Pillola per ripartire

 Quel gran genio del mio amico, 

lui saprebbe cosa fare,

lui saprebbe come aggiustare. 

Con un cacciavite in mano fa miracoli.

[…] Quel gran genio del mio amico,

con le mani sporche d’olio,

capirebbe molto meglio;

meglio certo di buttare,

riparare (riparare… con un po’ d’eco). L’avete riconosciuta? Sì, dài, è Lucio Battisti! La canzone è Sì, viaggiare, quinto brano dell’album Io, tu, noi, tutti (1977). Il geniale amico di cui canta fa il meccanico di automobili, ma era il concetto di “meglio certo di buttare, riparare” che intendevo trasmettere. E non appena mi sono seduta per scrivere questa Pillola, mi sono venute in mente le parole, e la musica ovviamente, della canzone di Lucio. Ecco perché è lì.

In un modo un po’ più serio trascrivo qui sotto la notizia che anche in Italia sono arrivati i “Restart party” (feste del ricomincio? Del riavvio? Del rimettere in moto? Del ripartire? Della ripresa? Tutte traduzioni per restart. Eccola qui la vera ripresa! Altro che ripartire dai consumi come dice la tivì); a questi raduni ciascuno porta con sé il vecchio frullatore che “ripartirà” grazie alle abili mani e ai consigli di “riparatori professionisti”, ma sarete voi a fare la riparazione. L’idea è un po’ quella di insegnare a pescare, invece che regalare il pesce (o dare i soldi in elemosina per comprarlo).

Fonte: AdnKronos

Riparare e imparare a riparare, per contrastare la crisi e dare una mano all’ambiente, rispolverando competenze artigiane dimenticate, invece di buttare via tutto quello che non funziona più. Per chi non ha dimestichezza con cacciaviti e fili elettrici, e per chi – invece – vuole mettere a disposizione degli altri le proprie capacità, è nato “The Restart Project”, progetto di condivisione di informazioni e capacità, che ha l’obiettivo di stimolare un modo più responsabile di utilizzare gli apparecchi elettrici ed elettronici (raee), dal pc alla cara vecchia radio.

L’idea è di Ugo Vallauri e Janet Gunter – 35 e 33 anni – che a Londra si occupano di tecnologie per la comunicazione nell’àmbito dello sviluppo. Ad accomunarli, l’esperienza fatta nei Paesi in via di sviluppo dove […] sono stati loro ad imparare qualcosa (in Kenya, soprattutto): e, cioè, che gli occidentali sono degli “spreconi”. Nella capitale britannica, Ugo e Janet organizzano i “Restart Party”, incontri pubblici in pub, biblioteche o gallerie d’arte, cui partecipano volontari disposti ad aggiustare oggetti vari portati dalle persone. Il tutto con un discreto successo, tanto che l’obiettivo è di organizzare gli “incontri riparatori” anche in altri Paesi, “e magari tornare in Italia con un “Restart Italy”, perché no?”, ha detto a Adnkronos Ugo Vallauri, che è originario di Bra (CN). Per chi volesse aderire e contribuire a diffondere il progetto, basta contattare Ugo e Janet [attraverso il sito www.therestartproject.org]. […] arrivano persone di ogni genere: “c’è chi vuole riparare la radio cui è affezionato e chi, colpito dalla recessione, non ha i soldi per comprarsi un pc nuovo, ma c’è anche chi ha portato ad aggiustare il lettore dvd, perché gli hanno risposto che non conviene e che è meglio comprarne uno nuovo”, ha sottolineato Ugo.

Restart Project è anche una piattaforma online che punta a stimolare la collaborazione degli utenti per creare una mappa “dal basso” delle attività commerciali e dei singoli a cui rivolgersi per riparare un apparecchio o comprarne uno di seconda mano, e creare anche gruppi di “riparatori volontari” e fornire agli utenti consulenza immediata e suggerimenti utili per fare da sé le riparazioni, magari con un tocco di creatività.

“L’obiettivo è anche quello di utilizzare la rete per rigenerare abilità e competenze, soprattutto nei giovani che cercano di crearsi nuove opportunità di lavoro. Un lavoro” ha aggiunto Ugo Vallauri “che sia davvero in linea con la green economy: aggiustare invece di creare rifiuti”.

Quegli stessi rifiuti elettrici e d elettronici che Ugo, in Kenya, ha visto accumularsi in enormi discariche illegali quando collaborava con la ong inglese Computer Aid (che recupera pc usati per distribuirli a basso costo in Africa e in America Latina). “Vorremmo cercare di stimolare un approccio diverso con queste tecnologie e rivedere la folle velocità con cui ne compriamo sempre di nuove, e rimediare al fatto che, quando si rompono, ormai non sappiamo più a chi rivolgerci e preferiamo comprane di nuove”, ha spiegato Ugo.

E per il prossimo futuro “pensiamo di sperimentare nuove forme di riparazione, sia utilizzando spazi dismessi e creando shop temporanei, sia dando vita alla figura del “riparatore a pedali” che gira per la città offrendo le proprie competenze”. Ispirato, quest’ultimo, alla figura dell’arrotino italiano.

A Torino c’è stato già il Restart Party, sabato 23 agosto 2014, dalle 15 alle 18, presso arciPelago Beach ai Murazzi del Po. Alcuni volontari con competenze tecniche hanno aiutato e insegnato ai partecipanti ad “aggiustare i propri dispositivi e piccoli elettrodomestici rotti per evitare di farli diventare rifiuti, oltre a riadattare eventuali vecchi computer ancora funzionanti ma inutilizzati, con un sistema operativo gratuito adatto agli inesperti. […] Il Restart Party è una risposta convincente a una serie di questioni collegate tra loro: l’ambiente, un utilizzo meno dispendioso ed energivoro delle risorse e un crescente desiderio di resistere a un consumismo sfrenato.

info

333/5427200 – [email protected]
392/4875619 – [email protected]

Finale spaziale

Se non impariamo a riparare invece di rifiutare e ricomprare (nel senso di trasformare tutto in rifiuto per poi acquistare altro che diventerà rifiuto, per poi acquistare altro che diventerà rifiuto – no, non è un errore di stampa) riempiremo tutta la Terra – dopo aver già riempito il mare e il cielo: i rifiuti spaziali viaggiano sopra le nostre teste a 28mila km orari (nel 2009 due satelliti – uno russo, uno americano nella migliore delle tradizioni – si sono scontrati, creando migliaia di nuovi detriti).

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