I filosofi e gli animali. L’animale buono da pensare | Recensione di Cinzia Picchioni
Gino Ditadi (a cura di), I filosofi e gli animali. L’animale buono da pensare, AgireOra Edizioni, Torino 2015,pp. 288, € 12,00
- «[…] non esiste un inventario delle risorse terrestri;
- non sappiamo neppure quante specie animali e vegetali esistono;
- non esiste nessun modello economico
che tenga conto del depauperamento
e della distruzione dei sistemi naturali,
e che contabilizzi queste perdite», p. 7.
Il sottotitolo – più che il titolo – indica la natura del volume presentato e consigliato questa settimana.: L’animale buono da pensare. Le parole «giocano» con il modo di dire «buono da mangiare» perché il libro tratta (anche) di scelta vegana; per motivarla, il curatore ha messo insieme 475 «note filosofiche e storico-critiche e testi inediti […] di molti filosofi, noti e meno noti, esaminati in ordine cronologico da Zarathustra […] fino ad arrivare ai nostri giorni con Tom Regan, Claude Levi-Strauss e L. L. Vallauri».
Il libro documenta filosoficamente la «questione animale», per «comprendere la genesi dello scontro uomo-natura e per individuare le possibili vie di uscita da una situazione insostenibile, senza precedenti». Mi permetto una domanda a proposito dello scontro uomo-natura: perché il libro non è stampato con carta riciclata o almeno certificata? Non sarebbe anche quella una scelta di rispetto degli animali? Abbattere gli alberi per produrre la carta distrugge – tra l’altro – gli habitat di tantissime specie animali, grandi e piccoli.
Polemica a parte, il curatore ha già pubblicato numerosi saggi filosofici sulla questione animale, ma in questo libro «ha riportato alla luce scritti di cui si ignorava perfino l’esistenza». In una specie di Antologia1, troviamo una piccola biografia del filosofo (o del testo da cui è tratto il brano, per esempio la Bibbia) e il testo scelto, con Note bibliografiche particolareggiate e specifiche.
A proposito delle Note che permettono di arricchire a dismisura la lettura di un singolo libro, credo che in questo caso sia necessario insistere sulla casa editrice che ha pubblicato il libro. Non si tratta di un «semplice» editore, ma di un organismo che da anni si occupa di diffondere (e difendere) il messaggio vegan, e non solo. AgireOra è anche un network che da 20 anni si impegna sul fronte dell’educazione e della divulgazione di temi legati alla difesa degli animali, con campagne, progetti e iniziative.
Oltre ad azioni dirette AgireOra offre libri, articoli, video, spot audio tramite siti dedicati:
http://www.librivegan.info/
VegExpert.it offre consulenze nutrizionali a distanza, per chi voglia «AgireOra» per operare la scelta vegana ma abbia dubbi e domande su come fare;
http://www.vegandiscoverytour.it/ è – come si evince dal nome – un «tour» alla scoperta della scelta vegan, adatto a tutti e gratuito.
Insomma, come sempre accade, un singolo libro non finisce con l’ultima pagina che leggiamo. Se cogliamo l’occasione apre la nostra conoscenza all’infinito e all’Infinito. In questo caso, l’Infinito comprende anche gli animali che non sono da mangiare, ma che è meglio «pensare»: «Per capire come e perché siamo giunti a questo, e per uscirne, può aiutare ripercorrere il cammino del pensiero filosofico nella storia che ha così fortemente influenzato la nostra civiltà […] possiamo scoprire che ci sono state anche altre letture del mondo, forse deliberatamente rinchiuse nel “dimenticatoio”, che parlano di un rapporto ingentilito con la natura e gli animali, in cui tutta la vita è posta al Centro, e non solo una sua parte, la nostra. Oggi, queste letture, sono portatrici di un massaggio di speranza, una via di uscita dall’epoca del vuoto».
Nota
1 «Un testo ben documentato, utilissimo per docenti (e studenti) della scuola superiore, per sviluppare un programma innovativo, interdisciplinare, per riportare dinamicità e flessibilità al sapere, per porre in relazione la propria disciplina e il suo codice linguistico con altre aree disciplinari e con l’ambiente extrascolastico. Un testo importante e utile per l’Università».
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