Aerospazio e difesa. Un futuro per Torino?

Elena Camino

All’ingresso

Una mattina fredda e ventosa. Forti raffiche intermittenti fanno turbinare le foglie gialle sul vasto piazzale cementificato. Un paio di camionette della polizia e qualche decina di uomini e donne in uniforme fanno presidio di fianco alla via di accesso per le auto dirette all’OVAL, la struttura che ospiterà gli incontri privati tra esponenti governativi, rappresentanti di aziende, membri delle amministrazioni locali che per tre giorni – a partire da oggi – si incontreranno per informarsi, stabilire contatti, discutere, intraprendere affari su due importanti temi di interesse globale: aerospazio e difesa. Si tratta degli Aerospace & Defense Meetings (A&DM),  Lingotto – 28-30 novembre 2023. Gli incontri che si realizzeranno in questi giorni sono strettamente collegati con l’avvio di un importante progetto di rinnovamento della città di Torino, che si accinge a diventare ‘città dell’aerospazio’.

Arrivano alla spicciolata alcune auto: la polizia fa spostare la gente per farle passare. Dopo una mezz’ora il flusso si interrompe: qualcuno spiega che il servizio d’ordine ha deciso di far entrare gli ospiti da un ingresso secondario. “Li abbiamo bloccati!” dice Maria, portavoce degli antimilitaristi. E’ molto competente e preparata sui temi di cui si discute – e anche spiritosa: il nostro presidio non blocca nessuno, ovviamente, ma ci fa piacere il significato simbolico del nostro gesto. A me spiace però di non poter assistere alla sfilata dei partecipanti di questa Fiera: tutti eleganti, immagino, con qualcuno anche in abito tradizionale medio-orientale…

Le testimonianze e le accuse

Al microfono qualcuno spiega brevemente il motivo dell’assembramento, anche se quasi tutt* i presenti lo sanno: si conoscono e si salutano. Si alternano le testimonianze dei rappresentanti di numerose associazioni di matrice politica e sociale: antimilitaristi, anarchici, sindacalisti, nonviolenti, pacifisti… Ma stavolta ci sono anche degli insegnanti, in rappresentanza di un gruppo che da circa un anno si è organizzato per contrastare la militarizzazione della scuola; poi prendono la parola un ex-professore del Politecnico, un rappresentante di studenti universitari, un giornalista…

Il principale bersaglio della manifestazione di protesta è la natura degli incontri previsti all’OVAL: stipulare ‘affari’ per la compravendita di armi. Ma i testimoni che si alternano al microfono esprimono anche forte contrarietà rispetto alla prospettiva che Torino sviluppi ricerche e tecnologie d’avanguardia nel settore militare, ed esprimono indignazione rispetto alle guerre in corso: da quella logorante e sanguinosa, ormai passata in secondo piano, tra Ucraina e Russia al tragico conflitto in corso tra Israele e Hamas, con i civili palestinesi intrappolati tra i due contendenti.

Viene anche ricordata la concomitanza, in questi giorni, con la 2° Conferenza degli Stati parte del Trattato ONU di messa al bando delle armi nucleari (TPNW) che si svolge alle Nazioni Unite a New York dal 27 novembre al 1° dicembre. L’Italia, impegnata nei suoi business militar-industriali, non ha aderito finora al Trattato, e non sarà presente, neppure come uditrice, alla Conferenza.

Rispetto a incontri simili a questo e realizzati in passato si nota un allargamento della partecipazione e delle competenze espresse dalle testimonianze. E forse, ascoltando la varietà delle contrarietà espresse, qualche giovane delle forze dell’ordine ha avuto l’opportunità di elaborare pensieri nuovi e prospettive diverse…

Il lavoro…

La prospettiva di sviluppare il settore produttivo aerospaziale e migliorare la sicurezza grazie al rafforzamento della difesa militare viene presentata come una via di rinascita per la città di Torino, avviata negli ultimi anni verso una mortificante de-industrializzazione. Vale la pena di leggere il Comunicato Stampa inviato oggi dall’Ufficio comunicazioni della Regione Piemonte, per celebrare la posa della prima pietra della CITTA’ DELL’AEROSPAZIO. Il testo inizia così.  Il Presidente Alberto Cirio: «Oggi è un momento storico: finalmente la Città dell’Aerospazio è un progetto vero e concreto”. L’assessore Tronzano: “Ci abbiamo sempre creduto fin dall’inizio. L’aerospazio rappresenta uno dei pilastri dello sviluppo economico e del sistema imprenditoriale piemontese”.

Nasce oggi la Città dell’aerospazio sull’asse di corso Marche a Torino in cui all’eccellenza tecnologico-industriale delle grandi aziende si affiancano la ricerca e l’accademia per creare eco-sistemi aperti allo sviluppo e alla successiva integrazione con le PMI e le start-up. L’ambizioso progetto nasce dall’accordo e dalla collaborazione tra il Politecnico di Torino, l’Università di Torino, la Regione Piemonte, il Comune e la Camera di commercio di Torino e Leonardo.

Gabriele Carrer, nell’articolo Torino guarda alla Luna. Al via la Città dell’aerospazio, riferisce chetutto il cantiere darà lavoro a 14.000 persone, 7.000 per due anni, con 700 milioni di investimento iniziale, con un impatto sul PIL superiore ai 750 milioni. Una volta conclusi i cantieri, nel nuovo centro lavoreranno 5.000 persone”.

