La NATO e l'Ucraina

Ucraina: 1 anno di guerra oltre a 30 anni di escalation del conflitto (seconda parte)

Jan Oberg

Il solo riarmo necessario è intellettuale e morale – su ogni versante. Aldilà della Russia, le politiche NATO/EU si dimostreranno moralmente sbagliate, irrealistiche, pericolose e autodistruttive. Ucraina: 1 anno di guerra oltre a 30 anni di escalation del conflitto (seconda parte)

[PARTE 2] Che significa vincere?

La solita argomentazione, di nuovo intellettualmente deficiente, è che ‘noi’ dobbiamo vincere e perciò vinceremo, mentre ‘loro’ prederanno. E implicitamente perché loro perdono, prevaliamo su di loro. Il che potrebbe risultare sbagliato perché potrebbero vincere ‘loro’ e perdere ‘noi’.  ma trattandosi effettivamente di un tavolo quadruplo, a parte questi due risultati, entrambi potrebbero vincere ed entrambi perdere. Ma anche questo non è così perché non ci sono due ma più contendenti: Russia (governo e popolo), Ucraina (governo e popolo), NATO con 30 stati membri (governi e popoli) e USA, capofila, (governo e popolo). E c’è il resto del mondo e il come il conflitto e la guerra influenzano il sistema globale col passar del tempo.

Ma restiamo all’idea del vincere. Che vuol dire? Vincere militarmente, ovvio – ma anche politicamente, moralmente, economicamente e culturalmente? Chi sarà più forte a quale riguardo quando finisce la guerra?

Lo scenario più verosimile che veda a questo primo anniversario della Guerra, è una lunga lotta anziché una sua rapida fine. Più dura, più difficile sarà risolvere i conflitti sottostanti – a causa dell’immenso accumulo d’odio, traumi, devastazioni, morti e feriti, le economie distrutte, etc.

Benché la distruzione umana e materiale in Ucraina sia per ora piuttosto limitata a confronto con Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Yemen etc., è comunque già enorme e straziante. perciò lo slogan “Questa guerra deve cessare adesso!” è il più potente e veritiero – ma è improbabile che i contendenti l’ascolteranno abbastanza presto, tutti presi in una cieca partita del pollo.

A parte le aziende produttrici di armamenti e le maggiori aziende dell’energia, non vedo nessuna delle parti citate in gioco nel groviglio di conflitti che starebbe meglio dopo questa guerra rispetto a prima del 2014 (al cambiamento di regime a Kyiv istigato e finanziato dagli USA e la successiva annessione russa della Crimea) o prima del 24 febbrai 2022.

Al contrario, tutti – anche voi e me compresi – pagheremo prezzi di vario tipo, a valere da subito dopo, ma anche parecchio più in là. Per guarire questo conflitto e le ferite di questa guerra, costruire fiducia e un nuovo sistema di sicurezza, ci vorranno parecchi decenni.

In sunto, questa guerra non può essere vinta in alcun senso ragionevole del termine. Lo slogan NATO/UE ripetuto alla nausea “Vinceremo, stando con l’Ucraina tutto il tempo che ci vuole” è sconsiderato e intellettualmente inconsistente e ingannevole.  Ed è pericolosamente irresponsabile anche perché vuol dire uccidere ancor altri cittadini ucraini che saranno i principali perdenti – in qualunque scenario pensabile.

Purtroppo, ciò non impedisce che chi lo dice creda alle proprie parole. E’ solo che non ha pensato a fondo a quel che significano – a causa dei 9 punti psicopolitici di cui sopra.

  1. Tutte le ipotesi di base NATO/UE sono o semplicemente sbagliate, o irrealistiche o insostenibili.

1 • Putin voleva spaccare la NATO, ma noi stiamo uniti.

La prima affermazione è semplicemente sbagliata: se la NATO non è in gioco nel conflitto perché l’invasione russa di un paese non-NATO dovrebbe costituire un tentativo di spaccare l’alleanza? Dieci paesi dell’ex-Patto di Varsavia sono diventati membri della pur con le ben documentate promesse di tutti i leader occidentali importanti fatte a Gorbaciov oltre 30 anni fa, che se avessero ottenuto la Germania unita nella NATO, l’alleanza non si sarebbe espansa “un pollice” ad est? Perché la Russia non spaccò prima quella NATO espansa – e perché è invece intervenuta nel caso dell’Ucraina?

E’ pur vero che l’unica cosa attorno alla quale l’Occidente sta unito è l’odio, la demonizzazione e il riarmo  – vincendo la guerra sul territorio ucraino. La coesione occidentale ha molto di cui ringraziare Putin – per quanto dura.

2 • Putin è intento a conquistare un paese dopo l’altro.

