Manifesto per lo sciopero essenziale dell’8 marzo

A cura di
EAST


Una rete transnazionale di collettivi radicali di sinistra femministi invita tutt* coloro che condividono la loro visione e le loro richieste a unirsi al Manifesto per lo sciopero essenziale dell’8 marzo

Manifesto per lo sciopero essenziale dell'8 marzo

EAST – Essential Autonomous Struggles Transnational – è una rete transnazionale emergente di collettivi attivisti femministi di sinistra radicale, composta principalmente da donne migranti e lavoratrici. La rete è nata nel 2020, dalle lotte sulla riproduzione sociale scatenate dalla crisi pandemica. Come suggerisce l’acronimo EAST, il collettivo ha come focus principale l’Europa orientale e centrale, ma guarda a questo territorio come parte di un campo di lotta transnazionale e internazionale. La rete mira infatti a connettere nuove e vecchie lotte contro lo sfruttamento, la violenza patriarcale e il razzismo, e progetta di costruire uno spazio comune di organizzazione che superi le singole iniziative e i confini dei Paesi.

Per l’8 marzo, EAST sta organizzando un’azione coordinata e, soprattutto, ha pubblicato un Manifesto dello sciopero essenziale. EAST invita tutte le donne, migranti e lavoratrici che condividono la loro visione e le loro richieste, a unirsi a loro per un’assemblea pubblica il 21 febbraio, dove si discuterà degli orizzonti dello sciopero.

Manifesto dello sciopero essenziale dell’8 marzo

Noi siamo le donne, siamo fondamentali per la guarigione del mondo intero dalla pandemia. Facciamo un lavoro essenziale eppure ci troviamo in condizioni miserabili: il nostro lavoro è sottopagato e sottovalutato; siamo sovraccariche di lavoro o senza lavoro; siamo costrette a vivere in luoghi sovraffollati e a rinnovare continuamente i nostri permessi di soggiorno. Affrontiamo una lotta quotidiana contro la violenza maschile, a casa e sul posto di lavoro. Siamo stufe di queste condizioni di violenza e sfruttamento e ci rifiutiamo di rimanere in silenzio! Abbiamo iniziato a organizzarci insieme in una rete che collega donne in lotta, migranti e lavoratrice dell’Europa centrale, orientale e occidentale: si tratta di Essential Autonomous Struggles Transnational (EAST).

L’8 marzo chiamiamo tutt* coloro che lottano contro la violenza capitalista, patriarcale e razzista a unirsi al nostro sciopero!

L’8 marzo, scioperiamo contro lo sfruttamento del nostro lavoro produttivo e riproduttivo.

Con il nostro lavoro essenziale come infermiere, addette alle pulizie, insegnanti, lavoratrici nei negozi di alimentari, logistici e stagionali, lavoratrici domestiche pagate e non pagate, e assistenti di bambini, anziani e malati, teniamo a galla la società. Specialmente con le scuole e gli asili chiusi, il peso della cura dei bambini e del lavoro domestico è sulle nostre spalle. Durante la pandemia molte di noi hanno perso il lavoro, tra l’altro perché a casa avevamo bambini da accudire e lavoro domestico da fare. Il nostro lavoro è essenziale, a casa e sul posto di lavoro, eppure è denigrato.

L’8 marzo, scioperiamo contro l’inasprimento della violenza patriarcale!

I governi nazionali stanno usando la pandemia come un’opportunità per rafforzare la presa del patriarcato: in Polonia, con il tentativo di limitare ulteriormente la libertà di aborto; in Turchia, con la proposta di ritirarsi dalla convenzione di Istanbul; in Ungheria, con le restrizioni dei diritti dei transgender e un’agenda anti-LGBTQ. Mentre ci è stato detto di “stare a casa, al sicuro”, molte e molti di noi non hanno affatto una casa. E per molte altre le loro case sono tutto tranne che uno spazio sicuro, perché vivono con partner violenti e lottano contro l’aumento della violenza domestica durante i periodi di lockdown. Un attacco aperto è stato sferrato per farci rimanere nel ruolo di serve della gleba della società, subordinate in casa e sfruttate nel mondo esterno.

L’8 marzo, scioperiamo contro i regimi razzisti e di sfruttamento dei flussi migratori!

Come lavoratrici migranti assistenziali e stagionali dell’Europa dell’Est, ci è stato “permesso” di raggiungere i paesi occidentali per svolgere un lavoro essenziale qui, ma abbiamo dovuto farlo a nostro rischio e pericolo, senza protezioni o sicurezza sociale. Il nostro lavoro sostiene l’assistenza (sanitaria) in Occidente, mentre in Oriente i sistemi sanitari stanno crollando sulle spalle dei lavoratori/lavoratrici sovraccarichi di lavoro e sotto-attrezzati. Migranti e rifugiat* all’interno e all’esterno dell’UE sono lasciat* a vivere in dormitori sovraffollati, nei campi, e a lavorare in ambienti non sicuri, mentre non hanno mai diritto agli stessi aiuti monetari che vengono dati alle popolazioni locali. Sulla mappa ineguale dell’Europa, tutt* i/le migranti stanno pagando il prezzo più alto della pandemia, come di solito pagano il prezzo più alto dello sfruttamento.

Ci rifiutiamo di essere considerate essenziali solo per essere sfruttate e oppresse!

