Appello perché Erasmo sia veramente riconosciuto come maestro per tutti di umanità e di universalità

Nel 1501 Erasmo da Rotterdam scriveva l’Enchiridion militis christiani in cui formulava succintamente le sue proposte di riforma della Chiesa (pubblicato nel 1503 e ripubblicato a Lovanio nel 1515). Nel 1517 Martin Lutero pubblicava le sue “novantacinque tesi” suscitando le rimostranze dei conservatori e del Vaticano ed Erasmo il 14 agosto 1518 faceva precedere la riedizione in Basilea (Froben) dell‘Enchiridion da una importante prefazione di 25 pagine, in cui – non ravvisando alcun elemento di eresia nella posizione luterana – volle ribadire l’urgenza di una riforma di cui si avvertiva il bisogno da almeno tre secoli.

Erasmo nella comunità degli specialisti è riconosciuto come maestro (Programma Erasmus e Praemium Erasmianum), ma le culture confessionali cristiane risentono ancora di una “damnatio memoriae” di cui fu vittima nella Chiesa romana per non aver voluto prendere posizione contro Lutero a favore della “Controriforna”, e per le ragioni opposte, per non avere aderito alla “Riforma”, oltre che per l’utilizzo dell’umorismo e della satira in argomenti ritenuti “religiosi”.

Anche nei recenti incontri di papa Francesco con i Valdesi e i Luterani, Erasmo non è stato ricordato.

Un’incoerenza che, se la Chiesa è “semper reformanda”, va risolta con la libertà della ricerca teologica e la cattedra dottrinale estesa ai laici senza previa santificazione, secondo la definizione equiparatrice del laicato data dal Vaticano II.

Il coraggio della Chiesa di autoriformarsi avrebbe potuto evitare la Riforma e, soprattutto la Controriforma: Erasmo da Rotterdam, inattaccabile per la sua grande fama di intellettuale, si era espresso tempestivamente perché la Chiesa evitasse conseguenze prevedibili. Un dottore della Chiesa mancato? In futuro la Chiesa vorrà imparare solo da “dottori” consacrati dalla santità riconosciuta e dal Sant’Uffizio o accetterà di imparare anche da un Erasmo, che già credeva nella libera ricerca teologica? A questo interrogativo ci aspettiamo dia una risposta esplicita chi, nella Chiesa cattolica, cerca di testimoniare l’Evangelo senza essere prigioniero di direttive o di preclusioni di alcun tipo.

Erasmo da Rotterdam conclude il Medio Evo e inaugura la Modernità – è il padre dell’Illuminismo – ma il suo universalismo è stato tradito: in questo tempo di violenza il mondo (e non solo le Chiese e le Religioni) ha bisogno di un Maestro quale è stato Erasmo che assuma i valori universali di una spiritualità della Pace contro tutti i particolarismi – anche ti tipo religioso – che lo dividono.

Deve essere valorizzato il messaggio erasmiano per contrastare ogni tentazione di considerare la guerra e le armi come mezzi adeguati a risolvere i conflitti tra i popoli e la conquista come legittimo titolo di proprietà territoriale e supremazia culturale.

Soprattutto gli va riconosciuta la valorizzazione delle spiritualità per uscire dal dogmatismo delle religioni e dalle contrapposizioni confessionali.

In particolare ci sembra che egli possa essere ispiratore di un’Europa diversa da quella attuale, attraversata da troppi particolarismi ed egoismi.

Questo lavoro di riconoscimento, recupero e valorizzazione spetta certamente a tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell’umanità e soprattutto a coloro che hanno un ruolo nella ricerca, nella scuola e nei mezzi di comunicazione.

Tempi di fraternità metterà a disposizione di tutti un numero monografico “Ripartiamo da Erasmo” dal prossimo giugno per rilanciare la figura di Erasmo da Rotterdam come fattore unificante della civiltà nel Terzo Millennio.


Gianfranco Monaca, Giorgio Saglietti, Danilo Minisini, Davide Pelanda, Riccardo Cedolin, Giorgio Bianchi, Andreina Cafasso, Daniele Dal Bon, Luisa Vigna, Giancarla Codrignani.Vittorio Bellavite, Enrico Peyretti, Alberto Simoni ecc

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