Nuovi modelli di conflitto

Lo spirito di Bandung e Panchsheel per Russia e Ucraina

Marilyn Langlois

Il Cerchio non sarà infranto? Far rivivere lo spirito di Bandung e Panchsheel

“Detesto l’impero USA, e amo la repubblica USA” — Johan Galtung

I cerchi evocano mutua accettazione, auto-rispetto, e collaborazione costruttiva. Le linee rette possono dividere. Considero il gioco popolare “tiro-alla-fune”, in cui due squadre tengono le estremità opposte di una fune tesa al centro su un segno per terra tirandola ognuna verso di sé finche i più forti fanno superare il segno ai più deboli. O vincitori giubilano trionfanti mentre i perdenti ciondolano la testa delusi e poi se la scrollano via ridendo; dopo tutto è solo un gioco.

Ce n’è un’altra versione, virtualmente sconosciuta: le estremità di una lunga fune si legano assieme per formare un cerchio a terra; i giocatori ci siedono attorno afferrando la fune stretta fra le mani. La sfida consiste nell’alzarsi tutti contemporaneamente senza mollare la fune. Siamo così condizionati a cercare gare di vincitori e perdenti che qualcuno potrebbe chiedersi dove sta il bello in una gara così. Beh, lo si provi e si vedrà che non è così facile, e quando ci si riesce si prova un senso di realizzazione!

E se una squadra in gara in versione competitive non gioca onestamente, usando una macchina nascosta per amplificare la forza dei suoi membri? Questo è quel che vediamo oggi con l’apparato militar-monetario dell’impero anglo-americano che mira a squilibrare qualunque nazione sfidi la propria egemonia.

Cynthia Chung sostiene che i britannici abbiano ricuperato la propria precedente prole ribelle usando il “rapporto speciale” USA/UK per istituire un impero rinnovato. Continua la colonizzazione economica, sostenuta da reti finanziarie, operazioni segrete CIA/MI6, centinaia di basi militari USA [i] che punteggiano il globo in oltre 85 paesi. Il sole non tramonta mai sul moderno impero anglo-americano.

La repubblica degli Stati Uniti, istituita con una robusta costituzione per assicurare equità e sovranità, ha visto ripetutamente sovvertiti i propri principii fondativi. Dopo aver ucciso il patrocinatore dell’attività bancaria pubblica Alexander Hamilton nel 1804, l’agente britannico Aaron Burr fondò la Banca privata di Manhattan, dando vita a Wall Street come tentacolo USA della City di Londra, quell’entità opacamente governata di un miglio quadrato entro il capitale del Regno Unito, il cui impero finanziario s’estende su tutto il globo, compresi numerosi reticenti paradisi fiscali [ii].

In seguito alla morte di Franklin Roosevelt nel 1945 in circostanze discutibili (non ci fu mai un’autopsia), la sua visione di coesistenza pacifica e la fornitura di prestiti a basso tasso d’interesse senza condizionalità a paesi per la costruzione della loro resilienza, furono dirottate, risultando in un arraffare neocoloniale di risorse mediante il FMI e la Banca Mondiale che ha lasciato molte nazioni indebitate a fondo e impoverite. Churchill e Truman dichiararono la Guerra Fredda nel 1946, trasformando l’URSS da alleato a nemico dalla sera alla mattina.

Gli USA oggi hanno la faccia dell’impero mentre accolgono la collusione del loro progenitore in innumerevoli atti efferati. Il MI6 UK ha contribuito a creare i famigerati Caschi Bianchi, che si atteggiano a “difesa civile” essendo di fatto allineati ai gruppi terroristici sostenuti dagli USA in Siria, e recentemente utilizzati con indifferenza per sabotare la Siria sotto copertura di “soccorso sismico”. Un anno fa, quando Russia e Ucraina erano lì lì per finalizzare un accordo di pace, l’allora primo ministro UK Boris Johnson volò a Kiev per far naufragare la trattativa e insistere che l’ Ucraina continuasse a combattere. Il presidente dell’Azerbaijan Aliyev rispose a una domanda accusatoria sulla libertà di stampa posta da un reporter BBC esponendo l’ipocrisia UK nell’ assoggettare alla carcerazione e alla tortura Julian Assange per le sue attività giornalistiche (che mettevano a nudo i crimini di guerra USA).

