Fermare la guerra in Ucraina

Cause e conseguenze della guerra in Ucraina

John J. Mearsheimer

Un contributo di Servas Piemonte attraverso il pensiero di John J. Mearsheimer. Conferenza presso Istituto Universitario Europeo (Firenze), 16 giugno 2022. Trascrizione originale, traduzione di Mara Rimbaudi e Stefano Andreoli

Presentazione dell’autore 

La tesi secondo cui gli Stati Uniti siano i principali responsabili della crisi in Ucraina può apparire a molti il prodotto di un pregiudizio, o di una insana attitudine complottista. Eppure, essa annovera tra i suoi esponenti degli studiosi autorevoli che appare difficile accusare di antiamericanismo preconcetto: uno di questi è John J. Mearsheimer.

Chi conosce l’inglese può trovare su Youtube o sul sito del prof. Mearsheimer molti suoi articoli e conferenze sul tema.

In italiano, sono disponibili alcuni suoi interventi, in particolare sul sito del prof. Francesco Sylos Labini.

Qui vogliamo dare il nostro contributo a diffondere la conoscenza di questo autore traducendo – con il supporto di una traduttrice professionista – il testo originale della conferenza del 16 giugno 2022 all’Istituto universitario europeo di Firenze, in cui il Prof. Mearsheimer ha esposto un’analisi di ampio respiro della guerra in corso. L’ampio corredo di riferimenti documentali riportati nelle note dimostra l’accuratezza e la solidità di tale analisi. (Presentazione a cura di Stefano Andreoli)


Testo della conferenza

Introduzione

La guerra in Ucraina è un disastro dalle molte sfaccettature, probabilmente destinato a peggiorare ulteriormente nell’immediato futuro. In genere, quando una guerra ottiene il suo scopo, non si presta molta attenzione alle sue cause; quando invece gli esiti di un intervento bellico sono devastanti, diventa fondamentale capire che cosa sia successo, perché le persone vogliono sapere come si è giunti a quella terribile situazione.

Nella mia vita, mi sono trovato di fronte a questo fenomeno per due volte, prima con la guerra nel Vietnam, poi, la seconda volta, con la guerra in Iraq. In entrambi i casi, il popolo americano ha preteso di sapere come aveva fatto il loro paese a fare un tale errore di valutazione.  Dal momento che gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO hanno avuto un ruolo determinante negli eventi che hanno portato alla guerra in Ucraina – e stanno ora avendo un ruolo centrale nella conduzione di tale guerra – è opportuno valutare quali sono le responsabilità dell’Occidente rispetto a un tale disastro.

Oggi vorrei soffermarmi su due punti fondamentali.

Punto primo: gli Stati Uniti sono i principali responsabili della crisi ucraina. Questo non significa non riconoscere che sia stato Putin a iniziare la guerra, e che sia responsabile dell’operato della Russia.  Non significa neppure negare una certa responsabilità degli alleati degli Stati Uniti, i quali, perlopiù, seguono la linea dettata da Washington riguardo all’Ucraina. Il punto centrale che mi preme sottolineare è che gli Stati Uniti hanno portato avanti, nei confronti dell’Ucraina, delle politiche che Putin e altri leader russi ritengono una minaccia esistenziale per il loro paese, tanto che da molti anni manifestano ripetutamente le loro preoccupazioni al riguardo. Mi riferisco, in particolare, all’ossessione tutta americana di far entrare l’Ucraina nella NATO e di renderla in pratica un baluardo occidentale proprio al confine con la Russia. L’amministrazione Biden non ha avuto la volontà di eliminare tale minaccia con mezzi diplomatici e anzi, nel 2021, ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti a far entrare l’Ucraina nella NATO. La risposta di Putin è stata l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio di quest’anno.

In secondo luogo, la reazione dell’amministrazione Biden allo scoppio della guerra è stata quella di alzare i toni contro la Russia. Washington e i suoi alleati occidentali sono determinati a sconfiggere la Russia in Ucraina in maniera definitiva e ad applicare una serie completa di sanzioni per indebolire notevolmente il potere russo. Gli Stati Uniti non hanno un reale interesse a trovare una soluzione diplomatica alla guerra, e questo significa che la guerra rischia di andare avanti per mesi, se non per anni. Nel frattempo, l’Ucraina, che ha già sofferto enormemente, subirà danni ancora maggiori. In pratica, gli Stati Uniti stanno contribuendo a mandare l’Ucraina in rovina.  Inoltre, c’è il rischio di un intensificarsi della guerra, in quanto potrebbe esserci un coinvolgimento della NATO nei combattimenti, con il possibile utilizzo di armi nucleari. Viviamo in tempi pericolosi.

Vorrei ora esporre la mia tesi in maniera più dettagliata, cominciando con l’illustrare quella che è la convinzione comune circa le cause del conflitto in Ucraina.

La Convinzione Comune

Nel mondo occidentale è ampiamente e fermamente diffusa la convinzione che Putin sia l’unico responsabile della crisi in Ucraina e ovviamente anche della guerra in corso. Si dice che abbia ambizioni imperialistiche, cioè che le sue intenzioni siano quelle di conquistare l’Ucraina e anche altri paesi, al fine di ricreare una grande Russia che assomigli in qualche modo all’ex Unione Sovietica. Si dice, in altre parole, che l’Ucraina sia solo il primo obiettivo di Putin, e quindi certamente non l’ultimo. Come ha detto un esperto in materia, Putin “ha in mente un obiettivo sinistro e di lunga data: cancellare l’Ucraina dalla faccia della Terra”. [1] A fronte di quelli che si ritengono essere gli obiettivi di Putin, ha perfettamente senso che la Finlandia e la Svezia entrino a far parte della NATO e che l’alleanza rafforzi la sua presenza nell’Europa orientale. Dopotutto, i tentativi di ricreare una Russia imperialista devono essere contrastati.

