Il Lockdown in India? Un crimine contro l’umanità, ci vorrebbe un tribunale…

Arundhati Roy, Vijay Prashad

Introduzione di Daniela Bezzi

È la conclusione cui perviene la scrittrice indiana Arundhati Roy, in questa recentissima intervista con Vijay Prashad (Direttore dell’Istituto di Ricerca Sociale Tricontinental.org oltre che giornalista, attivista, storico dei movimenti) che qui pubblichiamo per gentile concessione del web site indiano NewsClick.

Un contributo importante per più di un motivo: innanzitutto per ciò che ‘di nuovo’ la Roy propone, e cioè che dopo settimane di lockdown un po’ ovunque fallimentare considerando la magnitudine degli impatti su troppi fronti, sarebbe arrivato il momento della Resa dei Conti

La Roy si riferisce in particolare alla situazione indiana, per quel disastro che è seguito all’ordinanza del lockdown a fine marzo. Ma è vero che, in misura più o meno diversa a seconda delle circostanze, il 99% del pianeta sI è trovato a pagare ovunque un prezzo altissimo per un colossale peccato originario sul fronte della governance: ritardo o vera e propria leggerezza nella valutazione del rischio, nonostante fosse stato segnalato da anni e persino oggetto di simulazioni, assenza di fondamentali strumenti di protezione e tutela. E il caso dell’India è particolarmente drammatico per le dimensioni dell’emergenza sociale pre-esistente il Coronavirus; ma non meno drammatico è stato l’impatto sofferto in Lombardia, per non dire negli Stati Uniti che la pandemia ha rivelato nell’esplosività delle sue disuguaglianze. 

Per cui ecco l’idea di un Tribunale internazionale, che secondo la Roy avrebbe se non altro il merito di mettere ordine nella mole di informazioni, dati, solide certezze oppure fake news, che ci hanno letteralmente bombardato dall’inizio della Pandemia, di fatto trasformandola in Panic Demia, ovvero situazione in cui la paura ha preso il sopravvento essendo stato ignorato ogni principio di precauzione, nonché le più elementari considerazioni di protezione e tutela anche in fase di gestione.

Al di là di questo assunto di fondo, l’intervista ha il merito di passare in rassegna i momenti cruciali di questa mala-gestione dell’emergenza in India, con l’ausilio di foto che ulteriormente sollecitano la nostra partecipazione. 

E dunque Buona Visione! …e un particolare grazie a Tommaso D’Elia e a Simone Pallicca che hanno curato l’edizione italiana di questa intervista, con Daniela Bezzi per la traduzione e l’adattamento. 


L’intervista nella traduzione e trascrizione a cura di Daniela Bezzi

Vijay Prashad

Hallò e benvenuti su Newsclick! Oggi è un giorno davvero speciale, abbiamo con noi Arundhati Roy autrice di due splendidi romanzi Il Dio delle Piccole Cose e Il Ministero della Suprema Felicità, lo scorso anno ha pubblicato la sua raccolta di non fiction con il titolo Il mio cuore sedizioso, titolo che mi sembra non solo indovinato ma proprio azzeccato.

Recentemente, durante la crisi del lockdown per il Covid-19, ha scritto due articoli per il Financial Times, il primo dal titolo La pandemia è un portale e ora Dopo il lockdown dobbiamo fare i conti. Arundhati Roy benvenuta a Newsclick.

Cominciamo senz’altro dal primo articolo La Pandemia è un portale che è stato pubblicato sul Financial Times, e che è stato enormemente condiviso. Puoi dirci qualcosa di più… Innanzitutto diciamo che è scritto nel tuo stile fenomenale… Puoi spiegarci un po’ meglio questo concetto della pandemia, come portale…

Arundhati Roy 

Io credo… quando l’ho scritto era appena tornata da una camminata al confine con lo stato dell’Uttar Pradesh, insieme a quella gente coinvolta in quella enorme migrazione all’indietro, quell’enorme esodo dalle città indiane e ho capito che stava succedendo uno spostamento tettonico.

Il potere del mondo intero sulla gente io non credo che ci sia mai stato un momento nella storia in cui il mondo intero sia stato bloccato, nel bene e nel male… è stata un’idea molto spaventosa per me il fatto che la gente, i governi, gli stati, che fossero autoritari, democratici, comunisti, chiunque, fosse riuscito a esercitare un simile potere.

E quando si esercita un simile potere, l’esperimento chimico che ne consegue supera ogni limite, al di là di ogni immaginazione, o previsione da parte di questi stessi stati per cui ecco che milioni di persone hanno cominciato a camminare.

