Negato l’ingresso in Francia per dire No al Tav? In ventiquattro hanno fatto ricorso e chiesto pure i danni

Daniela Bezzi

Era la sera del 16 giugno quando un convoglio di macchine dirette in Maurienne per la manifestazione organizzata da Les Soulèvements de la terre (insieme a tante altre organizzazioni) per dire NO al TAV, venne fermato alla frontiera, subito dopo il Moncenisio, poco prima di Modane. In stato di fermo una trentina di italiani tra cui un ragazzo francese, Lucas G., 23 anni: uno studente che aveva trascorso il suo anno di Erasmus all’università di Bologna, e che senz’altro non si sarebbe mai aspettato di ricevere un Foglio di Via dal suo stesso paese!

Nel frettoloso copia-incolla dei Fogli di Via evidentemente pre-ordinati dal Ministero dell’Interno francese, anche lui era entrato nella lista dei 107 pericolosi Italiens, determinati a varcare le Alpi con l’intenzione di far casino, in quanto volgari black bloc, addirittura terrorists, come da giorni li dipingeva la stampa francese con toni di crescente allarmismo (e ne abbiamo scritto qui e vari articoli a seguire).

“Esperienza allucinante, la sensazione di essere attesi proprio al varco, sulla base di chissà quali informazioni” rievoca per telefono una compagna che si trovava in una delle macchine e che chiameremo Laura. “Ovviamente sapevamo dell’elenco dei 107 ‘potenzialmente pericolosi’ che era stato notificato dalle autorità italiane a quelle francesi. Ma venendo da Bologna non pensavamo che riguardasse anche noi, sebbene in Val Susa siamo di casa, anche recentemente eravamo a Venaus per contribuire alla costruzione del Festival dell’Alta Felicità.

Ci volle poco per capire che non era l’amicizia con il Movimento NoTav che li ‘incriminava’, piuttosto il fatto che a fine marzo erano stati alla manifestazione contro i mega-bacini a Sainte Soline, aderendo all’invito dei Soulèvements che nella loro tournée europea erano passati anche da Bologna.

“Eravamo una sessantina, pullman pieno. Partecipazione numerosa abbastanza da motivare la speciale ‘attenzione’ delle FFOO francesi anche il 16 giugno, in quel di Modane: sembravano proprio riconoscerci, come se si fossero studiate le foto, i nomi – esperienza spiacevolissima… Ma dovresti parlare con Lucas, lo studente francese che era con noi e ci ha fatto da interprete. E che poi ha facilitato le procedure per questo ricorso, chiamalo senz’altro”.

Chiamo Lucas in Francia, dove ha trascorso le vacanze. Il caso vuole che sia di nuovo in partenza per l’Italia, con cambio-treno a Milano. Ci diamo appuntamento in Centrale, ha proprio voglia di parlare, motivatissimo nella rievocazione di questo ‘abuso inter-statale’ di cui è stato protagonista, e che ha creato le condizioni per questo ricorso collettivo: un esito per niente banale, data la motivata sfiducia nella cosiddetta ‘giustizia’ all’interno dei movimenti italiani.

Lucas tiene a precisare innanzitutto una cosa: prima di arrivare in Italia per l’anno di Erasmus a Bologna non aveva avuto alcuna esperienza importante di attivismo.

“Come tutti i ragazzi della mia età sono incazzato per come vanno le cose, e poi c’è stata la pausa del Covid che ha bloccato tutto, ma per esempio Les Soulévements de la Terre che sono così forti in Francia, io li ho incontrati per la prima volta a Bologna quando sono venuti a parlarci di quella cosa oscena che sono i mega-bacini. Ed è stata in quell’occasione che ho incontrato questo gruppo di compagni bolognesi, così uniti e solidali nel concreto di quel che fanno…

Per cui quando si sono organizzati con il bus per Sainte Soline mi è venuto naturale unirmi a loro, anche perché essendo francese avrei potuto fare da tramite, insomma rendermi utile.  Ed ecco che, facendo tappa in Val Susa, ho incontrato anche la storia del Tav, e ho potuto conoscere alcuni compagni ‘storici’ del movimento, in particolare Emilio Scalzo che sono felicissimo di sapere di nuovo libero. E poi subito dopo le Alpi eccoci ospiti di Philippe Delhomme che ci ha raccontato la stessa storia per il versante francese della Grande Opera, dell’inaccettabile costo ambientale, del danno irreversibile alle falde acquifere, della colossale dispersione di acqua potabile, immagina cosa possa significare tutto questo per me che studio Scienze dell’Ambiente.