Sebbene le principali testate giornalistiche e praticamente quasi tutti i leader occidentali affermino ripetutamente quanto sopra, in realtà non ci sono prove che ne dimostrino la veridicità. In ogni caso, anche quando i sostenitori della convinzione comune forniscono delle prove a sostegno della loro tesi, queste hanno poco, se non nulla, a che vedere con le ragioni che hanno spinto Putin a invadere l’Ucraina. Ad esempio, secondo alcuni egli avrebbe affermato che l’Ucraina è uno “stato artificiale” o comunque non uno “stato reale”.[2] Tuttavia, questi commenti poco chiari nulla dicono riguardo alle motivazioni che l’hanno portato a iniziare la guerra. Lo stesso vale per la dichiarazione di Putin secondo cui egli considera russi e ucraini come un “unico popolo” con una storia comune.[3] Altri evidenziano che il presidente russo ha definito il crollo dell’Unione Sovietica come “la più grande catastrofe geopolitica del secolo”.[4] Naturalmente, Putin ha anche detto che “chi non ha nostalgia dell’Unione Sovietica non ha cuore. Chi vuole tornare all’Unione Sovietica non ha cervello”.[5] Altri ancora pongono l’accento su un discorso nell’ambito del quale Putin ha dichiarato che “l’Ucraina moderna è stata creata interamente dalla Russia o, per essere più precisi, dalla Russia Comunista, Bolscevica”. Tuttavia, sempre in quello stesso discorso, e con riferimento all’indipendenza dell’Ucraina al momento attuale, egli ha aggiunto: “Naturalmente non possiamo cambiare gli eventi del passato, ma perlomeno dobbiamo ammetterli apertamente e in maniera onesta”.[6]

Per sostenere l’ipotesi che Putin fosse intenzionato a conquistare tutta l’Ucraina e annetterla alla Russia, è necessario dimostrare, in primo luogo, che egli ritenesse tale obiettivo vantaggioso, secondariamente, che lo ritenesse fattibile, e in terzo luogo, che intendesse perseguirlo.  Nei documenti ufficiali non c’è alcuna evidenza del fatto che Putin stesse pensando, e tantomeno che avesse l’intenzione, di porre fine all’Ucraina come stato indipendente e di annetterla alla grande Russia, quando inviò le sue truppe in Ucraina il 24 febbraio di quest’anno.

In realtà, ci sono prove significative che Putin riconoscesse l’Ucraina come paese indipendente. In un articolo a sua firma del 12 luglio 2021, riguardante le relazioni tra Russia e Ucraina, che secondo i sostenitori della convinzione comune darebbe prova delle sue ambizioni imperialistiche, Putin si rivolge al popolo ucraino in questi termini: “Volete creare uno stato vostro: bene, fate pure!” Per quanto riguarda il modo in cui la Russia dovrebbe trattare l’Ucraina, nell’articolo si legge: “C’è una sola risposta: con rispetto”. Conclude poi il lungo articolo con le seguenti parole: “E cosa sarà l’Ucraina – spetta ai suoi cittadini deciderlo”.[7] È difficile associare tali dichiarazioni con la tesi che egli voglia incorporare l’Ucraina in quella che dovrebbe diventare una grande Russia.

In quello stesso articolo del 12 luglio 2021 e, ancora, in un altro importante discorso tenuto il 21 febbraio scorso, Putin ha sottolineato l’accettazione da parte della Russia “della nuova realtà geopolitica che si è andata formando dopo la dissoluzione dell’URSS”.[8] Ha ribadito tali affermazioni una terza volta, in data 24 febbraio, quando ha annunciato che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina.[9] In particolare, ha dichiarato che “non era nelle intenzioni della Russia occupare il territorio ucraino”, specificando chiaramente di rispettare la sovranità ucraina, ma solo entro certi limiti: “La Russia non può sentirsi al sicuro, svilupparsi ed esistere se si trova a dover affrontare una minaccia permanente che risiede nel territorio dell’attuale Ucraina”. In sostanza, Putin non aveva interesse a rendere l’Ucraina parte della Russia; era, piuttosto, determinato ad assicurarsi che l’Ucraina non diventasse una sorta di “trampolino di lancio” di cui gli Stati occidentali potrebbero servirsi per aggredire la Russia, un argomento, questo, che andrò ad approfondire a breve.[10]

Si potrebbe avanzare l’ipotesi che Putin stesse mentendo sulle reali motivazioni che l’hanno portato al conflitto, che, insomma, stesse cercando di mascherare le sue ambizioni imperialistiche. In proposito, ho scritto un libro sul mentire nell’ambito della politica internazionale, si intitola “Why Leaders Lie”. The Truth about Lying in International Politics – e mi sembra chiaro che Putin non stesse mentendo. Per cominciare, una delle cose più importanti che ho riscontrato è che i leader delle nazioni non mentono molto tra di loro; mentono più spesso al loro pubblico. Per quanto riguarda Putin, qualunque cosa si pensi di lui, non si ricordano episodi in cui si sia comportato da bugiardo nei confronti di altri leader.  Anche se, secondo alcuni, egli mentirebbe spesso e sarebbe una persona di cui non ci si può fidare, non ci sono molte prove del fatto che abbia mentito a un pubblico straniero.[11] Inoltre, negli ultimi due anni ha espresso pubblicamente il suo pensiero sull’Ucraina in diverse occasioni e ha sempre sottolineato che la sua preoccupazione principale sono le relazioni dell’Ucraina con l’Occidente, e in particolare con la NATO. Non ha mai accennato al fatto di voler rendere l’Ucraina parte della Russia. Se il suo comportamento facesse parte di una gigantesca campagna menzognera, saremmo di fronte a qualcosa di mai visto nella storia conosciuta.

Forse l’indicatore più chiaro del fatto che Putin non sia intenzionato a conquistare e annettere l’Ucraina è rappresentato dalla strategia militare adottata da Mosca fin dall’inizio della campagna bellica. Quello che ha fatto l’esercito russo non è stato un tentativo di conquistare tutta l’Ucraina. Un tale obiettivo avrebbe richiesto l’adozione di una classica strategia da guerra lampo, volta a invadere rapidamente tutto il territorio ucraino con forze armate supportate da forze aeree tattiche. Tuttavia, quella strategia non era fattibile, in quanto l’esercito russo impiegato per l’invasione era costituito soltanto da 190.000 unità, un numero troppo esiguo per sconfiggere e occupare l’Ucraina, che non è soltanto il paese più grande del territorio compreso tra l’oceano Atlantico e la Russia, ma ha anche una popolazione superiore ai 40 milioni di abitanti. Non sorprende che la strategia militare russa si sia posta degli obiettivi limitati, incentrati sulla presa o sulla minaccia di prendere Kiev, la capitale ucraina, oltre che sulla conquista di un’ampia fascia di territorio nell’Ucraina orientale e meridionale. In breve, la Russia non aveva la capacità di avere la meglio su tutta l’Ucraina, né tantomeno di conquistare altri paesi dell’Europa orientale.

