Disarmare il crescente clima anti-Cina

Cale Holmes, Lawson Adams

Dall’espansione delle basi militari nelle Filippine alla costruzione di una flotta di droni azionati dall’Intelligenza Artificiale per colpire la Cina, il militarismo sta creando le condizioni per una guerra devastante in area Pacifica: bisogna disarmare il crescente clima anti-Cina

Dai tweet razzisti all’aumento dei crimini d’odio, la propaganda anticinese dei media ha creato un clima di aggressività. Due settimane fa, un uomo ha guidato un’auto contro il consolato cinese di San Francisco, urlando “Dov’è il PCC?”. Gli arabi americani sono stati presi di mira durante la guerra del Golfo Persico, per non dire della cosiddetta War on Terror e le atrocità sostenute dagli Stati Uniti in Palestina. E’ indubbio che gli asiatici che abitano in America e nelle isole del Pacifico siano nel mirino della supremazia bianca mentre gli Stati Uniti prendono di mira la Cina. Ad aprile, una ricerca della Columbia University ha rilevato che tre cinesi americani su quattro hanno dichiarato di aver subito discriminazioni razziali negli ultimi 12 mesi.

Quando l’amministrazione Trump ha lanciato la China Initiative per perseguire le spie, il Dipartimento di Giustizia ha tracciato un profilo razziale dei cinesi americani e dei cittadini cinesi. Tra il 2018 e il 2022, il numero di ricercatori cinesi che hanno abbandonato la loro affiliazione con istituzioni statunitensi è aumentato del 23%. L’amministrazione Biden ha messo fine all’iniziativa, ma il Dipartimento di Giustizia e il comitato anti-Cina del Congresso continuano a prendere di mira i leader politici della comunità cinese.

Mentre Biden continua nelle politiche aggressive dei suoi predecessori, la sua amministrazione promuove un’escalation in area Asia-Pacifico. Dall’espansione delle basi militari nelle Filippine – tra cui una potenziale base in cantiere destinata ad unirsi a contingenti a Taiwan – alla costruzione di una flotta di droni AI per colpire la Cina, i militaristi stanno creando le condizioni per una guerra calda nel Pacifico. Mentre gli Stati Uniti si preparano alla guerra, il 25 settembre Forbes ha pubblicato un articolo sulla portaerei denominata “catena di morte” e sul suo potenziale utilizzo in una guerra con la Cina. A febbraio, i giornalisti della CNN hanno accompagnato un jet della Marina statunitense in avvicinamento allo spazio aereo cinese. Mentre un pilota cinese avvertiva gli Stati Uniti di tenersi a distanza di sicurezza, un soldato americano ha osservato: “È un altro venerdì pomeriggio nel Mar Cinese Meridionale”.

Non stiamo solo normalizzando l’aggressione statunitense. Stiamo anche facendo affidamento sul complesso militare-industriale come fonte imparziale. La propaganda a favore della guerra sta facendo deragliare i legami tra Cina e Stati Uniti, aumentando l’odio anti-asiatico e oscurando la realtà dell’opinione pubblica in tutto il Pacifico.

Dopo aver lanciato il patto militare AUKUS tra Gran Bretagna e Australia nel 2021 e imposto più rigidi controlli sulle esportazioni per limitare l’espansione economica cinese lo scorso anno, gli Stati Uniti hanno inaugurato il 2023 con quello che sembrava essere un ramoscello d’ulivo. Il Segretario di Stato Antony Blinken avrebbe dovuto visitare la Cina a febbraio. Ma poi è arrivato il “pallone spia”.

Un pallone aerostatico cinese è stato mandato fuori rotta e infine abbattuto dall’esercito americano. Il Wall Street Journal e la NBC hanno acriticamente stampato e trasmesso le dichiarazioni del generale di brigata dell’aeronautica statunitense Pat Ryder sulle capacità di sorveglianza del pallone. L’8 febbraio, citando tre funzionari anonimi, il New York Times ha dichiarato che “le agenzie di intelligence americane hanno valutato che il programma di palloni spia della Cina rientra in una strategia di sorveglianza globale”. Lo stesso articolo cita i briefing del Dipartimento di Stato americano ai funzionari stranieri, “volti a dimostrare che i palloni aerostatici sono equipaggiati per la raccolta di informazioni e che l’esercito cinese ha effettuato questa raccolta per anni, prendendo di mira, tra gli altri siti, i territori di Giappone, Taiwan, India e Filippine”.

