Lettera collettiva a Giovanardi

Alberto L'Abate, Antonino Drago, Nanni Salio

Al Sen. Avv. Carlo Amedeo Giovanardi
Sottosegretario di Stato
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Con delega sul Servizio Civile Nazionale

Gentile Sottosegretario,

desideriamo sottoporle alcune osservazioni relative al lavoro svolto dal Comitato DCNANV nel corso di questi sei anni, da quando è stato istituito.

1. Sinora nessuno dei principali e più qualificanti progetti per la effettiva attuazione dello spirito e del mandato della legge 230/1998 e 64/2001 e dei tre Decreti del Consiglio dei Ministri istitutivi del Comitato DCNANV sono stati attuati.

2. Non è stata sviluppata alcuna procedura per sperimentare forme di DCNANV durante il SC né all’interno del nostro paese, né in interventi all’estero, nonostante siano state compiute ed esistano significative esperienze di base, coordinate dall’IPRI-Rete Corpi Civili di Pace.

3. La difesa della Patria senza armi dichiarata molte volte dalla Corte Costituzionale equivalente alla difesa della Patria con le armi, è rimasta rinchiusa nella sola solidarietà sociale degli Enti privati di Servizio civile, senza alcuna presa di responsabilità diretta da parte dello Stato.

4. Il milione e più di euro del bilancio cumulativo disponibile per il Comitato DCNANV, è stato quasi interamente riassorbito dall’UNSC per mancata indicazione di impiego.

5. L’attività del Comitato DCNANV si è ridotta sostanzialmente a un lavoro di segnalazione all’UNSC, senza che nessuna delle proposte più qualificanti, come il bando per esperienze di servizio civile all’estero, sia stato attuato, pur avendolo annunciato ai giornali nell’aprile del 2005.

6. Anche le poche ricerche ripetute o promosse hanno avuto un carattere solo compilativo e introduttivo, ed è mancata una continuità di ricerca con quanto ricercatori, studiosi e attivisti da anni in Italia producono su questi temi in diverse sedi Universitarie e nei Centri di Ricerca e di documentazione dei movimenti di base.

7. Tutto ciò ha una causa evidente: non è stata cercata né facilitata una effettiva azione di coinvolgimento e di confronto con Associazioni, gruppi di base, reti di associazioni italiane e internazionali che da tempo svolgono azioni di intervento nonviolento in situazioni di conflitto armato in varie aree del mondo; ancor più ciò è avvenuto qualche mese fa in occasione delle nomine dei componenti per l’ultimo Comitato DCNANV (un rilievo sottolineato anche dal mensile di Pax Christi del mese scorso, Mosaico di Pace, a firma Rosa Filippini), .

8. Mentre ad esempio nel mondo opera interventi civili di pace la Nonviolent Peaceforce che nel 2008 ha ricevuto circa un milione e mezzo di $ da otto Stati, e in Italia nel 2008 il Ministero AA.EE ha finanziato con 270 mila euro la formazione agli interventi civili di pace all’estero, leggi italiane in proposito, uniche al mondo, sembrano diventate ineffettive, mentre i problemi di una difesa e di un intervento di pace no armato e nonviolento sono diventati sempre più urgenti,

9. Solo attraverso un confronto pubblico rivolto a tutti gli organismi impegnati in azioni nonviolente in Italia e all’estero e a tutti gli enti culturali e universitari specifici, sarà possibile superare questa perdurante situazione di stallo, che pregiudica la possibilità sia di attuare concretamente le leggi dello Stato in proposito sia di contribuire efficacemente a promuovere una cultura della trasformazione nonviolenta dei conflitti su scala locale e internazionale.

10. Il confronto è richiesto ancor più urgentemente a causa dei due ultimi avvenimenti che riguardano organismi ben più rilevanti delle associazioni nonviolente italiane. Da circa dieci anni le Regioni hanno sollevato un contenzioso contro la Amministrazione centrale a proposito della natura e delle funzioni del Servizio civile, fino a ricorsi alla Corte Costituzionale e a opporsi ai recenti progetti di legge in proposito. Il governo ha deposto in Parlamento un progetto di legge sul Servizio Civile dopo discussioni dentro organismi ristretti, senza tener conto che per le associazioni nonviolente il punto essenziale è quello di dare corso ai dettati delle legge in proposito, cioè l’attuazione operativa, sul campo, della formazione, esercitazione e sperimentazione di una difesa civile non armata e nonviolenta, tale da coinvolgere i serviziocivilisti e almeno una quota degli 800.000 cittadini che nel passato si sono dichiarati obiettori, come pure coloro che vogliano dichiararsi tali.

Antonino Drago, Alberto L’Abate, Giovanni Salio

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