Dare una mano agli USA nell’autodistruzione

Autore
Jan Oberg


Dare una mano agli USA nell'autodistruzione
photo monika kozub | unsplash

Gli imperi vanno e vengono. Innovazione, visione e potere conducono al loro istituirsi. Se hanno una buona portata, si ampliano, crescono e maturano. La loro potenza relativa comincia ad aumentare, con ascendenza in più d’un campo, poi consolidamento al vertice – momento molto pericoloso quando si è secondi a nessuno – estensione e cima, e prima o poi sovrestensione, col che inizia il declino, l’affaticamento, la carenza d’innovazione, visione e leadership, la dissoluzione e l’inevitabile caduta.  Tutti gli imperi declinano e cadono; nessuno è durato per sempre.

Il prossimo – e ultimo – impero a cadere è il paese eccezionalista di Dio, gli Stati Uniti d’America. Gli indicatori sono piuttosto ovvi per tutti i settori, compreso il Complesso Militar-Industrial-Mediatico-Accademico (MIMAC): declino economico con debiti alti come nessun altro, arrancamento disorientato senza una visione (non poco chiara, nessuna) e tentativi di risolvere i problemi solo iniettando denaro in un sistema manifestamente disfunzionale invece d’investire in cambiamenti strutturali.

È molto importante la sovrestensione: quale governo può mantenere la gestione dell’apparato militare e il controllo politico, [centinaia di] basi e tracotanza abituale, intelligence, dominanza, sanzioni e potere culturale per chissà quanti decenni in non solo la gran maggioranza dei paesi ma anche negli oceani, nello spazio [extraterrestre] e nel cyberspazio? La risposta è: non tanto, anche perché, fondamentalmente, l’idea che un paese, un modo di pensare, una serie di valori debbano essere universalizzati sarà sempre sbagliata fin dal primo giorno.

Legittimità calante

Un indicatore estremamente importante ma perlopiù trascurato è la legittimità calante presso gli altri. È importante perché quando si sente quel certo sbiadimento s’intensifica la finzione, l’inganno, le bugie e la propaganda per truccarsi onde apparire legittimi. Ovviamente la verità è che la destrezza del savoir faire non funziona più perché i tempi stanno cambiando, come formulato da Bob Dylan con arguta banalità. Per esempio, “non criticare quel che non capisci” andrebbe giusto per l’atteggiamento USA verso la Cina, e in quanto al cambiamento dell’Ordine Mondiale sarebbe “Il vostro antico ruolo sta invecchiando in fretta. Favorite togliervi da quello nuovo se non siete in grado di dare una mano – sì, perché i tempi stanno cambiando.

Gli USA non danno più una mano, sempre che l’abbiamo mai data. E adesso non riceve neppure una mano (provvida). E se fosse da parte, diciamo, dell’UE e degli alleati NATO, l’accetterebbero?

La carenza di legittimità ha a che fare con altre cose: si sa che Mike Pompeo, in qualità di direttore della CIA e per sua stessa dichiarazione (2019), sia fiero che “abbiamo mentito, raggirato e rubato – con tanto di corsi d’addestramento – e questo richiama la gloria dell’esperimento americano”. (Sentiteglielo dire al 29’15 di questa conversazione). Si sa anche che Mike Pompeo, da cristiano conservatore, all’accademia militare di West Point, fu ”portato a Gesù Cristot”, e che è “estremamente critico della Cina. Proprio il paese di Dio?

Quindi si rabbocca la propria coppa di credibilità in svuotamento con la propaganda; sostituendo un’informazione fattuale con roba fasulla e col metodo ben più importante dell’omissione. Oggi è incredibile quanto non venga detto affatto al pubblico generale dai media mainstream su altre prospettive, fatti, expertise, resoconti alternativi etc.; semplicemente omessi; per far spazio perlopiù alle operazioni psico-manipolative, alle palle, fregature e ruberie alla Pompeo come ingrediente integrale della politica. Ho visto utilizzare questi MMM – Metodi Manipolativi Mediatici – ovunque abbia lavorato nei 30 anni scorsi, dai primi anni 1990, in Jugoslavia, in Iraq, in Iran, in Siria. E adesso per la Cina.

