddisfare la definizione legale di genocidio, i soldati dell’IDF continuano a diffondere i loro beffardi “video della vittoria” che celebrano quelli che sembrano quasi rituali diabolici. Credono che non ci sia alcun potere al mondo che possa chiedere loro conto. Ma si sbagliano. Loro e i figli dei loro figli saranno perseguitati da ciò che hanno fatto. Dovranno convivere con il disgusto e l’avversione che il mondo prova per loro. E si spera che un giorno tutti coloro che hanno commesso crimini di guerra – da tutte le parti di questo conflitto – saranno processati e puniti per tali crimini, tenendo presente che non c’è equivalenza tra i crimini commessi mentre si resisteva all’Apartheid e all’Occupazione, e i crimini commessi mentre li si applicava.

Loro e i figli dei loro figli saranno perseguitati da ciò che hanno fatto. Dovranno convivere con il disgusto e l’avversione che il mondo prova per loro.

Il razzismo è ovviamente la chiave di volta di ogni atto di genocidio. La retorica dei più alti funzionari dello Stato israeliano, fin dalla nascita di Israele, ha disumanizzato i palestinesi e li ha paragonati a parassiti e insetti, proprio come un tempo i nazisti disumanizzavano gli ebrei. È come se quel siero del male non fosse mai scomparso e ora venisse solo rimesso in circolo. Il “Mai” è stato eliminato da quel potente slogan “Mai più”. E ci è rimasto solo “Ancora”.

Mai più.

Il presidente Joe Biden, capo di Stato del Paese più ricco e potente del mondo, è impotente di fronte a Israele, anche se Israele non esisterebbe senza i finanziamenti statunitensi. È come se il dipendente avesse preso il posto del benefattore. Lo dice l’ottica. Come un bambino nato già vecchio, Joe Biden appare davanti alle telecamere leccando un cono gelato e borbottando vagamente un cessate il fuoco, mentre i funzionari governativi e militari israeliani lo sfidano apertamente e giurano di finire ciò che hanno iniziato. Per cercare di fermare l’emorragia di voti di milioni di giovani americani che non sopporteranno questo massacro in loro nome, Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, è stata incaricata di chiedere un cessate il fuoco, mentre miliardi di dollari americani continuano a fluire per consentire il genocidio.

E il nostro Paese?

È noto che il nostro primo ministro è un amico intimo di Benjamin Netanyahu e non c’è dubbio su quali siano le sue simpatie. L’India non è più amica della Palestina. Quando sono iniziati i bombardamenti, migliaia di sostenitori di Modi hanno messo la bandiera israeliana come loro DP sui social media. Hanno contribuito a diffondere la più vile disinformazione a favore di Israele e dell’IDF. Anche se il governo indiano è ora tornato a una posizione più neutrale – il nostro trionfo in politica estera è che riusciamo a stare da tutte le parti contemporaneamente, possiamo essere sia a favore che contro il genocidio – il governo ha chiaramente indicato che agirà con decisione contro qualsiasi manifestante pro-Palestina.

Il presidente Joe Biden, capo di Stato del Paese più ricco e potente del mondo, è impotente di fronte a Israele, anche se Israele non esisterebbe senza i finanziamenti statunitensi. È come se il dipendente avesse preso il posto del benefattore.

E ora, mentre gli Stati Uniti esportano ciò che hanno in abbondanza – armi e denaro per aiutare il genocidio di Israele – anche l’India esporta ciò che il nostro Paese ha in abbondanza: i poveri disoccupati per sostituire i lavoratori palestinesi che non avranno più il permesso di lavoro per entrare in Israele. (Immagino che non ci saranno musulmani tra le nuove reclute). Persone abbastanza disperate da rischiare la vita in una zona di guerra. Persone abbastanza disperate da tollerare il palese razzismo israeliano contro gli indiani. Lo si può vedere espresso sui social media, se si ha voglia di guardare. I soldi degli Stati Uniti e la povertà degli indiani si combinano per alimentare la macchina da guerra genocida di Israele. Che terribile, impensabile, vergogna.

I palestinesi, di fronte ai Paesi più potenti del mondo, lasciati praticamente soli anche dai loro alleati, hanno sofferto immensamente. Ma hanno vinto questa guerra. Loro, i loro giornalisti, i loro medici, le loro squadre di soccorso, i loro poeti, accademici, portavoce e persino i loro bambini si sono comportati con un coraggio e una dignità che hanno ispirato il resto del mondo. Le giovani generazioni del mondo occidentale, in particolare la nuova generazione di giovani ebrei negli Stati Uniti, hanno visto oltre il lavaggio del cervello e la propaganda e hanno riconosciuto l’apartheid e il genocidio per quello che sono. I governi dei Paesi più potenti del mondo occidentale hanno perso la loro dignità e il rispetto che potevano avere. Ancora una volta. Ma i milioni di manifestanti nelle strade dell’Europa e degli Stati Uniti sono la speranza per il futuro del mondo.

La Palestina sarà libera.

Con il genocidio a Gaza

Foto Matthias Berg | Stop the Killing! (CC BY-NC-ND 2.0)


Fonte: Common Dreams, 08 marzo 2024

https://www.commondreams.org/opinion/genocide-gaza-never-again

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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