E anche il lockdown, come sai man mano che andava avanti, abbiamo visto città come Delhi con il cielo più chiaro, i pavoni per le strade, il cinguettio degli uccelli, niente più fumi e mi sono chiesta: stiamo morendo o stiamo rinascendo? Perché come individui non abbiamo scelta circa il momento in cui si nasce o si muore, ma forse come specie ne abbiamo, un minimo di controllo potremmo averlo e così ho concepito questa idea del portale, tra due mondi…

Ero solita pensare a questo mondo come a un cimitero, pieno di gente ancora viva mentre la luce sta per spegnersi con le stelle già morte e noi a far finta di essere vivi, sapendo che stiamo distruggendo il pianeta.

Ma ecco all’improvviso, dinnanzi al potenziale di guarigione, che la terra ci stava mostrando un lampo di speranza nella disperazione o forse è disperazione ancor più grande, sicuramente un momento di rottura, un momento di scelta.

Ecco spiegata l’idea del portale.

VP

C’è un incisivo passaggio in quell’articolo quando parli del Primo Ministro Modi e dei suoi metodi… Vero è che ha annunciato il lockdown dicendo ‘avete quattro ore di tempo per chiudervi dentro’ e così scrivi: “Il Primo Ministro si comporta come se i suoi cittadini fossero forze ostili, che necessitano l’imboscata, che devono essere colti di sorpresa, di cui non ci si può fidare.” Leggendo queste parole, ho pensato al modo in cui è stata imposta la demonetizzazione, esattamente come per il lockdown, con un primo ministro alle prese con una forza ostile. Puoi dirci qualcosa di più?

AR

Anch’io ho pensato alla demonetizzazione, e a come in India, nel momento in cui viene annunciato che il Primo Ministro si rivolgerà alla nazione cominciano a circolare tutti questi meme, con la gente che ha i capelli dritti in testa, diventa tutto spaventoso; nella testa della gente la notizia è associata a eventi catastrofici, qualsiasi cosa stia per succedere. 

Rendiamoci conto: si è presentato in TV alle 8 di sera, e ha dato alla gente il termine della mezzanotte l’idea che 1 miliardo e 380 milioni di persone potesse chiudersi in lockdown… e per me quel passaggio si collega a un altro punto dello stesso articolo, quando mi rivolgo a un gruppo di quella gente in marcia, e mi viene detto “Forse lui non sa che esistiamo…”.

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E l’idea di questa amministrazione così astuta, così brava nel vincere le elezioni, che sa benissimo come muoversi tra le caste e le religioni e come attrarre voti seggio per seggio, ma che ignora totalmente la storia e l’economia della gente, e di come lavorano, da dove vengono, dove vanno questo agguato a una nazione di tale complessità e senza preavviso… mi ha motivato a scrivere.

VP

In effetti tutto questo, il modo in cui è successo per esempio nell’ultimo articolo scrivi di quelle 16 persone travolte nel sonno da un treno e così via… Tutto questo a me sembra un crimine contro l’umanità, più che un fallimento della politica.

AR

Mi fa piacere che tu lo dica. Sei il primo a dirlo e anch’io la penso così ma guardiamo a come è stata trattata la questione. Mi ricordo nel 2011, ho scritto un’introduzione per quella raccolta di saggi, dal titolo Broken Republic.

Parlavo di persone come Chidambaram, che allora era Ministro delle Finanze e poi Ministro degli Interni, che avevano una chiara politica di cambiamento del modello di popolazione in India, volevano spingere la gente fuori dai villaggi e verso le città, è una cosa che hanno pianificato e che è successa. 

E ciò ha creato questo enorme sfollamento, dovuto anche alla frammentazione della terra, a una certa insostenibilità dei villaggi indiani, ma è stato incoraggiato, più o meno e abbiamo questa enorme popolazione nelle città, ma nelle città non c’era posto per loro.

Per cui, come dico da anni, nell’immaginazione di chi ci governa, non c’è spazio per questa gente, e se ci fai caso non c’è più spazio nella letteratura, non c’è spazio nella poesia, non c’è spazio nel cinema. Come sai nel cinema fino agli anni ’70 i poveri godevano di una qualche dignitosa rappresentazione, per esempio la rabbia dei poveri, ma da quando i cinema sono multisale anche Bollywood si è liberato dei poveri. L’unico posto in cui sono ancora presenti sono gli opuscoli di qualche ONG bisognosa di fondi o cose simili.

