Il problema è nel tallone (di Achille?)


2016-04-06 14.16.58 copiaNo, o almeno non solo.

Stamattina, mercato, bancarella, grande cartello € 1,00, su alcune scatole di calzettoni.

Naturalmente costano “solo” un euro perché ne sono rimaste poche misure (e tutte grandi).

Ma le calze sono di puro cotone Filo di Scozia (e si vede che sono vecchi rimasugli di una merceria, quindi il cotone è pre-sfruttamento) e/o di pura lana vergine (altra rarità: sembra che tutte le calze (nuove) in circolazione siano sintetiche o semi-sintetiche (e sempre con una percentuale di elastam. ???).

Comunque, decido di prenderne un paio di lana, bianche, e uno rosa, di cotone. Non mi faccio dare l’immancabile sacchetto che la gentile commerciante stava per porgermi, e pronuncio la frase “La plastica ci seppellirà”, cui segue l’immancabile replica “Eh! Ha ragione… se tutti facessero come lei!” e torno verso casa.

Ora, la taglia delle calze era 12-12,5, quindi molto grande per i miei molto piccoli piedi. Ma subito mi viene l’idea che ha dato il titolo a questa Pillola: quando la misura delle calze è grande il problema è solo nel tallone, che ci ritroviamo a metà polpaccio, giusto? Bene, allora – ho pensato – basterà tagliare via un pezzetto della punta della calza, rivoltarla e cucirla dall’interno (e tagliando la punta si può perfino sagomarla obliqua, un po’ come sono le dita no?) Ci vorranno 7 minuti e sono costate 50 centesimi a calza!

Sono andata avanti per anni a tagliare via il piede (ormai bucato) dalle calze di mio figlio, trasformandole in calze per me (perché la lunga “gamba” conteneva il mio piedino + un pezzetto di caviglia e anche un po’ oltre).

Certo, bisogna saper cucire. Ma non l’ho già detto/scritto che il cucito è una indispensabile capacità da sviluppare se si vuole praticare la semplicità volontaria? No? Bene, allora lo scrivo: tutti/e dovremmo saper cucire, altro che computer. Quello si può anche non usare, ma vestirci dobbiamo!

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