Mini-naja in arrivo, Mamma!

Rita Vittori

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa, sullo slancio della mamma-patria, torna a parlare della proposta di mini-naja, un disegno di legge che aveva fatto approvare quando era Ministro della Difesa, ma che per ora non è stato mai operativo.

Non possiamo certo non riconoscere al nostro attuale governo una certa coerenza nell’attuare una serie di azioni di stampo bellicista. L’incremento delle spese militari in Europa e in Italia al di là della guerra in Ucraina, la presenza delle Forze Armate a vario titolo nelle scuole, le celebrazioni magniloquenti dell’Aereonautica Militare, del 2 giugno a Roma, della Marina Militare a La Spezia stanno costruendo una visione del mondo legata a 3 temi: patria, famiglia, sicurezza. E siccome le parole sono degli atti politici, l’esaltazione della retorica legata alla patria e alla difesa dei suoi confini legati al concetto di sicurezza sta diventando sempre più presente nei discorsi dei Ministri nelle varie occasioni istituzionali.

Sappiamo molto bene che le parole hanno un valore simbolico importante perché veicolano significati anche emozionalmente forti. Infatti, il termine «Patria» spesso viene legato a «madre». Ma Giorgia Meloni (come nel suo discorso il 14 maggio 2023 durante la Festa degli Alpini a Udine) addirittura usa un termine ancore più affettivo e coinvolgente: parla di «mamma»: «Oggi è la festa della mamma, ma noi abbiamo sempre un’altra mamma che è la patria». E la patria va onorata e difesa.

Fonte; governo.it | CC-BY-NC-SA 3.0 IT

La proposta di una mini-naja volontaria

Qui si inserisce la proposta, richiamata sempre stessa occasione dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, di mini-naja, un disegno di legge che aveva fatto approvare quando era Ministro della Difesa, ma che per ora non è stato mai operativo. Di cosa si tratta? Si tratta di una sorta di leva militare volontaria, un addestramento militare di base di 40 giorni per i ragazzi che vogliono partecipare alla vita delle Forze Armate. Gli obiettivi sembrano essere duplici: aumentare il numero di giovani nelle associazioni d’arma che senza la leva obbligatoria si stanno assottigliando, e consentire ai giovani di onorare la patria (che non dimentichiamo è mamma). Ovviamente ci saranno degli incentivi per chi aderisce, come punti aggiuntivi per ogni tipo esame  di maturità o per laurea, o nei concorsi pubblici… bè’, una certa convenienza c’è…

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa, domenica 14 maggio, alla 94esima adunata degli Alpini, a Udine, in foto con il Ministro della difesa Guido Crosetto (senato.it)

Al di là di tutto sempre di più si comprende che per questo governo onorare e amare la patria significa entrare nelle Forze Armate, imparare a imbracciare le armi per poter difendere (nel caso di un eventuale attacco da parte di forze straniere)… E si sa, il comportamento dissennato dell’Europa e dell’Italia nella guerra tra Ucraina e Russia serve anche a far diventare un pericolo improbabile a un pericolo percepito come possibile, speriamo mai reale.

Mamma Patria

Fare attenzione ai termini usati nella retorica dei discorsi non è un esercizio intellettuale, ma ci fa comprendere su quali processi cognitivo-emotivi si basa la nuova «narrazione», intensamente voluta come sovvertimento di una «fantasticata» retorica di sinistra ormai assente da anni.

Ci riallacciamo qui ad aspetti di psicologia collettiva, così sapientemente diventati vessilli politici e partiti politici: se nel 2013 nasceva «Forza Italia», che rimandava psicologicamente alla passione calcistica di molti italiani, un anno prima (nel 2012) Giorgia Meloni fondava «Fratelli di Italia», che rimanda a una «mamma» comune, cioè l’Italia, la nostra «patria», cioè la terra dei padri. Italia padre e madre, simbolo dell’unione generatrice di «fratelli». E, si sa, il legame tra fratelli è un legame di sangue che vincola tutta la vita.

Su questo presupposto possiamo osservare come la strategia comunicativa scelta da Giorgia Meloni in modo intelligente si sia basata su un cambiamento fondamentale: si è passati da un linguaggio burocratico, freddo, impersonale, a uno «ottimista» basato sull’orgoglio di essere italiani, sulla necessità di difendere la nostra identità nazionale, ma soprattutto su una carica emotiva che ha restituito  un certo ossigeno ai discorsi  vuoti e impersonali della precedente leadership ( si pensi alle dichiarazioni di Letta).

Mamma Giorgia

Giorgia Meloni ha invece usato una modalità comunicativa politica coinvolgente sia con le sue parole che con i suoi gesti. Parla con parole comprensibili a tutti con aria rassicurante e spesso sorridente.

Ad esempio, in un comizio a Milano l’11 settembre del 2022 afferma: «Questa Nazione ha bisogno di essere governata con amore. Con lo stesso sentimento con cui si cresce un figlio». Qui Meloni esprime nitidamente il concetto di amor di Patria, che assomiglia, secondo lei, all’amore di una madre per un figlio. Un amore incondizionato, che porta il soggetto politico a farsi genitore protettivo in caso di vittoria.

Non più un governo che continua a richiedere sacrifici alle stesse fasce sociali sempre più vicine alla povertà assoluta, ma un governo (identificato sempre come il maschile: non dimentichiamo che Giorgia Meloni ha dichiarato di voler essere chiamata come «Il Presidente») che agisce come buon padre, che ama e  sa difendere la patria (definita mamma) nei suoi vari aspetti. Proprio perché la ama ne riconosce e ne valorizza le bellezze, protegge i suoi figli, tra di loro fratelli, da ogni pericolo interno ed esterno.

Perché la patria è mamma e non madre

Già, come mai non ha usato il termine madre? Si usa spesso: madre natura, madrepatria. Invece no. Proprio mamma. È stato casuale o voluto? Forse non lo sapremo mai, ma sta di fatto che la differenza c’è.

La mamma a livello simbolico è una persona concreta che accudisce il figlio nelle sue esigenze fisiche e psicologiche, sa supportarlo nelle difficoltà con amorevolezza e restituirgli un’immagine positiva di se stesso.

La madre invece è una figura astratta interiorizzata dal bambino, costituita da tutti gli atti di amore e insegnamenti ricevuti e che si forma e resta lì, dentro di noi, quando la mamma concreta è assente o quando siamo noi a dover occuparci di altri: un serbatoio di atti di cura e di amore ricevuti e restituiti. Definendo la Patria mamma, l’impatto emotivo è certamente più forte: a ciascuno di noi il termine «mamma» fa affiorare una miriade di ricordi, ma soprattutto ci riporta alla condizione di «figlio/a».

Se la patria è mamma allora significa che come ci ama, noi dobbiamo amarla e difenderla se c’è un pericolo. E un pericolo, se non esiste, si può costruire.

In questi anni abbiamo assistito a una forte retorica della paura: paura di essere invasi dai migranti e della conseguente «sostituzione etnica», delle epidemie sempre in agguato, delle violenze nei quartieri e nelle strade…

Come si costruisce?

Beh’, prima si descrive un fenomeno come catastrofico per la nostra sopravvivenza, poi lo si fa percepire come incombente e imminente, infine si dichiara che è fuori controllo. Il gioco è fatto… la paura ci fa cadere tra le braccia di chi ci rassicura e ci dà conforto, e soprattutto ci dice che ce la faremo…

Allora voto per te, cara Giorgia… E mi iscrivo alla mini-naja… mi difendi, ti difendo…


 

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