Ogni viaggio… un pellegrinaggio!

Molti di noi stanno per partire verso luoghi di riposo e vacanza, e molti di noi sono alle prese con i bagagli…

La scelta del titolo di questa «pillola» vuole essere lo spunto per riflettere sul bagaglio. «Il minimo indispensabile» dovrebbe essere il motto del nostro bagaglio, proprio come quando ci si organizza per un pellegrinaggio a piedi (mi sembra che, ad esempio per il Cammino di Santiago, ci sia addirittura un’indicazione di peso: «Lo zaino non deve pesare più di …»). Un buon metodo per preparare dei bagagli intelligenti è quello di immaginare di doversi spostare a piedi (anche se in realtà si viaggia in automobile); perché anche se abbiamo una valigia con le ruote prima o poi dovremo sollevarla, per salire sul treno, per scendere le scale della stazione, anche per mettere la valigia nel baule di un taxi! Quindi più leggera è la valigia meglio è. Ma come si fa a preparare una valigia leggera?

Nello stile della «semplicità volontaria» si possono contare i giorni di permanenza nel luogo di vacanza, preparare un «cambio» al giorno e poi … dimezzare il numero di magliette, gonne, pantaloni, mutande e calze, sostituendoli con un pezzo di sapone di Marsiglia (che magari potrà comprarsi sul luogo, per poi lasciarlo a qualcuno che l’ha dimenticato, o a disposizione, nel lavatoio), che ci servirà per lavare gli indumenti, noi stessi, i piatti (se siamo in campeggio).

Nella scelta dei vestiti meglio optare per qualcosa che abbia più di un utilizzo (Rodari docet): una gonna che possa fungere anche da copricostume, magliette che possano trasformarsi in pigiama, canottiera che possa sostituire il costume, un prodotto unico (non testato sugli animali) per lavare corpo e capelli, uno scialle che all’occorrenza diventi telo da spiaggia…

E i libri? Personalmente mi sono iscritta al circuito bibliotecario del luogo dove vado al mare e dove un pullman itinerante porta «la biblioteca sulle spiagge»; così prendo il libro che desidero leggere, lo leggo e lo riconsegno prima di tornare a casa: niente peso, niente prezzo.

Quello che invece non può mancare in ogni viaggio è una bottiglietta di plastica (se non vogliamo la borraccia di alluminio), portata da casa e riempita ad ogni stazione, ad ogni sosta, ad ogni bagno che incontriamo sul nostro cammino. C’è sempre dell’acqua a disposizione, ma quasi mai abbiamo il recipiente per raccoglierla e così quando abbiamo sete dobbiamo trovare un bar, entrare, magari fare la fila, pagare la bottiglietta (e quindi l’abbiamo fatta produrre, etichettare, trasportare, distribuire…), per poi buttarla e la volta successiva di nuovo… vi sembra furbo? Io parto dalla città con la bottiglia presa da casa, che uso in viaggio, che è la stessa che mi porto in spiaggia (con il succo e/o la tisana preparati a casa) e che sarà la stessa con cui viaggerò al ritorno. 20 giorni 1 bottiglietta, non 1 bottiglietta per ognuno dei 20 giorni. Ebbene sì, sono la solita scocciatrice, anche in vacanza! Buona estate!

(a cura di Cinzia Picchioni – Per contatti: via Bertola, 57 – Torino – 011539170)

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