Vertice climatico ONU: potere popolare contro i dinosauri dei combustibili fossili

Autori
Amy Goodman e Denis Moynihan


Vertice climatico ONU

Il vertice climatico ONU noto come COP26 si è riunito a Glasgow, Scozia, dopo un ritardo di un anno causa pandemia Covid-19. La Conferenza (delle Parti – COP) è una procedura figlia della UNFCCC (Ossatura di Convenzione ONU sul Cambiamento Climatico). Ma il Regno Unito che l’ospita quest’anno ha eretto barriere d’ingresso tali da risultare insormontabili per molti attivisti e osservatori dal Sud globale. I critici fan notare che questa sarà la CoP s più bianca e privilegiata dalla prima del 1992, causa l’apartheid vaccinale e i requisiti ostruttivi UK per il visto. Si stima che 30mila persone siano converse su Glasgow per partecipare al vertice e stanno arrivandoci migliaia di attivisti per la giustizia climatica perlopiù dall’Europa, per organizzarsi all’esterno del complesso del vertice, esigendo azione.

“Questo vertice è stato reclamizzato come il vertice climatico degli 1,5 gradi” ha detto del notiziario di Democracy Now! Asad Rehman, direttore esecutivo di War on Want (Guerra all’Indigenza) e primo portavoce per la Coalizione COP26, che sta organizzando una grossa marcia con raduno a Glasgow seguita da un controvertice di quattro giorni. “Su quell’obiettivo si sta chiudendo la finestra, e se fallito ci avviterà in un cambiamento climatico catastrofico. Ma la realtà è che i leader mondiali, particolarmente dei paesi più ricchi, arrivano con impegni così deboli che questo lo si potrebbe chiamare tranquillamente il vertice di 3 gradi”.

“1.5 gradi” si riferisce a quanto _ in scala Celsius – il riscaldamento globale antropogeno aumenterà la temperatura superficiale media della terra rispetto all’era pre-industriale. L’obiettivo principale dell’Accordo di Parigi era limitare tale aumento entro 1,5°C (2.7°Fahrenheit). Se si coglie quell’obiettivo, dice la scienza, gli impatti del cambiamento climatico potrebbero effettivamente essere fermati e addirittura invertiti. Se superiamo la soglia degli 1,5 gradi, le conseguenze saranno invece probabilmente irreversibili.

Dipti Bhatnagar, coordinatrice per la giustizia climatica e l’energia presso Friends of the Earth International, è una di quelle/-gli attiviste/i per le/i quali l’ingresso nel Regno Unito per il vertice si è dimostrato quasi impossibile. Ha parlato a Democracy Now! da Maputo, Mozambico:

“L’organizzazione di questa CoP è stata condotta molto deliberatamente dal governo del Regno Unito per essere questo spazio davvero escludente, sapendo che se non è presente la società civile progressista del Sud globale per tenere responsabili le persone nelle sale del potere, è molto più facile per loro cavarsela con i mercati del carbonio, senza mettere sul tavolo la finanza o le riduzioni di emissioni”.

Lo “zero netto”, secondo un recente rapporto di Friends of the Earth ed altri, è “un grosso raggiro” nient’altro che “schemi…per mascherare l’inerzia, rifilare l’onere dei tagli delle emissioni e dell’evitare l’inquinamento a comunità storicamente sfruttate”.

Brianna Fruean, un’attivista climatica 23enne di Samoa, ha parlato alla sessione d’apertura della COP26, implorando un’azione climatica atta a salvare la sua nazione insulare piatta e bassa nel Pacifico dalla distruzione ad opera del livello oceanico montante.

“Nel recente rapporto IPCC [il Comitato Intergovernativo ONU sul Cambiamento Climatico, un consorzio di migliaia di climatologi da tutto il mondo], le proiezioni sono che gli atolli bassi hanno circa un decennio [di affioramento sul mare]”, ha detto Brianna Fruean a Democracy Now! “Un decennio se siamo fortunate, per la traiettoria su cui ci troviamo. Per le nostre isole più piccolo, vuol dire la fine”.

Alla COP15 a Copenhagen nel 2009, l’allora Segretaria di Stato Hillary Clinton annunciò con gran fanfare che le nazioni ricche avrebbero creato un fondo di 100 miliardi di $ annui entro il 2020 per aiutare le nazioni più povere ad adattarsi al clima in cambiamento e strutturare economie mosse da energie rinnovabili.  “E adesso arrivano con sostanzialmente un quinto di quanto promesso sul tavolo; di cui l’80% in prestiti con relativo debito”, ha detto Rehman, aggiungendo: “Stanno spostando le paline degli obiettivi sulla finanza. Sappiamo che è in arrivo il cambiamento; ma adesso la sola lotta è su che tipo di cambiamento sarà?”

L’Accordo di Parigi non cita neppure il carbone, il petrolio o il gas, motivo per cui è sorto un movimento per un trattato di Non-proliferazione di Combustibili Fossili, modellato sul trattato di non-proliferazione [d’armamento] nucleare.

Molta dell’energia e direzione nel movimento per la giustizia climatica proviene da giovani di tutto il mondo. Greta Thunberg, la svedese 18enne che ha innescato il movimento di sciopero studentesco globale Fridays for Future, ha criticato aspramente i negoziati sul clima che di trascinano da decenni a una “Pre-COP” a Milano il mese scorso:

“Ricostituire meglio, blah, blah, blah. Economia verde, blah, blah, blah. Zero netto entro il 2050, blah, blah, blah….Ecco tutto quel che sentiamo dai nostril cosiddetti capi. Parole lusinghiere che però finora non hanno indotto alcuna azione. Le nostre speranze e i nostril sogni annegano nelle loro parole e promesse vacue”.

Queste leader giovanili globali, comprese Brianna Fruean di Samoa e Vanessa Nakate dell’Uganda, recano con sé esperienze personali dirette con l’emergenza climatica e un profondo impegno per organizzarsi intersezionalmente e per la giustizia globale nel proprio lavoro.

“Adesso tocca alla gente” ha concluso Asad Rehman; “il potere del popolo è l’unica soluzione che resta”.


Ascolta l’audio originale

Amy Goodman e Danis Moynihan

Amy Goodman è la conduttrice di “Democracy Now! un notiziario quotidiano TV/radio di un’ora in onda su oltre 900 stazioni in NordAmerica. E’ l’autrice di Breaking the Sound Barrier, pubblicato come paperback e attualmente un best-seller del New York Times.

Denis Moynihan è cofondatore di Democracy Now! Dal 2002 partecipa alla distribuzione, allo sviluppo infrastrutturale mondiale dell’ organizzazione, e al coordinamento di complesse trasmissioni dal vivo da vari continenti. Viive a Denver dove sta sviluppando una nuova stazione radio comunitaria non-commerciale.


ENVIRONMENT, 8 Nov 2021 | Amy Goodman and Denis Moynihan | Democracy NOW! – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


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