Inculcare le “virtù militari”: il ruolo predatorio del Pentagono nelle scuole superiori USA

Richard E. Rubenstein

L’11 dicembre 2022, il New York Times ha pubblicato una storia di prima pagina sul “J.R.O.T.C.”, il Corpo Formazione Bassi Ufficiali di Riserva, descritto come “programma finanziato dall’apparato militare USA per insegnare competenze di leadership, disciplina, e valori civili – e per aprire gli occhi agli studenti sull’idea di una carriera militare”, in sostanza inculcare le “virtù militari”. L’articolo del NYT, ben munito di ricerca, ha l’aria di un esposto drammatico, benché i fatti che presenta siano ben noti da anni.

Questo programma del Pentagono, che arruola attualmente oltre mezzo milione di “cadetti” in circa 3.500 scuole superiori in tutti gli Stati Uniti, fu fondato durante la Prima guerra mondiale e si è molto espanso dagli anni 1970. Non è una coincidenza che tale espansione abbia avuto luogo in contemporanea allo sviluppo delle forze armate “di soli volontari” introdotte dal presidente Richard Nixon alla fine della guerra del Vietnam.

L’utilizzo della coscrizione per ottenere forze per quella guerra non solo generò un massiccio movimento anti-bellico fra i giovani a rischio di essere arruolati, ma produsse anche un Esercito USA in preda al dissenso, inaffidabile. Nel 1973, por fine alla leva parve ai governanti americani poco più che puro buon senso. Ma aloora come assicurarsi che i giovani disposti a giocarsi la vita in avventure imperiali si presentassero volontari in numero sufficiente a mantenere la più vasta e diffusa istituzione militare della storia umana?

La risposta (oltre ad aumentare le paghe e aprire l’arruolamento alle donne) fu istituire un enorme programma fi formazione e arruolamento nelle scuole superiori, particolarmente quelle situate in comunità urbane impoverite abitate in buona parte da gente di colore, nonché in aree più rurali dove il servizio militare era una tradizione. Secondo i portavoce dell’Esercito USA, l’esercito adesso trae il 44% di tutte le nuove reclute da scuole che offrano la formazione J.R.O.T.C. . Anche la Marina USA, l’Air Force, e la Guardia Costiera attingono ai propri cadetti adolescenti per fornire numeri robusti di reclute.

Il punto principale enfatizzato dagli articolisti del NYT è che questi programmi, ciascuno con una batteria di corsi, devono essere “materie elettive” che gli studenti sono liberi di prendere o rifiutare, ma di fatto sono molto spesso obbligatorie, seppur non per legge. (Per esempio, in moltissime scuole gli studenti ci vengono inscritti automaticamente e devono faticare per disiscriversi). Così, dichiara il titolo del NYT, “In molte scuole pubbliche, la formazione militare non è una scelta”. Titolo che attira, ma la questione cruciale non è l’obbligatorietà o meno, bensì se le scuole pubbliche USA debbano essere utilizzate per convincere gli studenti a intraprendere carriere militari inculcandogli le “virtù militari” e approfittando delle loro circostanze di indigenza, due fattori collegati da vicino.

I patrocinatori dei programmi J.R.O.T.C. insistono che quel che insegnano non è aggressività o metodi di coercizione violenta, ma autodisciplina, rispetto per l’autorità, leadership, e lavoro di squadra collaborativo. Tali virtù sono spesso considerate scarse nelle comunità ghettizzate afflitte da profonda povertà, famiglie sgangherate, e da un alto livello di violenza di strada. Sicché i difensori dei programmi fanno notare che molti genitori di comunità in povertà li approvano, giacché forniscono sorte di addestramento utili che né quei genitori stessi né le scuole locali nella loro veste civica sembrano in grado di fornire.

Non si può dare proprio colpa ai genitori di pensarla così. Da genitore io stesso, preferirei fare indottrinare e assorbire mio figlio dall’Esercito o la Marina USA che da qualche banda di strada locale o qualche sobillatore da galera. Ma l’idea che questa scelta o/o sia ragionevole o legittima sembra niente meno che oscena.

In effetti, sentiamo che il Pentagono, col bisogno urgente di nuove reclute, dice a studenti e genitori: “Sappiamo che la vostra comunità è rovinata dalla povertà e la violenza. Ci rendiamo conto che le vostre scuole non v’insegnano competenze utili e buone sul mercato, e che è improbabile che dopo il diploma troviate un lavoro che vi dia più che una paga da fame. Ma così va la vita; non possiamo farci nulla. Ma siamo qui per aiutarvi a sviluppare buone abitudini e a riuscire nel mondo, purché voi adesso prendiate gli ordini da noi e consideriate seriamente – MOLTO seriamente – di rendere un servizio militare USA la vostra casa permanente”.

