Mediazione da parte di giudici, della polizia

Johan Galtung

Alfaz, Spagna – Polizia? I giudici hanno uno status sociale più alto ma la polizia conosce meglio la situazione locale ed eventuali trasgressori. Quel che sta accadendo proprio adesso davanti ai nostri occhi, ad esempio a Vila Real, a nord di Valencia, il 13-15 aprile 2016 – “II Conferenza ibero-americana sulla mediazione di polizia” è la polizia che si ribella ai giudici.

“Usiamo la forza per arrestare i sospetti, li consegniamo con tanto di prove ai tribunali, molti sono trovati colpevoli, condannati al carcere, dopo qualche tempo rilasciati presumibilmente rinati – e dopo qualche tempo dobbiamo arrestarli di nuovo; delitti vecchi o nuovi, stessa gente.

“La teoria della prevenzione individuale e generale non funziona. Dobbiamo rimuovere le radici, in loro e nel contesto locale che causa i crimini. Vogliamo aggiungere mediazione, prevenzione, alla forza e all’arresto”.

Che succede in prigione? Il sottoscritto ha passato sei mesi in prigione a Oslo; connesso all’obiezione di coscienza al servizio militare per la NATO, volevo un servizio di pace come alternativa. La tesi centrale della mia laurea riguardante la comunità carceraria è che essa serve ai carcerati nel ridurre, eliminare ogni senso di colpa. Si sono identificati quindici modi di sfuggire alla realtà crimine-colpa-punizione verso una realtà accettabile. Il più importante di gran lunga era il loro uso della classe sociale: “quelli lassù” commettono delitti ben peggiori di quelli di cui ci accusano, ma se la cavano senza pagarne il fio, o almeno senza passare tempo in prigione”. Giusto, a grandi linee.

Ciò non li rende però innocenti, ma “quelli lassù” colpevoli di corruzione, di vendere permessi al maggiore offerente, s’arricchiscono immensamente a spese di “quelli laggiù”, asserendo una legittimazione di mercato.  “Ci servono più furti, più violenza finché capiscano che questa società marcia non funziona.” Lotta di classe.

Peggiore che una scuola di crimine – per gran parte dei delitti della classe inferiore non c’è bisogno di scuola – la prigione serve ad eliminare l’idea del crimine riducendo il senso di colpa, perfino di vergogna di venire beccati, incarcerati.

Da obiettore di coscienza non mi sentivo un criminale; con mia sorpresa non si sentivano tali neppure molti degli altri carcerati. Molti si consideravano ribelli, con una causa, mentre avevano invece seri dubbi su di me.

I poliziotti raccolgono il cattivo frutto del sistema carcerario e dicono sempre più: Mediazione! Come parte di un processo storico generale a partire dai tribunali penali e civili – con giudizi dicotomici “colpevole o innocente”, “responsabili o no” — focalizzati sulla soluzione dei problemi e dei conflitti nei loro rapporti. Con fasi intermedie come arbitrati e mediazione giudiziaria con i giudici come mediatori. Non un addio ai tribunali, ma un ammorbidimento mediante l’aggiunta della mediazione, andando alle radici, stroncando sul nascere. Obiettivi: ridurre il crimine e costruire una pace positiva; cooperazione e armonia.

Che cosa c’era prima dei tribunali? Duelli fisici a fil di spada, o con pistole, legittimati dall’idea di Dio a fianco del vincitore. Si rese però chiaro che c’entrava anche l’abilità di spadaccini, rendendo possibile all’aristocrazia minore farsi strada con sfide e duelli fino in cima. Là dove si passava a duelli verbali e abilità oratoria, preservando così l’ordine sociale classista mediante la competenza verbale. Sì, ci sono avvocati che difendono quelli a corto di parole, ma molto spesso di qualità inferiore. Inoltre, la parola finale era dei padroni, dei giudici.

Ciò si rispecchia nella semantica delle trasgressioni: differenti livelli di “crimine” principalmente per le classi inferiori; “scandalo”, “tragedia” per quelli più in alto; che vengono poi consegnati agli specialisti in scandali e tragedie: i giornalisti e i media. Sono sì esposti, ma di rado si fanno dei giorni di carcere; magari arresti domiciliari o detenzioni più morbide. La classe è forte, e quelli in alto proteggono la propria.

La polizia speciale per delitti economici non presenzia alle riunioni di consiglio d’amministrazione dove si tramano i super-crimini. Mentre invece la polizia locale di ronda è spesso presente lì dove si stanno commettendo delitti delle classi inferiori.

Come possono mediare? Parlandogli, identificando quel che vogliono, dicendo ben chiaro che il delitto è illegittimo, e suggerendo poi altri modi di soddisfare bisogni legittimi con una nuova realtà.

Caso 1: Crimini economici o per motivi economici. Una famiglia povera in canna che non sa donde procurarsi da mangiare l’indomani. Il figlio apporta qualche soldo con furtarelli, la figlia vendendosi il corpo. Prima o poi vengono catturati, portati in tribunale, o in “case di correzione” per diventare rispettosi della legge, mentre la famiglia sprofonda ancor più nella povertà.

Nuova realtà: sollevare le condizioni economiche degli ultimi, soddisfacendone i bisogni basilari di cibo e acqua, vestiario e un tetto, servizi sanitari e istruzione – per la dignità, e per la partecipazione all’economia come consumatori e produttori. La polizia può contribuire ad organizzare cooperative per i bisogni basilari dei più poveri delle più povere comunità locali – con trasgressori potenziali ed effettivi come il ragazzo e la ragazza succitati – con punti vendita direttamente a gente del vicinato con qualche soldo. In un paio d’anni si recupera la dignità, si ripaga il credito, è migliorata tutta l’economia.

Caso 2: Crimini per una vita arrischiata, meno noiosa. Qui si vuole fregare la polizia con giochi al limite della o già oltre la legalità: per la fama d’un giorno. Altri vogliono usare il proprio corpo in una società progettata per la mente degli istruiti (che possono studiare come approfittarsi dei paesi e dei popoli di ceto inferiore nelle facoltà d’economia, per esempio con “vantaggi comparativi” e “leggi del mercato”). C’è gran bisogno d’alternative.

Nuova realtà: Sport, di squadra come il calcio per la cooperazione, usando il corpo, assumendosi rischi al limite, vincendo e perdendo, con un’altra chance la domenica dopo. Fama istantanea. Grande.

Un altro modo è Politica, Democrazia, organizzazioni, riunioni, risoluzioni, dimostrazioni, tutte nonviolente, non ricorrendo a guerre, vincendo e perdendo, con una seconda chance di lì a quattro anni o giù di lì. Grande.

Cari funzionari di polizia, per favore andate avanti – con questo ed altro ancora. E dite agli ufficiali militari della mediazione per togliere di mezzo le guerre e costruire la pace.

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Nº 424 – Johan Galtung, 18 aprile 2016
Titolo originale: Mediation by Judges, by the Police

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


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