Ed è questa scomparsa dall’immaginario che ha creato questa situazione oggi, per cui basta ficcarli tutti negli anfratti delle città, e far finta che non esistano, nelle situazioni in cui vivono… Sì, sappiamo delle baracche, delle terre ex-agricole ridotte a casermoni, con 10 persone dentro una stanza, con i padroni di casa che li costringono a fare la spesa a razioni, a costi più alti di quelli di mercato, mentre si consuma la disgregazione nelle fabbriche, lo smantellamento delle leggi sul lavoro, e ora che il disastro è alle porte la soluzione è ancor più disillusione, ancor più smantellamento delle tutele nel lavoro…

È un totale fallimento dell’immaginazione, un’incapacità di capire l’unicità di questo paese in questo particolare momento, con l’unicità della sua popolazione, e non si può fare il copia incolla di ciò che è stato fatto in Italia, o negli Stati Uniti o in Spagna qui in India. E invece abbiamo fatto proprio questo, e il risultato è stato disastroso, e come hai già detto tu, direi che è stato un crimine contro l’umanità.

VP

Un punto particolarmente efficace nel tuo ultimo articolo sul Financial Times dal titolo Dopo il Lockdown dobbiamo fare i conti … a differenza di quelli che alla fine del lockdown sognano di andare al parco, ritrovarsi tra la gente e così via… mentre Arundhati Roy progetta di organizzare un ‘Processo al Covid’ come l’hai chiamato, come dici alla fine: «Abbiamo bisogno di Processi al Covid, e come minimo una Corte Internazionale ed è ciò che sogno per il post-lockdown». Puoi dirci meglio cosa intendi?

AR – 

Il Financial Times mi aveva chiesto di scrivere un pezzo di 150 parole sul tema “La cosa che più sogni di fare quando finirà il lockdown“, come incontrare gli amici o andare in un posto della città che ti è mancato, e io ho detto che no, mi dispiace, non saprei cosa scrivere, chiedete a qualcun’altro, per cui il capo-redattore ha detto «Ok va bene, scrivi quello che vuoi». E così ho scritto questo breve articolo. Essenzialmente per sottolineare il fatto che c’erano solo 545 casi positivi con 10 morti quando hanno annunciato l’improvviso lockdown dopo due mesi in cui se ne sono fregati di tutto, e ora, dopo questo punitivo confinamento, anche considerando la falsità dei dati del Governo, abbiamo più di 227.000 casi (in India al 5 giugno 2020) e in crescita a causa di questo enorme esodo.

Per non parlare dell’umiliazione inflitta a quella gente, della stigmatizzazione verso i musulmani, della diffusione della malattia, della gente rimasta uccisa, per cui eccoci in una situazione in cui, oltre a questo esodo, la gente ammassata in campi di lavoro per fare la quarantena, ammassata alle fermate degli autobus, ammassata per le autostrade, senza alcun distanziamento sociale, definizione orribile adottata da chi non capisce il sistema delle caste.

Ed è così che si è creata una situazione in cui questa forza lavoro è tornata a casa, in queste condizioni traumatiche, diffondendo il virus anche nelle campagne, mentre sul versante dell’élite i programmi TV ci mostrano in che modo gli aerei vengono igienizzati, e gli aeroporti sanificati… e mi chiedo: che cosa stiamo pensando di fare, abbiamo intenzione di sigillarci tutti nell’era del Covid?

Perché sembra di capire che l’intenzione è sigillare ermeticamente le classi in grado di volare, da quelle cui tocca lavorare, per cui oltre all’apartheid di casta, avremo l’apartheid nei villaggi per via della nuova legge di cittadinanza, con tanto di linciaggi, campi di detenzione.

Ed ecco ora un nuovo apartheid di classe, in cui i corpi diventano un rischio biologico per la classe superiore… in questo contesto, di fronte a questa devastazione, che è stata creata, abbiamo bisogno di tirare le somme, e quando parlo di Processo al Covid chiaramente avrei voluto dire Rivoluzione … 

Ma dico ‘Processo al Covid’, anche se ho vissuto abbastanza in questo paese per sapere che non possiamo aspettarci alcun risultato da un processo, perché so che la documentazione che verrà prodotta sarà già un’azione, un’azione rivoluzionaria, e davvero abbiamo bisogno di sapere cosa diavolo è successo, perché abbiamo tutti questi media, e tutti questi assurdi virologi e epidemiologi, con tutte le loro teorie, e tutti sono stati terrorizzati, tutti sono stati stigmatizzati. Nessuno sa più a chi credere. Veramente ci hanno portato in un film dell’orrore, e per riuscire a decostruire tutta questa storia, ci vuole un sistematico lavoro di informazione, questo è ciò che intendevo, ovvio che non potrei mai sognare di andare a fare una passeggiata nel parco quando…. è stato straziante, per quelli che sono ancora in marcia è stato straziante, per chi ci sta pensando è stato straziante, per tutti…