Inculcare le “virtù militari”

Foto Arctic Warrior JROTC 2010 da Flickr (CC BY-ND 2.0)

Considerate come funziona questo “bell’affare”. Primo, i sistemi socioeconomici e politici che la Forze Armate USA vengono organizzate a proteggere generano povertà endemica, famiglie in frantumi, scuole incompetenti, decadenza rurale, e distruzione ambientale come parte della loro attività normale. Poi le Forze Armate USA appaiono nella veste di soccorritori che promettono di salvare gli studenti da questi mali insegnando loro ad essere puntuali, obbedire all’autorità, inorgoglirsi del proprio lavoro, controlla i propri impulsi, e lavorare gli uni con gli altri in squadre.

Non potrebbero queste capacità essere insegnate dalle scuole stesse o da altre organizzazioni civili? Forse, ma solo i servizi armati ricevono ogni anno centinaia di milioni di dollari dei contribuenti in finanziamenti per svolgere i propri programmi rivolti alla gioventù.  Non potrebbero le comunità impoverite o in decadenza che ospitano queste scuole essere trasformate da un piano di sviluppo federale specifico per le regioni deindustrializzate o neglette?  Certo – ma ciò quasi di certo comporterebbe di ridurre un bilancio militare che adesso consuma quasi un trilione di dollari dei contribuenti ogni anno. Comunque, lo scopo complessivo di programmi come il J.R.O.T.C. non è trasformare il sistema di disuguaglianza, ma rivolgerne gli distruttivi effetti a vantaggio delle organizzazioni militari e dei loro padroni civili.

Inculcare rispetto per e obbedienza a queste autorità è infatti un obiettivo primario della formazione J.R.O.T.C. .  Ciascun servizio fa insegnare i propri programmi per scuole superiori da veterani in pensione con o senza diploma e credenziali d’insegnamento, ma patrocinatori professionisti del militarismo. La conoscenza che comunicano è fatta perciò di racconti sulla storia USA, progettati per enfatizzare il ruolo nobile ed essenziale svolto alle forze armate, e per evitare critiche alle guerre e ai guerrieri dell’America. Tutto ciò è in linea con gli obiettivi dei programmi dichiarati francamente dall’Esercito USA:

  • Sviluppare cittadinanza e patriottismo violenti
  • Sviluppare fiducia in se stessi e reattività [conforme] a ogni autorità
  • Migliorare la capacità comunicativa sia orale sia per scritto
  • Sviluppare apprezzamento per l’importanza della forma fisica
  • Aumentare il rispetto per il ruolo delle Forze Armate USA a sostegno degli obiettivi nazionali
  • Sviluppare una conoscenza delle competenze formative di squadra e le competenze militari essenziali
  • Seguire 1–3 anni di questi corsi permette ai cadetti di piazzarsi meglio in graduatoria se perseguono una carriera militare.

Il Pentagono insiste che il reclutamento di studenti da parte dei servizi militari non sia il fine primario dei questi programmi, ma il Codice dei Regolamenti Federali chiarisce che una parte essenziale della propria missione è “creare atteggiamenti e impressioni favorevoli verso i Servizi e le carriere nelle Forze Armate”.

Inculcare le “virtù militari”

Foto Chris Brooks JROTC 2016 da Flickr (CC BY-ND 2.0)

Ma naturalmente! Che il J.R.O.T.C. sia a scelta od obbligatorio (o qualcosa d’intermedio), è un programma di educazione alla guerra, non alla pace. Durante gli anni 1960 e i primi 1970 si sono fatti tentativi da parte degli studenti anti-bellici e dei loro genitori di estromettere tutti i programmi di formazione militare dalle scuole pubbliche. Si può certo sollevare un caso di questa esclusione al momento ma è probabile che cada piatto a meno che siano anche proposte misure effettive di soluzione al problema.

Sono chiaramente necessari programmi di formazione e istruzione civile per studenti che possano contribuire a combattere gli effetti della povertà e del decadimento comunitario. Programmi federali per ricostituire le comunità e por fine alla loro soggezione alla povertà e alla decadenza sono attesi da troppo, troppo tempo. Nel frattempo, dato che per questi cambiamenti ci vorrà tempo, i patrocinatori dell’educazione alla pace possono almeno esigere di poter farsi sentire nelle scuole per confrontarsi con i promotori dell’attuale egemonia della guerra (cioè, “pace con la forza militare”).

E’ probabile che alternative coerenti e veritiere all’indottrinazione J.R.O.T.C. siano ben accolte da molti studenti e genitori. Se si possono combinare programmi di educazione alla pace con formazione professionale civile e tentativi di patrocinio pubblico, potremmo finalmente vedere  una vera sfida alla militarizzazione dilagante delle scuole.


EDITORIAL, 19 Dec 2022

#776 | Richard E. Rubenstein – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.