L’Italia e l’Unione Europea danno miliardi al despota tunisino Kais Saied… Cosa può andare storto?

Martin Jay

L’Italia e l’Unione Europea hanno dimostrato all’intera regione MENA di avere a disposizione fiumi di denaro per sostenere i dittatori più brutali e impedire ai migranti di raggiungere le sue coste.

Quale parola usereste per descrivere l’UE che dirotta un miliardo di euro verso le casse del despota tunisino Kais Saied? Mi viene in mente “ricatto”. L’UE, insieme alla leader della destra italiana Giorgia Meloni, ha appena firmato quasi 2 miliardi di euro di “aiuti” alla Tunisia – in cambio del fatto che Saied faccia qualcosa per le centinaia di migranti africani che cercano di lasciare le coste tunisine nel tentativo di arrivare in Italia e poi in Francia prima di ottenere lo status di asilo.

Sia l’UE che l’Italia credono fermamente che il continente europeo sia a un punto di rottura – non in termini di logistica o di denaro da destinare ai rifugiati – ma a livello politico. Le ripercussioni tra Francia e Italia per l’invio di migranti oltre il confine in territorio francese sono già abbastanza gravi; ma è convinzione comune che dopo le ondate di siriani arrivate negli ultimi anni, con molti che hanno optato per la Germania, sia arrivato il punto di rottura politico sia per i partiti in carica che per l’UE stessa. E così l’UE fa quello che fa di solito quando le sue politiche falliscono e non ha altre idee. Tira fuori il libretto degli assegni e inizia a distribuire denaro come se non ci fosse un domani.

In questo caso è stata l’Italia a fare da suggeritore, ma alla fine l’UE ha pagato il ricattatore, cosa che sta già preoccupando gli analisti che sostengono che non si risolve la crisi dell’immigrazione riempiendo i conti bancari di despoti che hanno già un record abissale di atrocità sui diritti umani. Il caso di Saied è straordinario, in quanto aveva già la reputazione di essere l’Hitler della regione nordafricana, per via del suo razzismo inequivocabile contro gli africani, culminato con la cacciata dalle loro case, per le quali pagavano l’affitto, e l’abbandono a dormire per strada. È stato il momento della Kristallnacht che ha sconvolto il mondo forse anche più delle immagini raccapriccianti dei migranti africani morti sulle coste tunisine.

Anche i più accaniti e convinti sostenitori dell’UE – Carnegie – stentano a credere a questa trovata.

“È l’erosione dei diritti umani, unita al rapido deterioramento dell’economia, a spingere i tunisini a lasciare il Paese”, si legge. “Da quando Saied è diventato presidente, due anni fa, attraverso quella che è stata descritta come una presa di potere, ha messo a tacere l’opposizione, ha soffocato la libertà dei media, ha minato lo stato di diritto e ha quasi distrutto la magistratura indipendente. I suoi critici sono dietro le sbarre, in esilio interno o hanno lasciato il Paese”, si legge.

La trovata dell’UE chiarisce però molte cose: non c’è più spazio per l’opaco giornalismo stenografico degli scribacchini di Bruxelles per mascherare la questione. All’UE non importa un fico secco dei diritti umani. La sua principale ossessione, che è stata sempre più evidente sotto la comica guida di Ursula von der Leyen – che secondo alcuni aveva parenti ai vertici del partito nazista durante la Seconda Guerra Mondiale – è l’autoconservazione. La sopravvivenza. È davvero così semplice.

Ma anche questa strategia è a breve termine. I tre personaggi che si sono presentati in Tunisia e hanno inscenato forse la peggiore finta conferenza stampa della storia non pensano nemmeno alla prossima amministrazione dell’UE nel 2024 e la Meloni non si preoccupa affatto degli anni a venire.

Dichiarazioni congiunte dopo l’incontro con il Presidente della Repubblica Tunisina
Tunisi, 11/06/2023 – Dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il Presidente della Repubblica Tunisina, Kais Saied, insieme alla Presidente della Commissione europea von der Leyen e al Primo Ministro del Regno dei Paesi Bassi, Mark Rutte. (governo.it)

I numeri possono solo aumentare, perché la Tunisia si riempirà lentamente di altri migranti provenienti dall’Africa centrale che dovranno essere accolti nei campi. E quanto di questo denaro dell’UE Bruxelles pensa che verrà speso come previsto, invece di essere preso da Saied e tenuto per i suoi piani nefasti? L’UE ha stanziato la patetica cifra di 100 milioni di euro per il controllo delle frontiere. Cosa pensano di ottenere von der Leyen e Meloni, visto che Saied ha persino fatto una dichiarazione che riecheggiava quella di Gheddafi di 20 anni prima, ovvero che non sarebbe stato un’agenzia di frontiera per l’UE. Era un’allusione al fatto che avrebbe potuto farlo se Bruxelles avesse messo uno zero su quella cifra?

Ciò che è stato fatto in Tunisia è che l’UE ha mostrato all’intera regione dell’area MENA che dispone di fondi per sostenere i dittatori più brutali, il tutto in nome del ricatto sui migranti che lasciano le loro coste. Altri vorranno nutrirsi da questa mangiatoia e alcuni senza dubbio incoraggeranno gli africani ad arrivare nel loro Paese e a usarlo come punto di sosta. Sicuramente ora l’élite libica guarderà a questa situazione e si chiederà quanto sarebbe difficile fare lo stesso accordo.

Anche il Marocco ha una storia di questo gioco che permette a migliaia di africani di attraversare il suo fragile confine con l’UE (Spagna), solo per ricordare di tanto in tanto a Francia e Bruxelles di cosa è capace quando sente di non essere preso sul serio. E il Libano – forse il governo più corrotto dell’intera regione MENA, il cui scopo è quello di estrarre denaro dalle agenzie internazionali per finanziare le proprie milizie – sicuramente se ci saranno vantaggi nell’assistere i rifugiati siriani a salire su imbarcazioni e intraprendere il pericoloso viaggio verso la Grecia o Cipro.

Non fraintendetemi. L’UE, anche se lo desiderasse, non ha né l’esperienza né le persone per investire nelle riforme e sostenere i gruppi di opposizione e gli osservatori dei diritti umani, e quindi preferisce impegnarsi per mantenere lo status quo nella regione per i propri scopi. Ma quanto può durare questa politica vigliacca prima che i suoi stessi Stati membri capiscano quali sono gli obiettivi e si ribellino a Bruxelles?

Il vero problema della trovata dell’UE/Meloni è che si basa interamente sull’onorabilità di Saied. Dato che si tratta di un uomo che, una volta eletto presidente, ha violentato in massa il suo stesso popolo distruggendo ogni traccia di istituzione democratica che potesse chiedergli conto, il futuro non promette nulla di buono. Almeno quando si è tenuti in ostaggio da bande criminali, i negoziatori ricevono una “prova della vita” dei loro cari. L’unica garanzia dell’accordo con la Tunisia è che, come tutte le grandi iniziative di politica estera dell’UE, fallirà in modo spettacolare.


Fonte: Strategic Culture Foundation, 16 giugno 2023

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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