Un altro elemento indicativo del fatto che gli obiettivi di Putin fossero limitati è rappresentato dall’assenza di prove che la Russia stesse preparando un governo fantoccio per l’Ucraina, o che stesse preparando dei leader favorevoli alla Russia a Kiev, o che stesse adottando iniziative politiche che avrebbero reso possibile occupare l’intero paese ed eventualmente annetterlo alla Russia.[12]

Volendo approfondire il discorso, si può osservare che Putin e altri leader russi hanno sicuramente capito dalla Guerra Fredda che occupare dei paesi nell’era del nazionalismo è inevitabilmente fonte di guai senza fine. Ne è un esempio lampante l’esperienza sovietica in Afghanistan, ma quello che rileva ancora di più ai fini dell’argomento in analisi sono i rapporti di Mosca con i suoi alleati nell’Europa orientale. L’Unione Sovietica ha mantenuto una massiccia presenza militare in quella regione ed è stata coinvolta nella politica di quasi tutti i paesi che ne fanno parte. Tuttavia, questi alleati si sono spesso rivelati una spina nel fianco per Mosca. Nel 1953 l’Unione Sovietica ha represso una grande rivolta nella Germania dell’Est; successivamente, nel 1956, ha invaso l’Ungheria e, nel 1968, la Cecoslovacchia, per cercare di mantenere l’ordine. In Polonia vi sono stati problemi nel 1956,  nel 1970, e ancora nel  1980-1981. In quei casi, le autorità polacche riuscirono a gestire la situazione autonomamente, ma quanto successo servì da monito per i sovietici, ricordando loro che non si poteva escludere la necessità di un intervento. Anche l’Albania, la Romania e la Jugoslavia hanno causato regolarmente problemi a Mosca, ma i leader sovietici tendevano a essere tolleranti nei loro confronti, perché la loro posizione geografica li rendeva meno importanti per contrastare la NATO.

Ma cosa possiamo dire dell’Ucraina contemporanea? Emerge in maniera evidente dall’articolo di Putin del 12 luglio 2021 che egli aveva capito che il nazionalismo ucraino è una forza potente e che la guerra civile nel Donbass, che andava avanti dal 2014, aveva avuto un ruolo importante nel guastare i rapporti tra la Russia e l’Ucraina. Sapeva sicuramente che le forze di invasione russe non sarebbero state accolte a braccia aperte dagli ucraini, e che sottomettere l’Ucraina sarebbe stata un’impresa titanica per la Russia, se mai avesse avuto (e non le aveva) le risorse necessarie per conquistare l’intero paese.

Infine, vale la pena ricordare che, nel periodo che va dal momento in cui Putin è salito al potere nel 2000 fino alla crisi ucraina scoppiata il 22 febbraio 2014, quasi nessuno ha sostenuto che egli avesse ambizioni imperialistiche. Invero, il leader russo era stato invitato al vertice NATO tenutosi a Bucarest nell’aprile del 2008, nell’ambito del quale l’alleanza atlantica aveva annunciato che l’Ucraina e la Georgia sarebbero diventati paesi membri. L’opposizione di Putin a questo annuncio non aveva prodotto grandi effetti su Washington, perché la Russia era stata ritenuta troppo debole per bloccare un ulteriore allargamento della NATO, come già era stato per le ondate di espansione del 1999 e del 2004.

A questo proposito, è importante tenere presente che l’espansione della NATO nel periodo antecedente al febbraio 2014 non era finalizzata a contenere la Russia. Dato il livello scadente delle forze militari russe, Mosca non era in condizione di perseguire politiche revansciste in Europa orientale. È significativo quanto affermato dall’ex ambasciatore statunitense a Mosca, Michael McFaul, secondo cui l’annessione della Crimea non era stata pianificata prima dello scoppio della crisi del 2014; era stata una reazione d’impulso al colpo di Stato che aveva destituito il leader filo-russo dell’Ucraina.[13] In breve, l’allargamento della Nato non era finalizzato a contenere la minaccia russa; faceva parte, piuttosto, di una politica più ampia che aveva come obiettivo la diffusione dell’ordine liberale internazionale nell’est europeo, per far sì che l’intero continente avesse il volto dell’Europa occidentale.

È stato soltanto nel febbraio 2014, quando è scoppiata la crisi ucraina, che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno improvvisamente iniziato a descrivere Putin come un leader pericoloso con ambizioni imperialistiche, e la Russia come una seria minaccia militare che doveva essere contrastata. Che cosa ha determinato questo cambio di atteggiamento? La nuova retorica aveva un unico obiettivo fondamentale: fare in modo che l’Occidente potesse incolpare Putin per l’insorgere di problemi in Ucraina. E ora che la crisi si è trasformata in una guerra su larga scala, è assolutamente necessario assicurarsi che la responsabilità dei disastrosi sviluppi a cui stiamo assistendo sia da attribuirsi esclusivamente a lui. Questo addossare la responsabilità a Putin spiega perché, nel mondo occidentale, egli viene ora ampiamente descritto come un imperialista, anche se in realtà non c’è quasi nessuna prova a sostegno di tale tesi.

Ma passiamo ora al vero motivo della crisi ucraina.

La vera causa dei problemi

La crisi ucraina origina dagli sforzi, pilotati dagli americani, di rendere l’Ucraina un baluardo occidentale al confine con la Russia. La strategia si basa su tre pilastri fondamentali: inclusione dell’Ucraina nell’Unione Europea, trasformazione dell’Ucraina in una democrazia liberale occidentale e, soprattutto, ingresso dell’Ucraina nella NATO. Tale strategia era stata avviata nell’ambito del vertice annuale della NATO tenutosi a Bucarest nell’aprile del 2008, quando l’alleanza aveva annunciato che l’Ucraina e la Georgia “sarebbero diventate membri”.[14] I leader russi avevano reagito subito con indignazione, mettendo ben in chiaro che vedevano una tale decisione come una minaccia esistenziale, e che non avevano alcuna intenzione di lasciare che i due paesi entrassero a far parte della NATO. Secondo un autorevole giornalista russo, Putin “andò letteralmente su tutte le furie” e disse: “se l’Ucraina entrerà a far parte della NATO, lo farà senza la Crimea e le regioni orientali. Semplicemente, cadrà a pezzi”.[15]

William Burns, oggi a capo della CIA e ambasciatore statunitense a Mosca all’epoca del vertice di Bucarest, aveva scritto una nota all’allora Segretario di Stato Condoleezza Rice, fornendo una sintesi del pensiero russo sulla questione. Nella sua nota affermava quanto segue: “Per l’élite russa (e quindi non solo per Putin), l’ingresso dell’Ucraina nella NATO è il più evidente di tutti i livelli di guardia. Ho passato più di due anni e mezzo a sentire esponenti di spicco della scena politica russa, dai trogloditi rintanati negli oscuri recessi del Cremlino per arrivare ai più duri critici liberali di Putin, e finora non ho ancora trovato nessuno che non ritenga l’appartenenza dell’Ucraina alla NATO una minaccia diretta agli interessi russi”. Nelle sue parole, “sarebbe come se la NATO … lanciasse strategicamente un guanto di sfida. La Russia di oggi non starà a guardare. Calerà il gelo sulle relazioni russo-ucraine… Si creeranno le condizioni per un’intromissione russa in Crimea e nelle regioni orientali dell’Ucraina”.[16]

Naturalmente, Burns non fu l’unico politico a capire che far entrare l’Ucraina nella NATO era una mossa molto pericolosa. Invero, al Vertice di Bucarest, sia il Cancelliere tedesco Angela Merkel che il Presidente francese Nicolas Sarkozy erano contrari a portare avanti l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, perché erano consapevoli del fatto che questo avrebbe allarmato e irritato la Russia.[17] Merkel ha spiegato in tempi recenti la sua contrarietà: “Ero assolutamente sicura … del fatto che Putin non sarebbe semplicemente rimasto a guardare. Dal suo punto di vista, una tale iniziativa è una dichiarazione di guerra”.[18]

Tuttavia, l’amministrazione Bush non si interessò più di tanto di quello che era “il più evidente dei livelli di guardia” per Mosca, e fece pressione sui leader francese e tedesco affinché convenissero su una dichiarazione pubblica riguardo al fatto che l’Ucraina e la Georgia sarebbero prima o poi entrate a far parte del patto atlantico.

