Malalai Joya fra i signori della guerra – Mike Whitney
“Gli afghani vivono all’ombra di un fucile con il più corrotto governo al mondo” (Malalai Joya)
Gran peccato che Barack Obama non abbia consultato Malalai Joya prima di pronunciare il suo discorso d’accettazione del Nobel. L’ex-parlamentare afghana avrebbe potuto aiutare il presidente a vedere che la perdurante occupazione USA danneggia gli interessi sia americani che afghani. Quella dell’Afghanistan non è la “guerra giusta” che Obama difende così appassionatamente nel suo discorso. Fa parte di una più ampia strategia geopolitica USA che Joya delinea nel suo nuovo libro “A Woman Among the Warlords: The extraordinary story of an Afghan who dared to raise her voice” [Una donna fra i signori della guerra: la storia straordinaria di una donna che ha osato far sentire la sua voce]. I decisori della politica USA hanno deciso di stabilire un approdo in Asia Centrale per sorvegliare la crescita della Cina, circondare la Russia, controllare risorse vitali del bacino del Caspio, e fornire sicurezza alle mega-corporation USA che vedono nell’Asia il “mercato del futuro”. E’ il grande gioco che ricomincia da capo. La “vittoria” in Afghanistan vuol dire che una manciata di fabbricanti d’armi, magnati del petrolio, e fornitori militari si arricchiranno molto. Non ha a che fare con al-Qaida, la “promozione della democrazia” o la sicurezza nazionale USA: tutto solo bla-bla da pubbliche relazioni. “Una donna fra i signori della guerra” è una narrazione esplosiva che scalza molte delle illusioni che circondano l’invasione USA dell’Afghanistan. Per esempio, gran parte degli americani non ha mai sentito parlare della “strategia dei signori della guerra”, termine ben diffuso fra gli afghani. Questo perché non ingrana con la storia mediatica della “liberazione” afghana. La verità è che chi ha programmato le guerre USA, sotto la guida dell’allora segretario della difesa Donald Rumsfeld, ha stabilito un piano di cessione di intere regioni afghane ai signori della guerra prima ancora che venisse sparato il primo colpo. L’intero racconto della “liberazione” non fu altro che una trovata per provocare sostegno alla guerra.
Ecco come lo riassume Joya con le proprie parole:
“La gente dell’Afghanistan è stufa dell’occupazione del proprio paese e del corrotto stato mafioso di Hamid Karzai e dei signori della guerra e della droga sostenuti dalla NATO…. E’ chiaro ora che il vero motivo degli USA e dei suoi alleati, dietro la cosiddetta “guerra al terrore,” era di convertire l’Afghanistan in una base militare in Asia Centrale e nella capitale del traffico mondiale dell’oppio. Gli afghani comuni vengono usati in questa partita a scacchi, e il denaro dei contribuenti occidentali e il sangue dei soldati vengono sprecati per quest’agenda che servirà solo a destabilizzare ulteriormente la regione….si stanno perdendo inutilmente vite afghane e americane.”
Joya è lucida e inflessibile; una donna da sola fa il lavoro di un’intera squadra di demolizione. E’ inoltre un’oratrice elettrizzante che sa prendere in pugno il pubblico quando s’accalora contro la guerra: chi ascolta può sentirne l’intensità, l’onestà e l’impegno indefettibile per la giustizia. A differenza di Obama, non è disposta a discorsi altisonanti che servono solo a perpetuare la guerra e la sofferenza. L’obiettivo di Joya è la pace; porre fine a 30 anni di guerra, all’occupazione USA e al fanatismo religioso. Purtroppo, l’intensificazione militare di Obama garantisce che la guerra si trascini per vari anni a venire portando disgrazia a molte altre persone.
Malalai Joya:
“Mentre scrivo queste parole, l’Afghanistan va progressivamente peggiorando. Siamo stretti fra due nemici: i taliban da una parte e le forze USA/NATO e i loro mercenari signori della guerra dall’altra…. Il rafforzamento militare di Obama arrecherà solo altra sofferenza e morte a civili innocenti…. spero che la lezione contenuta in questo libro raggiungerà il presidente Obama e i suoi strateghi politici di Washington, ammonendoli che gli afghani rifiutano la loro brutale occupazione e il loro sostegno ai signori della guerra e ai signori della droga.” (Una donna fra … pag. 5)
Il libro permette ai lettori di gettare uno sguardo sulla vasta distruzione apportata dall’invasione USA. Joya denuncia ripetutamente la strategia di Rumsfeld che ha sostituito i taliban fanatici con criminali di guerra e profanatori di diritti umani. Prende inoltre di mira i media che diedero copertura ai signori della guerra riferendosi loro come l’ “Alleanza del Nord” – o con la definizione altrettanto fuorviante “Fronte Islamico Unito per la Salvezza dell’Afghanistan”. Come fa notare l’autrice, gli atteggiamenti verso il conflitto sono stati ampiamente plasmati da disinformazione, omissioni e propaganda. Il discorso del Nobel di Obama prova che quelle stesse menzogne verranno ora veicolate da una fonte più autorevole.
