Perché gli USA sono in caduta – e più velocemente di quanto ci si possa aspettare: una predizione di 40 anni fa che si avvera
La posizione unica, dominante degli Stati Uniti nel mondo post-1945 è ben nota. La mantengono grazie sia a un grandissimo capitale storico di buona volontà e di previa gloria agli occhi di generazioni un po’ in tutto il mondo, sia a militarismo e imperialismo rampanti che hanno distrutto la buona ‘America’ che solevano essere.
La maggior divisione al mondo nei prossimi anni sarà questa: si è sul versante di una protratta dominanza globale USA o si vuol vedere un nuovo mondo multipolare con più equilibrio e gli USA nel ruolo di partner fra uguali?
Secondo me, gli USA non hanno più la capacità di gestirsi efficacemente e trovare soluzioni alla propria crisi multi-dimensionale – di economia, democrazia, cambiamento climatico, dipendenza dalla guerra, polarizzazione sociale, razzismo e in cima a tutto quanto la crisi Covid-19.
Non sapendo guidare sé stessi, nessuno dovrebbe desiderare che gli USA guidino il mondo. Né peraltro ne hanno il diritto.
Mentre i loro alleati, amici e ammiratori diventano sempre più scettici, altri si rivolgono altrove per altri partner – Cina, Russia o Iran.
Mentre gli amici degli USA dovrebbero cercare di aiutarli a uscire dalla dipendenza patologica dalla propria imagine di sé datata, i nemici designato ovviamente non possono farlo perché gli USA semplicemente non ascolterebbero. Stranamente, anche questi paesi avrebbero bisogno degli USA e ne hanno cercato una costruttiva cooperazione, ma invano.
Il fatto è che nessuno minaccia gli USA (e certo non la Russia con neppure l’8 % della spesa militare NATO. Gli USA sono diventati il proprio peggior nemico ma incolpano altri dei propri problemi.
Purtroppo pare che non ci sia neppure un ministero degli esteri fra i paesi EU/NATO che abbia almeno pensato di sviluppare una strategia per l’Occidente post-dominazione USA.
Paesi come la Cina, altri dei BRICS e molti altri stanno costruendo un nuovo ordine mondiale. Perciò l’Occidente si disferà del tutto, o sue parti saranno ancora in grado di salvare il salvabile e transitare nel futuro ordine mondiale multipolare?
Le chance di un “sì” a questa domanda stanno diminuendo giorno per giorno.
L’elenco sottostante di venti punti è stato scritto molto prima del dibattito dei candidati presidenziali del 29 settembre (sarebbe offensivo per i bambini dire che si sono comportati in modo infantile). Ma il dibattito non ha fatto che confermare quei punti – e il semplice punto che non importa molto se il prossimo presidente USA sarà Trump o Biden. Si tratta del sistema, sciocchi! E sta andando veloce alla fine. È un valido punto teoretico-intellettuale che non si possano far valere caratteristiche tratte dalla psicologia – essenzialmente scienza dell’individuo – ad aggregate molto più grossi come popoli, nazioni, o il sistema globale. Questa è la fallacia dei livelli.
Ciò detto, proviamo comunque qualche pizzico di “psicologizzazione” per renderla più agevole al lettore.
- Tutti gli imperi crollano, prima o poi – il più recente fu l’Unione Sovietica, e USA/Occidente non hanno saputo fronteggiare la situazione da quando il caro nemico è scomparso. Tutti gli imperi emergono, crescono, raggiungono un punto apicale, un culmine – e poi cominciano a perderlo scivolando in un declino relativo (ad altri che montano) e poi cadono. Piuttosto come nella vita degli individui.
- Strafare o non se ne avrà abbastanza – non c’è nessuno e nulla che non si voglia cercare di influenzare, dominare o controllare.
- Hubris – possiamo cavarcela con qualunque cosa, siamo grossi e potenti. Può funzionare per un po’, poi la realtà s’impone.
- Eccezionalismo – possiamo fare quel che nessun altro sa fare perché siamo quel che siamo – e possiamo dire agli altri di non fare quel che facciamo noi. Siamo al di sopra della legge cui gli altri devono sottostare, facciamo guerre per buoni fini mentre gli altri le fanno per cattivi scopi e anzi sono cattivi; questo perché noi siamo buoni e abbiamo Dio dalla nostra.
- L’insopportabile levità della routine – è andato tutto così bene per tanto tempo grazie alla nostra influenza pervasiva che plasma menti e stili di vita con i media, i film, la cultura, le arti – Hollywood e il resto. Fintanto che il resto del mondo ti considera un ideale da imitare – l’americanizzazione – va tutto liscio.
