La Russia non è una minaccia per stati NATO o neutrali. Punto e basta.

Jan Oberg

La NATO ha giusto compiuto 75 anni – nella sua peggior crisi di sempre, checché ne dicano. Durante tutti questi anni, abbiamo sentito ripetutamente che i “russi” – l’URSS/Patto di Varsavia e la Russia odierna – stanno per arrivare! Ma mentre i russi/sovietici hanno invaso altri pasi, non hanno mai invaso un paese NATO o neutrale in Europa. E quando finì la Pima Guerra Fredda 30 anni abbondanti fa e si aprirono gli archivi, non si trovarono piani per un attacco a ciel sereno e un’occupazione di qualunque tal paese – ma invece sì per come rintuzzare forze occidentali attaccanti se ci avessero provato.

Se le sue previsioni sono state coerentemente sbagliate per settant’anni, non sarebbe di buon senso chiedere: Come mai vi siete sbagliati per tutto quel tempo? Perché spendiamo trilioni per guardarci da una minaccia permanente che non si avvera mai – un po’ come aspettare Godot come nel dramma altrettanto assurdo di Beckett?

L’obiettivo intellettualmente insensato NATO (vedi in seguito) che tutti i membri debbano spendere almeno 2% del PIL che si considerava un massimo è diventato invece in breve un minimo.   E perché i paesi NATO in questi anni si muovono in direzione di un’economia di guerra dove i cannoni si prendono la precedenza sul pane a tal punto che le proprie economie e relativi sistemi previdenziali vengano minati a fondo? Sarà questa la ragione principale per perdere terreno più che mai rispetto ai nuovi attori emersi e in emersione nel mondo multipolare che sta prendendo forma, Cina, India e Africa in particolare?

Virtualmente tutto quanto è necessario per sostenere quelle previsioni e politiche militaristiche per giunta pericolosamente sbagliate contenute in uno o più di queste quattro asserzioni/mantra:

Stanno per arrivare i russi; Putin è un dittatore, un malvagio; Si badi a quest’invasione su vasta scala in Ucraina – inaspettata e non provocata;   Quando Putin si sia preso l’Ucraina, non sarà soddisfatto ma procederà attaccando altri paesi.

Questo viene affermato ripetutamente senza uno straccio di prova né di probabilità, semplicemente postulato. Questo è anche lo scenario affermato dal Segretario alla Difesa USA, Lloyd Austin a inizio marzo 2024 – dal che concludeva che “se cadesse l’Ucraina, la NATO si troverebbe a combattere la Russia”. Il Capo della Difesa svedese ha sostenuto che Putin potrebbe fare un’invasione parziale della Svezia del sud (Scania).

Perché la Russia non è una minaccia per gli stati NATO o neutrali?

Tornado alla minaccia Russia che non c’è, seguono alcune argomentazioni – senza intento gerarchico.

1 • La Russia ha perso almeno 25 milioni di persone nella 2^ guerra mondiale; la sanno più lunga d’altri su che cosa vuol dire guerra.

2 • La Russia considera necessaria una zona di sicurezza di qualche genere perché è essa ad essere stata invasa tre volte dal 1812 – Napoleone, la Rivoluzione Bianca e Hitler – non viceversa, ma gestire un membro NATO occupato non è produttivo o possibile.

3 • La Russia ha la maggiore riserva di risorse naturali e non ha bisogno di cercare di arraffare quelle altrui – come invece gli USA e altri col petrolio in Medio Oriente.

4 • La Russia ha imparato dal crollo dell’URSS e del Patto di Varsavia nel 1990-91 che non si può stare appresso ai paesi NATO in termini di spese militari senza militarizzarsi a morte, cioè minando la propria economia civile.

5 • Indicativo è che l’economia della Russia è molto piccolo a confronto con quelle dei 32 paesi NATO.

6 • La spesa militare della Russia fino all’invasione dell’Ucraina era l’8% di quella NATO. E’ peraltro vero che la spesa militare non si traduce direttamente in capacità di iniziare guerre, combatterle e sostenerle. D’altro canto, iniziare una guerra contro un avversario con una spesa militare 12 volte la propria e un’economia molto più possente, sarebbe pazzia, suicidio o un gigantesco errore di calcolo basato su totale irrazionalità. Putin e quelli attorno a lui non hanno quei tipi di malattie.

7 • Tali limitazioni rendono estremamente inverosimile che la Russia riuscirebbe, provandoci, a costruire qualcosa di vagamente analogo all’impero globale USA o ad essere un ‘imperialista’ come spesso chiamata. Ha poche basi all’estero, non le oltre 600 degli USA. La Russia non è una potenza imperialista.

8 • Se invadesse un paese NATO (o qualunque, in ogni caso), si troverebbe di fronte a un nuovo problema: gli occupati agiscono invariabilmente contro i propri occupanti. La Russia, con le sue risorse militari relativamente limitate, come sarebbe in grado di amministrare, tenere al sicuro e sviluppare una serie di paesi – senza che nessuno di essi o un braccio di “Resto-NATO” se li riprenda?

9 • Se l’aggressione contro stati NATO o neutrali – o qualunque stato al mondo – fosse, per così dire, nei geni russi, perché non li avrebbero assecondati ben più che così? Negli anni 1960 e 1970, la presa globale dell’URSS, particolarmente in Africa come pure in Medio Oriente—politicamente e militarmente—era ben maggiore dell’odierna.