Il 3 aprile, la BBC e la CNN hanno trasmesso versioni contrastanti sul pallone aerostatico, che citavano funzionari anonimi ma evidenziavano incongruenze sulla sua capacità di scattare foto. Solo il 29 giugno il generale Ryder ha ammesso che non erano stati trasmessi dati. A settembre, l’allora presidente dello Stato Maggiore Mark Milley ha dichiarato alla CBS che il pallone non stava nemmeno spiando, in linea con le dichiarazioni della Cina sul pallone e con quelle dei meteorologi americani. Ma il danno era fatto. Blinken aveva già rimandato il suo viaggio in Cina. Alla fine ci è andato a giugno, dopo un viaggio in Papua Nuova Guinea, dove gli studenti manifestanti hanno respinto i suoi piani di militarizzazione del Paese nell’ambito di un patto di sicurezza.

I signori della guerra ci stanno sempre più avvicinando allo scoppio del conflitto. Dall’invio del sistema di armi Patriot a Taiwan alle prove di attacco con gli F-22 Raptor nelle isole Marianne settentrionali occupate, la Lockheed Martin sta rastrellando lucrosi contratti, mentre i residenti della regione temono lo scoppio di una guerra.

Il 26 maggio, Blinken ha tenuto un discorso, riferendosi alla Cina come a una “sfida a lungo termine”. Politico si è spinto oltre, pubblicando il 26 maggio un articolo intitolato “Blinken definisce la Cina ‘la più grave minaccia a lungo termine’ per l’ordine mondiale”, mentre un articolo di USA Today dello stesso giorno si è preso la libertà di usare indifferentemente toni di sfida alternati alle minacce.

Uno studio dell’Università di Princeton ha rilevato che gli americani che percepiscono la Cina come una minaccia sono più propensi a stereotipare i cinesi come inaffidabili e immorali. Le fughe di notizie sulla minaccia cinese, combinate con l’antica sindrome del pericolo giallo, hanno permesso all’incessante sinofobia di dominare la nostra politica.

La disinformazione, l’altra pandemia

Nel maggio 2020, Trump ha detto a un paese spaventato, con 1 milione di casi registrati di COVID-19 e quasi 100.000 morti, che la pandemia era colpa della Cina. Anche in questo caso, i nostri leader hanno citato informazioni non verificate. Da parte sua, la CNN ha mostrato immagini di mercati bagnati dopo che il Wall Street Journal aveva pubblicato un articolo di Walter Russell Mead intitolato “La Cina è il vero malato dell’Asia”. Un anno dopo, Politico ha infine riconosciuto che Trump ha manipolato l’intelligence per sostenere le sue affermazioni, ma l’amministrazione Biden ha finito per indagare anche sulla teoria della fuga di notizie dai laboratori.

Per il Wall Street Journal, Michael Gordon che era stato il più convinto propagandista della guerra in Iraq, è stato coautore di un articolo in cui affermava che “tre ricercatori dell’Istituto cinese di virologia di Wuhan si sono ammalati a tal punto da richiedere cure ospedaliere nel novembre 2019”. Secondo una fonte anonima “le informazioni pervenute da varie fonti erano di qualità superiore”, pur ammettendo l’impossibilità di accertare che cosa avesse causato le malattie dei ricercatori.

L’articolo si basa sulla testimonianza di David Asher, Ricercatore Senior dell’Hudson Institute noto per l’orientamento conservatore, e sul fatto che la Cina non ha condiviso le cartelle cliniche dei cittadini senza potenziali sintomi di COVID-19. Si ammette persino che diversi altri funzionari statunitensi senza nome ritengono che l’intelligence dell’era Trump sia esattamente ciò che è: circostanziale.

Un anno prima, durante le primarie presidenziali democratiche del 2020 moderate dalla CNN, la conduttrice Dana Bash ha chiesto a Bernie Sanders: “Quali conseguenze dovrebbe affrontare la Cina per il suo ruolo nella crisi globale?”. Ha posto la domanda facendo riferimento al modo in cui le autorità di Wuhan hanno messo a tacere il dottor Wenliang, ma ha omesso di dire che la Corte Suprema del Popolo cinese ha condannato la polizia della città per questo. Non ha nemmeno riconosciuto che Shi Zhengli, dell’Istituto di virologia di Wuhan, ha rivelato nel luglio 2020 che tutto il personale e gli studenti del suo laboratorio sono risultati negativi al COVID-19. Shi aveva persino condiviso la sua ricerca con scienziati americani. Lo stesso Daniel Lucey, specialista dell’origine del COVID-19 della Georgetown University, aveva accolto con favore la trasparenza di Shi: “Ci sono molti fatti nuovi di cui non ero a conoscenza. E’ straordinario poter ricevere queste informazioni direttamente da lei.”

