Difendere la terra come bene comune

Donatella Giunti

Il Gruppo “Cattolici per la Vita della Valle”, radicato da tempo in Val Susa e inserito nel più vasto Movimento NO TAV,  è mosso dalla comune convinzione che la parola di Dio interpella ciascuno sulle situazioni concrete che si trova a vivere e ad agire. Si è quindi interrogato a lungo su quale responsabilità ha il cristiano nel difendere la terra come bene comune, su come dare voce e gambe al Magistero della Chiesa, a partire dalla Dottrina sociale fino ad arrivare ai continui appelli di Papa Francesco di non considerare il creato “una proprietà di cui possiamo disporre a nostro piacere; e ancor meno una proprietà solo di alcuni, di pochi. Il creato è un dono, è un regalo, è un dono meraviglioso che Dio ci ha dato perché ce ne prendiamo cura e lo utilizziamo per il bene di tutti, sempre con rispetto e gratitudine”.

Difendere la terra come bene comuneAbbiamo così scritto due libri: nel primo libro del 2015 “Nuova linea Torino-Lione: il nostro NO” si illustrava l’iter della lotta contro la nuova linea ferroviaria per l’alta velocità, la mancanza di dialogo con la popolazione, l’imposizione con la forza dei cantieri, la militarizzazione della valle, la repressione del dissenso… con il secondo “Prendiamoci cura della casa comune” si approfondisce l’enciclica “Laudato si’” , considerata come un’opportunità di crescita, riflessione, elaborazione.

Questi ultimi anni, caratterizzati da una pandemia mondiale, da una guerra in Europa (e da tante, troppe altre guerre dimenticate!), da eventi climatici estremi, da migrazioni forzate, hanno contribuito a rafforzare le ragioni della contrarietà alla ‘grande opera inutile’, ma anche a tutte le altre Grandi Opere Inutili che hanno devastato e potranno ancora devastare il nostro Paese,  solo per inseguire una cieca logica di progresso, di crescita, di “sviluppo sostenibile”, senza alcun ripensamento sul rischio concreto e sempre più attuale che l’intero nostro pianeta va incontro alla rovina.

La lettura del libro dimostra una sostanziale inconciliabilità tra il progetto tav Torino Lione e l’enciclica Laudato si’: da una parte abbiamo una bussola sociale, dall’altra un progetto che non è finalizzato a migliorare le condizioni di vita ed economiche delle persone, non risponde alla richiesta di bene comune. L’ascolto del grido della terra e dei poveri ci sprona a metterci in gioco attivamente nella realtà territoriale in cui viviamo.

All’interno del Festival Alta Felicità abbiamo ricavato uno spazio per la presentazione del nostro libro, per incontrare le persone e spiegare come l’enciclica, rivolta a tutte le persone credenti e non credenti, è un grido per la nostra terra maltrattata e saccheggiata, che richiede una conversione ecologica, un cambiamento di rotta.

Nella nostra Valle tocchiamo con mano il deterioramento dell’ambiente, in particolare – come emerso in un incontro durante il Festival con i tecnici italiani e francesi – lo spreco dell’acqua che i cantieri sia in Val Susa che in Val Maurienne stanno producendo, prosciugando falde sotterranee. È preoccupante che al cantiere dell’autoporto di San Didero la SITAF (società concessionaria dell’autostrada Torino-Bardonecchia e appaltatrice del nuovo cantiere) si sia allacciata all’acquedotto del Comune di San Didero senza nemmeno informare l’amministrazione locale, sottoscrivendo con SMAT un accordo per l’utilizzo di acqua potabile dell’acquedotto per attività di cantiere.

E così, mentre cambiamenti climatici e siccità stanno imponendo drastici cambi di abitudini all’intera popolazione e mentre molte frazioni sullo stesso territorio soffrono per la carenza idrica, vengono sprecati litri di acqua potabile per abbattere le polveri e lavare gli automezzi.

Nessun controllo sullo spreco di acqua, nessun rispetto per una risorsa che appartiene alla comunità. Nessuna risposta alle interrogazioni che vengono presentate a livello nazionale o regionale.

Nessuno sa, nessuno vuole ragionare, tutto scivola addosso al partito del cemento!

Ogni appello all’ascolto, al dialogo vero, a ragionamenti su dati tecnici viene sistematicamente respinto da decenni.

Il Festival è una delle occasioni che il Movimento NO TAV organizza per coinvolgere persone di ogni età e di ogni provenienza, per offrire opportunità di dibattiti, di conoscenza approfondita, di confronto sui temi che ci pre-occupano: dal lavoro povero e sfruttato, alla condizione dei territori inquinati, da nuovi stili di vita a forme di condivisione e solidarietà, ai concerti

Sono giornate per allacciare relazioni, per condividere momenti di lotta comune, per essere incisivi ed efficaci, così da contrastare realmente tutte le forme di sfruttamento delle persone e dell’ambiente e poter perseguire un approccio ecologico, sociale, di giustizia e pace che ascolta il grido dei poveri e della Terra.

È quindi fondamentale rilanciare l’invito di Bertrand Russel, filosofo del secolo scorso, perché possiamo continuare ad essere uomini e donne con la schiena dritta, una mente pensante e un cuore disposto alla solidarietà e alla cura.

Non smettete mai di protestare, non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi.
Non esiste la verità assoluta.
Non smettete di pensare.
Siate voci fuori dal coro.
Siate il peso che inclina il piano.
Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.


 

 

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