Verso un’abbondanza frugale. Gaia e l’umanità: esperimento in corso

Elena Camino

Verso un’abbondanza frugale… vi proponiamo una riflessione e una iniziativa: 5 seminari con i contributi dei/delle partecipanti

Limiti alla crescita: la svolta necessaria

La situazione mondiale è critica: la popolazione umana ha raggiunto la cifra di 8 miliardi, e il suo impatto sul pianeta ha alterato i processi e le dinamiche del nostro pianeta a tal punto, da innescare una trasformazione dell’ecosistema globale. Dopo un lungo periodo di stabilità, Gaia sta cambiando, con modalità e con tempi a noi ignoti: cambia il clima, la composizione dell’atmosfera e degli oceani; cambiano i profili delle coste, mutano le relazioni tra i viventi e i rapporti tra i viventi e la componente ‘artificiale’ costruita dagli umani.

Nei millenni è andata crescendo la consapevolezza delle conseguenze negative che le attività umane possono provocare nei sistemi naturali che ci ospitano, e da parecchi decenni sono disponibili anche conoscenze scientifiche che documentano i profondi cambiamenti in atto a livello globale, e forniscono indicazioni per evitare il collasso dell’umanità.

In un report scritto nel 1972 (Limits to growth) alcuni grafici illustravano le previsioni per i decenni futuri, a seconda delle scelte politiche ed economiche mondiali del presente. Se tali scelte fossero continuate immutate, era previsto un collasso globale tra il 2000 e il 2050.

Quel momento è arrivato. Che cosa può fare la società civile? E la gente comune, che non ha in mano le leve del potere?

La guerra come acceleratrice di collasso

Quando abbiamo iniziato a pensare a questi Seminari non era ancora ‘scoppiata’ la guerra. Il conflitto violento (improvviso ma forse non inaspettato…) ha messo in luce l’insostenibilità delle scelte politiche, economiche, sociali e ambientali che hanno caratterizzato le relazioni internazionali dalla fine della seconda guerra mondiale. Dopo tante guerre preparate, armate e combattute lontano dall’Europa, la violenza si sta manifestando anche qui – vicino a casa nostra. I media ci offrono giorno dopo giorno uno spettacolo tragico di sofferenza e distruzione, accerchiandoci.  Tra gli attori coinvolti non ci sono solo le persone e le armi: lo ‘sfondo’ lo scenario che pensavamo come uno sfondo immobile e irrilevante, ha preso vita, e partecipa all’agonia. Nelle zone bombardate il suolo è coperto di macerie, l’acqua inquinata, l’aria irrespirabile.  Gli alberi sono scorticati, gli animali uccisi o scomparsi. Intorno si irradiano veleni, in cerchi sempre più vasti, saldando i disastri locali con il degrado globale.

Per chi avesse occhi e cuore per capire che cosa sta succedendo, lo spettacolo della guerra in atto avrebbe una grande valenza pedagogica: la produzione, il commercio, l’uso e lo ‘smaltimento’ delle armi sono attività che contribuiscono in modo molto efficace al cambiamento climatico e alla trasformazione del nostro pianeta: richiedono materie prime preziose, che si ottengono sventrando montagne e soffocando le proteste delle comunità locali; i luoghi di produzione – in cui vengono portati con lunghi viaggi dai luoghi di estrazione – richiedono poi grandi quantità di energia per l’assemblaggio. Sempre più potenti e sofisticate, le armi devono poi essere sperimentate in laboratori e poligoni di tiro, prima di essere avviate – con altri lunghi viaggi – ai luoghi di destinazione. Dopo l’uso le armi (dai fucili ai carri armati, dai missili alle pallottole), ormai inutilizzabili, vengono abbandonati. Pochi sono riciclati per nuove azioni di violenza. 

Vogliamo coinvolgervi!

Oltre all’azione politica e alle scelte individuali, per contrastare la violenza dilagante si può avviare (o proseguire) una trasformazione contemporaneamente interiore e collettiva, che ci aiuti a

  •  smascherare le narrazioni e i miti che alimentano la visione dominante e impediscono il cambiamento;
  • suggerire prospettive e visioni nuove e creative, in grado di offrire orientamenti per una convivenza armoniosa dell’umanità in Gaia.