Ma dal Page Act del 1875, che stereotipava i cinesi come portatori di malattie, alla discriminazione sul lavoro durante la pandemia, chi ha pagato il prezzo dell’irresponsabilità dei media e della partecipazione al razzismo sul fronte medico, sono stati gli asiatici americani. Sono già tra le vittime della nuova guerra fredda. Ma questa guerra non minaccia solo i residenti degli Stati Uniti, ma anche l’intero pianeta.

Il profitto contro il principio

Quest’estate gli Stati Uniti hanno armato Taiwan nell’ambito del programma Foreign Military Transfer, che sarebbe riservato solo agli Stati sovrani. Questo viola la politica della Cina come unico stato, secondo la quale entrambe le sponde dello Stretto di Taiwan devono riconoscere che esiste una sola Cina. Biden sta anche cercando di includere i finanziamenti per le armi a Taiwan in una richiesta supplementare al Congresso. Le vendite di armi a Taiwan risalgono al Taiwan Relations Act del 1979 e alle assicurazioni dell’amministrazione Reagan che gli Stati Uniti avrebbero continuato a inviare armi ma non avrebbero svolto alcun ruolo di mediazione tra Taipei e Pechino. Nel 1996, nello Stretto di Taiwan è scoppiato un confronto militare tra Stati Uniti e Cina, seguito da un crescente flusso di armi letali fino ad oggi.

Il 18 settembre il New York Times ha pubblicato un articolo in cui si parla della visita dell’ex presidente della Camera Nancy Pelosi a Taiwan, che secondo il giornale è stata “una dimostrazione di sostegno all’isola”. E’ sembrato irrilevante riportare che la maggioranza dei residenti di Taiwan intervistati dal Brookings Institute, abbiano considerato la sua visita dannosa per la loro sicurezza. I media spesso ignorano anche le voci provenienti da Taiwan che non vogliono la guerra, che sono favorevoli alla riunificazione, o che rifiutano i tentativi di cancellare la storia cinese dai libri di testo.

E per l’appunto Fox News continua a dare spazio a legislatori come il rappresentante Young Kim, che il 20 settembre ha scritto un articolo a favore di un maggior numero di pattugliamenti militari nel Mar Cinese Meridionale. Il 17 ottobre, il Washington Post ha pubblicato un articolo sul fatto che il Pentagono ha rilasciato filmati di aerei cinesi che intercettano aerei da guerra statunitensi negli ultimi due anni. La storia non condivide il contesto dell’espansionismo statunitense né il fatto che diversi segretari alla Difesa abbiano minacciato Pechino per i suoi confini marittimi che sono contesi. Persino Microsoft sta inserendosi nell’azione, con articoli della CNN e della Reuters che il mese scorso hanno condiviso acriticamente le affermazioni della società di software secondo cui la Cina starebbe usando l’intelligenza artificiale per interferire nelle nostre elezioni, nonostante non vi siano prove condivise con il pubblico votante.

Dall’invio del sistema d’arma Patriot a Taiwan alle prove di attacco con gli F-22 Raptor nelle isole Marianne settentrionali occupate, la Lockheed Martin sta rastrellando contratti lucrosi mentre i residenti della regione temono lo scoppio di una guerra. RTX fornisce l’Iron Dome di Israele e ora sta progettando sistemi di ingegneria per le cannoniere nel Pacifico. Quando i trafficanti di armi fanno soldi, le vittime dell’imperialismo muoiono. Ma dati i forti legami con l’apparato militare, è difficile immaginare che ciò possa interessare a Microsoft, News Corp, e anche Discovery (della Warner Bros, purché le loro azioni salgano. I servizi segreti e i magnati dei media non si pongono il problema di cosa sia meglio per le persone o per il pianeta. Mentre è venuto il momento di contribuire a una comprensione più equilibrata e meno polarizzata della Cina. A cominciare dal disarmare il discorso per mantenere la pace nel Pacifico.

Foto USA Army CC BY-NC-ND 2.0


Fonte: Common Dreams, 21 ottobre 2023

https://www.commondreams.org/opinion/anti-china-propaganda-new-cold-war

Traduzione di Daniela Bezzi per il Centro Studi Sereno Regis


 

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