Beh, intanto finora non gli è andata così bene in Ucraina, e perché non l’ha fatto negli ultimi 20 anni, di presidenza? Ha la Russia – con spese militari dell’8%, e in calo, di quelle NATO davvero la capacità di invadere un paese dopo l’altro, d’occupare e amministrare una serie di membri NATO? Alcuni dicono: guardiamo all’invasione russa della Georgia nel 2008. Che, di nuovo non fu quella che fu davvero, ma ripetute opere di propaganda.

3 • La Russia/Putin minaccia Finlandia e Svezia e può addirittura fare un attacco isolato all’isola svedese di Gotland – perciò la Svezia deve entrare nella NATO.

Che ne diremmo di uno straccio di prova di tale intenzione? di una valutazione della ‘correlazione delle  forze’? I buoni di cuore sembrano credere che la Svezia si troverebbe a combattere da sola, ma no, gli USA accorrerebbero in soccorso se anche la Svezia non fosse membro NATO: già concordato e programmato.

Invece la Svezia adesso verrà tirata ben presto dentro la guerra e dovrà accettare il preposizionamento di basi/armamento USA e forse di altri sul proprio territorio assicurando così che i missili russi prendano di mira la Svezia. Si è detto addio a 200 anni di vantaggioso non-allineamento, a una politica estera indipendente, a opzioni per fare da mediatore e patrocinatore della sicurezza comune e all’obiettivo ONU di generale e completo disarmo.  Senza alcun mandato, il primo ministro svedese Kristersson ha promesso piena lealtà perfino alla dottrina nucleare della NATO. ora gli svedesi vivranno in modo molto più pericoloso – con frontiere recise e potenzialmente ostili invece di tamponi paracolpi neutrali. E con molto meno varietà di opinioni liberamente espresse in un dibattito sulla sicurezza più militarista.

4 • La Russia cadrà a pezzi economicamente.

Sì, ovviamente ci sono problemi economici che possono probabilmente crescere d’anno in anno – ma la Russia è lungi dal cadere a pezzi. – per almeno quattro ragioni. Inoltre i russi sanno come soffrire – 27 milioni di morti nella 2^GM – mentre gli occidentali non ne sanno molto per i propri principi e gli ideali dichiarati.

L’Ucraina è un tema esistenziale per la Russia e per molti russi, ma assolutamente no per USA/NATO – eccetto per il fatto d’essere la sola ragion d’essere della NATO per la sua smania di espansione e per mantenere il conflitto con la Russia il più possibile asimmetrico e indebolire la Russia.

Inoltre , la Russia ha il territorio e depositi di risorse naturali di gran lunga più vasti al mondo – ed è certamente in grado di voltare le spalle piano ma di sicuro ai paesi UE e NATO e cooperare invece ben più da vicino con Cina, India, Iran, Medio Oriente e il resto del mondo, anche nella BRI (“Nuova Via della Seta”) a propulsione cinese. Da quelle parti possono anche non amare la Russia, ma ci si uniscono perché stufi marci dell’Occidente in generale e delle operazioni dell’Impero USA in particolare. E perché il Sud Globale è stato colpito duramente dalla crisi economica globale, dalle conseguenze della pandemia da Corona-virus e adesso dalla reazione dell’Occidente all’invasione.

[Sostenere l’Ucraina militarmente per quanto ci vuole. Questa guerra la vinceremo A quale costo?                   E poi quale pace?]

Niente tregua, niente colloqui, niente mediazione, niente ONU o OSCE, niente Cina, niente peacekeeper, niente demilitarizzazione, niente brainstorming su possibili soluzioni – in breve, decerebrati e quindi niente pace

5 • Possiamo vincere questa guerra facendola combattere per noi dagli ucraini.

Abbiamo sentito tutti ripetutamente: La causa dell’Ucraina è la nostra causa. L’Ucraina combatte per i nostri valori liberali, per noi, per l’Europa. L’Ucraina lotta in modo formidabile per la libertà, la democrazia, i diritti umani – e perciò abbiamo il dovere di sostenerla con armi e aiuto umanitario.

Quest’immagine mediatica occidentale idealizzata, o lustra, della ‘nostra’ Ucraina ha uno scopo politico e si dovrebbe discuterne. Comprensibilmente, un paese che combatte per la sua sopravvivenza può dover accettare compromessi su alcuni suoi valori superiori; la questione rilevante è come potrebbe diventare l’Ucraina – date parti della sua storia e gli effetti demoralizzanti di lunghi anni d’impegno bellico.

Per di più, gli ucraini hanno la forza militare, politica, economica e psicologica per portarsi sulle spalle il fardello dell’Occidente, di combattere per anni contro il presunto formidabile nemico nucleare della NATO? Per un po’ sì, ma difficilmente molto di più.