Perciò quando è circolata la notizia della manifestazione contro il Tav in Maurienne, la prima mai organizzata in Francia, e con il coinvolgimento di così tante organizzazioni compresi Les Soulévements de la Terre, era ovvio che ci fossi anch’io, anche in vista di un possibile fronte comune tra Italia e Francia, dove come sai la questione è sempre rimasta non vista

E comunque per tornare alla nostra spedizione in Maurienne: eravamo una trentina, distribuiti su cinque macchine. Eravamo consapevoli della situazione di allarmismo in Francia, con i media locali che soffiavano sul fuoco delle peggiori previsioni, con il prefetto che proprio la stessa mattina aveva dichiarato l’intera regione zona rossa e addirittura negato l’autorizzazione al corteo. Per cui ci mettiamo in viaggio, facciamo sosta a Bussoleno, apprendiamo che finalmente è stata individuata l’area del campeggio nei pressi di questo paesino, La Chapelle, ben più lontano dal confine con l’Italia… e arrivati verso il tardo pomeriggio al Moncenisio passiamo senza problemi, ma veniamo bloccati quando stiamo per entrare a Modane e lì per lì sembra trattarsi di una semplice richiesta di documenti, ma così non è.

Io ero in macchina con un compagno che si riteneva un po’ più esposto degli altri, per cui mi ero preparato, avevo consultato il team legale dei Soulevements, mi ero studiato tutto quello che ritenevo di dover sapere circa come e cosa rispondere in caso di richieste intimidatorie o altro… Ma un conto è prepararsi, e ben diverso e trovarsi a fronteggiare una situazione in cui sei il solo in grado di capire quello che dicono gli sbirri, con trenta compagn* giustamente in tensione per quella che è una situazione abusiva, e un plotone di gendarmi che improvvisamente si mettono a perquisire le macchine, tutte quante, tutti gli zainetti, le borse, i bagagli, tutto! Ed è stato quando a un certo punto si è presentato un agente di grado superiore che abbiamo capito che la situazione era seria.

Ha iniziato ad additarci ad uno ad uno, non tutti, solo un gruppo tra cui io e altr* come per dire: ‘so chi siete…’. La situazione si fa ancora più tesa quando mi chiede di mettere in fila i/le compagn* che erano stat* a Sainte Soline, e sembra calmarsi quando gli chiedo su che base legale dovrei obbedire. Però le tende, le bandiere NoTav, gli occhiali da subacqueo e le mascherine FP3 per proteggerci dai lacrimogeni, insomma tutto quello che abbiamo nelle macchine denuncia chiaramente la nostra meta, anche se proviamo a dire che siamo diretti a Lione.

Lui fa sapere che era presente anche la volta che ci avevano fermati andando a Sainte Soline. E insomma la tensione cresce sempre di più, chiaramente è un gioco di potere, io cerco di mantenere la calma ma la mia posizione è la più difficile perché essendo l’unico che parla francese, sono proprio preso in mezzo – ed è solo quando arriva un avvocato del legal team, che la dinamica si allenta un minimo. Situazione pesante, con non pochi abusi: avremmo avuto il diritto di telefonare a delle persone care; o di conferire con il Console Italiano, e invece macché.

Per non dire delle semplici richieste di avere dell’acqua, o di andare alla toilette – accolte con parole di scherno, in un paio di casi con degli spintoni, per non dire delle manette riservate a un paio di compagni, dell’appuntato che quando ci hanno portato al Commissariato esibiva un fucile tra le mani… situazione così.

Il tutto sarà durato tre ore, dalle 18 alle 21 e a quel punto era chiaro che avevano raggiunto il loro scopo: identificare la presenza dei nominativi sicuramente ‘colpiti’ dai Fogli di Via, lo dicono chiaramente le date, i Fogli di Via erano già stati predisposti il giorno prima, 15 di giugno, si trattava solo di consegnarli nelle mani degli ‘interessati’ e rispedirli indietro.

E cosa ci stava scritto su questi Fogli di via? Che per il solo fatto di essere stat* a una manifestazione precedente, non avevamo diritto di rimettere piede sul territorio francese. In pratica eravamo tacciati di terrorismo sulla base di un pregiudizio – e su questi inaccettabili argomenti fa leva infatti il ricorso degli avvocati.

Io fino a quel momento non avevo capito che il Foglio di Via sarebbe toccato anche a me. Quando me lo sono trovato tra le mani ero talmente nel pallone che lì per lì non ho replicato, anche perché stava diventando tardi ed era urgente capire come fare ritorno in Italia, se dal Moncenisio, oppure dal Frejus. Un paio di macchine erano state lasciate passare in Francia e ci trovavamo a corto di vetture, al punto che volevano farci viaggiare in 6 o 7 dentro una macchina! Poi hanno proposto a due compagne di viaggiare con le FFOO francesi – ma anche no! Insomma situazione tesissima anche al Frejus, a un certo punto hanno tirato fuori il teaser ‘così magari si calmano’ ha detto uno, e purtroppo gli avvocati non erano più con noi. Abbiamo avuto paura.

