Là dove c’erano i prati

Autore
Andrea Bazzini


Storie. Nella periferia di Torino, là dove c’erano i prati, un comitato cittadino si batte contro la realizzazione di un nuovo quartiere che cancellerà, appunto, i prati di Parella

là dove c'erano i prati

Torneranno i Prati, recitava il titolo di un film dell’indimenticabile Ermanno Olmi. Ma qui a Parella, quartiere nella periferia ovest di Torino, gli ultimi fazzoletti verdi rischiano di essere spazzati via per sempre dalle ruspe e dal cemento. Il Piano Regolatore Generale della città classifica infatti i prati di Parella (tre di proprietà privata, altri tre del Comune di Torino) come Zona Urbana di Trasformazione, in cui sono ammessi interventi di «radicale ristrutturazione urbanistica e di nuovo impianto».

TUTTO PARTE DA QUI. NONOSTANTE il quartiere sia quasi privo di aree verdi, il Programma Integrato del 2009 delle società immobiliari Diorama Srl, Spirea Srl e Multigestim Srl – con cui il Comune ha stipulato una convenzione nel 2010 – e la variante 283 del 2018, entrambi approvati dal Consiglio Comunale, prevedono la realizzazione di nove palazzi dai quattro ai nove piani, una struttura per residenza convenzionata e un centro commerciale con relativo parcheggio e viabilità ad esso funzionali, questi ultimi già realizzati.

IN UNA CITTA’ TRA LE PIU’ INQUINATE e urbanizzate d’Italia (65% di superficie impermeabilizzata, dati Ispra 2019) e nonostante le decine di migliaia di alloggi vuoti o invenduti, l’ingordigia edilizia non conosce limiti o confini, rallentata negli ultimi anni solo dalla crisi economica. Dopo la costruzione di un supermercato nel 2018, alcuni abitanti hanno cominciato a mobilitarsi. Sono venuti a conoscenza dell’intenzione da parte dell’Amministrazione, poi confermata dalla stampa, di costruire un palazzetto per la pallavolo nel terreno pubblico più grande (11 mila mq), affacciato su via Madonna delle Salette.


là dove c'erano i prati

Maria Napolitano è stata la prima a iniziare la protesta, cominciando a confrontarsi con gli altri abitanti e a raccogliere le firme per una petizione, che ha raccolto moltissime adesioni ma è stata accolta con freddezza dalla Circoscrizione. Nonostante il malcontento, c’è chi ritiene che l’erba incolta del prato, associata alla mancata manutenzione da parte del Comune, sia fonte di degrado e che la realizzazione del palazzetto (che peraltro non sarebbe neanche un servizio pubblico, ma avrebbe un accesso a pagamento) potrebbe essere una soluzione.

SEMPRE NEL PRATO DI VIA MADONNA delle Salette dovrebbe sorgere anche uno Studentato per le Universiadi 2025, frutto di una trattativa tra Comune, Università e Regione senza il coinvolgimento della cittadinanza. Il primo giugno 2019 ai prati Parella viene costituito il Comitato Salviamo i Prati che, nell’impossibilità di salvare i terreni privati, focalizza la sua attenzione sul grande prato di via Madonna delle Salette, a rischio per via della destinazione d’uso «a servizi» del Piano Regolatore. «L’obiettivo dell’Amministrazione è incassare gli oneri di urbanizzazione legati agli eventuali progetti – denuncia Maria Cariota del Forum Salviamo il Paesaggio – Torino è fra le città più indebitate d’Italia e le difficoltà economiche diventano il pretesto per giustificare la svendita del territorio e del patrimonio pubblico.

Dalla sindaca Appendino agli assessori all’Urbanistica che si sono succeduti (prima Guido Montanari, poi Antonino Iaria, ndr) non c’è mai stata la disponibilità a valutare soluzioni alternative». Come utilizzare aree già impermeabilizzate e dismesse, numerose anche nella zona, consentendo ai suoli vergini, primo serbatoio di carbonio, di continuare a svolgere servizi ecosistemici fondamentali per la vita sul Pianeta.

DA LUGLIO 2020 E’ IN CORSO LA PROCEDURA di revisione del Piano Regolatore Generale, che invece di focalizzarsi sulla necessità di arrestare in maniera generalizzata il consumo di suolo, privilegia un approccio di tipo compensativo attraverso la realizzazione di aree verdi anche a notevole distanza da quelle occupate. Il Comitato intanto ha cominciato a organizzare iniziative, tra cui diversi flash mob e alcune giornate di sensibilizzazione, e a presentare osservazioni nell’ambito della revisione del Prg, in cui chiede di modificare il Piano definendo il prato di via Madonna delle Salette come Puc – Parco Urbano della Città, cosa che lo renderebbe inedificabile. Intanto è riuscito a convincere il Consiglio a cancellare dal Piano delle alienazioni 2021-23, previste nell’ambito del Documento Unico di Programmazione, la cessione del diritto di superficie 99ennale sull’area in via Madonna delle Salette, non sufficiente però a salvare il prato finché non verrà stabilita l’inedificabilità dell’area.



«PER RAGGIUNGERE QUESTO OBIETTIVO da fine maggio il Comitato si è fatto promotore di una raccolta firme, che sta procedendo bene, per attivare una proposta di delibera d’iniziativa popolare, da presentare in Comune, che converta l’area a verde di prossimità – puntualizza l’esponente di Salviamo il Paesaggio – mentre a inizio giugno è riuscito a far approvare dal Consiglio Comunale una mozione che impegna sindaco e giunta a non autorizzare la costruzione di strutture sul prato di via Madonna delle Salette». Per rafforzare la lotta contro la speculazione immobiliare e finanziaria, domenica 30 maggio è stato sancito un gemellaggio con il Comitato Salviamo il Pratone di San Donato Milanese, che si batte contro la lottizzazione di 20 mila mq di suolo libero. Prossimo appuntamento il 18 luglio con l’urbanista Paolo Pileri per un incontro dal titolo eloquente: Cosa c’è sotto.


Fonte: il manifesto, 15 luglio 2015

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