Oltre la sinistra? – Pietro Polito
Ringrazio Telise Sirchia per il suo commento al mio articolo Democrazia senza idee, pubblicato sulla Newsletter del 22 giugno.
Un commento da cui liberamente estrapolo alcuni punti per continuare la discussione, riprendendo letteralmente le parole del mio interlocutore.
Condivido l’appello alla maturazione di uno sguardo che allarghi e non restringa “i campi del possibile”. La sinistra, la politica, verso cui mi pare che Sirchia non nutra troppa fiducia, sono malate e rischiano di morire per troppo realismo, in altre parole perché concepiscono il lavoro politico come l’arte del possibile e non come l’arte dell’impossibile.
Come non condividere poi l’importanza del “porre domande” per la nostra vita?
Ne pongo qualcuna anzitutto a me stesso, al gentile interlocutore, ai lettori.
Se, come scrive l’autore del commento, “fondare l’amministrazione di un territorio sulla moneta è la vera tristezza”, se è intollerabile permettere alla logica del mercato “di stroncare e chiudere tante possibilità di fronte a giovani in cerca di un futuro, di una strada”, non è dalla politica e in particolare dalla sinistra che bisogna pretendere un’assunzione di responsabilità? Non è la sinistra che è chiamata a ripensare se stessa liberandosi delle scorie del passato per aprirsi a uno sguardo nuovo sul futuro?
Il mio commentatore non è di questo avviso: “La sinistra e la non sinistra – scrive –, ma di cosa parliamo?”. E ancora aggiunge: “Non è forse che destra e sinistra e grillini siano un discorso limitativo?”.
Non è una tesi nuova.
Perfino nel senso comune è entrata l’idea che destra e sinistra o non esistono o non significano nulla o si somigliano fino ad essere sostanzialmente una sola cosa. È almeno dal 1980, quando apparve un libro collettaneo intitolato Il concetto di sinistra, che riuniva contributi di scrittori di destra, sinistra, estrema destra, estrema sinistra, che una robusta corrente storiografica mira a destituire di qualsiasi fondamento storico, teorico, politico, valoriale, la distinzione tra destra e sinistra.
Personalmente resto dell’idea, in compagnia di Norberto Bobbio, che lo schema destra-sinistra rimanga uno strumento fondamentale tanto per organizzare e interpretare lo spazio politico quanto per agire e scegliere da che parte stare.
Anche solo mantenendosi su un piano analitico, scevro da ogni giudizio di valore (che è quello che preferisco), l’eguaglianza continua ad essere il miglior criterio per capire se i diversi soggetti politici si collocano da una parte o dall’altra, a destra o a sinistra.
Come diceva Bobbio, l’eguaglianza è “la stella polare”: una politica egualitaria che mira a rimuovere gli ostacoli (art. 3 della nostra Costituzione) che impediscono agli uomini e alle donne, pur essendo diversi, di essere meno diseguali è una politica di sinistra.
In questo senso il nostro Paese ha bisogno di una politica di sinistra.
Caro Pietro, condivido molto la tua nota sulla NL. Se si intende realismo come la realtà così com'è, si ha a che fare con una cosa morta, di marmo. La destra la vuole conservare così, perché le serve così. Realtà vuol dire possibilità, Non esiste altra possibilità che quella creata dalla creatività. Come ha detto Galtung alla festa del Sereno Regis il 1 giugno: "Essere realisti è essere creativi. Bisogna dire le cose premature", perché possano maturare. Si è creativi se si ha un'idea più vera e più grande della realtà attuale. Certo che senza questo non c'è sinistra, ma non c'è né storia né vita. Ciao, Enrico
Grazie Enrico, "essere realisti è essere creativi.. un'idea più vera e più grande della realtà attuale."
Una persona, una donna oggi mi ha parlato di scelte di pancia.
Penso che ogni occasione che ti pone dinnanzi ad una scelta ti dia la possibilità di plasmare la tua vita a somiglianza di quell'idea più vera e più grande della realtà attuale, cui fai riferimento. Occasione di essere creativo, di essere realista della realtà che immagini. E quante scelte ogni giorno. E quale scelta ogni tanto.
Grazie per lo scambio, ne farò tesoro nella mia prossima scelta, ne sto facendo tesoro.