Ciao Fulvio! Il Movimento No Tav piange la scomparsa di un suo storico attivista

Daniela Bezzi

A poche settimane dalla scomparsa di Anna Maria Geninatti Prin, tra le anime più presenti e attive del Presidio di San Didero, il movimento No Tav piange la morte di un altro storico attivista, Fulvio Tapparo, 72 anni, investito da una macchina poco dopo le sette di sabato sera (21.1.2023) di fronte al Presidio di Venaus dove viveva da tempo.

L’incidente è avvenuto mentre stava per raggiungere la sua auto posteggiata al di là della strada: è stato investito da una lancia Y mentre attraversava quel tratto di provinciale 210 così scarsamente illuminato, che collega Susa con Novalesa e poi il Moncenisio, per il quale erano state ripetutamente richieste in passato delle strisce pedonali, o almeno qualche dosso dissuasore di velocità… le solite diatribe circa ‘cosa spetta a chi’ avevano impedito qualsiasi intervento precauzionale.

Difficile in effetti immaginare come si sia potuto verificare l’incidente: “Fulvio non era un tipo avventato” mi fa notare per telefono un compagno che lo conosceva bene. “E quel tratto di strada è un rettilineo, erano passate le sette di sera, quindi, senz’altro era già buio da tempo, ma si presume che l’auto avesse i fari accesi: davvero non mi spiego come Fulvio non possa essersi accorto della macchina che stava per arrivare”. L’urto dev’essere stato in ogni caso molto forte, perché dopo aver trascinato il corpo per parecchi metri, anche il parabrezza dell’auto risultava sfondato – così riferiscono coloro che appena ricevuta la notizia si sono precipitati a constatare l’accaduto.

A nulla sono serviti i soccorsi, il corpo di Fulvio Tapparo è attualmente oggetto di accertamenti a Susa e la date delle esequie è stata fissata per sabato mattina, 28 gennaio: la salma sarà prelevata alle 13.30 dall’ospedale di Susa e farà tappa per qualche minuto in Piazza d’Armi, in modo da permettere alle auto dei tanti amici e compagni presenti di incolonnarsi lungo la strada verso il Presidio di Venaus dove dalle 14 in poi è prevista la commemorazione, con l’ultimo saluto che Nicoletta Dosio pronuncerà a nome di tutti. 

Da sabato sera e per tutti i giorni successivi, è stato un susseguirsi di messaggi sulla varie chat e canali social del Movimento NoTav: messaggi di condoglianze, costernazione, affetto, anche da fuori valle, da Ravenna, Roma, Milano, Villarodin Bourget, Santander… Oltre a essere una risorsa preziosissima, una vera e propria ‘colonna’ per tutte le iniziative che scandiscono durante l’anno l’agenda del Movimento NoTav e dei vari Presidi in Val Susa, “una risorsa insostituibile dell’Associazione La Credenza di cui era attivista fondatore” (grazie alle non comuni capacità manuali, costruttive, relazionali che era in grado di mettere al servizio della collettività con la più totale semplicità), Fulvio Tapparo era infatti una figura molto nota e amata anche fra quanti frequentavano sporadicamente la valle, e che soprattutto d’estate, durante il Festival dell’Alta Felicità, avevano spesso goduto della sua compagnia, ospitalità, racconti: racconti di viaggio (perché sia per lavoro che per piacere aveva viaggiato non poco), e rievocazioni di momenti di particolare tensione e repressione, nel corso della lunga storia di resistenza al Tav.

Come nel caso di una bellissima testimonianza che è stata condivisa ieri da Ezio Bertok, alla cura del prezioso archivio del Controsservatorio Val Susa: “quattro minuti di video in cui Fulvio nel 2015 mi raccontava della carta di identità stampata sulla sua maglietta e della sorveglianza assillante della Digos durante la trasferta in bici a Bagnaia Arsa, per partecipare al V* Forum sulle grandi opere inutili e imposte.” Riprese che sono state poi allegate agli atti della sessione del Tribunale Permanente dei Popoli, che restano consultabili nel sito del Controsservatorio e che decisamente vale la pena rivedere:

 

Tra i tanti, tantissimi messaggi che continuano ad arrivare anche mentre sto per chiudere queste note, non poteva mancare il lungo, commosso e bellissimo saluto sulla pagina facebook di Nicoletta Dosio, che riportiamo integralmente.


 

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