Queste cose possono anche andar bene, imbrogliando un po’ di gente per un po’ di tempo in qualche tema. Ma non potendo imbrogliare tutti sempre su tutto: declino e caduta. Pravda allora e laggiù, Facebook, Fox/CNN/BBC/Radio Libera questo e Quello adesso e qui – la seconda M del MIMAC. Risultato: l’unico che freghi sei te stesso.

Per fare cose così – come per disperazione da patriarca scontroso perché il mondo non è più così pronto a star dalla tua parte – si finisce in tragedia: la tragedia di distruggere i tuoi più pregevoli valori, principii e norme. Dici una cosa e fai il contrario. Quali bugie hai detto quando e a chi? Putin è un “killer” senz’anima – beh, magari non quando lo incontro io a Ginevra.

Così, per esempio, USA/Occidente dicono di essere per la libertà e di avere media liberi. Accusano gli altri per i loro media controllati dallo stato. Ma negli USA si chiama Agenzia USA per i Media Globali  che dovrà essere “congrua con gli obiettivi generali di politica estera degli Stati Uniti”. Poi c’è l’omogeneizzazione delle storie/narrazioni, c’è in tutti i media occidentali mainstream, solo una narrazione base e le altre sono espulse. Ma non era così 30 anni fa; se qualcuno sapeva il fatto suo ed era sul terreno in un punto caldo, sarebbe passato al pubblico, intervistato/a in nome della diversità, varietà, e di un senso di oggettività, perfino di onestà.

Aggiungiamo poi i cosiddetti “think” tank, finanziati da chi vuole che un particolare tipo di resoconti venga centrifugato ai media mainstream sempre attenti. C’è sovente neppure un grammo di ricerca e di sostanza ma un mucchio di fonti dubbie, di sentito-dire, stime, fonti anonime e di media che citano altri media. Tutto nell’interesse del MIMAC, mai indipendenti da o in opposizione ad esso.

E aggiungiamo infine la fiumana di Organizzazioni Non Governative diventate Quasi Governative – comprese quelle per i diritti umani che ci godono a contribuire a che i diritti umani diventino armi a scopo d’intervento e vendono le guerre con un marketing umanitario. E aggiungiamoci quelle che sono facciate per la CIA come il National Endowment for Democracy (NED).

Il centro non terrà – Proiezioni psico-politiche

Arriverà un tempo in cui il Centro avrà mentito, ingannato e rubato a un punto tale che non terrà più; il momento in cui la crepa si spalancherà. Tutti sanno di non poter fidarsi dei loro media e politici, come negli ultimi anni dell’Unione Sovietica. La Pravda, cioè Verità, si sapeva essere di tutto tranne quella. Le strutture si creparono, agli ordini non si obbedì, i muri vennero giù, e alla svelta. Durante questo processo, si vedono quantità di proiezioni psico-politiche, la cui definizione standard per l’individuo è questa:

“Proiezione psicologica è un meccanismo di difesa in cui l’ego si difende da impulsi o qualità inconsce (positive e negative) negandone l’esistenza in sé stessi e attribuendoli ad altri; per esempio, Un bullo può proiettare le proprie sensazioni di vulnerabilità su un bersaglio, o una persona confusa può proiettare sensazioni di confusione e inadeguatezza su altri. La proiezione incorpora uno spostamento di colpa e può manifestarsi come mitigazione di vergogna”.

Gran parte di ciò che fanno gli USA quando minacciano, armano, sanzionano, affrontano sprezzanti, demonizzano – ormai circa 90% o più del contenuto della loro politica estera – è proiezione. Si può sostenere che altri abbiano fatto qualcosa di cattivo, ma il punto è che si è fatto lo stesso in scala ben maggiore. Così, la Cina ha una condotta così cattiva nei diritti umani perché mette tenti in campi di detenzione e utilizza il lavoro forzato. La realtà e che la Cina, con una popolazione quasi quadrupla di quella USA, ha 1,7 milioni di carcerati: gli USA ne hanno 2,2 milioni. O anche: la Cina è uno stato di sorveglianza e sicurezza terribile, con ben 14 televisioni a circuito chiuso per 100 abitanti; gli USA: 15. Oppure: è la principale minaccia militare – benché le spese militari USA siano circa tre volte più alte che le cinesi.

