Johan Galtung 1930-2024

Enzo Ferrara

Il nostro maestro Johan Galtung, grande amico del Centro Studi Sereno Regis dove più volte è passato per incontri, lezioni, seminari e discussioni, è improvvisamente scomparso ieri sabato 17 febbraio 2024.

Nato a Oslo in Norvegia il 24 ottobre 1930, Galtung è stato un pioniere e luminare della ricerca sulla pace, oltre che un costruttore di istituzioni dedicate allo studio delle dinamiche dei conflitti e delle strade possibili per le loro soluzioni nonviolente. Da tutti descritto come persona molto intelligente e capace di ampia articolazione, è considerato uno degli scienziati sociali norvegesi più influenti e citati in assoluto come molte delle sue opere, che si contano in circa 160 libri e 1600 articoli o brevi saggi. È stato inoltre fondatore della rete TRANSCEND International e rettore della TRANSCEND Peace University online.

“Senza di lui, l’Istituto per la ricerca sulla pace di Oslo (PRIO) non esisterebbe”, ha dichiarato ieri Henrik Urdal, attuale direttore dell’istituto. Galtung fu infatti cofondatore del PRIO nel 1959 e a lungo, fino al 1970, direttore. Nel 1964 ha anche fondato il Journal of Peace Research e nel 1969 fu il primo docente universitario al mondo nominato in cattedra su temi di di ricerca sui conflitti e sulla pace, all’Università di Oslo.

Fra le teorie dal lui sviluppate ricordiamo quella strutturale dell’imperialismo, riassunta nel volume Imperialismo e rivoluzioni. Una teoria strutturale (Rosenberg & Sellier, Torino 1977), e il cosiddetto Triangolo del conflitto, costituito da  atteggiamenti, comportamenti e  contrasti di interessi, tutte idee oggi considerate punti fermi nello studio della pace e dei conflitti. Galtung teorizzò anche la suddivisione della mediazione, la risoluzione nonviolenta dei conflitti, in tre fasi: “In primo luogo – diceva – occorre identificare i partecipanti, fare una ricognizione dei loro obiettivi, e trovare le loro contraddizioni; in secondo luogo occorre distinguere fra obiettivi legittimi e illegittimi da entrambe le parti; infine costruire ponti fra rispettive posizioni legittime”.

I contributi di Galtung agli studi sulla pace sono stati ampiamente riconosciuti in tutto il mondo, ha infatti ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui il Right Livelihood Award, noto anche come “Premio Nobel alternativo”, nel 1987. Secondo i suoi insegnamenti, tentare di risolvere un conflitto con le armi controllando solo la violenza diretta è una credenza imperialista errata, perché le cause soggiacenti al conflitto non possono essere domate in modo semplice e permanente con l’uso della forza. Concentrarsi soltanto sulla violenza strutturale, credendo che se si risolvono temi di formazione societaria e rapporti di potere tali conflitti non avverranno mai è una credenza errata marxista.

Focalizzarsi esclusivamente sulla violenza culturale, nella speranza che se gli antagonisti potessero arrivare a capirsi meglio smetterebbero di uccidersi, è una credenza errata liberale. Se si vuole trasformare un conflitto, bisogna esplorare tutte le fonti della sua forza generativa, con i problemi diagnosticati, le prognosi fatte in base alle tendenze attuali per capire se possono essere ridotte o eliminate, e adottare su lungo termine le terapie appropriate concepite per la pace.

Segnaliamo il bel contributo su Johan Galtung e le scienze per la Pace, scritto da Rocco Altieri per celebrare gli 80 anni del nostro maestro che si sarebbero compiuti a breve, in occasione del convegno che il Centro Studi Sereno Regis organizzò l’8 ottobre 2010 insieme con il CISP (Centro Interateneo di Studi per la Pace) presso la Fondazione Einaudi.


 

 

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