Aerospazio e difesaMa proprio in questi giorni uno studio pubblicato dai responsabili di Greenpeace di tre paesi (Italia, Germania e Spagna) – il Rapporto Arming Europe – analizza la spesa militare in Europa e ne rivela il basso impatto economico e occupazionale. Oltre ad aumentare le spese per armi (In Italia il 132% in più nell’ultimo decennio) sottraendo quindi opportunità di spesa in altri ambiti, anche nel settore occupazionale la creazione di nuovi posti di lavoro in ambito militare risulta svantaggiosa: se nella difesa 1.000 milioni creano 3 mila nuovi posti di lavoro, nell’istruzione sarebbero quasi 14 mila, nella sanità più di 12 mila e quasi 10 mila nella protezione ambientale (Liverani).

Il Lunar Economy Summit

Mentre eravamo tutti davanti all’ingresso dell’Oval, dove nessuno dei partecipanti agli Aerospace and Defense Meetings passava più (essendo stati dirottati verso ingressi secondari più sicuri), le folate di vento aumentavano, strappando gli striscioni e abbattendo i cartelloni già malconci dalle precedenti esposizioni. Intanto circolavano i comunicati stampa emessi durante la mattina dai responsabili delle istituzioni locali e del mondo produttivo, per informare il pubblico (peraltro impossibilitato a partecipare…)  che “Per la prima volta sono insieme a Torino i maggiori player mondiali dell’economia lunare” (quali Asi, Esa, Nasa, Thales Alenia Space, Blue Origine cc.), per partecipare al Lunar Economy Summit, che chiuderà la business convention presso la sede dell’OVAL. Ieri notte c’era luna piena, chissà se i ‘players’ ne erano al corrente!

… e l’ambiente

Il lavoro è una parte importante della vita delle persone e delle famiglie; oltre a fornire un essenziale contributo economico per il vivere quotidiano, se è un lavoro di qualità può permettere di sviluppare i propri talenti, di mettere a frutto le competenze acquisite, di essere utile alla società senza danneggiare i sistemi naturali che sono fonte di vita per tutti i viventi.  Che tipo di lavori offrirà la Torino aerospaziale?  La lettura dei comunicati stampa di questi giorni, ma anche la documentazione a disposizione sui siti dei soggetti coinvolti, non aiuta a capire.  Le prospettive sono comunque allettanti. Soprattutto per le persone più giovani, in fase di orientamento.

Per esempio, a chi voglia iscriversi al corso di laurea magistrale in Ingegneria aerospaziale il Politecnico di Torino propone:  Spirito di avventura, esplorazione e scoperta unito ai risultati dell’ingegneria classica nella sua accezione più elevata: la creazione di macchine straordinarie e il controllo di sistemi di incredibile complessità. Sono questi gli ingredienti che conferiscono un fascino tutto particolare agli studi in Ingegneria Aerospaziale, una laurea che apre la strada verso ambienti ingegneristici “di frontiera”, dove si pongono le basi più avanzate delle nuove tecnologie.

E ancora…L’ecosistema dell’aerospazio in Piemonte è completato dalla formazione di Alta Specializzazione Tecnica post-diploma dell’ITS Meccatronica e Aerospazio e dall’apparato accademico dell’Università di Torino e del Politecnico di Torino. Quest’ultimo accoglie annualmente circa 1.650 studenti solo nel percorso di Laurea di I livello in Ingegneria aerospaziale e quasi 1.100 nel corso di Laurea Magistrale.

Sarà proprio questo il lavoro che i/le giovani sognano per il loro futuro? Di dotarsi di armi sempre più potenti contro il ‘nemico’ (quale, tra i tanti possibili)? Di lanciarsi in un ennesimo, e sempre più dispendioso e ridicolo tentativo di colonizzazione – stavolta lo spazio, la luna? È questo l’ecosistema all’interno del quale sarà possibile ritrovare le connessioni perdute con la Madre Terra, che sta cominciando a mostrarsi infastidita?

In questa fase di grande instabilità sociale, segnata da crescenti conflitti armati, da irreversibili devastazioni ambientali e dal manifestarsi di una crisi climatica globale ormai conclamata, causata dalle attività umane, come si collocano le iniziative occupazionali proposte dalla Città dell’Aerospazio? Quali risorse materiali (estratte da quali miniere) saranno destinate alla realizzazione delle opere previste? Di quanta energia avranno bisogno le ricerche e la sperimentazione di prototipi per andare a colonizzare la Luna? Di quanto combustibile avrà bisogno la difesa armata assicurata dal nuovo, sofisticato aereo di combattimento “Tempest”, previsto nell’ambito del Global Combat Air Programme (GCAP)? Esistono degli studi in grado di prevedere la sostenibilità ambientale di questo nuovo scenario?

E quale soddisfazione potranno ottenere i giovani e le giovani, che troveranno a disposizione migliaia di opportunità ‘aerospaziali’, e non altrettante per studiare il suolo, per imparare i linguaggi di altri viventi, per sviluppare i loro talenti nella musica, nella danza, nel teatro, nell’agricoltura?


 

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