Un esempio di negazione e proiezione

Durante la sua conferenza stampa a Ginevra dopo l’incontro con Vladimir Putin (il 16 giugno 2021), Joe Biden ha detto:


”Badate, una delle conseguenze che… sospetto voi tutti possiate pensare non importa … ma quel che importa a lui e ad altri leader di grosse nazioni è che la sua credibilità a livello mondiale cala … Mettiamola nel giusto senso: come sarebbe se gli Stati Uniti fossero visti dal resto del mondo come interferenti direttamente nelle elezioni di altri paesi e tutti lo sapessero? Come sarebbe se noi fossimo impegnati in attività in cui lui (Putin) è impegnato? Diminuisce il rango di un paese che sta disperatamente cercando di mantenere la propria posizione in classifica come importante potenza mondiale.

Quindi non è quel che faccio io, sono le azioni che intraprendono altri paesi – in questo caso la Russia – ad essere contrarie alle norme internazionali: è il prezzo che pagano. Non sono  – non lo sono! – in grado di dettare ciò che avviene nel mondo; ci sono altre nazioni con reattività significativa, come lo siano gli Stati Uniti d’America”.


Ecco appunto! Pensate se facessimo cose brutte come Putin e la Russia! Pur se la documentazione e la statistica possono essere dibattute, la verità è che gli USA sono di gran lunga il n° 1 in termini di interferenza elettorale straniera ed eccezionalmente interventisti riguardo a cambiamenti di regime: centinaia dal 19° secolo e 81 tentativi fra il 1946 e il 2000.

Un politico d’esperienza come Joe Biden ovviamente lo sa. Ma lo nega a se stesso e al mondo. È negazione di un proprio lato buio e la sua proiezione sull’altro, il gioco delle accuse [reciproche]. Ma non riconosce quel che sa; proietta un disordine psicologico come autodifesa, facendosi così apparire meglio degli altri. Contraffazione e omissione in uno. (Oppure definisce a sé stesso ciò chef anno gli USA non proprio come cambiamento di regime bensì come sorta di benigna diffusione di libertà e democrazia e norme sui diritti umani “con Dio dalla nostra parte”).

In fondo a questo percorso c’è solo uno che buggeri: te stesso. Il resto del mondo avrà fatto le sue scoperte e la legittimità del sistema e le sue politiche e comportamenti de facto saranno considerati zero: fine dell’Impero.

Cina e Russia sono minacce immaginate

Queste dinamiche psicopolitiche vanno ora svolgendosi per gli USA a proposito dei due paesi considerati minacce mortali – non solo in Occidente la Russia ma ormai pure in Oriente la Cina. Secondo me, sono entrambi nemici immaginati, nel senso che essi non minacciano né vogliono distruggere gli Stati Uniti, ma vogliono semplicemente affermarsi, come prevedibile. Ma la Cina sta riducendo il suo distacco e supererà gli USA in un settore dopo l’altro. A essere minacciata è la posizione di n°1 degli USA, un impero che domina un mondo unipolare, e dunque la sua identità di sistema politico che non sa vivere senza nemici.

Gli USA non accetteranno quella sfida e continueranno a combattere per il proprio ruolo sorpassato – “Il vostro antico ruolo sta invecchiando in fretta. Favorite togliervi da quello nuovo se non siete in grado di dare una mano – sì, perché i tempi stanno cambiando.

Perciò, la nuova Agenda orchestrata e in rapido sviluppo di Guerra Fredda con la Cina (CCWA *) è suicida per gli USA. Che, invece di una politica di cooperazione strategica, fiducia e peacebuilding, sarà distruttiva per gli USA e i loro alleati, per la Cina e il resto del mondo. I problemi estremamente urgenti dell’umanità non possono essere risolti con una guerra fredda fra le sue due potenze più influenti. Bisogna fermarla adesso; particolarmente da parte di ci ama gli USA; e può dargli una mano.

Sono finiti da molto i tempi in cui la Realpolitik era razionale e fondata su principi saldi e poteva essere compresa dalle scienze politiche, dalle relazioni internazionali e dal diritto internazionale. Oggi c’è bisogno di teorie di psicopolitica, di patologia intellettuale, nonché di cultura e civiltà.

* NOTA: TFF pubblicherà un rapporto su questi temi a breve.


Jan Oberg


Dare una mano agli USA nell’autodistruzione, EDITORIAL, 21 Jun 2021 | #698 |Jan Oberg, Ph.D. – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


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