La morsa del controllo sociale

Rita Vittori

Voglio iniziare con le parole di Virginia Woolf citate da  Tomaso Montanari all’inizio del suo articolo ne «il Fatto Quotidiano» del 16 ottobre 2023 (Virginia Woolf le aveva scritte mentre era in atto un bombardamento nazista):

«Il giovane aviatore su un cielo non è guidato solo dalle voci degli altoparlanti e dei politici; è guidato da voci che ha dentro di sé, istinti incoraggiati e nutriti dall’educazione e dalla tradizione. Dobbiamo aiutare i giovani uomini a strapparsi dal cuore l’amore delle medaglie e delle decorazioni. Dobbiamo creare attività più onorevoli in chi cerca di dominare in se stesso l’istinto al combattimento, l’inconscio hitlerismo… dobbiamo fare felicità. Dobbiamo tirarlo fuori dalla sua prigione, all’aperto».

Ma come si fa a convincere le persone a vedere nella guerra l’unica possibile risposta? Come avviene il controllo sociale… questa domanda dobbiamo porcela perché ci troviamo immersi in questo processo sempre più serrato e chiaro.

Il controllo sociale: le 10 regole di Chomsky

Questo processo, di cui la polarizzazione del pensiero è un aspetto, non è certo nato ieri. Sono anni che è stato alimentato, prima in modo sotterraneo, poi in modo sempre più dichiarato. Oggi diventa richiesta di allineamento con il pensiero Unico che sembra dominare la nostra società.

Chomsky, linguista americano di fama mondiale, è da trent’anni che studia il fenomeno della propaganda negli Stati Uniti e scrisse il famoso testo Controllo dei mass media: le spettacolari conquiste della propaganda, edito in Italia da Barbarossa nel 1991. Anche se datato, questo studio va tenuto presente, perché chiarisce quale strategia è sottesa a un’apparente modalità innocua di far comunicazione da parte dei mass-media e social-media. Come ricorda l’intellettuale americano, il termine propaganda corrisponde, in latino, al gerundivo del verbo propagare e la sua traduzione letterale è «le cose che devono essere diffuse, che devono essere fatte conoscere».

Per arrivare alla polarizzazione del pensiero i media attuano allora una scelta sia nei fatti di cui parlare sia nel modo in cui ne parlano. Il linguaggio diventa fondamentale per descrivere la realtà e controllare l’opinione pubblica. Occorre anche premettere che tale processo, per dare i suoi frutti, impiega anni: con assiduità e coerenza le azioni strategiche qui sotto descritte si insinuano poco per volta nella vita delle persone modificando la loro percezione del mondo.

Eccone  una sintesi espressa in 10 regole:

1) La strategia della distrazione: questa prima fase consiste nel deviare l’attenzione del pubblico da problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazione di continue  informazioni insignificanti.

2) Creare problemi e offrire soluzioni: questo metodo è anche chiamato «Problema>Reazione>Soluzione». Si crea un problema, una situazione prevista per indurre una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: amplificare episodi di  violenza urbana, descrivere come pericolosi fenomeni sociali (vedi migrazione), con lo scopo che sia il pubblico a richiedere le leggi di sicurezza e le politiche che restringono le libertà individuali e collettive.

3) La strategia della gradualità: al fine di far accettare un’opinione ai cittadini, è necessario «costruire» gradualmente la visione che si intende imporre, evitando l’effetto shock e il suo rifiuto se fosse presentata subito nella sua interezza. In questo modo la visione neoliberista della società – con l’erosione del welfare, la privatizzazione della sanità e altri diritti prima ritenuti fondamentali – è stata assimilata soffocando prevedibili reazioni collettive di opposizione.

4) La strategia del differimento: un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quello di presentarla come dolorosa e necessaria, ottenendo l’applicazione pubblica nel momento, per un’applicazione futura. Possiamo fare molti esempi nell’erosione dei diritti avvenuta in questi anni… Non ultimo la necessità dell’aumento delle spese militari in tutta Europa e la progressiva censura che sta avvenendo in tutti i campi del dissenso.

5) Rivolgersi al pubblico come fosse un bambino: per indurre una determinata visione del mondo è necessario nello stesso tempo semplificare  il modo in cui si danno le notizie: la semplificazione in buono/cattivo, aggressore/aggredito, amico/nemico. Unito al fattore emotivo si cerca di far accettare ad esempio all’opinione pubblica una guerra come scontro tra democrazia e autoritarismo, o una carneficina come una difesa necessaria.

6) L’aspetto emotivo deve prevalere sulla riflessione: sfruttare le emozioni di paura e incertezza permette di organizzare il processo di manipolazione in modo efficace. Sotto l’effetto della paura i cittadini possono accettare misure e decisioni disumane e discriminatorie.

7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità: il controllo rigido dei mezzi di comunicazione diventa la modalità attraverso la quale il potere mantiene lontano i cittadini dalle questioni che realmente influenzano la loro vita e il futuro della società nella quale vivono. Così gli strumenti di distrazione e le fonti di divertimento vengono sfruttati per  tal fine e organizzati in modo che  occupino il più possibile i pensieri e il tempo delle persone. Ne abbiamo un esempio lampante di fronte ai palinsesti delle televisioni sia pubbliche che private, sia delle radio. Abbassare il livello culturale delle persone è stato anche in passato un efficace modo per manovrare le masse.

8) Stimolare il pubblico a essere compiacente con la mediocrità: l’opinione pubblica quindi deve essere guidata non solo a non farsi delle domande inopportune, ma distratta e indotta a chiudersi in un mondo parallelo fatto di divertimenti, giochi a premi, sceneggiati ecc. Soprattutto deve amare questa mediocrità e preferirla a qualsiasi altro impegno politico e sociale.

9) Supportare l’autocolpevolezza: si tratta di far credere all’individuo di essere  il responsabile delle proprie disgrazie a causa di insufficienti competenze, capacità o sforzi. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si autosvaluta e si sente in colpa, creando uno stato di depressione che porta all’inibizione di tutte le forme di protesta sociale.

10) Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano: il processo mediatico e tecnologico che agisce sulla sfera delle emozioni è il cuore della riuscita della manipolazione. Grazie agli algoritmi e ai sistemi di tracciamento dei dati, si riescono a individuare  interessi, gusti e sentimenti  delle persone. Prevedendo  le emozioni del pubblico, conoscendone in anticipo le tendenze e le preferenze, è infatti possibile agire direttamente su di esse andando a influenzarne gli sviluppi futuri.

Immagino che ciascuno di noi possa riconoscere ogni giorno questa strategia agita nelle decisioni che da anni i vari governi hanno preso e  che stanno prendendo le attuali forze politiche al governo.

La consapevolezza della morsa che si sta stringendo intorno a noi è solo un primo passo. L’importante è non stare in silenzio a guardare.


 

 

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