L'agenda anti-donne di Giorgia Meloni

L’agenda anti-donne di Giorgia Meloni

Claudia Torrisi

Come la leader di Fratelli d’Italia promuove i tradizionali ruoli di genere e sfrutta la violenza sessuale: ecco l’agenda anti-donne di Giorgia Meloni, prossima prima ministra italiana

Quando gli italiani si recheranno alle urne il 25 settembre, si prevede che il partito di estrema destra Fratelli d’Italia otterrà la maggior parte dei voti – e la sua leader, Giorgia Meloni, diventerà la prima prima ministra donna del Paese.

Nelle ultime settimane, la premiership della Meloni è stata oggetto di un grande dibattito, in quanto i commentatori della stampa italiana e internazionale si sono chiesti se potesse essere un passo avanti per le donne, o addirittura per il femminismo.

Hillary Clinton, l’ex segretario di Stato americano, ha persino dichiarato di recente: “L’elezione del primo primo ministro donna in un Paese rappresenta sempre una rottura con il passato, e questa è certamente una cosa positiva”.

Ma è davvero così?

“Essere donna non significa automaticamente essere femminista”, ha dichiarato la giornalista italiana Giulia Siviero a openDemocracy. “Sostenere che una donna – qualsiasi donna – [che conquista il potere] sia una conquista per tutte le donne e per il femminismo è per me molto sessista, perché mette il sesso davanti alla persona e alle sue convinzioni o politiche”.

Le politiche della Meloni sono, infatti, quelle che ci si aspetterebbe dal leader di un partito che discende dal Movimento Sociale Italiano neofascista, formato dai sostenitori dell’ex dittatore Benito Mussolini dopo la Seconda guerra mondiale.

Alla fine di agosto, la leader di Fratelli d’Italia ha twittato un video di una donna ucraina violentata da un richiedente asilo della Guinea in una strada della città italiana di Piacenza. Qualcuno in un appartamento vicino ha filmato l’aggressione e il colpevole è stato arrestato. Meloni ha preso il video da un giornale: l’immagine era sfocata, ma le urla della donna erano chiaramente udibili.

“Usa la violenza sulle donne non per denunciarla o per fare proposte sul tema, ma per affermare politiche razziste”.

“Non si può rimanere in silenzio di fronte a questo atroce episodio di violenza sessuale su una donna ucraina compiuto di giorno a Piacenza da un richiedente asilo”, ha scritto la Meloni, aggiungendo di inviare “un abbraccio a questa donna” e promettendo di fare tutto il possibile “per riportare la sicurezza nelle nostre città”.

Il post è stato poi rimosso da Twitter. La donna aggredita ha dichiarato a un giornale di sentirsi “disperata” perché qualcuno l’aveva riconosciuta dal video, aumentando così il suo dolore.

La leader di Fratelli d’Italia è stato fortemente criticata per aver usato lo stupro per propaganda elettorale e per non aver mostrato alcun rispetto per la vittima. Mentre la Meloni ha difeso la condivisione del video, la Siviero ritiene che, così facendo, la leader di Fratelli d’Italia abbia posto fine al dibattito se sia o meno un bene per il femminismo: “Ha dimostrato di non esserlo, se era necessario”.

Siviero ha aggiunto: “Usa la violenza sulle donne non per denunciarla o per fare proposte sul tema in sé, ma piuttosto per affermare le sue politiche razziste contro i migranti”.

Sebbene sia probabilmente la prima volta che un politico italiano pubblica un video di violenza sessuale sui social media, Siviero ha descritto il tweet della Meloni come “un vecchio trucco” che è “esattamente in linea con quello che abbiamo sempre visto” da parte dell’estrema destra.

La violenza contro le donne è un problema strutturale in Italia, con 125 femminicidi registrati tra l’agosto 2021 e il 31 luglio 2022 – più di una donna uccisa ogni tre giorni. Nonostante la maggioranza degli autori sia italiana, “l’estrema destra ha sempre tirato in ballo la violenza di genere quando a commetterla era un non italiano”, ha spiegato Siviero.