Non sorprende che, dopo solo quattro mesi dal vertice di Bucarest, ossia nell’agosto 2008, il processo guidato dagli americani per l’inclusione della Georgia nella NATO sia sfociato in una guerra tra la Georgia e la Russia. Ciononostante, gli Stati Uniti e i loro alleati continuarono a portare avanti i loro programmi per rendere l’Ucraina un baluardo occidentale ai confini con la Russia. Alla fine, questi sforzi scatenarono una grave crisi nel febbraio 2014, dopo che una rivolta sostenuta dagli Stati Uniti costrinse il presidente filo-russo dell’Ucraina, Viktor Yanukovych, a lasciare il paese. Yanukovych fu poi sostituito dal Primo Ministro filo-americano Arseniy Yatsenyuk. La Russia reagì strappando la Crimea all’Ucraina e contribuendo a fomentare una guerra civile tra i separatisti filo-russi e il governo ucraino nella regione del Donbass, nell’Ucraina orientale.

Spesso si sente dire che negli otto anni trascorsi tra lo scoppio della crisi nel febbraio 2014 e l’inizio della guerra nel febbraio 2022, gli Stati Uniti e i loro alleati non si siano attivati più di tanto per far entrare l’Ucraina nella NATO.  E che, in effetti, la questione era stata accantonata, e quindi l’allargamento della NATO non poteva costituire una causa determinante dell’escalation della crisi nel 2021 e del successivo scoppio della guerra all’inizio di quest’anno.  Tuttavia, questa tesi è falsa. In realtà, la reazione dell’Occidente agli eventi del 2014 fu quella di investire maggiori sforzi nella strategia già in atto, e avvicinare l’Ucraina alla NATO ancora di più. Nel 2014, l’alleanza atlantica cominciò ad addestrare le forze militari ucraine raggiungendo una media di 10.000 truppe ogni anno per gli otto anni successivi.[19] Nel dicembre 2017, l’amministrazione Trump decise di fornire a Kiev delle “armi difensive”.[20] Si aggiunsero presto altri paesi della NATO, inviando ancora più armi all’Ucraina.

L’esercito ucraino iniziò anche a prendere parte a esercitazioni militari congiunte con le forze della NATO. Nel luglio del 2021, Kiev e Washington sono state congiuntamente sede di un’esercitazione navale nel Mar Nero, denominata Operazione Sea Breeze, con la partecipazione di marine militari di 31 paesi e che era direttamente rivolta alla Russia.[21] Due mesi dopo, nel settembre 2021, l’esercito ucraino ha condotto Rapid Trident 21, un’operazione che l’esercito statunitense ha descritto come “esercitazione annuale finalizzata a migliorare l’inter-operabilità tra gli alleati e le nazioni partner, per dimostrare che le unità sono pronte e capaci di rispondere a qualunque crisi”. [22] Gli sforzi compiuti dalla NATO per armare e addestrare le forze militari ucraine spiegano in buona parte perché l’esercito ucraino sia riuscito a tener testa alle forze russe nella guerra in corso, come riporta un titolo nel The Wall Street Journal, “The Secret of Ukraine’s Military Success: Years of NATO Training.”[23]

Oltre ai continui sforzi compiuti dalla NATO per fare dell’esercito ucraino una forza combattente straordinariamente capace, c’è stato nel 2021 un cambiamento a livello delle politiche finalizzate all’ingresso dell’Ucraina alla NATO e alla sua integrazione con il mondo occidentale. Sia Kiev che Washington hanno mostrato un rinnovato entusiasmo per il perseguimento di questi obiettivi. All’inizio del 2021, il Presidente Zelensky, che non aveva mai dimostrato un grande entusiasmo per l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, e che era stato eletto nel marzo 2019 con una formazione che esigeva di collaborare con la Russia per risolvere la crisi in corso, ha cambiato atteggiamento e non solo ha accolto con favore l’espansione della NATO, ma ha anche adottato un approccio duro nei confronti di Mosca. Egli ha preso una serie di iniziative, tra cui la chiusura di alcune emittenti televisive filo-russe e l’accusa di tradimento a un amico intimo di Putin, che indubbiamente avrebbero suscitato le ire di Mosca.

Il Presidente Biden, insediatosi alla Casa Bianca nel gennaio 2021, era da lungo tempo determinato a far sì che l’Ucraina entrasse a far parte della NATO, ed era anche ultra aggressivo nei confronti della Russia.[24] Non sorprende che, in data 14 giugno 2021, la NATO, in occasione del vertice annuale di Bruxelles, abbia emesso il seguente comunicato:

Ribadiamo la decisione presa al Vertice di Bucarest del 2008, secondo cui l’Ucraina diventerà membro dell’Alleanza Atlantica con il Membership Action Plan (MAP – Piano d’azione per l’adesione) come parte integrante del processo; riaffermiamo tutti gli elementi di quella decisione, così come le decisioni successive, compreso il fatto che ciascun partner sarà giudicato in base ai propri meriti. Siamo fermi nel sostenere il diritto dell’Ucraina di decidere autonomamente del proprio futuro e delle linee di politica estera, senza interferenze esterne.[25]

In data 1° settembre 2021, Zelensky è stato in visita alla Casa Bianca, e in tale occasione Biden ha chiarito che gli Stati Uniti erano “fermamente determinati” a sostenere le “aspirazioni euro-atlantiche dell’Ucraina”.[26] Successivamente, in data 10 novembre 2021, il Segretario di Stato americano, Antony Blinken e il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba, hanno firmato un importante documento, ossia la “Carta di Partenariato Strategico USA-Ucraina”.[27] Il documento diceva che l’obiettivo di entrambe le parti era quello di “dimostrare … un impegno a far sì che l’Ucraina attui le profonde e complete riforme necessarie per essere pienamente integrata nelle istituzioni europee ed euro-atlantiche”. Tale documento non si rifà soltanto esplicitamente agli “impegni assunti dai presidenti Zelensky e Biden per rafforzare il partenariato strategico tra Ucraina e Stati Uniti”, ma ribadisce anche l’impegno degli Stati Uniti rispetto alla “Dichiarazione del Vertice di Bucarest del 2008”.

