Al vertice NATO un’ondata di proteste creative

Sara Herschander

Da un die-in al Guernica di Picasso a un vertice di pace alternativo, gli attivisti per il clima e contro la guerra hanno espresso chiaramente al vertice NATO un’ondata di proteste creative per dire “No alla NATO”

A Madrid, questo lunedì, un gruppo di circa 30 attivisti contro la guerra ha inscenato un die-in al Museo Reina Sofia, sdraiandosi in forma di cadavere davanti al dipinto di Pablo Picasso che raffigura il bombardamento di Guernica, alcuni afferrando cartelli che recitavano: “La guerra è la morte delle persone. La guerra è la morte dell’arte”.

La protesta è stata organizzata da Extinction Rebellion e Fridays for Future, e segna una delle poche manifestazioni, marce e dialoghi comunitari organizzati intorno al vertice NATO di questa settimana a Madrid. Il vertice, che si svolge all’ombra della guerra in Ucraina, dovrebbe portare a un aumento delle spese militari nei Paesi della NATO e ha aperto la strada all’espansione dello status NATO a Svezia e Finlandia.

In quello che ha definito parte della “più grande revisione della difesa collettiva e della deterrenza dai tempi della Guerra Fredda”, il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg ha anche annunciato piani per aumentare le dimensioni delle forze di risposta collettiva della NATO a oltre 300.000 – un aumento di oltre il 650%.

All’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, anche alcuni politici spagnoli, tradizionalmente critici nei confronti della NATO, si sono mostrati relativamente silenziosi nel loro sostegno. Tuttavia, con l’espansione del potere e della portata della NATO, i critici temono che ciò possa portare a una maggiore militarizzazione e a una riduzione dei finanziamenti per i servizi sociali, alla luce dell’inflazione dilagante e delle crisi indotte dal clima, nonché a una maggiore militarizzazione contro i rifugiati alle frontiere dell’Europa.

Per questo motivo, i manifestanti hanno espresso la loro creatività. Martedì scorso, decine di attivisti vestiti in camice hanno invaso la Scuola di Guerra dell’Esercito di Madrid, scarabocchiando con vernici colorate messaggi contro la NATO sui muri, nel tentativo di trasformare la struttura in una “Scuola di Pace”. La polizia ha arrestato 29 attivisti per l’azione.

 

Gli attivisti hanno ribattezzato la Scuola di Guerra dell’Esercito di Madrid “Scuola di Pace”. (Twitter/FFF Madrid)

 

Lo scorso fine settimana, un vertice alternativo sulla pace organizzato da attivisti globali a Madrid ha chiesto la dissoluzione della NATO e un sistema di sicurezza smilitarizzato e di investimenti nel progresso sociale.

Altrove nella capitale, un gruppo di attivisti de La Guinda Activa ha svuotato del liquido rosso nelle fontane del parco – tingendole temporaneamente del colore del sangue – e ha ricoperto l’area con opuscoli che segnalavano il loro “rifiuto del vertice NATO a Madrid, della militarizzazione della nostra città e delle guerre inter-imperialiste”. Meno basi militari e più centri comunitari”.

All’ordine del giorno del vertice NATO c’era anche la richiesta di inserire l’immigrazione non regolamentata come minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati membri, militarizzando così ulteriormente i confini europei. La proposta arriva a meno di una settimana dalla morte di 37 migranti subsahariani che hanno tentato di scavalcare la recinzione di confine tra il Marocco e Melilla, in Spagna.

“Le vittime della tragedia di Melilla hanno agonizzato per ore sotto lo sguardo crudele di coloro che avrebbero dovuto aiutarli e non l’hanno fatto”, ha twittato Helena Garzon, responsabile del gruppo Walking Borders.

I manifestanti hanno segnalato il Ministero degli Affari Esteri spagnolo come “Chiuso per attività criminali”. (Facebook/Extinction Rebellion Spain)

In un’azione diretta, i manifestanti hanno bloccato l’ingresso del Ministero degli Affari Esteri spagnolo con un grande striscione che lo dichiarava “chiuso per attività criminali”. Hanno anche condannato la decisione dei funzionari di aumentare la spesa militare per la NATO, invece di riconoscere le sue responsabilità per la tragedia di Melilla e la situazione dei rifugiati climatici.

Domenica, le precedenti manifestazioni contro il vertice NATO sono culminate in una protesta di strada più ampia, con circa 2.200 persone che hanno marciato sulla capitale, anche se gli organizzatori ritengono che il numero sia molto più alto. Durante la marcia, un manifestante ha detto a El País di aver passato gli ultimi 40 anni a protestare contro una base militare nel suo comune.

“No alla NATO, no alle basi, no alle spese militari”, hanno gridato i manifestanti.

Giovedì, al termine del vertice, il presidente Biden ha annunciato che nei prossimi giorni gli Stati Uniti forniranno altri 800 milioni di dollari all’Ucraina, oltre ad aumentare la loro presenza militare in Europa.

“Sono stufo di questa faccenda delle armi e dell’uccisione di persone. La soluzione che propongono è quella di più armi e guerre, e a pagare siamo sempre noi”, ha dichiarato ad Al Jazeera Concha Hoyos, manifestante e pensionato di Madrid. “Quindi niente NATO, niente basi [dell’esercito], che gli americani se ne vadano e ci lascino in pace senza guerre e armi”.


Fonte: Waging Nonviolence, 30 giugno 2022

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis

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