Significativa vittoria per gli addetti ai rifiuti dell’India, ma la lotta continua

Ankush Pal

Una significativa sentenza della Corte Suprema dell’India ha sancito la volontà di sradicare la piaga del lavoro nei cosiddetti ‘servizi igienici’ e la necessità di riabilitare i lavoratori. Ma c’è ancora parecchio da fare.

A fine di agosto centinaia di donne addette ai servizi igienici si sono riunite al Jantar Mantar di Delhi. L’osservatorio astronomico del XVIII secolo è sempre più gettonato, come luogo ideale per manifestare il pubblico dissenso in India, essendo così vicino al Parlamento che dista poco più di un chilometro.

Le manifestanti denunciavano le statistiche ufficiali recentemente diffuse circa la morte degli addetti alle pulizie. Le donne sostenevano che il numero dei cosiddetti manual scavengers (ovvero gli addetti alla pulizia manuale delle strade e spesso delle fogne – NdT) deceduti in servizio a causa della natura precaria dell’occupazione, era molto più alto di quanto dichiarato dal Parlamento.

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In concomitanza con la commemorazione da parte del governo del 75° anniversario dell’indipendenza dell’India dagli inglesi, la manifestazione faceva parte di una serie diffusa di azioni coordinate con lo slogan Stop Killing Us ovvero Smettetela di ucciderci.

Inoltre segnalava il 475° giorno di una campagna nazionale lanciata nel maggio 2022 dal Safai Karamchari Andolan, che potremmo tradurre come Movimento degli addetti ai servizi igienici. L’organizzazione lavora per creare consapevolezza e impegnare gli enti governativi a sradicare la pratica dello scavenging manuale, ovvero la rimozione a mani nude di rifiuti umani dalle latrine a secco e dalle fogne, mediante personale totalmente privo di dispositivi di sicurezza.

Gli addetti a questa occupazione devono affrontare diversi rischi per la salute, tra cui l’esposizione a gas letali come ammoniaca, metano e acido solfidrico. Questo comporta spesso danni alla vista, problemi respiratori e talvolta anche la morte. Lo scavenging manuale è una caratteristica tipica degli impianti igienico-sanitari dell’India – una nazione radicata in un sistema di caste presente in tutti gli stati del subcontinente – ed è un problema intrinsecamente legato all’intoccabilità.

Il censimento nazionale del 2011 ha identificato circa 1,3 milioni di spazzini, il 95% dei quali appartenente alle cosiddette Scheduled Caste, una classificazione legale applicata alle comunità considerate “intoccabili” secondo le scritture religiose indù, e il 98% erano donne. Ciò pone le donne che svolgono questo lavoro a rischio di doppia emarginazione a causa della loro identità di casta oltre che di genere. Tuttavia, il numero di questi scavengers è sicuramente più alto, dato che la società civile e gli attivisti per i diritti umani hanno spesso riferito di averli visti in regioni in cui la pratica è stata ufficialmente “sradicata”.

Persino nel Kerala, considerato uno Stato progressista, il Safai Karamchari Andolan ha dichiarato che la pratica dello scavenging manuale continua, sebbene con discrezione. La gente non trasporta più le feci apertamente, ma gli addetti ai servizi igienici sono ancora impegnati nella pulizia delle fosse settiche e delle fogne, oltre che per la pulizia dei tombini. Queste accuse sono state tuttavia smentite dalla Commissione nazionale per i Safai Karamcharis, un organismo temporaneo che indaga sulle condizioni dei lavoratori dei servizi igienico-sanitari e formula raccomandazioni al governo.

Il Safai Karamchari Andolan è un movimento popolare guidato da Bezwada Wilson, uno dei suoi co-fondatori. All’età di 15 anni, Wilson ha iniziato a riflettere sulla vita degli spazzini manuali, essendo nato in una famiglia addetta a questa occupazione. Fu così che qualche tempo dopo, nell’arco di tre anni (dal 1982 al 1985), per iniziativa di persone unite dalle stesse intenzioni, è nato il Safai Karamchari Andolan: non una tipica ONG registrata ma un movimento che dava voce all’angoscia della gente.

Secondo Wilson, il movimento è stato ispirato da B. R. Ambedkar, nato nel 1891 in una famiglia Mahar (una delle tante comunità classificate tra le caste più emarginate). Per emanciparsi dedicò la sua giovinezza allo studio e criticò aspramente la maggior parte dei politici del suo tempo, che per quanto progressisti raramente percepivano come esseri umani le persone chiamate spregiativamente intoccabili. Ambedkar riteneva che le caste “classificate” come tali, dovessero abbandonare collettivamente e definitivamente questo genere di occupazioni. Così facendo, sosteneva, avrebbero riaffermato la convinzione che la democrazia non risiede nella piccola élite al potere, ma nelle masse della gente comune, la maggior parte delle quali proviene da un gruppo di caste emarginate.

Complicità governativa

L’organizzazione rifiuta di collaborare con le varie organizzazioni governative e non governative, a meno che non siano disposte ad impegnarsi per sradicare definitivamente lo scavenging manuale. Secondo Wilson, la maggior parte delle organizzazioni enfatizza il vittimismo dei lavoratori dei servizi igienico-sanitari, cosa a cui lui e l’organizzazione si oppongono. E’ successo infatti che alcuni governi statali abbiano cercato di  avvicinarlo, sperando che il movimento fosse disposto a seguire le loro condizioni, invece delle richieste della gente.