Finalmente eccoci in viaggio di ritorno verso Bussoleno, dove un compagno aveva allestito una situazione di fortuna per la notte. E’ stata una brutta avventura te l’assicuro, ancora adesso mi sento addosso la tensione di quei momenti.

Quanto al ricorso e come ci siamo arrivati: grazie agli avvocati, che sono immediatamente partiti dal mio caso, talmente anomalo da motivare una procedura d’urgenza. Già quando eravamo al Commissariato di Modane uno dei compagni aveva fatto notare agli agenti che io era francese, come avrebbero dovuto capire da soli, avendo i miei documenti: Lucas G, nato a … nazionalità francese eccetera. Sebbene in confusione l’agente aveva replicato che se così diceva il Foglio di Via pervenuto dal Ministero dell’Interno, il Foglio di Via valeva più della mia carta d’identità! Un ‘falso’ che gli Avvocati hanno potuto subito impugnare e che infatti è stato sanato senza neppure arrivare alla vera e propria udienza, perché resosi conto dell’errore il Ministero degli Interni mi ha fatto pervenire una cosa buffissima in cui mi ‘notificano’ che in effetti non sono nato in Italia bensì in Francia, e vabbè.

Diciamo che il mio procedimento ha messo in moto tutto ciò che è seguito dopo, perché ha permesso a questo super motivato Legal Team di giovani avvocati francesi, di informare il resto del gruppo circa il diritto di presentare ricorso, sulla base di serissime motivazioni:  essenzialmente il fatto che non può sussistere presunzione di colpevolezza senza motivi che la sostengano; oltre alle non meno importanti argomentazioni circa il diritto di manifestare, diritto di riunione, diritto di dissenso eccetera che in Francia hanno ancora un certo peso.

E per tutti era ormai una questione di principio: insieme avevamo subito questa situazione di abuso, insieme ne saremmo usciti reclamando il riconoscimento dei nostri calpestati diritti. Per cui non c’è stata incertezza: in ventiquattro che eravamo abbiamo dato mandato al team legale, che si è subito messo al lavoro e il ricorso è stato presentato infatti il 12 agosto scorso al Tribunale Amministrativo di Parigi. Ovviamente non ne ha dato notizia quasi nessuno, a parte qualche testata vicina ai Soulévements, per esempio Mediapart.”

Il testo del ricorso, su ben 17 pagine frutto dell’ottimo lavoro di Alexis Baudelin, John Bingham, Fayçal Kalaf, Amid Khallouf, Alexandre Maestlé e Camille Vannier, insiste sulla violazione delle libertà fondamentali di riunione, opinione, espressione, manifestazione e movimento; ma soprattutto denuncia il vero e proprio abuso di procedura, derivante dall’impropria applicazione della legge del 13 novembre 2014 “che per rafforzare le disposizioni relative alla lotta contro il terrorismo” era stata creata per impedire l’ingresso in Francia di jihadisti stranieri intenzionati a commettere attentati. Nel caso degli attivisti ambientali, che “negano vigorosamente qualsiasi coinvolgimento in atti di terrorismo, l’uso da parte del Ministero dell’Interno di queste deroghe al diritto comune è del tutto incomprensibile”.

Nell’attesa di capire l’esito di questo ricorso, al quale auguriamo il miglior successo, rallegriamoci per la seguente ottima notizia: sia in Francia che in Italia i Soulèvements godono di ottima anzi splendida salute!

In Francia è stato di nuovo sospeso il procedimento di dissoluzione richiesto dal Ministero degli Interni, che li avrebbe visti fuori legge – e infatti rieccoli in piena azione per tutta questa settimana con un entusiasmante “Convoglio acquatico” partito il 18 agosto proprio da Sainte Soline e previsto in arrivo a Parigi domani e dopo per ravvivare l’attenzione sul tema dell’acqua, oltre 700 in allegra pedalata come si può vedere dalle foto ed esilaranti cronache postate sulla loro pagina FB.  E anche in Italia ci si sta preparando a una settimana di belle camminate per borghi e sentieri subito fuori Bologna, come vi anticipiamo con questa locandina appena pervenuta.

“Questo settembre siamo di nuovo in marcia contro la cementificazione, la distruzione degli ambienti dove abitiamo e per fortificare quei modi di vivere che riteniamo più in sintonia con i nostri territori. Come l’anno scorso, abbiamo scelto di farlo camminando, per sentire la terra sotto i nostri piedi e per darci la possibilità dell’incontro” recita il Comunicato Stampa di questa bella iniziativa e tutti i dettagli circa gli incontri in programma dall’8 al 17 settembre sono su sollevamentiterra.noblogs.org


 

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