Lo scempio che verrà

Valter Di Cesare

Voci e sguardi dalla Valle di  Susa sotto assedio – Valter Di Cesare: Lo scempio che verrà

La vicenda TAV o Torino-Lione è giunta al momento in cui stanno per essere affidati gli appalti per la parte italiana della tratta internazionale, da Saint Jean de Maurienne a Bussoleno – o così pare.

Sono passati quasi diciotto anni da quando lo Stato, manu militari, tentò di aprire i cantieri e in questi diciott’anni è successo di tutto, ma in realtà non è successo quasi nulla. Sondaggi, trivellazioni, scavo di gallerie geognostiche (la cui durata doveva essere di due anni e invece si è quadriplicata), presentazione in pompa magna di progetti poi rivisti e modificati, ma non un metro della Torino-Lione è stato ancora scavato.

Cosa è successo e cosa sta succedendo? Quale strategia muove le mosse dei promotori e realizzatori dell’opera? E come sta rispondendo il Movimento NO TAV, che nel 2005 a Venaus, con la forza della sollevazione popolare, ha cacciato indietro le “truppe di occupazione”? E come la pensa oggi la popolazione Valsusina in generale?

La risposta a queste domande si può sintetizzare a mio avviso in una frase:

“IL TEMPO HA GIOCATO A FAVORE DI COLORO CHE CON IL TAV FANNO AFFARI”

Innanzitutto perché hanno potuto continuare a far funzionare la macchina dello “stipendificio” (badate bene, con soldi pubblici), che normalmente termina con il completamento dell’opera. Nel contempo sono purtroppo riusciti a far stancare ed invecchiare parte del movimento NoTAV, indebolendolo numericamente e creando spaccature al suo interno.

Questo è il momento in cui il movimento deve rispondere ricompattandosi, superando le divisioni, senza che le varie anime che lo compongono, rinuncino alle proprie peculiarità, tenendo sempre presente che il vero nemico è colui che ci sta di fronte, non colui che sta al tuo fianco! Importante è anche sanare lo sfilacciamento che si è creato con gli Amministratori, con i membri della Commissione Tecnica e, soprattutto, con la popolazione della valle, quella maggioranza silenziosa, che considera il TAV un’opera inutile e dannosa, ma si è ormai rassegnata alla sua realizzazione o, peggio ancora, si illude che l’attuale situazione di stallo potrà continuare per anni.

Foto di Daniela Bezzi

In tutto questo scenario l’aspetto fondamentale è che la gente non è davvero consapevole di cosa succederà nei nostri territori, se e quando dovessero aprire i cantieri. Anche molti attivisti, convinti del fatto che il TAV rappresenti un modello di sviluppo sbagliato, contro cui lottare, sono nelle stesse condizioni di “ignoranza”. Per questo bisogna reagire, tutti insieme.

La popolazione della valle vive nella disinformazione più assoluta, vuoi perché molte Amministrazioni non hanno mai veramente informato i cittadini dei progetti di TELT, vuoi perché gli stessi promotori dell’opera hanno da fatto una poderosa campagna promozionale, avvalendosi di grandi risorse economiche (anche in questo caso soldi pubblici), fatta di menzogne e false promesse, ipotizzando sviluppo economico e creazione di migliaia di posti di lavoro. Purtroppo, in molti si sono fatti ammaliare dal canto di queste sirene.

È arrivato il momento di cambiare registro, bisogna dare nuovo impulso alla campagna di informazione, sapendo che su un legno duro il chiodo va piantato con molte martellate. Quel che potrebbe accadere nella piana tra Susa e Bussoleno nei prossimi anni è già da tempo oggetto di incontri con la popolazione (che saranno ripetuti anche nel prossimo autunno) e di “passeggiate informative” sul territorio. Una prima e molto partecipata passeggiata si è svolta in coincidenza con la scorsa edizione del Festival dell’Alta Felicità (e ad essa si riferiscono le foto che qui pubblichiamo, ndr). L’ultima della serie si è svolta domenica scorsa 23 luglio in una parte dei terreni che verranno impattati dal tunnel e dall’area di interconnessione fra la linea TAV e la tratta nazionale esistente, e ne ha riferito Nicoletta Dosio su questo stesso sito qualche giorno fa.