- Il problema del numero Uno – cioè se si è (o si crede di essere) il numero Uno in una graduatoria non c’è nessuno cui guardare per imparare e si finisce per diventare un insegnante, maestro, dittatore, in modo più o meno arrogante “verso il basso”. Se si è il numero 37, ce ne sono altri 36 da cui imparare come abbiano fatto meglio di sé. Comunque, prima o poi, gli “allievi” smettono di ascoltare e obbedire al Maestro – La Voce del Padrone, per così dire.
- Attività missionariao ‘missione civilizzatrice’ – si tenta ad absurdum di formare altri alla propria immagine, devono diventare come noi. Il nostro modo di pensare è universalizzabile. Il mondo dovrebbe adattarsi a noi , non noi al mondo. Ricordate chi era il Primo Mondo (il Secondo e il Terzo) prima?
- La legittimità agli occhi degli altri pian piano scompare – ce la si può cavare una volta o due con atti cattivi, ma quando diventano una consuetudine gli altri cominciano a pensare. Col passare del tempo, il proprio potere normative viene eroso, e ci si affida sempre più alla forza bruta – quella militare. Paese mio, giusto o sbagliato, manda i marines!
- Ultramilitarizzazione – il Sistema ha bisogno di una guerra più o meno con regolarità; il che vuol dire che si ha sempre bisogno d’immagini di nemici (inventati o reali). Come un drogato ha bisogno della sua dose. Gli USA non possono sicuramente fare a meno di nemici. Il problema è che il colosso militare detto Complesso Militar-Industriale Mediatico Accademico (CMIMA) pretende sempre di più – anche in tempi in cui l’economia non può sostenerne l’onere. (Come non poteva l’URSS negli anni 1970 e 1980). E il coronavirus indebolisce ancor più l’economia.
- Autismo in aumento, negazione del mondo realep iù Pensiero di Gruppo – “funzionava tutto così bene in passato, non può esser vero che non si possa continuare a fare null’altro che quel che si era soliti fare. (Allora iniziamo una nuova Guerra Fredda, stavolta contro la Cina). Pensiero di Gruppo vuol dire che un gruppetto di persone sviluppa col tempo una visione comune del mondo che respinge qualsiasi altro pensiero dall’esterno e si convince di aver ragione mentre tutti gli altri hanno torto. Il problema è che non sanno di stare in quel ristorante sul Titanic USA, con la musica che suona così bene…
- Affaticamento socio-politico (come di metallo) – qualcosa è robusto da molto tempo ma improvvisamente mostra una crepa, e poi un’altra. Improvvisamente accade ripetutamente l’impensabile, o quanto meno l’inverosimile e l’imprevisto. E i vecchi strumenti non possono sistemare i problemi.
- Mancanza di visione e di nuova dinamica pionieristica – del tipo che fa sì che altri vogliano seguirti spontaneamente. A poco a poco, ogni segnale si trasmette è negative o distruttivo.
- L’antica energia vitale positive si ritrae (come in bassa marea), e sopraggiunge la paranoia – come la persona sempre più vecchia e acciaccata che sente il mondo voltarle le spalle e si fa irragionevole. C’è nel mondo odierno un qualche paese importante con cui gli USA di Trump non abbiano qualche tipo di conflitto, fosse ben amico o alleato? Subentra la paranoia – “Tutto il mondo ci è contro… vediamo nemici tutt’attorno – il mondo non ci capisce più. Ma gli impartiremo una lezione…”
- Stagnazione e anti-intellettualismo – si continua a fare quel che prima funzionava, come risolvere ogni problema militarmente e diventando progressivamente incapaci di pensare. A chi ha solo un martello nella scatola degli attrezzi, tutti i problemi che si presentano si sistemano a martellate… Quindi, non si permetta alcunché di nuovo, non si tolleri la diversità, e si reprimano le voci critiche.
- Svaniscono i poteri normativo e culturale – crolla la percezione altrui dei valori dell’Impero come buoni ed equi e come componenti di una visione. Ci s’imbarca verso un futuro senza diktat e/o protezione dell’Impero per costruire un nuovo ordine mondiale (di cui gli USA non vogliono sentir parlare o cui non lascerebbero partecipare i propri subordinati).
- Sovrestensione mediante autoesaltazione – ci si impegna in conflitti e guerre che non si ha possibilità di vincere, perdendo sempre più il senso della realtà e della propria forza rispetto ad altri.
- Dipendenza [patologica] & unidimensionalità– dato che l’unica scala di potenza in cui si è “secondi a nessuno” è quella militare, la si usa dove altri mezzi sarebbero molto più efficaci ed economici oltre a creare rispetto su scala mondiale. Sfuma la diplomazia – mancando di carote, si usa un bel bastone.
- Decadenza, illusionie bugie – il segretario di Stato, Pompeo, si è effettivamente vantato che faccia parte della tradizione americana “ingannare, rubare e mentire” – in altre parole, marciume morale. Finzione ed omissione, una lotta per ciò su cui gravita davvero la realtà.
