Le bombe a grappolo e le mani sporche di sangue di Biden

Norman Solomon

Per le élite radicate a Washington, usare i soldi dei contribuenti per le bombe a grappolo e quindi per distruggere i corpi di bambini e altri civili non è un grosso problema quando c’è un serio lavoro geopolitico da fare.

“In un periodo buio”, ha scritto il poeta Theodore Roethke, “l’occhio comincia a vedere”.

Stanley Kunitz ha osservato: “In un tempo di omicidi / il cuore si spezza e si spezza / e vive spezzandosi”.

Nell’attuale tempo di omicidi, in mezzo al vortice dei media, la lucidità è arrivata per alcuni con la notizia che il presidente Biden ha approvato l’invio di munizioni a grappolo all’Ucraina. Per le élite radicate a Washington, usare i soldi dei contribuenti per distruggere i corpi di bambini e altri civili non è un grosso problema quando c’è un serio lavoro geopolitico da fare.

La stessa Casa Bianca che ha correttamente inserito le munizioni a grappolo nella categoria dei crimini di guerra quando la Russia ha iniziato a usarle in Ucraina l’anno scorso, ora dice che vanno bene – quando gli Stati Uniti le forniscono a un alleato.

Se da un lato dobbiamo condannare con forza la feroce guerra della Russia contro l’Ucraina, dall’altro non dobbiamo farci illusioni sul carattere morale della politica estera degli Stati Uniti.

Gli alti funzionari dell’amministrazione si sono affrettati a sottolineare la durezza della scelta. “È stata una decisione molto difficile da parte mia”, ha detto Biden.

Questo mi ricorda la famigerata intervista di 60 Minutes a Madeleine Albright, allora ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, nel maggio del 1996. La corrispondente della CBS Lesley Stahl parlò dell’impatto delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti all’Iraq, dicendo che “abbiamo sentito che mezzo milione di bambini sono morti”, e poi chiese: “Ne vale la pena?”.

Albright ha risposto: “Penso che sia una scelta molto difficile, ma il prezzo – pensiamo che ne valga la pena”.

Otto mesi più tardi, su nomina della Albright a Segretario di Stato, il Senato la confermò. Il voto fu 99-0. Forse non sarebbe stato unanime se i figli dei senatori fossero morti mentre lei dichiarava che la loro morte “ne valeva la pena”.

Come la “scelta molto difficile” di Albright, anche la “decisione molto difficile” di Biden si basava su comode astrazioni e, in ultima analisi, sulla volontà di sacrificare la vita di innumerevoli altre persone, pur rivendicando una virtù immacolata. Difendendo la decisione del Presidente sulle munizioni a grappolo, nessuno dei membri del team di Biden deve preoccuparsi del fatto che uno dei propri figli possa un giorno prendere in mano una “bomba” fornita dagli Stati Uniti, magari scambiandola per un giocattolo, per poi essere immediatamente assalito dalle schegge.

I repubblicani e i democratici di Capitol Hill che nell’ultima settimana hanno cercato di giustificare la spedizione di armi a grappolo all’Ucraina stanno eludendo una verità fondamentale che il corrispondente della BBC John Simpson ha riportato molto tempo fa, nel maggio 1999, mentre le forze NATO guidate dagli Stati Uniti sganciavano bombe a grappolo sulle strade di Nis, la terza città più grande della Serbia: “Usate contro gli esseri umani, le bombe a grappolo sono tra le armi più crudeli della guerra moderna”.

All’epoca, il San Francisco Chronicle riportava: “In una strada che conduce al mercato, corpi smembrati erano sparsi tra carote e altre verdure in pozze di sangue. Una donna morta, con il corpo coperto da un lenzuolo, stringeva ancora una borsa della spesa piena di carote”.

Oggi, con la moda politica che tratta la “diplomazia” come una parola sporca, il risoluto militarismo del governo statunitense è bipartisan. Se da un lato dobbiamo condannare con forza la feroce guerra della Russia contro l’Ucraina, dall’altro non dobbiamo farci illusioni sul carattere morale della politica estera degli Stati Uniti.

Per esempio: Durante tre presidenze, a partire da quella di Barack Obama, il governo degli Stati Uniti ha aiutato e favorito la guerra contro lo Yemen a guida saudita, dove il bilancio delle vittime dal 2015 è ora stimato a quasi 400.000. L’incontro di alto profilo di Biden con il sovrano saudita Mohammed bin Salman un anno fa ci dice molto sulla portata dell’impegno degli Stati Uniti per la decenza umana di base negli affari esteri.

L’epoca di omicidi in cui viviamo, organizzata come una guerra, viene incolpata di riflesso solo della barbarie degli altri. Ma la decisione del Presidente Biden di fornire munizioni a grappolo all’Ucraina è scioccante per molti americani perché ha minato illusioni che non hanno più la solidità effettiva di castelli di sabbia prima che arrivi la marea della verità.

In un periodo buio, l’occhio comincia a vedere.


Fonte: Common Dreams, 13 luglio 2023

https://www.commondreams.org/opinion/biden-cluster-bombs-ukraine

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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