Il martirio di Thomas Merton [1] | Matthew Fox
Per anni ho parlato apertamente di quanto mi puzzasse il resoconto ufficiale della morte improvvisa di Thomas Merton. Nel corso degli anni, incontrai tre agenti della CIA, che a quel tempo si trovavano nel sud-est asiatico, e chiesi loro esplicitamente se avessero ucciso Thomas Merton. Uno disse: “Non lo affermerò né lo negherò”. Il secondo (che parlò con un mio amico, non con me) disse: “In quel momento, nuotavamo nel denaro senza risponderne assolutamente a nessuno. Se ci fosse stato un solo agente a considerare Merton una minaccia per il paese, avrebbe potuto farlo fuori, senza che nessuno facesse domande”. Il terzo, che incontrai un mese dopo il mio libro A Way to God: Thomas Merton’s Creation Spirituality Journey [2], uscì allo scoperto e rispose: “Sì. E ho passato gli ultimi 40 anni della mia vita a ripulire la mia anima da quello che ho fatto da giovane lavorando per la CIA nel sud-est asiatico negli anni ’60. “

Ora, Hugh Turley e David Martin ci offrono The Martyrdom of Thomas Merton: An Investigation – un’indagine ben fondata e molto convincente, che fornisce quella che sembra essere un’indagine approfondita su tutte le parti coinvolte, inclusi i quattro religiosi (tre uomini e una suora, che era anche medico, erroneamente chiamata “infermiera” nei documenti ufficiali) che per primi scoprirono il cadavere.
Il libro fornisce importanti particolari sul corpo e sulla stanza, rivelando, fra l’altro, che del sangue usciva dal collo di Merton e che sul cadavere fu organizzata una precisa messa in scena. Come potrebbe tutto ciò essere diverso da: 1) una ferita da arma da fuoco causata da una pistola col silenziatore? o 2) Una pugnalata con un coltello o qualcosa di simile? Il problema è, ovviamente, che non fu eseguita alcuna autopsia. Ora, chi prese quella decisione?
L’insabbiamento fu enorme e coinvolse: la polizia thailandese (all’epoca, molto in combutta con i militari americani); l’ambasciata americana; l’esercito americano; persino membri importanti del monastero Getsemani di Merton, compresi l’abate e il segretario di Merton, Frate Hart. Gli ultimi due meritano una certa indulgenza, poiché sicuramente il monastero fu minacciato e spinto a tacere sui fatti. Ma fare una storia di copertina – che Merton uscì bagnato fradicio dalla doccia, inserì nella presa di corrente la spina di un ventilatore e fu fulminato – è una bugia e una copertura della verità.
Turley e Martin forniscono dettagli su dettagli e confutano le informazioni false divulgate per cinquant’anni. C’è persino la figura di un Giuda: un monaco belga, la cui stanza nel centro per ritiri era sopra quella di Merton e che fu l’ultima persona vista parlare con Merton prima che entrasse nella sua cella fatale. Altri riferiscono che questo monaco agisse in modo insolito dopo l’omicidio. Strano a dirsi – o forse non così strano – sembra che egli sia completamente scomparso. Perfino il suo monastero afferma di non avere la minima idea su dove possa essere. Sembrerebbe che: 1) stia sorseggiando Mai-Tai su qualche isola da qualche parte, essendo stato pagato molto più di 30 denari o 2) stia riposando niente affatto in pace due metri sotto terra.
Così Thomas Merton, monaco cistercense e uno dei più grandi scrittori spirituali del XX secolo, morì martire. Un martire per la pace (perché era una voce forte contro la guerra del Vietnam e un mentore per i fratelli Berrigan e altri impegnati nella protesta nonviolenta). E morì per mano del governo americano nello stesso anno, il 1968, in cui anche Martin Luther King Jr e Robert Kennedy subirono un destino simile.
Papa Francesco, che ha elogiato il lavoro di Thomas Merton nel suo discorso al Congresso, potrebbe voler canonizzare insieme tre martiri americani e farlo rapidamente (poiché nella teologia cattolica un martire va direttamente in paradiso): il dottor Martin Luther King Jr, un profeta della giustizia sociale e razziale; Thomas Merton, un profeta della pace, dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso profondo; e suor Dorothy Stang, una profetessa della giustizia ecologica, uccisa in Amazzonia da criminali pagati dai grandi proprietari terrieri e dagli alti papaveri delle grandi aziende.
La storia si evolve ed è ironico che la CIA di oggi sia meno nemica del popolo rispetto a quella di ieri – anzi, in un certo modo funge da cuscinetto contro i nemici odierni della democrazia americana, sia che provengano dalla Russia sia da enti interni legati alla Russia. Ma le lezioni abbondano. La prima è che cosa è un martire: come diceva Gesù, “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.
Grazie Thomas Merton. Grazie Hugh Turley e David Martin per essere arrivati alla verità.
July 27, 2018 | Book Reviews
Titolo originale: A Review of “The Martyrdom of Thomas Merton: An Investigation”
Traduzione di Franco Malpeli per il Centro Studi Sereno Regis
[1] L’articolo è la recensione del libro “The Martyrdom of Thomas Merton: An Investigation” (Il martirio di Thomas Merton: un’indagine”) di Hugh Turley e David Martin. Autore dell’articolo è Matthew Fox, teologo e sacerdote della Chiesa Episcopale americana. (NdT)
[2] “Una via verso Dio: il viaggio di Thomas Merton verso la spiritualità del creato”
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