L’eccezionalismo percepito dagli USA ha giustificato i loro sforzi di esercitare il controllo su numerosi altri paesi mediante colpi di stato, assassinii, invasione militare, sovversione dissimulata, frodi elettorali, effettuati o tentati. Alcuni esempi da quando campo sono l’Angola, l’Argentina, l’Australia, la Bjelorussia, il Brasile, il Cile, il Congo, Cuba, l’Etiopia, la Georgia, la Grecia, Grenada, il Guatemala, Haiti, l’Iran, l’Italia, la Corea, la Libia, il Nicaragua, il Perù, la Russia, il Rwanda, la Siria, l’Uganda, l’Ucraina, il Venezuela, il Vietnam, la Jugoslavia, e senza dubbio altri. Quale altro paese ha una tale fedina?

Altre nazioni hanno trovato modi per resistere agli impulsi egemonici USA/UK. Un antidoto all’imperialismo apparve nella spesso dimenticata Conferenza di Bandung del 1955, precursora del movimento dei non-allineati nella Guerra Fredda, tenutasi in Indonesia, dove più della metà della popolazione mondiale era rappresentata nel loro appello al diritto di autodeterminazione.

Parteciparono Afghanistan, Birmania, Cambogia, Ceylon [poi Sri Lanka], Cina, Cipro, Egitto, Etiopia, Costa d’Oro [poi Ghana], India, Indonesia, Iran, Iraq, Giappone, Giordania, Laos, Libano, Liberia, Libia, Nepal, Pakistan, Filippine, Arabia Saudita, Sudan, Siria, Thailandia, Turchia, Sud e Nord Vietnam, e Yemen.  La conferenza mirava a promuovere la cooperazione economica e culturale afro-asiatica e ad opporsi al colonialismo o neocolonialismo da parte di qualunque nazione, ispirata dallo spirito del Panchsheel, ossia Cinque Principii di Coesistenza: mutuo rispetto per l’integrità territoriale e la sovranità, mutua non-aggressione, mutua non-interferenza, uguaglianza e mutuo beneficio, e coesistenza pacifica.

Gli USA hanno tentato di dipingere la Russia come l’unico malfattore in Ucraina, ma il Sud Globale non se la beve, sempre più insofferente all’interferire dell’impero anglo-americano col proprio peso. Molteplici risoluzioni dell’Assemblea Generale [ONU] per condannare le azioni della Russia hanno ricevuto solo sostegno minoritario dalla popolazione mondiale. Il ministro degli esteri dell’Uganda Jeje Odongo ha osservato:

Noi siamo stati colonizzati e abbiamo perdonato chi ci ha colonizzato. Adesso  i colonizzatori ci chiedono di essere nemici della Russia, che non ci ha mai colonizzato. E’ equo? Non per noi”.

La posizione della Cina su una risoluzione per l’Ucraina richiama i principia della Conferenza di Bandung e riflette punti sollevati dai leader del Sud Globale che stanno resistendo al bullismo USA.

Lo spirito di Bandung e Panchsheel

Di Government of Indonesia – <a rel=”nofollow” class=”external text” href=”http://www.unesco.org/new/en/communication-and-information/memory-of-the-world/register/full-list-of-registered-heritage/registered-heritage-page-1/asian-african-conference-archives/”>UNESCO</a>, Pubblico dominio, Collegamento

Neppure un disastro umanitario massimo come il recente terremoto in Siria e Turchia ha potuto ammorbidire il cuore glaciale dell’Occidente. Fino a inizio marzo chi ha inviato aiuti a Damasco (per tutta la Siria, non solo per l’angolo di Siria che gli USA occupano e da cui rubano il suo petrolio)?: Algeria, Armenia, Bangladesh, Bjelorussia, Cina, Cuba, Cipro, Ungheria, Iran, Giordania, Libia, Russia, Arabia Saudita, Sudan, Turkmenistan, Tunisia e Venezuela.  E chi invece no? USA, UE e tutti gli alleati USA compreso il Canada non hanno inviato nulla per le zone gravemente colpite di Latakia e Aleppo.

