Jardin de la paix, collezione primavera-estate

Cinzia Picchioni

Ecco l’iniziativa piantalapace, che è – anche – una raccolta-fondi: Jardin de la paix, collezione primavera-estate!

Sono già stata bacchettata per aver osato consigliare un filtro per l’acqua al posto delle bottigliette (che ormai sono arrivate fino al Polo Nord) e una «palla lavante» invece del detersivo le cui schiume galleggiano al Polo Nord (insieme alle bottigliette di plastica). Ora anche la moda???

Ma no, che avete capito? Il «giardino della pace» è il grande terrazzo di via Garibaldi, lo spazio che separa (o unisce?) le due «parti» del Centro Studi Sereno Regis: quella dove c’è la Biblioteca e la segreteria, e quella dove c’è il servizio civile e la direzione; quella dove c’è l’ufficio comunicazione e quella della Bibliotechina (con titoli per chi ha da 0 a 18 anni, più o meno). Insomma quel camminamento sopraelevato che si attraversa guardando giù, nel cortile del 13 di via Garibaldi. Pieno di piante, raccolte, amate e curate da Nanni fino all’ultimo (con qualche aiuto da parte mia).

Troppo pieno, attualmente. Anche lì la crescita non può essere infinita, perché lo spazio non lo è. E in più – su suggerimento di Umberto, il direttore del Centro Studi – si vorrebbe allestire sul terrazzo una postazione di lavoro all’aperto, per la primavera-estate. Così ecco l’iniziativa piantalapace, che è – anche – una raccolta-fondi.

Vieni, scegli, offri

Sulla scia del famoso film i verbi sono diversi ma il percorso è uguale. Si tratta di prendere e portare via una, due, dieci… piante, scegliendole tra quelle che sono nel Jardin de la paix, che così continueranno a fiorire e vivere altrove, proseguendo il sogno di Nanni. Chiunque stia leggendo questo appello potrà passare – se in orario di ufficio senza nemmeno mettersi d’accordo – andare sul terrazzo guardare tutte le infinite piante che vi sono ammucchiate (troppo ammucchiate), prenderne una o più, fare un’offerta e portarsela/e via.

Appello urgente

Bisogna fare presto però e per favore, o dovremo eliminare le piante, anche per il peso (il terrazzo è il soffitto di qualche altra stanza di sotto!).

Chiunque abiti in campagna o abbia un giardino potrà prendere più di una pianta; chiunque porterà un amic* potrà prendere più di una pianta; e chiunque voglia fare dei regali potrà prendere più di una pianta… e si porterà a casa un «pezzetto di Nanni», un «pezzetto del Centro Studi», un «pezzetto di pace» eterna. Una pianta è per sempre (altroché diamanti!)

Grazie per quello che potrai fare per aiutarci a realizzare il progetto di una postazione di lavoro all’aperto. Aggiungerà benessere al clima di lavoro per tutt*.


2 commenti
  1. ROSA DALMIGLIO
    ROSA DALMIGLIO dice:

    Cara Cinzia
    io abito a Roma, da sempre il mio balcone è pieno di piante, che curo personalmente, ieri invitata dall'Università di Yale ad unirmi al loro progetto "RELIGIONE ed ECOLOGIA" ho inviato report dell'inaugurazione della prima città foresta verticale,inaugurata in Cina, progetto dell'Architetto ITALIANO BOERIO e news su tutte le città Foresta che stanno nascendo nel mondo
    in sicurezza …..mi auguro che il balcone resti verde
    Rosa

    Rispondi

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