Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case…

Maria Gianotti

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Ho letto queste parole di Primo Levi per la prima volta nella mia adolescenza, e mi hanno accompagnato per tutta la mia vita, ogni volta con un dolore rinnovato, ogni volta costringendomi a chiedermi come sia stato possibile che sia accaduto nel silenzio e nell’acquiescenza della maggior parte degli uomini e delle donne che in Italia, in Germania, in tutta Europa hanno fatto finta di non vedere cosa accadeva intorno a loro.

Oggi capisco come può essere restare inerti e silenziosi di fronte all’orrore.

Quando due milioni di persone sono chiuse in un recinto, da cui non possono uscire, senza cibo, senza acqua, senza elettricità, senza ospedali e sono scaricate su di loro più bombe che in tutta la guerra in Afghanistan, quando al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il veto statunitense blocca la risoluzione per il cessate il fuoco, come possiamo parlare dell’anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo?

Come possiamo parlare della Costituzione italiana quando l’articolo 11 è stravolto?

Voi che vivete sicuri


Vorrei invitare tutti a visitare il sito di B’tselem, organizzazione israeliana per i diritti umani , che scrive, oggi: Israel’s regime of apartheid and occupation is inextricably bound up in human rights violations.

B’Tselem strives to end this regime, as that is the only way forward to a future in which human rights, democracy, liberty and equality are ensured to all people, both Palestinian and Israeli, living between the Jordan River and the Mediterranean

Vorrei invitare tutti a visitare il sito di Jewish Voice for Peace che negli Stati Uniti scrive, oggi :

URGENT: Demand a ceasefire now.

Vorrei che tutti oggi unissimo le nostre voci per chiedere CESSATE IL FUOCO ADESSO, insieme a tutti coloro che nel mondo lo stanno chiedendo nelle piazze, nelle scuole, sui posti di lavoro, senza essere ascoltati.

Non c’è vittoria in un massacro, non c’è ricostruzione dove le ossa dei morti si impastano al terreno, non c’è futuro. Qui in Italia, Marzabotto e Vinca sono deserto.

Vorrei che come scuola, su questo trovassimo una voce comune.

Potremmo scrivere CEASEFIRE NOW sul sito del Majorana, e pensare tutti che l’unica cosa sensata sarebbe questa, a Gaza, come in Ucraina, come in Yemen, come in Sudan, perché solo nel silenzio delle armi è possibile la vita, si possono confrontare torti e ragioni, si può immaginare futuro.

Credo che sembri patetico, ridicolo, inutile ed è tutto questo, ma è anche un briciolo di dignità.

Grazie, Maria Gianotti


 

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