In poche parole, ci sono pochi dubbi che, a partire dall’inizio del 2021, l’Ucraina abbia iniziato a muoversi rapidamente verso l’adesione alla NATO. Ciononostante, alcuni sostenitori di questa politica affermano che Mosca non dovrebbe essere preoccupata, perché “la NATO è un’alleanza difensiva che pertanto non rappresenta alcuna minaccia per la Russia”.[28] Tuttavia, questo non è quello che pensano Putin e altri leader russi della NATO, ed è quello che pensano loro che conta. Non ci sono dubbi sul fatto che l’ingresso dell’Ucraina nella NATO sia rimasto “il più evidente dei livelli di guardia” per Mosca.

Per far fronte a tale crescente minaccia, tra il febbraio 2021 e il febbraio 2022 Putin ha dislocato un numero sempre crescente di truppe dell’esercito russo al confine con l’Ucraina. Il suo obiettivo era quello di costringere Biden e Zelensky a cambiare atteggiamento e a porre fine alle loro iniziative volte all’integrazione dell’Ucraina nel blocco occidentale. In data 17 dicembre 2021, Mosca ha inviato due lettere separate, una all’amministrazione Biden e una alla NATO, richiedendo una garanzia scritta del fatto che: 1) l’Ucraina non sarebbe entrata a far parte della NATO, 2) nessuna arma offensiva sarebbe stata dislocata vicino ai confini della Russia e 3) le truppe e gli equipaggiamenti della NATO trasferiti in Europa orientale dal 1997 sarebbero stati riportati in Europa occidentale.[29]

In quel periodo, Putin ha reso numerose dichiarazioni pubbliche che non lasciavano alcun dubbio riguardo al fatto che egli ritenesse l’espansione della NATO in Ucraina una minaccia esistenziale per la Russia. In un discorso nell’ambito del Consiglio del Ministero della Difesa in data 21 dicembre 2021, ha dichiarato quanto segue: “Quello che stanno facendo, o che stanno cercando o pianificando di fare in Ucraina non succede a migliaia di chilometri di distanza dai nostri confini. Succede sulla soglia di casa nostra. Devono capire che non abbiamo proprio più alcun posto dove ritirarci. Pensano davvero che non ci rendiamo conto di queste minacce? Oppure pensano che semplicemente resteremo inerti a guardare che spuntino nuove minacce per la Russia?”[30] Due mesi dopo, nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 22 febbraio 2022, e quindi solo pochi giorni prima dell’inizio della guerra, Putin ha affermato quanto segue: “Siamo categoricamente contrari all’ingresso dell’Ucraina nella NATO perché questo costituisce una minaccia per noi, e abbiamo argomenti a sostegno di questa tesi. Ne ho parlato ripetutamente in questa sala”. Ha poi chiarito che si rendeva conto che l’Ucraina stava diventando un membro di fatto della NATO. Ha continuato dicendo che gli Stati Uniti e i loro alleati “continuano a riempire Kiev di svariate tipologie di armi moderne”. Ha poi aggiunto che, se questo processo non fosse stato fermato, Mosca “si sarebbe trovata con un paese anti-Russia armato fino ai denti, e che questo non era assolutamente accettabile”.[31]

La logica di Putin dovrebbe avere perfettamente senso per gli americani, fedeli per lungo tempo alla Dottrina Monroe, secondo la quale a nessuna grande potenza lontana deve essere permesso di dislocare le proprie forze militari nell’emisfero occidentale.

Potrei far notare che in tutte le dichiarazioni pubbliche di Putin rese nei mesi che precedono lo scoppio della guerra, non c’è la benché minima prova del fatto che egli stesse pensando di conquistare l’Ucraina e annetterla alla Russia, e ancor meno di attaccare altri paesi nell’Europa orientale. Anche altri leader russi, tra cui il ministro della difesa, il ministro degli esteri, il vice ministro degli esteri e l’ambasciatore russo a Washington hanno sottolineato il ruolo centrale che l’espansione della NATO ha avuto nella crisi ucraina. Il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha chiarito questo punto sinteticamente nell’ambito di una conferenza stampa del 14 gennaio 2022, dicendo che “la chiave di tutto sta nella garanzia che la NATO non si espanda verso est”.[32]

Tuttavia, gli sforzi compiuti da Lavrov e Putin per far sì che gli Stati Uniti e i loro alleati abbandonassero l’iniziativa volta a rendere l’Ucraina un baluardo occidentale ai confini con la Russia sono stati completamente vani. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha risposto alle richieste russe di metà dicembre dicendo semplicemente: “Non c’è alcun cambiamento. Non ci sarà alcun cambiamento”.[33] A quel punto, Putin ha dato inizio all’invasione dell’Ucraina per eliminare la minaccia che egli vedeva nella NATO.

A che punto siamo ora e cosa dobbiamo aspettarci?

La guerra in Ucraina infuria da quasi quattro mesi. Vorrei ora soffermarmi su alcune osservazioni riguardanti quello che è accaduto finora e la piega che potrebbe prendere la guerra. Affronterò tre questioni distinte: 1) le conseguenze della guerra per l’Ucraina; 2) le prospettive di escalation, compresa quella di un’escalation nucleare; 3) le prospettive di cessazione della guerra nel prossimo futuro.

Questa guerra è un disastro totale per l’Ucraina.   Come ho già indicato in precedenza, nel 2008 Putin aveva chiarito che la Russia avrebbe distrutto l’Ucraina pur di impedirle di entrare nella NATO. Sta mantenendo la promessa. Le forze russe hanno conquistato il 20% del territorio ucraino e hanno distrutto o gravemente danneggiato molte città e paesi dell’Ucraina. Più di 6,5 milioni di ucraini sono fuggiti dal paese, mentre più di 8 milioni sono sfollati all’interno del territorio ucraino.[34] Molte migliaia di ucraini – tra cui civili innocenti – sono morti o sono rimasti gravemente feriti e l’economia ucraina è in ginocchio.[35] La Banca Mondiale ha stimato che nel corso del 2022 l’economia ucraina subirà una contrazione pari a quasi il 50%. Secondo le stime, il danno subito dall’Ucraina è quantificabile in circa 100 miliardi di dollari, e ci vorranno quasi 1.000 miliardi di dollari per la ricostruzione del paese. Nel frattempo, Kiev richiede aiuti per circa 5 miliardi di dollari ogni mese, solo per far funzionare il governo.

