Un sistema di pace e sicurezza per il futuro

Jan Oberg

Importante avvenimento editoriale transculturale: la storia di copertina* dell’influente China Investment Magazine del luglio 2023. L’umanità ha bisogno di un sistema di pace e sicurezza del tutto diverso in futuro

Riuscite a immaginare una primaria rivista economica, finanziaria e d’investimento nel mondo occidentale che pubblichi un articolo di 30 pagine in A4 (10.000 parole) sul futuro ordine mondiale per pace e sicurezza – una base riflessiva che consista unicamente di concetti, teorie, visioni e aspetti filosofici del tema? Io no. Non lo considererebbero significativo comprenderci prospettive sulla pace, la nonviolenza, la sicurezza e faccende collegate; mentre probabilmente sarebbero lieti di pubblicare articoli su megaziende militari, i loro profitti, e roba del genere.

Ma in Cina vedono il valore di un tal pensare olistico fra dimensioni interrelate della società – e del mondo – come effettivamente è. L’economia è disciplina non riguardante solo cose economiche; ha luogo in una cornice che la influenza – passata, presente e futura.

Per contro il problema principale nel pensiero economico occidentale è che riguarda per lo più aspetti del mercato, gli attori delle aziende che contano/private e la massimizzazione dei vantaggi e dei profitti come se l’economia potesse essere isolata dalla società e dalla cultura. Inoltre, nel campo accademico detto ‘economia nazionale’, gli studenti di economia occidentali passano anni a imparare qualcosa che non esiste da decenni nel mondo reale.

Mi onoro di essere stato richiesto da China Investment di scrivere sul tema del titolo. E sono grato per l’opportunità di esprimere il mio pensiero basato su quattro decenni di lavoro d’erudizione, un bel po’ di pensiero e di esperienze sul campo. V. l’edizione originaria qui.

Prima che leggiate la mia analisi orientate al futuro, cito quanto segue dalla homepage affinché vi facciate un’idea dello status di questa rivista:

China Investment, fondato nel 1985, è un mensile sotto la supervisione della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme (CNSR), l’ente di gestione macroeconomica della Cina, in azione congiunta con l’Istituto di Ricerca sugli Investimenti (appartenente alla CNSR) e l’Azienda Consultiva Ingegneristica Internazionale della Cina. Fruitore di una posizione esclusiva sotto il governo centrale, China Investment è la rivista perno e apripista fra le consimili nel focalizzarsi sulle tendenze d’investimento. Da oltre un trentennio China Investment è in linea con il mercato globale quale sua coordinata con un focus strategico su specifici paesi e mercati regionali e con maggiori propensioni internazionali. China Investment è una piattaforma chiave di dialogo per funzionari di vari paesi, agenzie d’investimento, esperti e studiosi, gente d’affari e giornalisti”.

E ora, al mio articolo qui sotto: cambiato e ri-redatto in alcuni punti e con la mia aggiunta di has pensieri sulla difesa non-militare.

Il 1° agosto 2023, l’importantissino Global Times ha pubblicato il mio compendio, da esso richiesto, della più estesa analisi seguente.


 

L’umanità ha bisogno di un sistema di pace e sicurezza del tutto diverso in futuro

30.07.23 – I contribuenti mondiali danno alle proprie difese militari 2.240 miliardi di dollari (USA) annualmente, massimo storico, oltre 600 volte il bilancio regulare dell’ONU e tre volte il valore degli scambi commerciali complessivi fra Cina e USA. Tali sono le priorità perverse dei nostri governi; i cinque paesi che ci spendono di più sono: USA 39% del totale, Cina 13%, Russia 3,9%, India 3,6%, Arabia Saudita 3,1%.

A livello mondiale, i governi sostengono di avere bisogno di tanto per assicurare la sopravvivenza dei propri popoli, la loro difesa, sicurezza e stabilità nazionali – e che così arriverà la pace globale.

Ad eccezione delle élite del Complesso Militar-Industrial-Mediatico-Accademico (CMIMA), sappiamo tutti che quella è una fola smisurata. Il mondo d’oggi è a maggior rischio di guerra – anche nucleare – e più instabile e militaristico che mai fin dal 1945.

Alla fine della Guerra Fredda dell’Occidente 30 anni buoni fa, la pace divenne una manifesta possibilità, la NATO avrebbe potuto essere smantellata giacché la sua ragion d’essere, l’URSS e il Patto di Varsavia, caddero a pezzi. Un nuovo sistema comune di sicurezza e pace transatlantico avrebbe potuto sostituire la NATO.

Tragicamente la ’difensiva’ NATO fece di tutto non solo per ingannare la Russia con la promessa di non espandersi manco di ‘un pollice’, ma pure per espandersi fino ai confini della Russia, “non un pollice di troppo per l’alleanza” per citare il brillante libro (di 550 pagine) di Marie Sarotte, Not One Inch.

Il mondo NATO ora postula che sia Russia che Cina siano minacce da affrontare con spese militari ancor superiori, di fatto illimitate.