I tentativi USA di menomare economicamente la Russia stanno mostrandosi controproducenti, mentre i paesi BRICS s’espandono, l Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e l’Unione Economica Eurasiatica intensificano gli scambi con la Russia e lavorano allo sviluppo di una nuova valuta commerciale globale basata su una combinazione di valute nazionali e valori mercantili: un modello di finanza cooperativa multi-polare per estromettere gradualmente l’egemonia unipolare del petrodollaro del cartello bancario anglo-americano. L’Africa sta ruotando via dagli USA, e unendosi ai crescenti sforzi mondiali di costruire un’unità contro l’imperialismo nel 21° secolo, riorientando risorse al miglioramento delle condizioni di vita anziché alla costruzione di armamenti, che uccidono persone e acuiscono le ostilità.

Né i governanti USA né UK sanno apparentemente reggere la nozione di esistere su una base uguale agli altri paesi, permettendogli di determinare le proprie politiche e i propri dirigenti e offrendosi di commerciare e collaborare in modi reciprocamente vantaggiosi. Eppure le loro popolazioni e quelle degli altri alleati UE, che pagano anch’essi il prezzo dell’impero, sarebbero senza dubbio ben disposti in proposito. Nei mesi recenti sono proliferate le proteste negli USA e in Europa contro l’escalation della guerra.

Fra non molto gli USA potrebbero non avere altra scelta che accettare un proprio ruolo da repubblica fra le altre nella famiglia globale delle nazioni. E perché no? Guardiamo l’esempio dell’Impero Absburgico che dominava e sfruttava molta parte dell’Europa centrale e orientale, con scorrerie in Messico. In seguito alla Prima guerra mondiale il suo centro di potere a Vienna fu ridotto a capitale della piccola repubblica d’Austria, dove peraltro la vita procede, e neppure così male.

L’Austria tuttavia dovrebbe prendere in considerazione una riconferma della propria neutralità, abbandonata l’anno scorso per approfondire la sua amicizia con gli USA e la NATO. Gli amici non si lasciano andare in giro ubriachi. La dirigenza USA è assatanata da molto dalla presa del potere. La Germania ne è esposta in quanto impotente stato vassallo degli USA, restando in silenzio quando il suo “amico” yankee l’ha pugnalata alla schiena facendo saltare i gasdotti NordStream, in comproprietà tedesco-russa, con l’aiuto di un altro “amico”, la Norvegia, come rivelato dal leggendario giornalista Seymour Hersh.

I politici di sinistra Sahra Wagenknecht e Oskar Lafontaine, con il patrocinatore del controllo degli armamenti Scott Ritter, si sono appellati alla Germania perché abbia un po’ di rispetto di sé, asserendo la propria sovranità e promuovendo la pace anziché i guerrafondai. Lafontaine spinge per un ristabilimento delle politiche costruttive di distensione di Willy Brandt e la rimozione di tutte le basi militari USA dal suolo tedesco.

Un mese dopo l’esposto di Hersh (ignorato dai grossi media occidentali mainstream), il New York Times, Washington Post, London Times e il tedesco Die Zeit hanno pubbliato un’assurda spiegazione alternativa del sabotaggio del Nordstream che coinvolge alcuni individui “pro-ucraini”, affermando i legami statunitensi-tedeschi e lasciando intendere di poter presto mollare il loro “amico”, l’Ucraina, che appare sempre più perdere contro la Russia.

Il  Metodo TRANSCEND di trasformazione pacifica del conflitto, come formulato da Johan Galtung, comporta l’identificazione degli obiettivi legittimi di ciascun contendente e poi trovare modi creativi per raggiungerli tutti. Per essere legittimo, un obiettivo dev’essere applicabile reciprocamente a tutti i contendenti. Col crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, si trascurò un’importante opportunità per applicare questo metodo, ma non è troppo tardi per riprovarci.