VP

Mi sembra un’ottima idea, non vedo l’ora di veder partire questo tribunale internazionale, una specie di Tribunale Russel per l’emergenza Covid e credo che iniziare dall’India e dal Brasile sarebbe una buona idea…

AR

Come è stato per il Tribunale sulla Guerra in Iraq, c’ero anch’io in giuria per cui ho visto quanto lavoro di indagine si è messo in moto. 

Perché se non riusciamo a disimballare questa cosa, ci verrà inflitta di nuovo, e questo momento di panico è un Panic Demic che è stato usato per controllarci, sempre di più. Sta accadendo ogni genere di cose, anche ora: notizie false, video falsi, video e chiamate fatte apposta per terrorizzarci.

È uno stato creato apposta per rubarci l’ossigeno, per sempre, e dobbiamo uscirne.

VP

Voglio solo fare una piccola domanda, nel bel mezzo di tutto questo c’è stato un comunicato stampa, sono sicuro che l’hai visto, è stato molto ripreso dai media, secondo il quale la popolarità di Modi sarebbe aumentata. Come dobbiamo intendere questo tipo di sondaggi, che a me sembrano più che altro propaganda, eppure eccolo qui, l’ennesimo sondaggio.

AR

Beh, prima di tutto non so come, nell’attuale situazione, possano venir effettuati dei sondaggi, di chi siano quei numeri di telefono o profili su internet non farei molto caso a questo sondaggio. 

Tuttavia penso che dobbiamo attrezzarci a capire – e penso che spesso la sinistra nella sua razionalità non riesce a capire – la complessità del gioco, in termini di psicologia, immaginario, aspirazioni. Penso che si sta creando per esempio quella cosa che sta girando, su Narendra Modi, definito Abhimanyu, cioè ’da solo’, intrappolato in chissà quale chakra, con la gente che lo sta isolando, per cui gli indù dovrebbero soccorrerlo. Ed ecco che l’uomo che ha fatto fuori un miliardo di persone è ora la vittima di tutti quanti, comprese quelle stesse persone.

Capisci che non si può minimizzare l’impatto di una cosa simile, mentre è evidente che la gente è psicologicamente fragile, spaventata, per cui davvero non so cosa ne verrà fuori.

Tutto quello che so per certo è che se ci sarà un crollo, e già si assiste allo sgretolamento da tutte le parti, si vedono sommosse, si vedono persone che lottano per il cibo, e si tratta di episodi politicamente isolati, fino ad ora… 

Ma nel momento in cui scoppieranno dei disordini gravi, possiamo prevedere quale sarà l’immediata risposta, con più hindutva, più comunalismo, più tentativi di colpevolizzare una particolare comunità, o un particolare tipo di politica o particolari persone. Possiamo aspettarci in dosi maggiori ciò che sappiamo, in una situazione di ancor più paura e controllo. Perché, come sai, mentre siamo tutti confinati, queste persone stanno muovendo i loro scacchi rapidamente, molti sono stati arrestati, molti studenti musulmani sono stati arrestati con le leggi draconiane che abbiamo.

Anche di recente due studenti della Jawaharlal Nehru University (JNU) sono stati arrestati. Tutto è stato messo in atto per fare in modo che quando si riaprirà, l’intera protesta contro la legge di cittadinanza non possa riprendere. 

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Mentre noi siamo qui rinchiusi, loro stanno facendo di tutto per consolidare le loro posizioni.

VP

E tra gli arresti c’è anche un caro amico di Newsclick, Gautam Navlaka e l’autore di sinistra Anand Teltumbde, entrambi prelevati nel bel mezzo di questo lockdown. Arundhati Roy, grazie per essere stata con noi a Newsclick.

AR

È stato un piacere…


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  1. […] sito di notizie NewsClick. Proprio da questo sito, il sito del CSSR ha pubblicato qualche mese fa una bella intervista del giornalista Vijay Prashad, alla scrittrice Arundhati Roy. Cogliamo l’occasione di questo articolo per esprimere la nostra […]

  2. […] colti di sorpresa, di cui non ci si può fidare». In una intervista del 27 maggio rilasciata a Newsclick riporta il commento di un gruppo di persone che – dopo l’improvviso lockdown – si sono messe […]

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