- Psicopatici e kakistocrati hanno sempre più influenza = Patocrazia! Kakistocrazia significa governo da parte dei peggiori, dei cittadini meno qualificati e/o meno scrupolosi. Il ritmo con cui norme e aspettative del comportamento normale s’infrangono incalza per il mondo. La senilità dei leader può anch’essa giocare un ruolo – abbiamo presente Brezhnev? E poi, di solito salta fuori qualcuno/a nelle dinamiche caotiche dichiarando di essere il/la salvatore/rice
- La democrazia e la partecipazione popolare in essa crollano – quasi tutti i cittadini percepiscono quel che succede ma increduli. La mobilitazione di controforze per salvare il salvabile diventa più difficile giorno dopo giorno.
“E più velocemente di quanto ci si possa aspettare”?
Bisognerebbe esitare d’apparire troppo sicuri nel predire la fine conclusiva. Talvolta malati terminali vivono più di quanto esperti medici avessero predetto. Assumendone il rischio tuttavia, direi che avverrà entro il prossimo mandato presidenziale 2021-2026 o al più tardi entro il 2030.
Quando le crepe sono abbastanza frequenti e grosse, il declino e la rovina accelerano in modo esponenziale. Rammentiamo la fine della Guerra Fredda nel 1989 quando le guardie confinarie non fecero che aprire i cancelli e la gente cominciò a muoversi liberamente.
In un libro accademico danese del 1981 (1) predissi la caduta dell’Occidente così:
“Il mondo occidentale è in declino e l’attuale crisi è non solo ciclica e neppure solouna crisi del capitalismo (non è esclusivamente economica) bensì una specie di crisi di civiltà. Il sistema globaleesistito con Europe-USA al proprio centro, sviluppatosi negli ultimi 400-500 anni sta attraversando convulsioni di natura più profondadi quanto si colga normalmente.
Né il liber(al)ismo né il marxismo, entrambi sistemi di pensiero occidentali, né gli USA né l’URSS appaiono come modelli attraenti al resto del mondo. Sono anzi essi stessi in profonda crisi – socialmente come pure economicamente – mentre stanno emergendo il Giappone, la Cina e una serie di nuovi centri di crescita epotenze regionali maggiori, particolarmente in Asia.
I paesi ricchi, sovrasviluppati, stanno avvicinandosi a certe limitazioni ‘oggettive’ in termini di natura, materie prime, sfruttamento di esseri umani, le stesse dimensioni dei sistemi come pure problemi gestionali, pressionisociali, etc.
Gli armamenti e la crescente militarizzazione di vari tipi di strutture sociali ovunquesono un (tentativo di) “trattamento di ringiovanimento” nella fase senile dell’Occidente, una sorta di compensazione per il potere calante in altre aree.”
Conclusione: Governi, aziende, accademia e altri attualmente aggrappati all’Impero USA diverranno una periferia nel futuro ordine mondiale.
NOTE:
- Ole Nørgaard, Per Carlson, redattori, Sovjetunionen, Østeuropa og dansk sikkerhedspolitik (L’Unione Sovietica, l’Europa orientale, e la politica di sicurezza danese) Sydjysk Universitetsforlag, Esbjerg 1981 (Edizioni Università del Sud-Jutland), citazione da pag. 115.
- Questo tipo d’analisi è “anti-Americano”? C’è chi pensa che materiali come questo siano “anti-Americani” Ma non lo sono. Molti di noi sono cresciuti con ammirazione per gli USA, sempre nutrita, per la loro innovazione, arte e cultura, e visione globalista – che cioè hanno avuto finché divenuti dipendenti dal militarismo e dall’imperialismo, e dalla smania di dominazione a pieno spettro. TFF è – e resterà – fermamente anti-militarista e anti-imperialista e mai anti qualunque popolo, cultura o paese.
Prof. Jan Oberg, Ph.D. is director of the Transnational Foundation for Peace and Future Research, TFF and a member of the TRANSCEND Network for Peace Development Environment.
TRANSCEND MEMBERS, 5 Oct 2020| Jan Oberg, Ph.D. | The Transnational – TRANSCEND Media Service
Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis
la novità è solo una
PAPA FRANCESCO non ha ricevuto il Segretario Americano POMPEO
ed il futuro si chiama CINA
questo penso dal 1992, io potevo scegliere fra CINA o AMERICA, ho scelto la CINA perchè povera ma ricca di idee, niente guerre e lotta alla povertà, il sociale al primo posto, nonostante questo mi sono presentata al Direttore Generale del Commercio con in mano due libri, uno dal titolo "CON QUESTA IDEA ho DISTRUTTO il COMUNISMO"l'altro era la biografia di PAPA GIOVANNI PAOLO II
ancora oggi siamo amici