Intervento alla manifestazione del 2 dicembre – Torino

Gianni D'Elia

Siamo qui perché sentiamo amore e vicinanza verso il popolo palestinese che resiste ad un’occupazione feroce da 75 anni.

Siamo qui per chiedere che l’occupazione cessi e la Palestina possa diventare finalmente libera e  Israele potrebbe diventare in questo modo  più sicuro.

Ma soprattutto oggi, chiediamo a gran voce che tacciano le armi, tutte le armi, e che il governo israeliano fermi l’orrore.

Mai tanti civili, tra cui la maggioranza bambini, morti in così poco tempo.

È una vergogna indegna per il genere umano che ormai tutte le guerre diventano punizioni per i civili tutti, di ogni parte in conflitto.

Leggo dall’appello scritto da Emergency, Mediterranea, Assopace Palestina, Laboratorio Ebrei contro il razzismo che, come Centro Studi Sereno Regis,  abbiamo convintamente sottoscritto:

“… Rivendichiamo il diritto e il dovere di guardare la guerra sempre dal punto di vista delle vittime, perché sono loro l’unica certezza di ogni conflitto. La protezione dei civili, senza distinzione di nazionalità, residenza o religione, e degli ospedali, deve essere il primo obiettivo di un’azione diplomatica della comunità internazionale e delle forze della società civile …”

La violenza attira più violenza, in una catena di odio che appare infinita e che causa ferite profonde.

Leggo ancora dall’appello:

“Un crimine di guerra, non ne cancella un altro: alimenta solo l’ingiustizia che prepara il terreno ad altra violenza…”

Mentre i governanti del mondo, salvo rare eccezioni come il governo spagnolo di questi giorni, prendono e danno tempo al governo israeliano, di completare il massacro e la pulizia etnica, chiediamo che:

  • cessino i bombardamenti immediatamente;
  • vengano liberati tutti gli ostaggi ancora in mano ad Hamas;
  • vengano liberati i prigionieri palestinesi di cui molti minori e molti, in sola detenzione amministrativa;
  • sia cercata e finalmente definita, una soluzione politica che ponga fine all’occupazione della Cisgiordania, che ponga fine alle politiche di colonialismo e apartheid dello Stato israeliano nei territori di occupati.

Sosteniamo gli attivisti della società israeliana e quelli della società palestinese che lottano ogni giorno, per una pace giusta e per la sicurezza di tutti, senza ulteriori spargimenti di sangue.

Non ci potrà mai essere sicurezza, conclude l’appello, per i palestinesi e gli israeliani, per nessuno di noi, senza eguaglianza, libertà e giustizia.

Foto di Gianluca Ramunno


 

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