La Terra sfregiata. Conversazioni su vero e falso ambientalismo

Cinzia Picchioni

 


Luca Mercalli con Daniele Pepino, La Terra sfregiata. Conversazioni su vero e falso ambientalismo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2020, pp. 96, € 11,00

La Terra sfregiataTempo di funghi

Purtroppo non quelli nascosti, da cercare con calma e sapienza, da cucinare e mangiare davanti a un camino – per chi li apprezza. Qui si tratta di ben altri «funghi»: gli odiosi aggeggi per riscaldare… l’aria (!) fuori dai locali in città. Proprio in questo periodo spuntano – appunto – come funghi sui marciapiedi così da permettere di prendere un caffè seduti all’aperto senza congelare.

Assurdo, dico io, e mi unisco al parere di Luca Mercalli che nel «librino» (solo per via delle dimensioni) presentato racconta nei particolari perché è assurdo:

«Faccio un esempio banale: la sempre più diffusa abitudine, in inverno, di riscaldare le strade con i “funghi” a gas, perché la gente ormai vuole stare fuori, chiacchierare, fumarsi la sigaretta e non può tollerare una temperatura di qualche grado sotto zero. Ora, il rendimento termodinamico dei “funghi” si misura in uno zero virgola: quella bombola di gas è servita solo a scaldare la strada e a produrre nuove emissioni di CO2 […]

La città di Rennes, in Francia, finalmente, qualche mese fa, li ha vietati. Tutti sono saltati su, come se fosse la privazione di chissà quale libertà! Ma nessuno ti vieta di fumare, mangiare, prendere il tuo aperitivo fuori, semplicemente, se hai freddo, ti tieni il cappotto, i guanti e il cappello. E se hai troppo freddo entri dentro. Eppure un caso come questo, in cui il divieto riguarda un’abitudine insignificante, viene vissuto come un’intromissione da parte dello Stato o del Comune, come una grave lesione della propria libertà. Ma se non siamo capaci di rinunciare nemmeno a questo, come faremo a rinunciare a qualcosa di più?

Allora in questo caso – visto che non ci si arriva con il buon senso – è giusto intervenire con la legislazione: usare questi aggeggi è vietato, punto. […] Parallelamente, dovrei andare nella fabbirca che produce questi “funghi” per dire: “Sentite, questa è una cazzata, non la fate più”», p. 66.

Il libro è tutto su questo tono. Mercalli, si sa, non le manda a dire. Soprattutto in un caso come questo, dove Daniele Pepino* gli ha rivolto delle domande, a voce, e lui ha risposto. Sullo scibile ambientale, sulla Terra con la t maiuscola, con capitoli come Vero e falso ambientalismo o Non se ne esce da soli. E anche Pepino non ci va giù leggero.

Sentite (e meditate) su una sua domanda a proposito di foto e sulla risposta di Mercalli a proposito di e-mails:

«[…] la tecnologia digitale, si dice, fa risparmiare rispetto alla stampa su carta, quindi è più “eco-compatibile”, si salvano gli alberi… Ma questo ragionamento potrebbe forse essere valido a parità di consumi. Pensiamo alle fotografie: se fino a vent’anni fa uno possedeva in tutta la sua vita un album con le sue 100 o 200 fotografie, oggi uno fa 100 o 200 fotografie al giorno, oltretutto infliggendole in continuazione ai suoi “amici” a destra e a manca. E tutto questo non è affatto “gratis”. Cioè c’è una percezione della tecnologia e del  mondo digitale come qualcosa di virtuale, di impalpabile (il cloud), mentre ci si dimentica che è invece qualcosa di ben materiale, fatto di server, cavi, macchine, energia, miniere, forza lavoro…».

«[…] se avessimo la Carbon tax, faremmo pagare tutte queste cose, anche quelle che oggi appaiono gratuite. Se avessimo la Carbon tax sulla mail, ogni mail che mandiamo costerebbe, non so, 10 centesimi, 50 centesimi, lo stesso per le foto, sarebbe un modo per far sì che ognuno prenda coscienza e responsabilità», p. 67.

E non aggiungerò altro, anche perché sto scrivendo al computer e voi state leggendo al computer. E mi sento vagamente a disagio. Il libro La Terra sfregiata però è di carta (ecologica, Musa) e può essere preso in prestito alla Biblioteca del Centro Studi Sereno Regis di Torino. Oppure acquistato, ma mi raccomando, non tramite Amazon, alla libreria resistente di quartiere!


 

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