Inoltre, pare ci siano poche speranze che l’Ucraina riesca a ripristinare in tempi brevi l’utilizzo dei propri porti sul Mar d’Azov e sul Mar Nero. Prima della guerra, all’incirca il 70% di tutte le esportazioni e importazioni ucraine – e il 98% delle esportazioni di cereali – passavano da questi porti.[36] Questa è, a grandi linee, la situazione dopo meno di quattro mesi di combattimenti. È davvero spaventoso pensare a come sarà l’Ucraina se questa guerra dovesse protrarsi ancora per qualche anno.

Quali sono, dunque, le prospettive di negoziare un accordo di pace e di porre fine alle ostilità nei prossimi mesi?  Sono spiacente di dire che non intravedo alcuna possibilità che questa guerra finisca presto, e la mia opinione è condivisa da esponenti politici di primo piano come il Generale Mark Milley, Presidente del Joint Chiefs of Staff, e il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg. La ragione principale del mio pessimismo è che sia la Russia che gli Stati Uniti sono profondamente determinati a vincere la guerra ed è impossibile realizzare un accordo in cui entrambe le parti vincano. Per essere più precisi, dal punto di vista della Russia, la chiave per trovare un accordo è rendere l’Ucraina uno stato neutrale, cancellando la prospettiva di integrare Kiev nel blocco occidentale. Tuttavia, questo è inaccettabile per l’amministrazione Biden, e anche per un’ampia parte degli esponenti della politica estera americana, in quanto rappresenterebbe una vittoria per la Russia.

I leader ucraini possono, naturalmente, assumere delle iniziative, e si potrebbe sperare che spingano per la neutralità al fine di evitare ulteriori danni al loro paese. In effetti, nei primi giorni di guerra Zelensky ha accennato brevemente a questa possibilità, ma in concreto non l’ha mai portata avanti.[37] Tuttavia, ci sono poche possibilità che Kiev spinga per diventare neutrale, perché gli ultranazionalisti ucraini, che hanno un grosso peso politico, non hanno alcun interesse a cedere alle richieste russe, e soprattutto a quelle richieste che impongono l’allineamento politico dell’Ucraina rispetto al mondo esterno. Riguardo a questo aspetto, è probabile che l’amministrazione Biden e i paesi del fianco orientale della NATO, come la Polonia e gli Stati baltici, sosterranno gli ultranazionalisti ucraini.[38]

A complicare ulteriormente le cose, si aggiunge il problema di cosa fare rispetto alle ampie fasce di territorio ucraino che la Russia ha conquistato fin dall’inizio della guerra, oltre che il destino della Crimea. È difficile immaginare che Mosca rinunci volontariamente anche solo a una parte del territorio ucraino attualmente occupato dai russi, men che meno a tutto, in quanto le mire territoriali di Putin oggi sono probabilmente diverse da quelle che aveva prima della guerra. Allo stesso tempo, è altrettanto difficile immaginare che un leader ucraino accetti un accordo che permetta alla Russia di tenersi qualsiasi territorio ucraino, tranne forse la Crimea. Spero di sbagliarmi, ma questi sono i motivi per cui non intravedo la fine di questa rovinosa guerra.

Passiamo ora alla questione dell’escalation. È ampiamente riconosciuto dagli studiosi di relazioni internazionali che le guerre che si protraggono hanno una tendenza molto forte all’escalation. Col passare del tempo, altri paesi potrebbero rimanere coinvolti nei combattimenti con un probabile aumento del livello di violenza. C’è la possibilità concreta che questo accada con la guerra in Ucraina. C’è il rischio che gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO vengano trascinati nei combattimenti, che fino a questo momento sono riusciti a evitare, anche se in realtà stanno già conducendo una guerra per procura contro la Russia.[39] C’è inoltre la possibilità che vengano usate armi nucleari in Ucraina, e questo potrebbe addirittura portare a uno scambio nucleare tra la Russia e gli Stati Uniti. Il motivo per il quale si potrebbe arrivare a tutto questo è che la posta in gioco è così alta per entrambe le parti che nessuno può permettersi di perdere.

Come ho già evidenziato, Putin e i suoi collaboratori ritengono che l’ingresso dell’Ucraina nel blocco occidentale sia una minaccia esistenziale per la Russia che deve essere eliminata. In sostanza, questo significa che la Russia deve vincere la guerra in Ucraina.  La sconfitta non è ammessa. Dal canto suo, l’amministrazione Biden ha sottolineato che il suo obiettivo non è soltanto quello di sconfiggere la Russia in Ucraina in maniera decisiva, ma anche quello di avvalersi delle sanzioni per danneggiare in maniera significativa l’economia russa.[40] Il Segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, ha fatto presente che l’obiettivo dell’Occidente è quello di indebolire la Russia al punto che non possa invadere nuovamente l’Ucraina. In effetti, l’amministrazione Biden è determinata a estromettere la Russia dal novero delle grandi potenze. Allo stesso tempo, lo stesso Presidente Biden ha definito la guerra della Russia contro l’Ucraina un “genocidio” e ha accusato Putin di essere un “criminale di guerra” che dovrebbe essere sottoposto a un “processo per crimini di guerra” una volta cessate le ostilità.[41] Una tale retorica difficilmente si presta a una possibile negoziazione per porre fine alla guerra. Dopotutto, com’è possibile negoziare con uno stato responsabile di genocidio?

La politica americana ha due conseguenze particolarmente significative. Prima di tutto, amplifica notevolmente la minaccia esistenziale che Mosca si trova ad affrontare in questa guerra, rendendo la vittoria russa in Ucraina più importante che mai. Allo stesso tempo, significa che gli Stati Uniti sono più che mai determinati a far sì che la Russia perda la guerra. L’amministrazione Biden ha investito così tanto nella guerra in Ucraina – sia in termini materiali che retorici – che una vittoria della Russia rappresenterebbe per Washington una sconfitta devastante.

Ovviamente, non possono vincere entrambe. Inoltre, c’è la possibilità concreta che una delle due parti inizi a subire pesanti sconfitte. Se la politica americana dovesse rivelarsi vincente e la Russia avesse la peggio nei combattimenti con gli ucraini, Putin potrebbe decidere di passare alle armi nucleari per riprendere in mano la situazione. A maggio 2022, il Direttore del Servizio di Intelligence Nazionale degli Stati Uniti, Avril Haines, ha dichiarato alla Commissione per i Servizi Armati del Senato degli Stati Uniti che quella era una delle due situazioni in cui Putin potrebbe usare armi nucleari in Ucraina.[42] Per coloro che pensano che questo sia improbabile, vorrei ricordare che, in circostanze analoghe nel corso della Guerra Fredda, la NATO aveva pianificato l’utilizzo di armi nucleari. Nel caso in cui la Russia ricorresse all’utilizzo di armi nucleari in Ucraina, non è dato sapere come reagirebbe l’amministrazione Biden, ma sicuramente vi sarebbero forti pressioni per una rappresaglia, con la possibilità di una guerra nucleare tra grandi potenze. Tutto questo dà origine ad un perverso paradosso: più la strategia degli Stati Uniti e dei loro alleati si rivela vincente, maggiori sono le probabilità che si passi a una guerra nucleare.

