A 90 secondi alla mezzanotte non rinunciamo a un mondo libero dal nucleare

Robert Dodge

A 90 secondi alla mezzanotte continuiamo a confrontarci con una realtà urgente. Una realtà che non deve essere così, ma che rimarrà tale se non ci svegliamo e non agiamo subito.

Guerra nucleare. Non è un argomento facile da affrontare, preferiamo ignorarlo, fingere che il rischio non sia reale o che le armi non esistano più. Questa realtà alterata in cui viviamo nega la cruda realtà che il rischio di una guerra nucleare è reale, è con noi ogni momento, e in realtà è più alto di qualsiasi altro momento dall’alba dell’era nucleare e dai bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Viviamo in un mondo con oltre 12.000 armi nucleari, molte delle quali sono in stato di allerta, pronte a essere lanciate con breve preavviso. Tale preavviso potrebbe essere reale, mal interpretato o addirittura non presente. Nel corso degli anni ci sono stati molti incidenti sfiorati che ci hanno portato sull’orlo di una guerra nucleare.

Nella nostra democrazia, abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce e di chiedere ai nostri funzionari eletti di agire per conto nostro e dell’intera umanità.

Martedì scorso, il Bulletin of Atomic Scientists ha svelato il suo metaforico Doomsday Clock, fissando l’ora a 90 secondi dalla mezzanotte, la più vicina che sia mai stata. Questa rappresentazione grafica della nostra vicinanza al giorno del giudizio focalizza la nostra attenzione sul rischio che corriamo. Il comitato scientifico del Bollettino calcola la situazione sulla base delle minacce esistenziali interconnesse di guerra nucleare e cambiamento climatico, insieme alle tecnologie dirompenti create dall’uomo, come l’intelligenza artificiale e i rischi per la biosicurezza.

Quest’anno questi rischi sono accentuati dalle guerre in corso in Ucraina e in Israele, insieme alle continue tensioni politiche nello Stretto di Taiwan, che proseguono anche dopo le elezioni presidenziali della scorsa settimana. Inoltre, continuano i punti caldi globali tra India e Pakistan e la Corea del Nord con il suo continuo sviluppo del programma nucleare. Negli Stati Uniti, in questo anno di elezioni presidenziali, i nostri candidati più anziani non hanno parlato dei rischi di una guerra nucleare e della necessità di lavorare per l’abolizione di queste armi.

Apparentemente ignari dei rischi di carestia nucleare, anche in caso di uno scambio nucleare limitato che metta a rischio l’intera umanità, o più gravemente legati al complesso industriale nucleare, essi ignorano la crescente volontà delle persone, sia qui in patria che nel resto del mondo, che chiedono l’abolizione del nucleare. Piuttosto, si aggrappano al mito della deterrenza, che in realtà è il principale motore della corsa agli armamenti e il motivo per cui oggi abbiamo 12.000 armi e ogni nazione nucleare sta ricostruendo i propri arsenali.

Nonostante i rischi citati, c’è speranza in questo mondo. Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) dichiara le armi nucleari, come tutte le altre armi di distruzione di massa, illegali da possedere, usare, sviluppare, stoccare, trasferire ad altri Paesi o minacciare di usare ed è entrato in vigore il 22 gennaio 2021. Attualmente quasi la metà di tutti i Paesi ha aderito al Trattato, con 93 firmatari e 70 Stati parte. Il Trattato ha tenuto la sua seconda riunione degli Stati firmatari a New York nel mese di novembre.

La conferenza ha individuato nella deterrenza nucleare il principale motore della corsa agli armamenti. Il Trattato, sostenuto dalla società civile e dalla Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN) con le sue 650 organizzazioni affiliate provenienti da 110 Paesi, fornisce un quadro giuridico per l’abolizione delle armi nucleari e un percorso per le nazioni nucleari che firmano il Trattato con l’impegno di eliminare i loro arsenali in tempi certi e verificabili.

Negli Stati Uniti, esiste un movimento parallelo di base della società civile, (Back from the Brink), che sostiene il TPNW con le misure precauzionali che forniscono garanzie fino all’abolizione di queste armi. 473 organizzazioni, 76 città e contee, 7 organi legislativi statali, 426 funzionari eletti a livello comunale e statale sostengono questo movimento. Lo si trova nella risoluzione 77 della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, promossa dal rappresentante Jim McGovern (D-Mass.) con 42 co-sponsor.

A 90 secondi dalla mezzanotte, ci troviamo di fronte a una realtà urgente. Una realtà che non deve esistere, ma che rimarrà tale se non ci svegliamo e non agiamo subito. Nella nostra democrazia, abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce e di chiedere ai nostri funzionari eletti di agire per conto nostro e dell’intera umanità. Dobbiamo resistere allo status quo e spingere per un mondo e un futuro che possano essere… un mondo libero da armi nucleari che ci permetta di rivolgere tutta la nostra attenzione al sostentamento del nostro pianeta per le generazioni future.


Fonte: Common Dreams, 24 gennaio 2024

https://www.commondreams.org/opinion/doomsday-clock-nuclear-weapons-climate

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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