Una pionieristica proposta di pace per l’Ucraina

Michael von der Schulenburg

Una pionieristica proposta di pace potrebbe salvarci da una guerra sfrenata in Ucraina

18 sett. 2023 – A fine agosto di quest’anno quattro autorevoli personalità tedesche [i] hanno presentato una proposta di pace per por fine alla guerra in Ucraina con una tregua e successive negoziati di pace. Proposta decisamente più estesa e pionieristica di quante siano state fatte finora dall’inizio della guerra 18 mesi or sono da qualunque governo, organizzazione internazionale o anche, come in questo caso, da soggetti non pubblici.

La proposta giunge in un momento estremamente critico della guerra. Con un possibile fallimento della controffensiva ucraina e il risultante indebolimento delle forze armate ucraine, la NATO potrebbe trovarsi di fronte nei prossimi mesi o addirittura nelle prossime settimane alla decisione o d’intensificare ulteriormente la guerra contro la Russia o avviarsi a negoziati. Continuare, però, comporta il rischio enorme di tralignare sempre più in un confronto diretto NATO-Russia. Ciò implicherebbe non solo ulteriori sofferenze della popolazione ucraina, ma di avvicinare il mondo a una guerra nucleare. C’è solo da sperare che prevalga la ragione e che NATO, Ucraina e Russia optino per una tregua e negoziati di pace immediati. La dettagliata proposta di pace tedesca ha ora indicato la via per tale fine. È perciò della massima urgenza attirare l’attenzione dei decisori politici mondiali a questa proposta e ottenerne il sostegno pubblico.

Unione Africana, Cina, Brasile, Messico, Indonesia hanno fatto proposte di pace e una di esse era stata sviluppata su invito del Vaticano. Inoltre, Turchia e Israele hanno intrapreso lodevoli iniziative di pace. Però, l’Unione Europea, che dovrebbe essere la più interessata alla pace in Europa, tanto più coinvolta a fondo nella guerra, non ha ancora fatto alcuna proposta su come por fine alla guerra con una soluzione politica. Per di più, eccetto per una proposta di negoziati di pace dell’ex-primo ministro italiano Draghi un anno fa, nessuno degli stati membri UE ha intrapreso alcuna forma d’iniziativa di pace da parte propria. Il che vale purtroppo anche per il governo tedesco.

Proprio mentre la guerra in presenta all’Europa un supremo pericolo, l’Unione Europea pare essersi abbandonata all’inerzia politica: non ha né una propria ovvia strategia per quanto vuole conseguire col sostegno militare al protrarsi della guerra, né ha sviluppato idee di sorta su come potrebbe essere un’Europa pacifica dopo questa guerra. Come se questo vecchio continente avesse imparato nulla dalle terribili esperienze delle due guerre mondiali, combattute come adesso prevalentemente su suolo europeo, s’abbarbica a pretese massimaliste sempre meno realiste e all’idea scioccante di poter conseguirle sui campi di battaglia. Accettando evidentemente che così facendo l’Ucraine sia frattanto dissanguata nel senso più letterale. La politica UE sembra pure cieca e sorda alle conseguenze politiche, sociali ed economiche che la continuazione della guerra avrà sulle genti d’Europa e nel mondo, nonché agli enormi pericoli che ne deriverebbero all’umanità dalla sua continua escalation.

Su tale sfondo, diventa chiaro perché sia così importante proprio ora una tale dettagliata proposta tedesca di pace; che infrange la credenza fatale che le vittorie militari possano recare pace, indicando invece modi per conseguire una soluzione pacifica a questa guerra con negoziati politici. Nell’attuale prevalente atmosfera quanto mai bellicosa della politica europea, dei media e dei think tank, ciò richiede considerevole coraggio personale da parte degli iniziatori per ergersi per la pace.

La loro proposta di pace si basa anche sulla considerazione occidentale che la Russia ha iniziato una guerra illegale d’aggressione e che pertanto l’Ucraina ha ogni diritto di difendersi militarmente e accettare allo scopo sostegno militare estero. Però, fanno un passo decisive più in là sottolineando che ciò “non assolve il governo di Kiev e gli stati suoi sostenitori dal promuovere politicamente il conseguimento di una pace giusta e durevole“. Adesso che questa guerra è entrata in una fase molto distruttiva, in quanto non ci possono più essere vincitori, si è reso anche più urgente il loro appello a tutti i belligeranti e agli stati propri sostenitori sull’ora matura per cercare una soluzione politica per la pace.

Sicché i suoi promotori non solo chiedono un immediato cessate-il-fuoco lungo le frontiere esistenti ma esigono l’inizio simultaneo di negoziati di pace per prevenire un ‘congelamento’ della linea di tregua e così dell’intero conflitto. Per evitare qualsiasi ritardo da mosse politiche brucianti, propongono che nei negoziati si passi subito ai temi centrali controversi del conflitto: un’Ucraina neutrale, garanzie di sicurezza per l’Ucraina, lo status futuro delle regioni di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhya e Kherson nonché della Crimea. Delineano possibili soluzioni per ciascuno dei temi controversi, basate sulle risultanze dei colloqui russo-ucraini del marzo 2022 e sulla posizione negoziale ucraina al vertice per la pace di Istanbul del 29 marzo 2022.

Questa proposta per la pace proveniente dalla Germania s’intende a complemento delle proposte già in corso da paesi o organizzazioni regionali esterne all’Europa, assume come quelle che vadano considerati gli interessi securitari russi quali delineati nella lettera della Russia alla NATO e agli USA del 17 dicembre 2021. Ma, contrariamente alle opinioni prevalenti nella UE, i promotori di questa proposta condividono la valutazione dei paesi non-occidentali che il presidente russo Putin sia quanto disposto a negoziare la pace.