Il Safai Karamchari Andolan critica i ministri che spesso parlano del benessere delle caste registrate, ma evitano di impegnarsi per eliminare radicalmente la piaga di questo lavoro. “Quei ministri che ogni tanto prendono una scopa e puliscono un certo luogo solo per farsi fotografare… finiscono per glorificare un’occupazione che le persone sono costrette a fare”, ha detto Wilson.

La defecazione in India è un problema molto serio oltre che specifico, al quale l’amministrazione ha cercato di porre rimedio fornendo alle famiglie dei servizi igienici. Tuttavia ci sono molte persone che ancora si aggrappano al concetto di purezza per cui si rifiutano di defecare nelle loro case, delegando alle persone appartenenti alle comunità delle caste inferiori il compito di rimuovere manualmente i rifiuti umani.

In occasione del recente Vertice del G20, si è potuto notare come il governo abbia fatto di tutto per far apparire la capitale Nuova Delhi esteticamente più gradevole ai delegati stranieri. Ciò è avvenuto a spese dei lavoratori, la maggior parte dei quali sono immigrati provenienti da comunità emarginate. Vergognandosi dei propri concittadini, i ministri si sono affannati a rimuovere i mendicanti e i senzatetto dalle strade. Le baraccopoli sono state drappeggiate con un telo verde, in modo da non essere visibili ai delegati in visita.

Ostacoli al cambiamento

Per quanti appartengono alle caste classificate è difficile cambiare professione, perché gravati dallo stigma sociale. Harsh Mander, un avvocato di Delhi che ha lavorato per la causa degli addetti alle pulizie, sottolinea il fatto che anche quando le persone hanno cercato di abbandonare questa occupazione, sono state ostracizzate. Per esempio nella città di Meerut un uomo ha iniziato a vendere verdure, ma la gente non comprava nulla da lui.

“È stato quindi costretto a tornare a fare lo stesso lavoro manuale, perché nessuno era disposto a comprare da lui”, ha spiegato Harsh Mander. “In questo caso, non si può ricorrere a nessuna azione legale, perché non si tratta di insulti”.

I diversi gruppi del movimento attivi nei vari stati, chiedono al governo di far rispettare la legge che vieta questo lavoro. Wilson e il suo movimento, che comprende ex lavoratori dei servizi igienici che hanno abbandonato l’occupazione, hanno promosso una quantità di petizioni legali e mobilitazioni in simultanea nelle varie situazioni.

Il movimento ha gradualmente guadagnato slancio e ha permesso a molti addetti alle pulizie di fare i conti con le condizioni disumanizzanti del loro lavoro.

Progressi solo sulla carta

Una legge approvata nel 2013 ha messo fuori legge tutte le pulizie manuali dei rifiuti umani. Ha reso punibile il reato di costringere qualcuno nel lavoro di scavenging manuale. Ma non è stata attuata correttamente. Poi, nel 2014, la Corte Suprema ha ordinato a tutti gli Stati di abolire questa occupazione e di riabilitare i lavoratori. Nessuno è stato denunciato, anche nel caso dei tanti lavoratori deceduti.

All’inizio di quest’anno, il ministro delle Finanze ha proclamato che ci sarà una radicale trasformazione del sistema fognario e delle fosse settiche in ogni città e paese, che saranno pulite con un processo meccanico piuttosto che ricorrendo all’immersione degli addetti alle pulizie. Ma non si è fatto alcun progresso.

Il Safai Karamchari Andolan ha sottolineato che il governo non ha indicato alcuna scadenza precisa entro la quale completare questa transizione, né è stato previsto un budget specifico all’interno della finanziaria per garantire un impiego alternativo per la riabilitazione degli addetti alle pulizie.

Recentemente, il 21 ottobre, la Corte Suprema dell’India ha dato precisi mandati ai governi nazionali e statali per garantire che la pratica dello scavenging manuale sia completamente sradicata e che nessuna persona debba più entrare nelle fogne per nessun motivo. È stato inoltre ordinato loro di riabilitare completamente gli addetti alle pulizie, garantendo un impiego e l’istruzione dei loro figli. Il Governo ha inoltre espresso la volontà di aumentare le indennità destinate ai dipendenti di coloro che sono morti di manual scavenging.

Anche se questa è una notizia straordinaria e una conferma che l’agitazione dei lavoratori del settore igienico-sanitario sta funzionando, Wilson pensa che le semplici indicazioni del tribunale non saranno sufficienti. Secondo Wilson, ci sono state leggi e decisioni favorevoli del tribunale, ma la mancanza di volontà politica ha reso illusorie queste apparenti vittorie. Per assicurarsi che le indicazioni vengano rispettate, ha già annunciato altre manifestazioni. Inoltre, le diverse affiliazioni del movimento nei vari stati informeranno le famiglie delle vittime circa i loro diritti, che potranno essere richiesti collettivamente.

“Spesso ci viene detto che i passi che stiamo facendo sono inutili e che non saranno fruttuosi, ma a noi non importa”, ha detto un organizzatore del Safai Karamchari Andolan, che ha chiesto di rimanere anonimo per timore della sua sicurezza. “La nostra dedizione alla causa non sarà scossa, rimarremo uniti nella lotta per i nostri diritti e continueremo a sollevare le nostre richieste”.


Fonte: Waging Nonviolence, 9 novembre 2023

https://wagingnonviolence.org/2023/11/india-manual-scavengers-major-legal-victory/

Traduzione di Daniela Bezzi per il Centro Studi Sereno Regis


 

 

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