Ma invertiamo ora la situazione e pensiamo a cosa succederebbe se gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO fossero prossimi alla sconfitta. Questo significherebbe la distruzione delle forze militari ucraine da parte della Russia, con il governo di Kiev che si muove per negoziare un accordo di pace volto a salvare la maggior parte possibile del paese. In questo caso, vi sarebbero forti pressioni sugli Stati Uniti e sui loro alleati per un coinvolgimento ancora maggiore nei combattimenti. Non è probabile, ma è certamente una possibilità, che delle truppe americane, o forse polacche, rimangano coinvolte nei combattimenti, e si arriverebbe così a una guerra tra la NATO e la Russia anche in senso letterale. Secondo Avril Haines, questo è l’altro scenario in cui i russi potrebbero ricorrere alle armi nucleari. È difficile dire con esattezza che cosa succederà se dovesse verificarsi tale scenario, ma è indubbio che ci saranno concrete possibilità di un’escalation, anche nucleare. Anche solo la possibilità di un tale sviluppo della guerra dovrebbe far venire i brividi.

È probabile che questa guerra determini altre disastrose conseguenze, che tuttavia non posso approfondire in questa sede per mancanza di tempo. Ad esempio, c’è motivo di pensare che la guerra porterà a una crisi alimentare mondiale a seguito della quale moriranno molti milioni di persone. Il Presidente della Banca Mondiale, David Malpass, sostiene che se la guerra in Ucraina dovesse continuare, ci troveremmo di fronte a una crisi alimentare globale che sarebbe una “catastrofe umana”.[43]

Inoltre, le relazioni tra la Russia e l’Occidente si sono deteriorate in maniera così profonda che ci vorranno molti anni per ripristinarle. Nel frattempo, questa profonda ostilità creerà instabilità in tutto il mondo, ma soprattutto in Europa. Alcuni diranno che c’è un risvolto positivo, ossia che la guerra in Ucraina ha determinato un notevole miglioramento delle relazioni tra i paesi occidentali, tuttavia, questa è solo una verità momentanea, in quanto dietro le apparenze vi sono profonde spaccature destinate a riemergere nel tempo. Ad esempio, man mano che la guerra si protrae, è probabile che le relazioni tra i paesi dell’Europa orientale e quelli dell’Europa occidentale si guastino, in quanto gli interessi e le prospettive dei due blocchi rispetto al conflitto non coincidono.

Infine, il conflitto sta già danneggiando l’economia mondiale in maniera significativa, e la situazione è destinata a peggiorare con il tempo. Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan Chase, afferma che dovremmo prepararci a un “uragano” economico.[44] Se Dimon avesse ragione, questi dissesti economici avrebbero un impatto sulla politica di ciascun paese occidentale, minando il sistema democratico liberale e rafforzando gli oppositori sia a destra che a sinistra. Le conseguenze economiche della guerra in Ucraina si estenderanno ai paesi di tutto il pianeta, non solo a quelli occidentali. Secondo un rapporto pubblicato dall’ONU soltanto la scorsa settimana: “L’effetto domino del conflitto in Ucraina sta causando sofferenza umana ben oltre i suoi confini. La guerra, con tutte le sue sfaccettature, ha esacerbato una crisi globale del costo della vita che non si vedeva da almeno una generazione, compromettendo le nostre vite, mezzi di sussistenza e aspirazioni per un mondo migliore entro il 2030”.[45]

Conclusione

In breve, il conflitto attualmente in atto in Ucraina è un disastro colossale che, come già ricordato all’inizio del mio intervento, spingerà le persone di tutto il mondo a cercare di capirne le cause. Coloro che credono nei fatti e nella logica si renderanno presto conto che i principali responsabili di questo disastro sono gli Stati Uniti e i loro alleati. La decisione presa nell’aprile 2008 di far entrare l’Ucraina e la Georgia nella NATO era destinata a sfociare in un conflitto con la Russia. Il principale artefice di quella scelta fatale fu l’amministrazione Bush, ma le amministrazioni che si sono succedute, ossia Obama, Trump e in ultimo l’amministrazione Biden, hanno insistito con determinazione sulla stessa linea, che gli alleati NATO hanno diligentemente seguito. I leader russi avevano detto chiaramente che far entrare l’Ucraina nella NATO sarebbe stato come oltrepassare “il più evidente dei livelli di guardia”, ma gli Stati Uniti si sono rifiutati di tenere in considerazione le preoccupazioni più profonde della Russia per quanto riguarda la sicurezza, procedendo senza batter ciglio nella loro politica volta a rendere l’Ucraina un baluardo occidentale ai confini con la Russia.

La tragica verità è che se l’Occidente non avesse perseguito l’obiettivo dell’espansione della NATO in Ucraina, probabilmente oggi non ci sarebbe alcuna guerra in Ucraina e la Crimea farebbe ancora parte dell’Ucraina. In sostanza, Washington ha svolto un ruolo centrale nel portare l’Ucraina alla distruzione. La storia giudicherà duramente gli Stati Uniti e i loro alleati per la loro politica fortemente scellerata adottata riguardo all’Ucraina. Grazie.

NOTE

[1] X http://www.foreignaffairs.com/articles/ukraine/2022-04-06/ukraine-russia-war-return-conquest

 

[2] X http://www.nytimes.com/2022/03/16/world/europe/putin-war-ukraine-recolonization.html

http://www.nytimes.com/2022/05/19/opinion/russia-fascism-ukraine-putin.html

http://www.washingtonpost.com/opinions/2022/05/05/amid-ukraines-ruins-russia-is-rebuilding-totalitarianism/

 

[3] X http://en.kremlin.ru/events/president/news/66181

 

[4] X http://news-decoder.com/decoder-what-was-the-soviet-union-why-does-putin-miss-it/

 

[5] X http://www.reddit.com/r/quotes/comments/ja8gya/whoever_does_not_miss_the_soviet_union_has_no/

 

[6] X http://en.kremlin.ru/events/president/news/67828

http://www.foreignaffairs.com/articles/ukraine/2022-04-06/putins-war-history-ukraine-russia

 

[7] X http://en.kremlin.ru/events/president/news/66181

 

[8] X http://en.kremlin.ru/events/president/news/66181

http://en.kremlin.ru/events/president/news/67828

 

[9] X http://www.bloomberg.com/news/articles/2022-02-24/full-transcript-vladimir-putin-s-televised-address-to-russia-on-ukraine-feb-24

 

[10] X http://en.kremlin.ru/events/president/news/66181

 

[11] X http://inews.co.uk/news/politics/vladimir-putin-liar-sajid-javid-ukraine-russia-war-uglier-1529308

http://www.ft.com/content/e3ace220-a252-11e4-9630-00144feab7de

 

[12] X Devo questa importante intuizione a Ramzy Mardini.