10 • La Russia post-Guerra-Fredda di Putin ha investito prevalentemente nel rimettersi in piedi dopo la completa e disastrosa disintegrazione di allora – creando una società ammirevole con un’economia più forte di quanto i più supponessero – e rimanendo anche alquanto resistente alle sanzioni più intense e vaste della storia da parte dei paesi UE e NATO. Invadere un paese NATO minerebbe o distruggerebbe tutto ciò.

11 • Vladimir Putin e presidente da oltre 20 anni. Se fosse un autentico espansionista o “imperialista”, come mai non ha invaso un paese dopo l’altro – anche ispirandosi agli USA e paesi NATO che non han fatto altro che quello, non di meno nella scia dell’11 settembre 2011?

12 • Se la Russia è una minaccia così temibile, perché non ha costruito oltre 600 basi militari per il mondo come gli USA e altre centinaia per pareggiare nel settore con Francia e UK? (Risposta al # 13).

13 • Se l’URSS rappresentava un’altra ideologia in competizione fino alla sua dissoluzione – comunismo sovietico, economia programmata di stato, un (solo) partito comunista, etc. – la Russia oggi non può davvero essere percepita come minaccia sistemica o ideologica.

14 • Tutt ii dirigenti russi, compresi Gorbaciov, Yeltsin, Putin, e Medvedev hanno espresso interesse ad agire con la NATO, per costruire una ‘casa europea’, come la chiamava Gorbaciov. L’ex-Segretario generale NATO Robertson ci ha informati su come trattasse una sorta di associazione NATO con l’URSS, e quando Putin sollevò l’argomento gli fu detto che la Russia doveva mettersi in fila fin dopo il piccolo Montenegro. L’URSS chiese di diventare membro NATO nel 1954, fu rifiutata e istituì allora il Patto di Varsavia nel 1955. Questi tentativi russi – pur vani – non si possono considerare solo negativi, bensì forse più come un fratellino occidentale che vuol mettersi col fratellone anziché ucciderlo.

15 • Il presidente Putin ha ripetutamente dichiarato di considerare la Russia come – almeno anche – uno stato e una cultura europei, che senza gli interscambi fra Europa Occidentale e Russia lungo tutta la storia, la Russia non sarebbe quella che è oggi. Gli europei occidentali in NATO e UE non hanno mai avuto un simile atteggiamento verso la cultura russa; non hanno problemi o esitazioni a escluderla dopo l’invasione dell’Ucraina.

16 • Vladimir Putin non ha mai detto alla NATO che “se capita così o cosà – o se fai questo o quello – la Russia invaderà il tuo paese”. Il suo stile è stato di appellarsi alla NATO perché non continuasse la politica d’espansione; ne è esempio il suo discorso alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco nel 2007. Più in generale, l’atteggiamento della Russia verso la NATO è stato molto più difensivo dopo la fine della guerra fredda che durante.

17 • Checché si pensi del presidente della Russia, non è né inesperto né una testa calda o aspirante suicida. E non si è ammalato o diventato maniaco nella giornata del 23 febbraio 2022.

La NATO non è ‘difensiva’ e ha agito negli ultimi 25 anni in vistosa violazione del proprio stesso Trattato.

Se qualcuno o tutti i 17 punti succitati sono ragionevoli, la NATO adesso ha un solo compito: badare agli affari propri.

Se si legge il Trattato [istitutivo] NATO del 1949 – e lo si può fare qui – è sostanzialmente una copia della Carta ONU. Sostiene che i conflitti verranno trasferiti alla [competenza] ONU e risolti con mezzi pacifici, dopo di che aggiunge l’articolo 5, che statuisce che se un membro NATO viene attaccato, gli altri sopraggiungono in sua difesa. Le parole dell’alleanza sono davvero difensive, ma fin dalla sua prima operazione fuori area – i 78 giorni di spietati bombardamenti della Jugoslavia dal 24 marzo al 10 giugno 1999 – ha invece perseguito politiche e operazioni offensive in evidente violazione del proprio Trattato.

Il massiccio coinvolgimento dei paesi NATO in Ucraina, usandola come testa di ponte o per procura per l’indebolimento della Russia – o tentare di sconfiggerla una volta per tutte – è il punto apicale di questa politica criminale su un pendio scivoloso.

Chi definisce ‘difensiva’ la NATO manca dei rudimenti in tali faccende – o pratica un’opportuna ignoranza.

Un’alleanza – e i suoi membri – che

  • agisca ben al di fuori della sua cerchia di membri,
  • conduca operazioni militari offensive a gran distanza,
  • manchi di un mandato legale come in Jugoslavia,
  • costruisca una deterrenza offensive anziché difensiva,
  • persegua una difesa e uno schieramento preventivi,
  • si basi su armi nucleari, e
  • insista ad usare armi nucleari anche contro un attacco convenzionale,

semplicemente non può caratterizzarsi secondo alcuna definizione del concetto come ‘difensiva’.

Questo è un altro esempio di raggiro militarista. ‘Difensivo/a è per il consumo in ambito nazionale; ovvio, non si può ammettere verso i propri cittadini d’essere offensivo e minaccioso verso altri. E nessun paese di fronte a un confronto con la NATO lo percepirebbe come ‘difensivo.’ Quindi ‘difensivo’ è per il mondo NATO, non per il resto del mondo.


EDITORIAL, 22 Apr 2024

#845 | Jan Oberg, Ph.D. – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

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