Il mito del “migrante stupratore” – o assassino – e lo sfruttamento dell’insicurezza delle donne a fini razzisti e xenofobi è un fenomeno definito “femonazionalismo” da Sara Farris nel suo libro del 2017, “In the Name of Women’s Rights: the Rise of Femonationalism”.

L’anno successivo, il corso della campagna elettorale italiana e il discorso politico nazionale sono stati completamente alterati dall’omicidio di una giovane donna da parte di un uomo nigeriano a Macerata, nell’Italia centrale.


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http://www.opendemocracy.net/en/5050/italy-far-right-general-election-meloni-brothers-of-italy/


Parlando con openDemocracy, Giorgia Serughetti, filosofa politica e autrice di “Il vento conservatore – L’attacco della destra populista alla democrazia”, ha spiegato perché il “femminismo” funziona per la Meloni.

“Essere la donna che protesta contro le offese ai diritti delle donne mobilitando una retorica tradizionalmente di destra funziona bene, perché parla a un’opinione pubblica potenzialmente ostile all’immigrazione e che non vede l’ora di esprimere questa ostilità”.

Serughetti ha aggiunto: “Parla a una popolazione specifica: quella in cui le famiglie sono composte da ‘uomini che sono uomini’ e ‘donne che sono donne’, padri e madri, nativi e bianchi”.

In effetti, la Meloni ha una visione “tradizionale” della femminilità. In un discorso tenuto in occasione di un comizio del 2019 a Roma, si è notoriamente definita “donna, madre, ital”iana, cristiana”.

Secondo Siviero, “l’uso che [Meloni] fa del proprio genere si basa su stereotipi di genere. Incarna perfettamente un modello maschile perché non mette in discussione il sistema esistente. Usa il suo genere per fare cose che sono completamente anti-femministe”.

“Meloni e il suo partito collaborano con i movimenti anti-aborto e anti-LGBTIQ+”.

Siviero ha evidenziato “l’esaltazione della maternità come se l’unica funzione della donna fosse naturalmente quella di essere madre, mentre allo stesso tempo nega i diritti sessuali e riproduttivi”.

La Meloni si definisce “pro-famiglia”, e lei e il suo partito collaborano con movimenti anti-aborto e anti-LGBTIQ+. Uno dei temi principali della sua campagna elettorale è la necessità di aumentare il basso tasso di natalità italiano incoraggiando le donne autoctone ad avere figli, denunciando al contempo il pericolo di una “sostituzione etnica” da parte degli immigrati.

È per queste ragioni che la giornalista e filosofa femminista Ida Dominijanni ha paragonato Fratelli d’Italia a “una nave distopica“. La Meloni, fondatrice del partito e unica donna con un ruolo di primo piano, scrive Dominijanni, ha deciso che le altre donne debbano compiere “il tradizionale destino materno, in una famiglia tradizionale, dove i ruoli di genere tornano al loro posto”.

Per Serughetti, lo slogan della Meloni “donna, madre, italiana e cristiana” non è altro che una reiterazione dei tradizionali discorsi dell’estrema destra.

“È un’espressione molto chiara della politica identitaria dell’estrema destra”, ha dichiarato Serughetti a openDemocracy. “Mostra come traduce questioni come la famiglia, la religione e i confini in questioni di identità”.


Fonte: Open Democracy, 20 settembre 2022

http://www.opendemocracy.net/en/5050/giorgia-meloni-far-right-brothers-of-italy-election-prime-minister-racism-gender/

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis

2 commenti
  1. Lorenzo
    Lorenzo dice:

    Questo articolo scritto da femministe, per me criminali, è l’ennesima prova che il femminismo vuole la distruzione della famiglia e la distruzione della donna, vista come essere che deve rifiutare la propria natura e non essere più madre. Ma cosa deve essere la donna per le femministe? Un altro schiavo del lavoro e del materialismo, un altro numero consumatore in continua competizione con l’uomo. Una donna mascolinizzata, competitiva, sempre insiddisfatra, single e sola come un cane, anzi no, in compagnia dei gatti, invece dei suoi figli. Ci estingietemo.

    Rispondi

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