Non dovremmo sorprenderci se sempre più ucraini cominciano a interrogarsi perplessi: Quanto del nostro paese e del nostro futuro dev’essere distrutto per diventare – forse – membro NATO? Il nostro presidente sta facendo quant’è meglio per l’Ucraina o è in effetti più leale verso USA/NATO che i suoi concittadini? E che dire dei conflitti interni, delle lotte di potere, de tentativi di colpo di stato e della fatica della guerra se questa roba si trascina avanti e per anni non porta a nulla che si possa chiamare vittoria?

E l’Europa assorbirà altri milioni di profughi ucraini che devono fuggirsene o vederci nessun futuro?

Quel che vediamo è la tirannia dei piccolo passi – il coinvolgimento di fatto incrementale della NATO per “quanto ci vorrà“. Significa sia aerei da caccia, missili a lunga gittata, e sostanziale esaurimento degli  arsenali militari della NATO. Non per amor dell’Ucraina – il paese potrebbe infatti essere polverizzato – ma perché ‘noi’ abbiamo bisogno di vincerla, questa guerra.

6 • L’etica è abominevole.

L’Ucraina è davvero importante per USA e NATO abbastanza da rischiare una guerra piena, magari nucleare? I paesi NATO hanno veri ideali, e vogliono mostrare che i fatti sono più importanti che le parole? La NATO vuole davvero vincere pagando il prezzo della vittoria?

I leader odierni direbbero ‘sì‘. Allora il dilemma morale si può formulare così: perché non impegnarci  300- 400mila soldati NATO a condurre la guerra per cui si sono fatti programmi già decenni addietro – fatela a modo vostro, non per procura, con gli ucraini a pagare il prezzo delle – prevedibili – conseguenze dell’espansione NATO (si ricordi che prima dell’invasione c’era solo una minoranza di ucraini a favore dell’associazione alla NATO e 2/3 della gente che voleva la questione decisa da un referendum – restandone sempre fuori e con decisione presa dal presidente Poroshenko).

Quindi, quanto sono disposti a sacrificarsi per i ‘nostri’ obiettivi gli ucraini? E per quanto tempo?

7 • La pace emergerà dalla vittoria sui campi di battaglia dell’Ucraina.

Non sarà così, non lo è mai stato. Il militarismo e l’ebbrezza delle armi escludono ogni pensiero di pacificazione – nei termini succitati sotto ‘militarismo’. Quando si affidano tutte le proprie risorse agli arsenali di guerra, si esauriscono gli arsenali d pace.

I paesi NATO/UE non hanno mai proposto, a differenza di Putin nel 2014, che l’ONU intervenisse come mediatore, disarmatore e facilitatore di dialogo. Il processo di Minsk non fu altro che un modo di guadagnare tempo perché l’Ucraina si armasse quanto possibile prima della gran battaglia per ‘i nostri valori’ e l’uccisione di 14mila cittadini ucraini propensi alla Russia. L’Ucraina non è un paese senza conflitti interni – che possono scoppiare quando finisca questa guerra.

L’incredibile ignoranza presuntuosa su conflitto e pace sembra essere che o paesi NATO/UE possano essere sia cobelligeranti e poi mediatori. Oppure che non ci sarà bisogno di alcuna mediazione e riconciliazione con la Russia: una nuova Cortina di Ferro, solo più serrata, in costruzione.

8 • La gente d’Europe si sorbirà tutto ciò perché gli diciamo che si tratta di una lotta esistenziale.

Non credo che lo farà. Ci sono già dubbi e dimostrazioni contro la narrazione mediatica USA/NATO/UE. Si renderà chiaro fra i 420 milioni di cittadini UE che i prezzi alle stelle non sono “prezzi di Putin” ma indotti dai propri politici.

Potranno anche rendersi conto che ila distruzione del [gasdotto] Nord Stream [2] è stato un atto di terrorismo economico contro amici e alleati, una profonda umiliazione della Germania e del cancelliere Scholz personalmente – un’arroganza finora inedita degli USA che non sarà dimenticata pur con i media che si sforzano di evitarla per quanto possibile – un 26 settembre come un 11 settembre europeo?

Secondo questa indagine pubblicata da Euronews, l’attenzione della gente sta passando dai campi di battaglia ucraini ai loro effetti brutali più ampiamente sentiti, fra cui lo scardinamento delle filiere di rifornimento, le sparate dei prezzi dell’energia e l’inflazione rampante. Il tempo eserciterà la sua influenza su che cosa si può fare da parte di chi e per quanto.

9 • Possiamo associare l’Ucraina alla NATO ignorando preoccupazioni, proteste e rabbia della Russia.