Il che non significa ancora che le posizioni negoziali siano convergenti; come in tutti gli altri negoziati di pace, anche nel caso della guerra ucraina si dovrà negoziare a gran fatica per gli interessi in conflitto dei belligeranti e degli stati loro sostenitori. Cosa senza dubbio molto difficile per la loro sfiducia reciproca – peraltro i negoziati di pace si fanno fra nemici e non fra amici. Tuttavia, la pista ora tracciata dalla proposta tedesca di una pace negoziata rappresenta un grosso vantaggio rispetto a qualunque ulteriore tentativo di giungere a una soluzione posta in atto militarmente.

Perciò, dovrebbe essere nell’interesse proprio della UE e dei suoi stati membri abbracciare di tutto cuore tale proposta di pace. Perché sarà la UE che ci perde in questa guerra. Non solo sarà la UE a trovarsi sulla linea del fronte se la guerra dovesse intensificarsi in uno scontro diretto NATO-russo, ma si ritroverebbe con tutti gli altri aspetti di ricaduta della guerra: non solo i costi attuali della guerra ma – più importante – i costi a lungo termine di dover sostenere un’Ucraina distrutta, impoverita, e in via di spopolamento.

Mentre gli USA hanno l’opzione di ritirarsi aldilà dell’Atlantico, la UE continuerà comunque ad aver nelle immediate vicinanze molte delle regioni mondiali di crisi. Sarà anche l’economia UE a soffrire di più non solo per le sanzioni di propria imposizione ma anche per l’aumento del costo delle materie prime, per la perdita di mercati di smercio e lo scompiglio delle rotte commerciali dirette per le regioni di crescita in Asia. E se si leggono in modo corretto i segni del vertice BRICS+, della SCO (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai) e ora anche del vertice G-20, si può concludere che non è la Russia ad essere isolata a livello internazionale, ma piuttosto la UE a perdere influenza internazionale per le sue politiche sull’ Ucraina, l’aver mancato di evitare quella guerra e adesso per la sua indisponibilità a porvi fine.

E’ la UE che adesso ha disperatamente bisogno di pace, e la proposta di pace tedesca dovrebbe essere accettata come opportunità irripetibile che permetterebbe di commutare le sue politiche verso il raggiungimento della pace prendendo le distanze dal sostenere una guerra protratta.

La proposta tedesca di pace si affida molto a un ruolo decisivo per l’ONU nella sua attuazione. Secondo la proposta il Quadro per una tregua generalizzata dev’essere deciso nel Consiglio di Sicurezza ONU mentre il monitoraggio della smilitarizzazione dei territori attualmente occupati dai russi e la separazione militare delle forze lungo la linea di tregua dev’essere garantita da peace-keeper ONU. I susseguenti negoziati dovrebbero aver luogo sotto l’egida del Segretario Generale ONU, o di un Alto Commissario da lui nominato. Poiché l’ONU, il suo Consiglio di Sicurezza e il suo Segretario Generale hanno avuto ruoli piuttosto deludenti nel conflitto fin qui, queste proposte saranno certamente contestate da molti osservatori.

Eppure, questa proposta in particolare potrebbero essere di rilevanza molto ampia per la pace globale; condurrebbe alla riabilitazione di questa organizzazione mondiale, così indispensabile e centrale per il mantenimento della pace mondiale. Vorrebbe dire che entro i confini ONU, le varie proposte e iniziative di pace degli stati membri potrebbero confluire, non in competizione ma come forze in reciproco rafforzamento per la pace. Un tale rafforzamento dell’ONU e la congiunta affermazione dell’universalità dello Statuto ONU sarebbero certamente ben accolti dalla vasta maggioranza degli stati membri. la proposta di pace tedesca potrebbe dare un contributo decisivo a tal fine.

Le Nazioni Unite e lo Statuto ONU un tempo sorsero in risposta agli orribili crimini di guerra e atrocità della Germania commessi durante la Seconda guerra mondiale. La Germania dovrebbe quindi sentire una speciale responsabilità nel sostenere l’obbligo dello Statuto ONU per tutti gli stati membri di cercare soluzioni pacifiche dei conflitti e la prevenzione delle guerre. Questa proposta di pace pionieristica presentata adesso da quattro eminenti personalità tedesche è un passo verso l’adempimento della responsabilità speciale della Germania. Se la UE e in effetti la comunità internazionale vogliono por fine alla guerra in Ucraina in modo pacifico e preservare la pace globale, non ci saranno alternative a questa proposta.

NOTA

[i] Peter Brandt, figlio dell’ex-cancelliere tedesco Willy Brandt, iniziatore della Ostpolitik, già professore di storia e forte voce del movimento pacifista tedesco, dei sindacati tedeschi e del partito Socialdemocratico

Hajo Funke, già professore di antisemitismo/populismo di destra e di conflitti internazionali al Otto-Suhr-Institute, preminente think tank universitario politico di Germania

Harald Kujat, generale Tedesco di rango supremo (quiescente), ha servito come Capo della Difesa Tedesca (Generalinspekteur der Bundeswehr) dal 2000 al 2002 e dal 2002 al 2005 come presidente del Comitato Militare NATO, presidente del Consiglio NATO-Russia e della Commissione dei Capi di Stato Maggiore NATO-Ucraina

Horst Teltschik, già capo-consigliere affari esteri del cancelliere tedesco Helmut Kohl durante la fine della Guerra Fredda e i negoziati con le quattro potenze [alleate vincitrici della 2^guera mondiale] fino alla riunificazione della Germania nel 1991


CONFLICT RESOLUTION – MEDIATION, 25 Sep 2023

Michael von der Schulenburg – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

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