Marcia europea per la pace e per il Congo

giovedì 9 agosto 2012 – ore 18
sala Gandhi – Centro Studi Sereno Regis – via Garibaldi, 13 – Torino

Repubblica Democratica del Congo. La marcia di un popolo (Memorandum marcia Reggio Emilia – Bruxelles: 29 luglio 2012). Serata di accoglienza con John Mpaliza.

La marcia congolese è un movimento che parte dal basso. È un movimento che coinvolge giovani e anziani, associazioni congolesi ed europee, artisti e intellettuali che hanno deciso di camminare insieme per portare il loro messaggio di rabbia e di pace. È la marcia di un intero popolo, una comunità che attraversa sette paesi europei per parlare alla gente comune e alle istituzioni europee e internazionali.

La marcia è fatta di tanti incontri e scambi personali, ma soprattutto di una speranza: da soli non riusciremo a costruire la pace, è necessario un cammino condiviso che ci permetta di dare uno spazio e dei luoghi a questo massacro dimenticato, di dare giustizia a un popolo che merita di essere riconosciuto nella memoria e nella sofferenza di altri popoli, e che soprattutto vuole collaborare con delle proposte concrete.

Pertanto, concretamente, ecco ciò che chiediamo: 

* la realizzazione di una road map per la pace nella Repubblica Democratica del Congo e nella zona dei Grandi Laghi. Tale road map deve:

1. affrontare prima di tutto la situazione all’interno di ciascun paese interessato con l’obiettivo di portare alla legittimità dei governi ed all’alternanza democratica

2. portare a un percorso di pace tra i vari stati della zona, percorso che deve portare alla riconciliazione tra i vari popoli;

* una risoluzione del problema dello sfruttamento violento (illegale e non) di minerali come coltan, rame e oro attraverso, da un lato, iniziative di trasparenza e tracciabilità già esistenti (per esempio ITRI, GeSI, PACT) e, dall’altro, l’incentivazione di uno sfruttamento equo e durevole di queste risorse. Oltre alle compagnie minerarie e ai governi, questo processo dovrebbe essere diretto soprattutto verso la protezione dei diritti dei lavoratori, da garantire attraverso una rappresentanza istituzionale e autonoma, al momento inesistente nel paese; 

* una maggior attenzione verso il problema dei rifugiati e delle persone sfollate, attraverso iniziative di ricollocazione nei luoghi di origine dove possono riprendere la loro vita con il sostegno e la collaborazione delle organizzazioni per lo sviluppo; 

* una maggiore lotta contro l’impunità delle organizzazioni armate (sia l’esercito che le milizie, sia congolesi che straniere) che sistematicamente calpestano i diritti umani e civili. A questo fine, si rende necessaria, in primis, una giustizia maggiore verso le vittime di guerra, una giustizia che non venga limitata da nessun ragionamento politico opportunistico. In secundis, è necessaria una ristrutturazione delle regole d’ingaggio che attualmente disciplinano l’intervento della Nazione Unite (MONUSCO), ma che spesso si vedono affiancate da un esercito che, secondo loro stesse, è diventato il maggior ostacolo nella costruzione della pace. A questo scopo, la protezione dei civili deve rimanere il primo obiettivo di qualsiasi intervento umanitario o di costruzione della pace.

Solo attraverso la realizzazione di questo piano regionale verso la democrazia e l’autentica partecipazione, si può sperare di risolvere la crisi storica dei Grandi Laghi. Non c’è futuro senza perdono, non c’è perdono senza giustizia.

Il Comitato per la Marcia dal Congo RD all’Europa
Per informazioni, contattare:
John Mpaliza (email: [email protected] – cell: +39 320 4309765). 
Micaela Casalboni(email: [email protected] – cell: +39 339 5460892) 
www.peacewalkingman.org

Le immagini della serata:

1 commento
  1. cristina
    cristina dice:

    Ai giorni nostri non mancano ideali e valori! Bravo John, tu ne sei la prova vivente! la tua determinazione e il tuo coraggio siano di esempio a tutti…dobbiamo credere nella giustizia, nella pace e nella democrazia, solo così potremmo fare qualcosa per noi e per le generazioni che verranno.
    Sono con te e ti abbraccio!

    Rispondi

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