In migliaia in marcia a Londra per ribadire la richiesta di pace in Ucraina

Chris Niheman

In contrasto con la piccola manifestazione a sostegno della guerra, quella per la pace che ha sfilato sabato a Londra ha avuto un’accoglienza grandiosa

Migliaia di persone hanno marciato sabato nel centro di Londra per chiedere la pace in Ucraina, in occasione del primo anniversario dell’invasione russa. La marcia, organizzata da Stop the War e CND (Campagna per il Disarmo Nucleare) si è riunita davanti alla BBC e si è conclusa con un comizio a Trafalgar Square. Rivolgendosi ai manifestanti all’inizio della manifestazione Jeremy Corbyn ha ribadito alle grandi potenze la richiesta di porre fine all’escalation e di lavorare per negoziati seri per fermare i combattimenti e i troppi morti.

Foto Steve Eason da Flickr | Jeremy Corbyn at Stop the War march and rally, London 25th February 2023 (CC BY-NC 2.0)

Nonostante una piccola contromanifestazione a sostegno della guerra, i partecipanti alla marcia contro la guerra hanno ricevuto un’accoglienza festosa per le strade, intonando slogan a favore della pace e contro l’escalation delle potenze occidentali e della Russia.

Il presidente di Stop the War, Brian Eno, ha dato il benvenuto alla folla di Trafalgar Square e si è congratulato con i tanti presenti, per essersi ribellati al soffocante consenso pro-guerra dell’establishment.

Foto Steve Eason da Flickr | Stop the War march and rally, London 25th February 2023 Brian Eno speaking (CC BY-NC 2.0)

Il deputato tedesco contro la guerra Andrej Hunko ha portato i saluti del movimento in Germania, mentre i sindacati PCS e RMT (rispettivamente impegnati sul fronte dei “Servizi Pubblici e Commerciali” e nel settore dei “Trasporti Ferroviari e Marittimi” – ndr) hanno condannato il governo per l’aumento delle spese per la guerra all’estero e per i tagli ai servizi essenziali, e lo stesso hanno fatto la deputata di Leicester Claudia Webbe ed Emma Dent Coad, leader del gruppo laburista nel quartiere di Kensington e Chelsea.

Mohammed Asif, dell’Associazione afghana per i diritti umani, ha sottolineato le continuità con le precedenti guerre straniere, sottolineando come i media mainstream hanno attaccato il movimento contro la guerra in Afghanistan, in Iraq, in Siria e in Libia. “Il movimento aveva ragione in tutti quei casi” ha detto, “e continuerà ad averne”.

Foto Steve Eason da Flickr | Stop the War march and rally, London 25th February 2023 (CC BY-NC 2.0)

Lindsey German, coordinatrice di Stop the War, ha dichiarato che tutti coloro che hanno partecipato alla marcia dovrebbero essere orgogliosi di aver preso posizione contro la guerra in circostanze così difficili. Questa è ora chiaramente una guerra per procura tra l’Occidente e la Russia, in cui ancora una volta “chi ci guadagnerà saranno i commercianti di armi, la NATO, l’impero statunitense, e non i lavoratori né i poveri” ha detto. Il vicepresidente di Stop the War, Andrew Murray, ha denunciato quanti appoggiano le spinte dei conservatori per l’escalation:  “non ci fidiamo dei conservatori per le politiche interne, perché dovremmo fidarci di loro per la corsa alla guerra in Ucraina?” ha detto.

Durante il fine settimana ci sono state centinaia di piccole e grandi manifestazioni per la pace in tutta Europa, che hanno espresso una crescente opposizione alla guerra in tutto il continente.  L’ondata Anti-War è iniziata con la protesta di giovedì 23 marzo alla riunione dell’OCSE a Vienna mentre in Italia c’è stata la marcia notturna a lume di candela da Assisi fino a Perugia. Nei giorni successivi ci sono state proteste in oltre 120 città italiane, tra cui alcune con diverse migliaia di partecipanti, a Firenze, Bologna, Roma e in altre grandi città.

Migliaia di studenti e scolari hanno sfilato per le strade di Palermo, in Sicilia. A Genova, i portuali hanno guidato migliaia di persone fino al porto, per protestare contro le spedizioni di armi in Ucraina dalla loro città. Gli organizzatori italiani stimano che almeno 100.000 persone abbiano marciato in tutto il Paese, riunite dalla CGIL e da altri sindacati, dal movimento per la pace e dalle organizzazioni cattoliche. Sebbene la copertura mediatica delle proteste sia stata molto limitata, gli attivisti affermano che i media non hanno potuto fare a meno di prendere atto della maggioritaria opposizione alle forniture di armi all’Ucraina nel Paese.

A Genova, i portuali hanno condotto migliaia di persone nel porto per protestare contro le spedizioni di armi all’Ucraina.

Andrej Hunko ha annunciato a Trafalgar Square che erano in 50.000 a protestare contro la guerra a Berlino, la più grande manifestazione Anti-War organizzata in Germania fino ad ora. Nonostante le voci secondo cui la protesta alla Porta di Brandeburgo avrebbe coinvolto forze di destra, la manifestazione è stata guidata in realtà dalla sinistra e dal movimento pacifista, mentre ai militanti dell’AFD (acronimo che sta per Alternative for Germany, partito di destra –ndr) gli organizzatori hanno vietato di partecipare alla protesta. In tutta la Germania ci sono state decine di altre proteste minori durante il fine settimana.

Un fine settimana che ha visto lo svolgersi di proteste per la pace anche in un centinaio di città francesi, organizzate principalmente dal Movement Pour La Paix. Anche in Spagna sono state organizzate proteste in almeno venti città, tra cui grandi mobilitazioni a Barcellona e Valencia, tutte contro Putin e la NATO, e un numero simile di proteste era previsto anche in Portogallo.

A Bruxelles almeno 3.000 persone provenienti dai sindacati e dal movimento pacifista hanno marciato contro la guerra domenica in un’iniziativa organizzata dalla piattaforma “Europa per la pace e la solidarietà”, composta da oltre 60 organizzazioni, tra cui movimenti pacifisti, sindacati, ONG e organizzazioni per il clima e i rifugiati.

La nascita di un movimento europeo contro la guerra in Ucraina, che si è ritrovato sotto la bandiera di Europe For Peace, è un importante passo avanti. Di fronte ai pericoli che incombono nei mesi a venire, il movimento dovrà senz’altro allargarsi e accrescere la sua influenza. È la principale forza in grado di opporsi alla spaventosa deriva del conflitto tra grandi potenze.


Fonte: Stop The War Coalition, 27 feb 2023

Traduzione di Daniela Bezzi per il Centro Studi Sereno Regis


 

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