La prossima, che ci auguriamo ancora più partecipata delle precedenti, si svolgerà la mattina di lunedì 31 luglio, di nuovo nell’ambito del Festival ad Alta Felicità, e ci condurrà in un punto particolarmente panoramico sul versante nord della valle, dal quale sarà possibile visualizzare l’impressionante estensione della cantieristica che ci aspetta, in tutti i suoi impatti e conseguenze.

Altre passeggiate e sopralluoghi nei nostri territori continueranno in seguito, perché riteniamo che niente possa essere più efficace di una presa di coscienza che derivi dall’esperienza diretta, reale, fisica all’interno del paesaggio che verrà attraversato (e sfigurato) dal progetto della Torino-Lione.

L’invito a partecipare a queste passeggiate, è dunque rivolto veramente a tutte e tutti, non solo a coloro che sono da sempre contrari alla Grande Opera, ma anche a coloro che si sentirebbero favorevoli o solo incerti.

E solo per anticipare in estrema sintesi ciò che andremo a vedere, ecco alcuni flash:

  • quella strada comunale attualmente molto transitata perché collega un bel po’ di frazioni (è la Via Montello) dovrà essere interrata per circa otto metri e per non interrompere la circolazione attuale sarà costruita una viabilità temporanea;
  • subito dopo Via Montello, il tratto ferroviario che collega Susa a Bussoleno subirà per un km e mezzo un innalzamento fino a circa otto metri rispetto al livello attuale, ma per non bloccare il passaggi dei treni (né sarebbe possibile ricorrere ad automezzi e bus sostitutivi) si prevede di costruire una linea provvisoria che affiancherebbe l’attuale linea fino alla fine dei lavori per poi essere smantellata, tanto per giocare …
  • anche la statale 25 dovrà essere spostata, o meglio interrata sotto la Torino-Lione e anche in questo caso, per non interrompere la circolazione, sarà costruita una viabilità alternativa (anche questa provvisoria);
  • stesso problema per il tratto dell’autostrada A32 che vedremo poco oltre: anch’essa dovrà essere sopraelevata di alcuni metri e anche in questo caso, per non interrompere la circolazione, verrà costruito un nuovo tratto di autostrada.

E mi fermo qui perché davvero la cosa migliore sarebbe visualizzare con i propri occhi tutti i dettagli di questo progettato terremoto per una valle che oltre ad essere un corridoio di traffico, è anche meta turistica e paesaggistica di pregio! Immaginiamo quanto potrà continuare ad esserlo, quando sarà occupata da un unico e devastante cantiere – e per i prossimi undici anni, 24 ore su 24, sette giorni su sette, con un volume di movimentazioni che potrà richiedere tra i 700 e gli 800 mila viaggi di camion, alla faccia dell’inquinamento che si vorrebbe eliminare!

E dunque tutti i particolari dello “Scempio che Verrà” verranno dettagliatamente illustrati a chi vorrà essere con noi la mattina del 31 luglio, per questa passeggiata che abbiamo intitolato “Uno sguardo al futuro, sperando di evitarlo”. L’appuntamento con la navetta è per le ore 9.30 a Venaus di fronte al cimitero di Urbiano e ci sarà anche Alessandro Favro (Presidente della Sezione ANPI di Mompantero) per dire della resistenza partigiana lungo alcuni dei sentieri che ci troveremo a percorrere – e sulla via del ritorno non potremo non sostare sul ponte del Seghino, in ricordo degli scontri avvenuti il 31 ottobre 2005, data storica per il Movimento NoTav.

Partecipate numerosi, fate sapere agli amici, diramate il più possibile la locandina sulle vostre reti social – perché la devastazione è proprio alle porte ed è urgente fermarla e far sapere.


 

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