Beh, non proprio prudente, ma piuttosto un risultato dei 9 meccanismi psico-politici di cui sopra. Ecco perché l’espansione della NATO non si può trattare e la narrazione sostiene che Putin ha agito come fulmine a ciel sereno.  Generalmente chi si sente ignorato col passare del tempo e l’aumento della propria frustrazione costringe gli altri ad ascoltarlo.

Nel mio libro online The TFF Abolish NATO Catalogue [Il catalogo TFF per l’abolizione della NATO] ho analizzato questo processo d’espansione e avuto a che fare con analisi [altrui] essenzialmente importanti e affidabili. E Ted Snider scrive nel suo articolo “We all knew the dangers of NATO expansion” [Sapevamo tutti i pericoli dell’espansione] che:

“Nel 2008, William Burns, attualmente direttore della CIA sotto Biden ma allora ambasciatore in Russia, ammonì che “L’entrata ucraina nella NATO è la più incandescente di tutte le linee rosse per l’élite russa (non solo Putin)”. Egli mise in guardia il segretario di Stato Condoleezza Rice che “Devo ancora trovare qualcuno che veda l’Ucraina nella NATO come qualcos’altro da una sfida diretta agli interessi russi”. Anche a prescindere dall’espansione in Ucraina, Burns definiva l’espansione NATO in Europa orientale “prematura per ben che vada, e provocatoria senza scopo al peggio”. Se poi riguardasse l’Ucraina, ammoniva Burns “Non potrebbero esserci dubbi che Putin reagirebbe duramente”.

Questo è uno di numerosi dati fattuali preclusi sistematicamente alla diffusione e discussione dai nostri politici e media.

L’elenco d’intellettuali – di realpolitik come pure esperti di pace – che hanno ammonite che l’Ucraina fosse luogo da evitare per una piena associazione alla NATO è lunga e citata quasi completa nel mio libro. La NATO, alleanza della tracotanza, non ha creduto di dover ascoltare o prendere sul serio quel che tutti questi – oltre a ogni presidente russo – avevano dichiarato negli ultimi 30 anni e lo stesso Burns della CIA ha così ben espresso lo stesso anno allorché la NATO decise che l’Ucraina dovesse far parte della NATO (senza neppur chiedere al popolo ucraino).

10 • L’Occidente ne uscirà più forte e manterrà il suo ruolo come leader mondiale.

No, sarà anzi indebolito. Se vuol battere in concorrenza la Cina, la BRI (“Nuova Via della Seta”) nonché altre grandi potenze, sarebbe più saggio farsi passare a nanna il post-sbornia militarista e alzarsi poi di mattina presto. Piuttosto, questa guerra estremamente dilapidatrice per un paese non-NATO, non così importante, indebolirà l’Occidente più che la Russia, che si unirà al nuovo ordine mondiale multipolare emergente. E accelererà invece il declino dell’0impero globale USA provocandone la caduta prima anziché dopo. Il che è quanto predico, per esempio, nell’articolo “The Occident is now militarising itself to death for a second time. [L’Occidente si sta militarizzando a morte per la seconda volta].

Invece di conclusioni

  • Siamo dove siamo per una serie di ragioni. Non ci toccava essere qui; tutto ciò avrebbe potuto essere evitato.
  • Il mondo – superiore – di NATO/UE è all’insegna del diniego, e le sue politiche non hanno chance di riuscire perché intellettualmente e moralmente carenti.
  • Questo è vero a prescindere dall’impressione che si ha di Putin e della Russia. Se si pensa, come l’Occidentde, che Putin sia stupido o malvagio, non si pensi di fare qualunque cosa saggia e buona; non è stato così. E non si contraccambi mai occhio per occhio perché vi rende un’immagine speculare di Putin. (Leggetevi Gandhi).
  • Ogni singola persona che dica che ‘noi’ vinceremo questa guerra e ‘loro’ la perderanno dovrebbe uscire allo scoperto riconoscendo di diventare così corresponsabile di sofferenze illimitate dei cittadini ucraini innocenti, forse milioni.
  • Questa guerra deve cessare e cessare ora. Dobbiamo cominciare a pensare e uscire dalla camicia di forza con servo-pilota autoglorificante ed emozionalista.
  • O perderemo per forza tutti.
  • Una risoluzione civile del conflitto basata su nozioni fattuali e intelligente è la sola via alla pace, alla cooperazione e coesistenza in futuro.
  • La pace è ancora possibile.
  • E fare la pace è la sola chance per gli USA e l’Europa di giocare un ruolo positivo nel nuovo mondo molto diverso di domani.

TRANSCEND MEMBERS, 27 Feb 2023 | Jan Oberg, Ph.D. | The Transnational – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.