Ispirate dalle lotte precedenti e in corso, ci basiamo sulle esperienze dello sciopero globale delle donne, lo sciopero delle donne polacche e le lotte femministe in Argentina per il diritto all’aborto. Guardiamo alle proteste e agli scioperi degli infermieri, dei medici, dei lavoratori (dell’infanzia), dei lavoratori logistici e stagionali in Bulgaria, Georgia, Austria, Romania, Regno Unito, Spagna, Italia, Germania e Francia. Impariamo dalla lotta contro la legge rumena che vieta la discussione sul “genere” nell’istruzione, dalle mobilitazioni transnazionali dei/delle migranti e dalle manifestazioni per le vite dei/delle ner*.

Partendo da queste esperienze collettive di lotta e dal loro potere di sfidare lo status quo, chiamiamo donne, lavoratori e lavoratrici, migranti e persone LGBTQI+ a unirsi a noi in uno sciopero essenziale e fondamentale l’8 marzo.

Il nostro sciopero mira a sconvolgere le attuali condizioni della nostra oppressione e a rivendicare una voce nella ricostruzione. Con il nostro sciopero lottiamo per le seguenti richieste:

Libertà dalla violenza patriarcale in tutte le sue forme!

Vediamo la violenza contro le donne non come un evento isolato, ma come parte dell’intero sistema patriarcale che vuole farci rimanere attaccat?al ruolo di badant?. Ci rifiutiamo di sopportare il peso del lavoro essenziale che ci viene imposto attraverso la violenza e le molestie. Ci opponiamo agli attacchi dei governi ultraconservatori e chiediamo aborto e contraccezione sicuri, legali e gratuiti in ogni paese. Esigiamo la fine immediata degli attacchi politici e legislativi contro le comunità LGBTQI+.

Salari più alti per tutt*!

La nostra battaglia femminista sui salari non è semplicemente una battaglia contro il divario salariale di genere, ma contro le condizioni capitalistiche che producono e riproducono tante altre gerarchie salariali tra generi ed etnie, nazionalità e intere regioni. Mentre i ricchi hanno sfruttato la pandemia come un’opportunità per accumulare più ricchezza, noi siamo rimast?indietro a sopportare il peso dell’austerità. Basta! Non rivendichiamo semplicemente l’uguaglianza salariale dei generi, ma salari più alti per tutti i lavoratori/lavoratrici! Esigiamo la ridistribuzione transnazionale della ricchezza! Cominciamo a riprenderci ciò che è nostro!

Un welfare ben finanziato e inclusivo a livello transnazionale!

Rifiutiamo i piani di ricostruzione che continuano a scaricare sulle donne e sui/sulle migrant? i costi decennali di tagli al welfare. Vogliamo creare connessioni transnazionali tra le lotte per il welfare, gli aiuti e la sicurezza sociale. Anche se le condizioni del welfare sono diverse da Paese a Paese, si basano tutti sulla divisione sessista e razzista del lavoro e sulle differenze salariali che creano gerarchie tra donne di diverse nazionalità. Vogliamo trasformare queste gerarchie in una lotta comune contro il welfare patriarcale a livello transnazionale!

Permesso di soggiorno europeo incondizionato per tutt* i/le migrant*, rifugiat* i e richiedent* asilo!

Rifiutiamo il modo in cui i governi e i padroni ricattano i/le migranti imponendo impossibili requisiti economici e istituzionali necessari per ottenere e rinnovare i permessi di soggiorno. Questo costringe i/le migranti, soprattutto quell* extracomunitar*, a condizioni di lavoro altrimenti inaccettabili.

Un alloggio sicuro e migliore per tutt?!

A marzo 2020 eravamo già in una profonda crisi abitativa. Nel corso della pandemia le nostre case sono diventate ancora più politicizzate al di là del nostro operato e del nostro consenso! Esigiamo un alloggio adeguato e finanziariamenti accessibili per tutti, liberi dal sovraffollamento e da condizioni precarie! Chiediamo il rialloggiamento immediato delle persone che hanno subito violenza domestica!

Con il nostro sciopero vogliamo dimostrare che le nostre vite e le nostre lotte sono essenziali! Perciò, dobbiamo unire le nostre forze al di là delle frontiere. L’8 marzo vogliamo chiamare tutt?a rendere visibile la forza del lavoro essenziale e usarla come arma per imporre le nostre condizioni nella ricostruzione post-pandemia!

Chiediamo a tutt?di organizzare scioperi nei luoghi di lavoro e fuori di essi, manifestazioni, marce, assemblee, flashmob, azioni simboliche, pañuelazos, ruidazos! Spingiamo i sindacati a sostenere lo sciopero delle donne! Immaginiamo insieme i modi per rendere visibili le nostre diverse lotte e collegarle attraverso le frontiere.

Abbiamo chiamiato tutte le donne, i/le migrant* e i/le lavoratori/lavoratrici che condividono la nostra visione e le nostre richieste a unirsi a noi per un’assemblea pubblica il 21 febbraio dove abbiamo discusso gli orizzonti del nostro sciopero essenziale!

Il nostro lavoro è essenziale, la nostra vita è essenziale, il nostro sciopero è essenziale!


Invitiamo chiunque si identifichi con il manifesto per lo sciopero essenziale dell’8 marzo a sottoscriverlo, condividerlo il più possibile e tradurlo nella propria lingua, in modo che possa raggiungere più donne, migranti e lavoratori/lavoratrici possibili.

Aderisci al Manifesto per lo sciopero essenziale dell’8 marzo

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EAST

Manifesto per lo sciopero essenziale dell'8 marzo

EAST – Essential Autonomous Struggles Transnational – è una rete transnazionale emergente di collettivi attivisti femministi di sinistra radicale composta principalmente da donne migranti e lavoratrici.


Fonte Roar Magazine, 15 Febbraio 2021

Traduzione di Andrea Zenoni per il Centro Studi Sereno Regis


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