La maledizione della noce moscata

La maledizione della noce moscata. Parabole per un pianeta in crisi

Cinzia Picchioni

Un po’ più di una segnalazione

La maledizione della noce moscata

La copertina del libro

Amitav Ghosh, La maledizione della noce moscata. Parabole per un pianeta in crisi, Neri Pozza Editore, Vicenza 2022, pp.  362, € 19,00. Il libro è stampato col sole, si legge nell’ultima pagina. Significa che è fabbricato da Grafica Veneta S.p.A. con un processo di stampa e rilegatura certificato 100% carbon neutral in accordo con PAS 2060 BS1.

Capitoli fondamentali

Con capitoli come Guerra sotto un altro nome (pp. 178 ss.) Ghosh invita a riflettere sul ruolo che ciascuno/a di noi ha nello scatenare le guerre. E sul fatto che non basta dirsi «contro la guerra» con presìdi, marce e proclami. Occorre un immediato cambiamento di stile di vita. E mentre scrivo, davanti a un computer acceso, parole che saranno inviate nel web (tutto con impronta altissima) mi accorgo di essere in contraddizione immediata.

Esserne consapevole è il primo passo. Ma devono seguirne altri.

Dal capitolo citato ho tratto alcune righe, preferendole a quelle che avrei potuto copiare dai risguardi di copertina:

«Come i lakota, ripetutamente sfollati dalle guerre e dall’innalzarsi delle acque dovuto ale dighe, furono rinchiusi in riserve sempre più piccole, così i profughi delle odierne guerre biopolitiche vengono segregati in aeree di contenimento in Nordafrica, Sahara, Messico, America Centrale […]. Anche loro sono vittime di un conflitto non identificabile come guerra nell’accezione sancita dai giuristi occidentali. […] Le similitudini fra l’attuale crisi planetaria e gli sconvolgimenti ambientali che distrussero i mondi vitali di innumerevoli popolazioni amerindie e australiane hanno qualcosa di perturbante. Oggi, come un tempo, la devastazione di habitat e fonti di sostentamento viene attribuita a sistemi apparentemente impersonali; ora, come allora, ciò avviene per lo più lontano dagli occhi di quanti sono maggiormente responsabili di aver scatenato tali forze distruttive – e con “quanti sono maggiormente responsabili” intendo non solo gli occidentali ricchi, ma anche le élite e le classi medie di paesi come India, Cina, Indonesia, ecc. […]

l’intervento umano viene occultato da espressioni quali “forze materiali” e “processi naturali”. Quando un’isola viene sommersa dall’innalzarsi dei mari, quando uin incendio si scatena con terrificante rapidità, quando una bomba d’acqua si abbatte all’improvviso su una città impreparata, è difficile collegare la catastrofe a un conflitto umano: sembra un’altra categoria di fenomeni. Invece è lo stesso tipo di conflitto […] l’idea che le leggi di natura operino in un ambito indipendente dall’agire umano permette di giustificare l’inazione. […] l’inazione è di per sé una strategia di conflitto che contrappone persone con un alto tasso pro capite di emissioni di gas serra ad altre le cui emissioni sono molto più ridotte. Oggi, come un tempo, la linea del fronte è determinata dalla volontà di potenza e da inconciliabili differenze negli stili di vita».

L’altro capitolo molto importante, secondo me, è Il padre di tutte le cose (da p. 135), che non tratta di Dio, né di un dio minore. O forse sì?

Chi o cosa è il padre di tutte le cose?

«Il ruolo dei combustibili fossili nelle guerre è un altro aspetto, mostruosamente vitale, del loro invischiamento con strutture di potere e forme di violenza […] esiste un’[…] equazione fra combustibili fossili e guerra […] la capacità di un paese di esercitare la forza è strettamente legata alle dimensioni della sua impronta di carbonio», p. 134.

In mezzo a frasi come queste, e lungo le 11 pagine che compongono il capitolo dal titolo misterioso, troverete forse la risposta.

Leggendo qua e là

La noce moscata è una delle spezie più note in cucina, un tempo preziosissima e quasi introvabile se non nei semi di una pianta che cresceva solo in una manciata di minuscole isole perse tra l’Oceano Indiano e il Pacifico. Anche la sua è una storia di conquista e sfruttamento – dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sull’ambiente naturale – che nelle pagine di un grande scrittore impegnato nei temi ambientali come Amitav Ghosh diventa metafora della potenza devastatrice del colonialismo occidentale e delle sue irreversibili conseguenze che arrivano fino ai giorni nostri.

Se oggi il nostro futuro come specie è in pericolo, avverte Ghosh, le cause vanno ricercate a partire dalla scoperta del Nuovo Mondo e dall’apertura delle rotte commerciali attraverso l’Oceano Indiano. L’odierna crisi climatica, demografica e sociale ha origine da un ordine geopolitico inaugurato dai colonizzatori del Primo mondo; da una visione meccanicistica e utilitaristica delle terre di conquista in cui la natura esiste solo in quanto risorsa da sfruttare e non come entità viva, indipendente dall’umanità e densa di significato; dall’assoggettamento indiscriminato di «umani selvaggi» e di «non umani» come alberi, animali, paesaggi.

Nella potente narrazione di Ghosh, i drammi del nostro presente globalizzato – migrazioni, siccità, pandemia, guerre, emergenza energetica – si ricongiungono a episodi soltanto temporalmente remoti, in realtà cosí affini nella loro furia devastatrice che la maledizione della noce moscata non è affatto lontana da noi.

Grazie al sole

Plaudo – come lettrice – a 36 pagine di Note (suddivise per capitoli, facili alla lettura), a 32 di Bibliografia, all’Indice dei nomi, nonché alla scelta editoriale – tutt’altro che scontata – di stampare le copie «con il sole», come riportato nell’ultima pagina del libro (e secondo me andrebbe all’inizio, invece). Visto l’argomento del libro è una scelta di intelligente coerenza.


Amitav Ghosh è nato a Calcutta nel 1956, ha studiato a Oxford e attualmente vive tra la sua città natale e New York. Considerato «uno dei piú grandi scrittori indiani» (la Repubblica), ha pubblicato anche: Il paese delle maree (Neri Pozza 2005, beat 2020), Circostanze incendiarie (Neri Pozza 2006), Il Palazzo degli specchi (Neri Pozza 2007, beat 2022), Mare di papaveri (Neri Pozza 2008, beat 2011), Il cromosoma Calcutta (Neri Pozza 2008, beat 2013), Lo schiavo del manoscritto (Neri Pozza 2009), Le linee d’ombra (Neri Pozza 2010, beat 2017), Il fiume dell’oppio (Neri Pozza 2011, beat 2017), Diluvio di fuoco (Neri Pozza 2015, beat 2017), La grande cecità (Neri Pozza 2017, beat 2019), L’isola dei fucili (Neri Pozza 2019, beat 2021) e Jungle nama (Neri Pozza 2021).


 

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