Ma, un momento! Come pensereste e agireste voi assistendo a una squadra di medici che facciano un’operazione dopo l’altra a un paziente che ad ognuna rischia sempre più la morte?

Probabilmente direste che sono medici ciarlatani, le cui diagnosi e cure portano a una prognosi devastante: invece di guarire, producono più ancora del problema che asseriscono di risolvere!

Dato che il maggiore investimento su pace e sicurezza della storia ha causato il maggior rischio alla sopravvivenza dell’umanità, perché non abbiamo un vibrante dibattito globale? che cos’è fondamentalmente sbagliato in tutto quanto il paradigma della sicurezza mediante le armi? Dove sono le analisi critiche del corto circuito logico mondiale più enigmatico e pericoloso?

Il paradigma securitario dominante si basa su fattori come:

  • deterrenza – gli nuoceremo se fanno qualcosa che non accetteremo o non fanno come diciamo noi;
  • offensività – la nostra difesa è diretta contro di loro anche a migliaia di kilometri, non sul nostro territorio;
  • i mezzi militari sono stra-dominanti;
  • i mezzi civili – come minimizzare la vulnerabilità della società; difesa civile, difesa popolare nonviolenta, rifiuto di cooperare, boycottaggio – vengono quasi mai trattati;
  • le nostre intenzioni sono nobili e pacifiche, ma le loro no;
  • l nostra difesa non è una minaccia per loro, ma con la loro ci minacciano;
  • ignorare i conflitti soggiacenti che causano violenza e guerra, le chiavi alla risoluzione dei conflitti, e prepararsi invece alla guerra per conseguire la pace.

Questo è grosso modo come la ‘pensano’ tutti, che poi accusano gli altri per il fatto che questo modo di pensare non riesca a produrre disarmo e pace.

Ancora peggio, quando la pace non arriva, tutti concludono che hanno bisogno di armi migliori e più numerose. In realtà, questo sistema è il mezzo perpetuo del tragico militarismo del mondo e dello sperpero di risorse disperatamente necessarie per risolvere i problemi dell’umanità.

Devono esserci modi migliori di pensare. ma c’è decisamente troppo poca ricerca e dibattito e le élite del CMIMA prosperano sulla guerra. Sicché i decisori mancano di volontà politica.

Quali sarebbero i criteri per pace e sicurezza valide?

I conflitti devono essere affrontati e risolti con intelligenza mediante la mediazione, il diritto internazionale, e visioni creative che trattano le paure e i desideri dei contendenti. Mezzi violenti dovrebbero essere assolutamente l’ultimo ricorso come affermato dall’ONU. La pace consiste nel ridurre tutti i generi di violenza (ce ne sono molti) e creare sicurezza per tutti al più basso livello militare, come un medico che non deve mai procurare più dolore del necessario per guarire un paziente.

Ecco alcune idee/pensate alternative per promuovere la discussione:

  • invece di deterrenza, cercare cooperazione e comune sicurezza; questa significa sentirsi sicuri quando fanno loro;
  • puntare ad essere invincibili in difesa ma incapaci ad attaccare chiunque altro; ad avere armi con capacità distruttiva e raggio d’azione limitati;
  • rendere un controllo / un’occupazione impossibile mediante la non-cooperazione del nostro paese con qualunque occupante;
  • bilanciare i mezzi difensivi militari e civili;
  • evitare la violenza ma non i conflitti;
  • mai intensificare il contrasto rendendo pan per focaccia; fare qualcosa di creativo per ridimensionare;
  • mostrare che le proprie intenzioni sono non-aggressive e intraprendere piccolo passi per invitare una Graduale Riduzione di Tensione (GRIT) senza rischiare la propria sicurezza;
  • trattare precocemente i conflitti; prima costruire la pace e poi renderla sicura;
  • trattare i conflitti, i traumi, le paure e gli interessi sottostanti;
  • educare e utilizzare professionisti nella risoluzione e mediazione civile dei conflitti , non solo expertise militare;
  • sviluppare e nutrire una cultura di pace mediante l’educazione a tutti i livelli, ministeri per la pace, enfasi sulla trasformazione del conflitto invece del confronto e del riarmo; sostituire una stantia etica di vicinato con un’etica globale di cura/accudimento.
    Le possibilità sono illimitate. La malagestione per ignoranza di conflitto e pace ci hanno portati dove siamo oggi. Non si tratta dell’essere gli esseri umani buoni o cattivi o l’uno e l’altro. Si tratta di un malfunzionamento paradigmatico sistemico che deve cambiare in nome della civiltà.

Possismo imparare a essere e fare pace

I maestri di guerra sono odiati in tutto il mondo. I paesi che assumano la guida concreta nello sviluppare nuovi principii e politiche per un’autentica pace e sicurezza umana globale salveranno l’umanità e saranno amati per sempre.

Fioriscano mille idee di pace!


EDITORIAL, 7 Aug 2023

#808 | Jan Oberg, Ph.D. – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

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