 

[13] X http://www.nbcnews.com/storyline/ukraine-crisis/former-u-s-ambassador-russia-says-putins-latest-remarks-ominous-n43901

http://www.foreignaffairs.com/articles/ukraine/2016-04-18/why-russian-president-putin-took-crimea-from-ukraine

 

[14] X http://www.nato.int/cps/en/natolive/official_texts_8443.htm

 

[15] X http://link.springer.com/article/10.1057/s41311-020-00235-7

 

[16] X William J. Burns, The Back Channel: A Memoir of American Diplomacy and the Case for Its Renewal (New York: Random House, 2019), pag. 233.

 

[17] X http://www.reuters.com/article/us-nato/ukraine-and-georgia-face-uphill-battle-on-nato-bid-idUSL0179714620080401

 

[18] X http://www.dw.com/en/angela-merkel-opens-up-on-ukraine-putin-and-her-legacy/a-62052345

 

[19] X http://www.wsj.com/articles/ukraine-military-success-years-of-nato-training-11649861339

http://www.haaretz.com/israel-news/2022-04-01/ty-article/western-intelligence-has-been-a-force-multiplier-in-ukraine/00000180-5ba0-d718-afd9-dfbc2b130000

http://intelnews.org/2022/03/18/01-3173/

http://www.politico.eu/article/us-senators-praise-ukrainian-marines-slam-vladimir-putin-russia-john-mccain-lindsey-graham/

 

[20] X http://www.washingtonpost.com/news/josh-rogin/wp/2017/12/20/trump-administration-approves-lethal-arms-sales-to-ukraine/

 

[21] X http://www.washingtonpost.com/world/2021/07/02/ukraine-us-military-black-sea/

 

[22] X http://www.europeafrica.army.mil/ArticleViewPressRelease/Article/2776365/

 

[23] X http://www.wsj.com/articles/ukraine-military-success-years-of-nato-training-11649861339

 

[24] X http://www.washingtonpost.com/politics/2022/03/21/biden-crimea-russia-ukraine/

http://www.washingtonpost.com/politics/2022/04/07/biden-war-ukraine/

 

[25] X http://www.nato.int/cps/en/natohq/news_185000.htm

 

[26] X http://www.whitehouse.gov/briefing-room/speeches-remarks/2021/09/01/remarks-by-president-biden-and-president-zelenskyy-of-ukraine-before-bilateral-meeting/

 

[27] X http://www.state.gov/u-s-ukraine-charter-on-strategic-partnership/

 

[28] X http://responsiblestatecraft.org/2022/02/02/leaked-drafts-of-nato-us-responses-to-russia-are-surprisingly-revealing/

 

[29] X http://www.theguardian.com/world/2021/dec/17/russia-issues-list-demands-tensions-europe-ukraine-nato

 

[30] X http://en.kremlin.ru/events/president/news/67402

 

[31] X http://en.kremlin.ru/events/president/news/67838

 

[32] X http://abcnews.go.com/Business/wireStory/russia-demands-us-nato-response-week-ukraine-82266882

 

[33] X http://www.state.gov/secretary-antony-j-blinken-at-a-press-availability-13/

http://responsiblestatecraft.org/2022/02/02/leaked-drafts-of-nato-us-responses-to-russia-are-surprisingly-revealing/

http://responsiblestatecraft.org/2022/04/14/biden-official-admits-us-refused-to-address-ukraine-and-nato-before-russian-invasion/

http://www.cbs58.com/news/us-and-nato-responses-fail-to-address-russias-main-concerns-says-foreign-minister-lavrov

 

[34] X http://www.bbc.com/news/world-60555472

 

[35] X http://foreignpolicy.com/2022/05/20/ukraine-front-line-economy-loans-resources-russia-war/?utm_source=PostUp&utm_medium=email&utm_campaign=Editors%20Picks%20OC&utm_term=42512&tpcc=Editors%20Picks%20OC

http://www.nytimes.com/live/2022/06/03/world/russia-ukraine-war-news?smid=url-share#fifteen-thousand-dead-100-billion-in-damage-ukraine-tallies-the-cost-of-100-days-of-war

 

[36] X http://www.bloomberg.com/news/newsletters/2022-01-27/supply-chain-latest-ukraine-s-ports-brace-for-more-economic-hardship

http://www.wsj.com/articles/ukraine-is-struggling-to-export-its-grain-and-heres-why-11654421400

http://blogs.worldbank.org/developmenttalk/commodity-prices-surge-due-war-ukraine

 

[37] X http://www.washingtonpost.com/world/2022/03/27/russia-ukraine-war-news-putin-live-updates/

 

[38] X http://www.washingtonpost.com/national-security/2022/04/05/ukraine-nato-russia-limits-peace/

 

[39] X http://www.bbc.com/news/world-europe-60633482

 

[40] X http://www.politico.eu/article/western-allies-nato-us-uk-eu-against-russia-want-to-see-defeat-moscow/?utm_source=Twitter&utm_medium=social

 

http://www.barrons.com/news/russia-must-pay-long-term-price-for-ukraine-invasion-biden-01653286806?tesla=y

http://www.uawire.org/ukrainian-media-johnson-tells-zelensky-to-stop-negotiations-with-putin-and-fight-russia-to-a-victorious-end

 

[41] X http://www.theguardian.com/us-news/2022/apr/04/joe-biden-vladimir-putin-face-war-crimes-trial-ukraine

http://www.pbs.org/newshour/world/biden-called-russias-war-in-ukraine-genocide-heres-why-that-matters

 

[42] X http://www.theguardian.com/world/2022/may/10/putin-nuclear-weapons-us-intelligence-avril-haines

http://www.nytimes.com/2022/05/21/opinion/putin-nuclear-weapons.html

http://www.nytimes.com/2022/04/14/us/politics/putin-nuclear-weapons.html

 

[43] X http://www.bbc.com/news/business-61171529

 

[44] X http://www.bloomberg.com/news/articles/2022-06-01/jamie-dimon-says-bank-is-bracing-itself-for-economic-hurricane

 

[45] X http://news.un.org/pages/wp-content/uploads/2022/06/GCRG_2nd-Brief_Jun8_2022_FINAL.pdf?utm_source=United+Nations&utm_medium=Brief&utm_campaign=Global+Crisis+Response

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