L'uomo che marcia per la pace

La Marcia dei Bruchi in Piemonte a marzo

Gianni D'Elia

Scuole, Associazioni giovanili, gruppi scout possono aderire alla Marcia dei bruchi 2024 e fare un pezzo di strada con John Mpaliza.

Abbiamo conosciuto per la prima volta, al Centro Studi Sereno Regis, “Peace walking man”circa 10 anni fa. Di ritorno dalla marcia per la pace Reggio Emilia-Bruxelles , l’attivista è venuto a parlarci della situazione in Congo, sua terra natale. Da allora John Mpaliza ne ha fatta tanta di strada nel vero senso della parola, tanto appunto, da essere denominato Peace walking man.

John vive in Italia da più di venti anni ed è dal 2010 che cammina: Compostela, Roma, Helsinki, Bruxelles ecc. per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni nazionali ed internazionali sullo sfruttamento e sulle violenze in Congo ma più in generale, sulle violazioni dei diritti umani, sulle ingiustizie planetarie, sulla crisi climatica e sul consumo critico.

Da alcuni anni John organizza marce per la pace e lo fa a tempo pieno, dedicando tutte le sue energie per rivolgersi in modo particolare ai giovani.

Zaino in spalla e bandiera della pace e del Congo in mano, cammina di città in città accompagnato sempre da grandi e piccoli per un pezzo di strada, più o meno lungo. Così lo abbiamo rivisto a Torino nel 2019 in occasione della marcia “Restiamo umani”; in quell’occasione, con diverse associazioni torinesi, abbiamo organizzato un vivace corteo cittadino che è terminato al Sermig.

Passo dopo passo, nel 2021 è nata la Marcia dei bruchi. Quest’anno la marcia dei bruchi si terrà in Piemonte. John Mpaliza partirà da Carmagnola il 5 marzo e  per arrivare a Torino il 23 marzo. Speriamo di accoglierlo in tanti.

Per l’occasione ho rivolto a John due domande:

D: dopo molte marce che hai promosso in questi ultimi anni, com’è nata l’idea della Marcia dei bruchi?

R: diciamo che bisogna sempre ascoltare e dare protagonismo ai giovani. Li ho ascoltati. Tre anni fa (aprile 2021), durante i drammatici  momenti di chiusura legati al Covid, ero stato invitato a fare una conferenza, in presenza con mascherine e distanziamento, in 2 licei  a Bressanone. Durante il momento di confronto e condivisione, un gruppo di studenti confidò di voler organizzare una marcia come quelle di cui avevo parlato, ma solo nella propria città. Mi chiesero consigli. Rimasi in contatto con loro e continuammo a discutere e migliorare l’idea.

Dopo una settimana era già una marcia regionale. In realtà, questi giovani avevano colmato un vuoto: le marce del passato erano sempre state d’estate e quindi destinate generalmente a cittadini, e difficilmente ai giovani delle scuole. E così che è nata l’idea di organizzare  una marcia dedicata alle scuole e ai giovani, senza per questo escludere il resto della cittadinanza e le istituzioni, dove disponibili al confronto.

Il nome “marcia dei bruchi” è anch’esso frutto di ascolto. Durante l’estate 2021, fui invitato in Valcamonica per una chiaccherata e camminata con un gruppo di giovani, oratori e scout, e durante un momento di confronto li invitai a venire in Trentino Alto Adige a partecipare alla marcia che stavamo preparando.

Un bambino di 9 anni, Giacomo, continuava a chiedermi il nome della marcia. E poiché continuavo a rispondere di non saperlo ancora, un certo momento esclamo’: “Perché non la chiami marcia dei bruchi? Ci trasformeremo in farfalle e così trasformeremo il mondo”. Non ci pensai due volte. Questa metafora della metamorfosi rappresenta molto bene la gioventù.

D: quale senso e significato dai al tuo camminare per la pace e diritti umani?

R: Credo che non ci sai mezzo più bello di protesta nonviolenta, della marcia. Con la marcia incontri persone, conosci e vivi i territori che attraversi, ti confronti e cresci insieme alle persone che incontri.

Con la marcia lasci sempre un messaggio, semini e al tempo stesso raccogli, ti sazi e ti arricchisci.

Con la marcia si coinvolgono migliaia di persone ed è ciò che manca oggi quando parliamo di pace oppure di lotta per la giustizia e diritti umani. E poi camminare fa davvero bene al corpo e allo spirito.

Nell’inserto Outdoor del Manifesto del 2017, il giornalista Mariano Giustino da Istanbul, ci ricordava che la marcia, il cammino, la ricerca, l’incontro e il dialogo sono elementi inscindibili che configurano la dimensione della nonviolenza. L’umanità si è sempre messa in cammino, lo ha fatto con le grandi migrazioni, lo ha fatto con le grandi marce di liberazione, come quelle promosse da Ghandi e da Martin Luter King; con le marce per la pace di Aldo Capitini e quelle antimilitariste dei movimenti nonviolenti e del partito radicale degli anni ’60 e ’70, fino ad arrivare alla storica marcia da Ankara ad Istanbul, per la giustizia e lo Stato di diritto, promossa da Kemal Kilicdaroglu.

L’attivista che ha portato a marciare centinaia di migliaia di persone, diceva:

“Siamo determinati e impegnati, col caldo o col freddo, con la pioggia o con la nebbia, a camminare verso la giustizia. Chiediamo l’abolizione dello stato di emergenza per restituire al Parlamento la sua piena funzione democratica. Nessuno in Turchia dovrà stare dietro le sbarre per le proprie idee…”

Scuole, Associazioni giovanili, gruppi scout possono aderire alla Marcia dei bruchi 2024 e fare un pezzo di strada con John Mpaliza. Unica condizione per la partecipazione, è che i ragazzi riflettano, nei propri contesti scolatici e associativi, sul messaggio che l’attivista cerca di comunicare. Poi si potrà camminare insieme a lui per un pezzo di strada con canti, musiche e striscioni.


 

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