La tragedia del confine orientale
Giorgio Giannini, La tragedia del confine orientale. L’italianizzazione degli Slavi, le foibe, l’esodo giuliano-dalmata, LuoghInteriori, Città di Castello 2019, pp. 164, € 16,00
L’ultimo libro di Giorgio Giannini, La tragedia del confine orientale, affronta temi, come quello delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, che suscitano tuttora contrastanti reazioni e vivaci controversie, non sempre esenti da strumentalizzazioni politiche.
È perciò importante questo contributo, che invita, pacatamente, a ricordare tutti gli aspetti della travagliata storia del confine orientale italiano dalla prima guerra mondiale al memorandum di Londra del 5 ottobre 1954 che pone fine alla controversia e stabilisce l’assetto definitivo dell’area, con la ricongiunzione all’Italia della zona A di Trieste.
Il pregio principale del testo appare proprio quello di collocare questioni «calde» come quella delle foibe nel più ampio contesto, che consente di leggere questi tragici eventi collocandoli nei processi storici delle due guerre mondiali, dei rapporti tra italiani e slavi, tra antifascisti e fascisti, tra comunisti filo-sovietici e comunisti filo-titini, nel quadro dei complessi rapporti tra aspirazioni, poteri e forze politico-militari nel periodo bellico e post bellico.
La tesi dell’autore è che si debba capire quanto è avvenuto, non per giustificare eventi che non possono essere in alcun modo giustificati, ma per comprenderne la genesi ed evitare che si ripetano.
In questo senso la tragica vicenda delle foibe, in particolare quelle del maggio 1945, è interpretata dall’autore non tanto come una pulizia etnica anti-italiana, quanto piuttosto come una pulizia politico-ideologica riguardante «[…] non solo gli italiani considerati fascisti e i loro collaboratori (come nel settembre 1943), ma anche tutti coloro che si oppongono all’annessione del territorio alla Jugoslavia, compresi gli slavi e anche i partigiani italiani non comunisti (in qualche caso sono colpiti anche i partigiani comunisti che si oppongono al progetto titino di annessione)»(p. 47).
Il testo contiene poi una ricca Appendice sulla questione dell’italianizzazione dell’Alto Adige durante il regime fascista; preziosi documenti come la Relazione della Commissione mista storico-culturale italo-slovena del 2001; il testo e l’iter della Legge 30 marzo 2004, n. 92, che istituisce la «Giornata del ricordo», in data 10 febbraio, per «[…] conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra» (art. 1,comma 1); e una bozza di proposta di legge di modifica della legge stessa.
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