Il diagramma sulle 4 possibili evoluzioni “spontanee” di un conflitto con 2 contendenti secondo Galtung: 1^- vince A; 2^- vince B; 3^- rinuncia/ritirata; 4^- compromesso. Il  metodo TRANSCEND (5^) comporta il trascendimento creativo del compromesso/rinuncia al tentativo di vittoria.

Il politico d’opposizione ucraino Viktor Medvedchuk ritiene la genesi dell’attuale conflitto in obiettivi differenti degli Usa e della Russia, rispettivamente, dopo la Guerra Fredda. Gli USA vantarono vittoria e considerarono Mosca come perdente, avanzando pretese  “sui territori dell’ex-URSS e del blocco Socialista [quale] legittimo bottino di guerra degli Stati Uniti e della NATO…. Quindi l’Ucraina dev’essere vista come sfera d’appartenenza appunto USA e NATO, e per nessun verso della Russia”.

La Russia, d’altro canto, ha cercato un uguale status e sovranità. Gli obiettivi legittimi russi e statunitensi di reciproca sicurezza avrebbero potuto essere conseguiti abolendo la NATO (divenuta obsoleta), [o] portando la Russia nella NATO (come Gorbaciov e Jeltsin avevano cercato di fare) o almeno tenendo fede alla promessa USA del 1991 di non espandere la NATO un pollice verso est. Nessuna di tali misure è avvenuta, a causa dell’obiettivo illegittimo USA affermato nella Dottrina Wolfowitz, di mantenere “la supremazia americana a tutti i costi in un mondo post-sovietico ed estromettere senza complimenti i rivali ovunque possano emergere”.

Gli USA cercano d’indebolire la Russia e sfruttarne le risorse in Eurasia in un rapporto decisamente impari.

Talvolta il tiro-alla-fune tradizionale si disputa a cavalcioni di una grossa pozzanghera fangosa, di modo che gli sconfitti ne escano umiliati, inzaccherati di mota. Quel che vediamo adesso è un tiro-alla-fune globale al di qua e al di là di un profondo abisso apocalittico. La macchina USA/NATO sta logorandosi e la Russia flette i muscoli, determinata a non venir trascinata nell’abisso. Se gli USA chiedessero alla propria squadra semplicemente di smettere di tirare, e facesse un’offerta di unire le due estremità in un cerchio, si potrebbero costruire dei ponti per superare lo spartiacque. I confine dell’Ucraina potrebbero essere pacificamente sistemati sul principio dell’auto-determinazione da parte dei residenti del Donbass che sono stati tempestati di colpi negli ultimi nove anni.

Stiamo su una soglia. La guerra in Ucraina potrebbe far parte delle doglie di un mondo multipolare, multicentrico che emergerà? Pur se i paesi continuerebbero ad avere di fronte molte sfide entro i propri confine, l’attuazione universale in buona fede dei principii del Panchsheel disporrebbero la scena per una coesistenza pacifica in mondo privo di armi nucleari.

Il cerchio non verrà infranto?  fra poco, signore, fra poco.
C’è un mondo migliore in attesa   in cielo, signore, in cielo
(Inno tradizionale)


NOTE:

[1] David Vine, Base Nation, Metropolitan Books, New York, 2016

[ii] Nicholas Shaxson, Treasure Islands, Vintage, London, edizione 2016

Marilyn Langlois è membro di TRANSCEND USA Costa Ovest. E’ organizzatrice volontaria di comunità e attivista solidale internazionale con sede a Richmond, California.  Cofondatrice di Alleanza Progressista di Richmond, membro del Comitato d’azione per Haiti  e membro del consiglio d’ammnistrazione di Task Force on the Americas, è pensionata dopo precedenti impieghi come inesgnante, segretaria, amministratrice, mediatrice e patrocinatrice di comunità.

 

EDITORIAL, 13 Mar 2023

#787 | Marilyn Langlois – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

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