Malalai Joya:
“Mentre gli Stati Uniti bombardavano dal cielo, la CIA e le forze speciali erano già arrivate nelle province del nord dell’Afghanistan per distribuire milioni di dollari in contanti e armi ai comandanti dell’Alleanza del Nord; quegli stessi estremisti le cui milizie avevano saccheggiato l’Afghanistan durante la guerra civile: Dostum, Sayyaf, Khalili, Rhabbani, Fahim, il generale Arif, il dr. Abdullah, Haji Qadir, Ustad Atta, Mohammad, Daoud, and Hazrat Ali fra gli altri. … Fahim, un altro uomo spietato con un passato fosco. I media occidentali al tempo tentarono di presentare questi signori della guerra come “forze di resistenza anti-taliban e liberatori dell’Afghanistan”, ma in effetti gli afghani credevano che non fossero meglio dei taliban.” (ibid, pag. 52)
Allorché i taliban fuggirono oltre il confine col Pakistan fra pesanti bombardamenti aerei, i signori della guerra s’impadronirono di intere province ristabilendovi il loro dominio con pugno di ferro sulla popolazione locale. Non fu mai fatto alcun tentativo di instaurare una democrazia. Ancor oggi, gran parte dei signori della guerra sono a libro paga USA, punto tralasciato da Obama nel suo discorso per il “premio per la Pace”.
Dal New York Times del 19 novembre 2001: “La galassia di signori della guerra che hanno sbranato l’ Afghanistan nei primi anni ’90 e che erano stati sconfitti dai taliban per la loro corruzione e perfidia sono tornati sui propri troni, pronti a esercitare il potere come hanno sempre fatto.”
Joya fornisce profili biografici di molti dei signori della guerra, fra cui Abdul Rasul Sayyaf, un fondamentalista fanatico “che massacrò migliaia di persone a Kabul durante gli anni 1990.” In una irruzione a Kabul ordinò ai suoi uomini “Non lasciate vivo nessuno, uccideteli tutti.” Sayyaf fu “la persona che invitò il terrorista internazionale Osama bin Laden in Afghanistan durante gli anni ‘80. Addestrò pure, e gli fece da padrino, Khalid Sheikh Mohammed, l’uomo che secondo gli USA è stato il regista degli attacchi dell’11 settembre.” (pag. 67)
Quanti continuerebbero a sostenere la guerra se sapessero di aver protetto amici di bin Laden e Khalid Sheikh Mohammed?
Ancora Malalai Joya: “Gran parte degli occidentali sono stati indotti a credere che l’intolleranza, la brutalità, e la pesante oppressione delle donne in Afgahnistan sia cominciata con il regime taliban. Ma questo è falso, altra polvere negli occhi del mondo da parte dei signori della guerra che dominano il cosiddetto governo democratico di Hamid Karzai sostenuto dagli americani. In verità, alcune delle peggiori atrocità del nostro passato recente furono commesse durante la guerra civile dagli uomini ora al potere.”
Durante i giorni più bui della guerra civile afghana nel 1992, un gruppo di signori della guerra occupò Kabul radendone al suolo buona parte. “Le milizie di Dostum, Sayyaf, Massoud, Mazari, e Hekmatyar saccheggiarono la città, derubando le famiglie e assassinando e stuprando le donne. Alla fine, fra 65.000 e 80.000 persone innocenti furono uccise nella sola Kabul, benché non ci siano cifre ufficiali sull’enorme totale delle vittime. Secondo le Nazioni Unite, più del 90 per cento della città venne distrutto.” (Infine) “il paese fu diviso in feudi, governati dai capricci di delinquenti e signori della guerra rivali.” (ibid pag. 26)
Questi sono i mostri che gli USA continuano a sostenere in Afghanistan oggi.
La soluzione di Joya: “Ritiro di tutte le truppe straniere”
Malalai Joya:
“alcuni dicono che quando le truppe si ritireranno scoppierà una guerra civile. Spesso tale prospettiva è agitata da gente che ignora il perfido conflitto e disastro umanitario già in corso in Afghanistan. Più a lungo rimangono le truppe straniere, peggiore sarà l’eventuale guerra civile per gli afghani. La terribile guerra civile seguita al ritiro sovietico non potrebbe certo mai giustificare… la distruzione e la morte provocate da quell’occupazione decennale.” (pag. 217)…
“Oggi viviamo all’ombra di un fucile con il più corrotto e impopolare governo al mondo.” (pag. 211)
La guerra di cui si legge nei media non è la vera guerra. E’ una finzione creata per giustificare l’ occupazione. “Una donna fra i signori della guerra” distrugge molti dei miti che circonano la guerra e rivela la verità dietro la messinscena; che gli Stati Uniti hanno deliberatamente consegnato l’Afghanistan a un gruppo di maniaci genocidi. La stessa politica continua tuttora, motivo per rimpatriare adesso le nostre truppe.
*Mike Whitney vive nello stato di Washington. E’ raggiungibile a [email protected]
15 dicembre 2009
Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis
Titolo originale: Malalai Joya Among Warlords
http://www.counterpunch.org/whitney12152009.html
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