Vi proponiamo di riflettere insieme su alcuni temi, con una serie di conversazioni con persone che ci aiuteranno nel dialogo. Per chi lo desidera, tali conversazioni saranno precedute, e seguite, da due iniziative:

  • la prima sarà una raccolta di suggerimenti e aspettative scritte da voi, che vi invitiamo a inviarci al più presto insieme alla vostra iscrizione al percorso: ci aiuteranno nella preparazione degli incontri. Come potete leggere scorrendo la scheda sotto e raggiungibile anche mediante questo link, al titolo di ogni incontro sono associate alcune parole e frasi: le consideriamo come spunti per stimolare da parte vostra intuizioni, associazioni di idee, suggerimenti da comunicarci per orientare il dialogo;



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  • la seconda iniziativa sarà un incontro conclusivo in cui cercheremo di individuare alcuni possibili ambiti di impegno (personale, professionale, collettivo), come orientamento all’azione. Inoltre potrebbero emergere altri temi sui quali eventualmente proseguire in futuro la riflessione tutti insieme.

Aspetti organizzativi

Tutte le conversazioni si svolgeranno dalle 17 alle 20, in presenza e in remoto, e saranno registrati. A chi lo desidera sarà rilasciato un attestato di frequenza.

INFO per insegnanti: sulla Piattaforma SOFIA questo ciclo di incontri (riconosciuto dal MIUR) è identificato con la sigla ID 71598.

INFO per studenti universitari: a essi/e (previo accordo con i loro docenti) potranno essere riconosciuti dei Crediti Formativi.


L’iscrizione è obbligatoria per tutt*.
Le/i partecipanti sono vivamente invitat* a contribuire al rimborso spese (segreteria, spazi, gestione informatica) con un’offerta libera.


Il programma degli incontri

Lunedì 9 maggio
Parole che costruiscono mondi: l’importanza del linguaggio e dei linguaggi nel definire il mondo e nel descrivere/collocare se stessi nel mondo
Ad accompagnarci su questo tema ci sarà Martin Dodman (Università della Valle d’Aosta)

Lunedì 6 giugno
Materialità, limiti e potenzialità dell’infosfera: artefatti incorporati nelle pratiche sociali e intrisi di significato sociale
Ci guiderà Norberto Patrignani (Politecnico di Torino)

Lunedì 4 luglio
Abitare il selvatico: pratiche di cura e convivenza interspecifica
Ci accompagnerà Alice Benessia (Fondazione Pianpicollo Selvatico)

Lunedì 12 settembre
Limen – limes: “normalizzare” le migrazioni. Climi ostili tra ordinario ed eccezionale. Spostamenti forzati e disuguaglianze.
Sarà con noi Maria Perino (Università del Piemonte Orientale).

DATA da stabilire
Incontro conclusivo
(con o senza ‘accompagnatori/trici, da decidere insieme ai/alle partecipanti)

Testimonianze e riflessioni

Dopo l’incontro conclusivo ci piacerebbe lasciare una traccia scritta di questa esperienza collettiva, con la stesura di uno o più articoli che documentino gli aspetti che saranno risultati più significativi, non solo per condividerla con chi ha partecipato all’esperienza e ai lettori interessati, ma anche per comunicarla a una cerchia più ampia: il mondo accademico, le associazioni ambientaliste e nonviolente, i giovani attivisti di XR e FFF, le scuole…

Intendiamo in tal modo promuovere, comunicare e valorizzare varie forme di dialogo: tra ambiti disciplinari diversi; tra ‘esperti’ e ‘dilettanti’; tra ricercatori, studenti, attivisti.

Il dialogo può favorire le sinergie, e dare forza a forme di pensiero e a strategie di azione in grado di contrastare le forme di violenza attualmente dominanti, per proseguire con crescente armonia l’esperimento dell’umanità su Gaia.

“Vision without action is useless. But action without vision is directionless and feeble. Vision is absolutely necessary to guide and motivate action”

(Donella H. Meadows, Jorgen Randers, Dennis Meadows, Limits to Growth: The 30-Years Update, Chelsea Green Publishing, 2004).

Questo progetto nasce dalla collaborazione tra il Centro Studi Sereno Regis, il Centro Interuniversitario IRIS e la rivista scientifica internazionale Visions for Sustainability


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